I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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"Dialogo, tolleranza o scontro con i testimoni di Geova"
"Cosa possiamo o dobbiamo fare"

Tesi di laurea in Scienze Religiose

- di Bruno Di Benedetto -
Seconda parte

CAPITOLO V
RIAMMISSIONE ALLA CHIESA CATTOLICA


5.0. Aspetto pastorale.


In genere, gli ex tdG che vogliono avvicinarsi o riavvicinarsi al cattolicesimo, si meravigliano del disinteresse dei nostri operatori pastorali per la loro fuoriuscita. Di fatto qualche ex cattolico ha ribussato alla porta della Chiesa, ma, non avendo trovato un’accoglienza ed un accompagnamento adeguati, è sparito di nuovo. Spesso la realtà cattolica per l’ex tdG, presenta inattese difficoltà:

1.     Riguardo al suo passato da tdG, il fuoriuscito ha un forte risentimento verso la sua vecchia fede, che vorrebbe rimuovere, ma che di fatto costituisce un “passato che non vuole passare”.

2.     Dal punto di vista dottrinale, nella sua mente c’è una gran confusione. Ha un’idea deformata della dottrina cattolica e, soprattutto, non è in grado di discernere ciò che è accettabile e ciò che è incompatibile con il cattolicesimo.

3.     Nota con dispiacere che non c’è ancora tra i cattolici un interesse generalizzato della Bibbia. D’altra parte egli trova molta difficoltà a superare il fondamentalismo biblico.

4.     Dal punto di vista ecclesiale l’ex tdG sente la mancanza del “senso di comunità” o quanto meno di quel forte spirito di corpo che viveva all’interno della sua Congregazione. Ha l’impressione che nella Chiesa si dorma (se si pensa all’attivismo inculcato dai tdG, si comprende questo suo disagio; uno che viene da un'esperienza forte come quella dei tdG, non può certo diventare un cattolico che si accontenta della messa domenicale). D’altronde egli pensa alla vita cristiana come “conoscenza, predicazione, pratica morale”, gli manca il concetto di vita sacramentale, quindi non sente il dovere di andare a messa.

Da quanto detto si comprende facilmente che queste persone hanno un forte bisogno di un’attenzione e necessitano di un trattamento pastorale specifico, prima di potersi, eventualmente, reinserire nella vita parrocchiale. Il rientro completo, nel cattolicesimo, richiederà in ogni caso molto tempo, forse anni.[158]

Alcune indicazioni pratiche:


-   Predisporre un’accoglienza che non giudica e condanna.

-   Ricordare che non si parte da zero, ma da una conoscenza del cattolicesimo molto distorta. Anche nel caso si tratti di un ex cattolico spesso le sue basi catechistiche sono molto povere;

-   Quando all’aspetto dottrinale occorre un cammino di catechesi lungo e paziente. Non è superfluo sottolineare che la discriminante è costituita dalla fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

-    Una particolare attenzione andrà dedicata all’acquisizione di un vero senso ecclesiale, sottolineando che la Chiesa è sempre santa e peccatrice, continuamente da purificare e da riformare, smontando, contestualmente, la riduzione di Chiesa a “organizzazione”, come è invece la Congregazione dei tdG, evidenziandone anche l’aspetto mistico e spirituale.

Da questo si comprende che occorre “gradualità”, data l’enorme distanza tra l’approccio geovista e quello cattolico. Sarà anche molto utile proporre un cammino di esperienze concrete di vita ecclesiale: lectio divina, preghiera, liturgia, amore fraterno e vera solidarietà.
Solo alla fine di questo percorso la persona potrà fare il passo definitivo di (ri)adesione al cattolicesimo.

5.1. Aspetto canonico - liturgico.


Cosa fare quando un ex tdG, dopo un adeguato cammino, chiede di essere formalmente (ri)ammesso al cattolicesimo?[159]
Tale (ri)ammissione spetta esclusivamente al vescovo o a persona da lui esplicitamente delegata. È necessario, pertanto, che il pastore d’anime si rivolga tempestivamente al competente ufficio della Curia, fornendo le informazioni necessarie per la valutazione del caso specifico.

Bisogna, però, distinguere il caso del tdG a suo tempo battezzato nella Chiesa cattolica, da quello che non è mai stato cattolico.
5.2. Testimoni di Geova ex cattolici: situazione di apostasia e scomunica.
Consideriamo, in prima battuta, la posizione canonica del cattolico diventato tdG.
Il Codice di Diritto Canonico, al can. 751,[160] tratta delle diverse forme di rifiuto della fede o della Chiesa da parte di un cattolico, che sono:

1)     scisma: rottura dell’unità della Chiesa;

2)     eresia: negazione di qualche verità di fede;

3)     apostasia: ripudio totale della fede cristiana.

È evidente che il geovismo rappresenta uno stravolgimento radicale del cristianesimo, pertanto il passaggio formale di un cattolico ai tdG si configura come “apostasia”.

Nella terminologia dei canonisti si distingue il “peccato” di apostasia dal rispettivo “delitto”. Il peccato comporta una responsabilità morale di fronte a Dio ma, per diventare delitto di fronte alla Chiesa, deve esserci violazione esterna gravemente imputabile al fedele, consumata deliberatamente (dolo) o per negligenza (colpa), per la quale sia prevista una sanzione canonica.[161] In quest’ottica va letto il can. 1364 del Codice: “L’apostata, l’eretico e lo scismatico incorrono nella scomunica latae sententiae…”.[162]
La scomunica va intesa come presa d’atto della volontaria autoesclusione dalla comunione cattolica, con conseguente impossibilità di riceverne i sacramenti e di ricoprire incarichi ecclesiali.

In alcuni casi però la normativa canonica prevede che, pur commettendo apostasia, il cattolico che passa ai tdG non incorre nella scomunica, esempio: se il soggetto abitualmente non ha l’uso di ragione. Inoltre se quando commise il delitto era sotto i 16 anni di età; oppure, senza sua colpa, ignorava di violare una legge o un precetto o agì a causa di violenza fisica o timore grave, ecc., può capitare, infatti, che uno divenga tdG sotto pressione dei familiari.

Più in generale, occorre tener presente il diverso grado d'imputabilità in base al diverso grado di adesione all’azione propagandistica dei tdG. Sarà dunque opportuno che, se un cattolico è passato ai tdG, il pastore d’anime s'informi presso la propria curia, fornendole gli elementi necessari per stabilire se quel caso di apostasia comporta anche la scomunica.
5.3. Remissione della scomunica.

Quando si ritiene che l’ex tdG sia convinto e pronto per riaderire al cattolicesimo, il sacerdote farà domanda al vescovo, tramite il competente ufficio di Curia, presentando una relazione descritta del caso. Il vescovo darà le debite autorizzazioni indicando i passi da fare che sono:

1. remissione dell’eventuale scomunica;

2. abiura e professione di fede;

3. eventuale ricezione dei sacramenti.

La remissione della scomunica può essere effettuata:

- in foro esterno, (pubblicamente), da parte dell’ordinario e in tal caso la missione è data per iscritto;

-  in foro interno non sacramentale, cioè in segreto ma senza il sacramento della confessione, da parte dell’ordinario o da chi ne ha facoltà;

-  in foro interno sacramentale, cioè nel contesto della confessione. Il confessore, munito della debita facoltà, usa la solita formula dell’assoluzione dei peccati, senza nulla aggiungere, ma solo ponendo l’intenzione di rimettere anche la scomunica.

5.4. Abiura e professione di fede.


L’abiura dal geovismo e la professione di fede cattolica devono avere luogo davanti al vescovo o ad un sacerdote da lui designato, con la presenza dell’eventuale garante che ha seguito la sua preparazione e di alcuni testimoni. L’ex tdG abiura con una formula del tipo: “Dichiaro il mio totale abbandono della Congregazione dei testimoni di Geova e delle sue dottrine”. Procede quindi alla professione di fede cattolica, che può esprimersi con la recita del Credo (apostolico o niceno - costantinopolitano), con l’aggiunta della formula: “Credo e professo tutte le verità che la santa Chiesa cattolica crede, insegna e annunzia come rivelate da Dio”.

Tale professione è poi sottoscritta dall’ex tdG, da chi ha presieduto il rito, dal garante e da due testimoni. Il sacerdote ne trasmetterà copia al parroco di battesimo e alla Curia diocesana per le debite annotazioni.

5.5. Ricezione dei sacramenti.


Rimane, infine, il problema del rapporto di tale riammissione con i sacramenti della confessione, dell’eucarestia, della confermazione ed, eventualmente, del matrimonio.

Normalmente il rito della professione di fede dovrà essere preceduto dalla confessione sacramentale (se ciò non avviene già nel contesto della remissione della scomunica in foro interno sacramentale).
Il cammino verso la piena comunione con la Chiesa cattolica dovrebbe sfociare nella partecipazione al banchetto eucaristico, culmine e fonte della vita cristiana.

Quando il fedele non abbia ancora ricevuto il sacramento della confermazione è necessario sigillare la riammissione alla Chiesa con la pienezza del dono dello Spirito Santo.
Il sacerdote delegato dal vescovo per presiedere la riammissione, riceve anche la facoltà di cresimare. (Salvo che specifiche circostanze consiglino di rimandare ad altro tempo).

Quanto al sacramento del matrimonio, è bene ricordare che per un cattolico è valido solo il matrimonio celebrato con la forma canonica, la quale non è richiesta per il battezzato formalmente fuoriuscito dalla Chiesa cattolica. Questo significa che il matrimonio tra due tdG è da ritenere valido, mentre è invalido se quando si sono sposati civilmente erano ancora formalmente cattolici. Pertanto, quando un ex tdG coniugato rientra nella Chiesa cattolica, bisogna valutare se il suo matrimonio è canonicamente valido. In caso negativo, si può chiedere la sanatoria, oppure celebrare il matrimonio secondo la forma canonica.

5.6. Se l’ex testimone di Geova non è mai stato cattolico.


Oltre al caso del cattolico divenuto tdG che chiede di rientrare nella Chiesa cattolica, potrebbe presentarsi il caso di un ex tdG che non ha mai ricevuto il battesimo cristiano ma può invece aver ricevuto il battesimo dei tdG. A questo riguardo giova richiamare alcuni punti del “Catechismo della Chiesa cattolica” circa il battesimo.

Esso può essere amministrato validamente anche da un non cattolico e al limite, da un non battezzato purchè abbia intenzione: “di voler fare ciò che fa la Chiesa quando battezza, e usare la formula battesimale trinitaria”.[163]
Pertanto il battesimo dei cristiani non cattolici è valido ed è alla base della fraternità tra i fedeli delle diverse Chiese e Comunità cristiane: cattolici, ortodossi, anglicani, protestanti … Esso è indelebile: “conferito una volta per sempre, il battesimo non può essere ripetuto”.[164]

Pertanto il cattolico che per esempio, diventa ortodosso ecc., o viceversa, non viene ribattezzato.
E il battesimo dei tdG? Anche se dato “nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo”,[165] certamente non è stato conferito nella fede trinitaria, negata dai tdG, né con l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa in quanto i tdG ritengono invalido il battesimo cattolico, anche se conferito ad un adulto. Pertanto il tdG che ha ricevuto solo il battesimo geovista è da considerare non validamente battezzato.
  

5.7. Catecumenato e sacramenti dell’iniziazione cristiana.


Quando un ex tdG non validamente battezzato chiede di aderire alla fede cattolica, bisognerà istituire per lui un percorso catecumenale[166], al termine del quale riceverà i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana: battesimo, confermazione, eucarestia.
I punti di riferimento per il catecumenato sono:

1. il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti;[167]

2. il documento della CEI Per il catecumenato degli adulti;[168]

3. le indicazioni del vescovo della relativa diocesi.


5.8. L’ex testimone di Geova nella Chiesa: arricchimento reciproco.


Rientrato a tutti gli effetti nella Chiesa cattolica, l’ex tdG dovrà, come ogni cristiano, continuare il suo cammino verso Gesù Cristo ed impegnarsi nella costruzione del corpo di Cristo che è la sua Chiesa.
Il pastore d’anime non dovrà essere timoroso nei suoi riguardi, ma rendersi consapevole che l’ex tdG può dare molto alla comunità cristiana.

Della precedente esperienza, probabilmente, egli conserverà alcune caratteristiche che, se ben indirizzate, potranno essere di aiuto e stimolo agli altri. Prima di tutto un grande amore per la Bibbia: fatti tutti i necessari aggiustamenti di cui si è accennato, l’ex tdG potrebbe dare un fattivo contributo al movimento di risveglio biblico e alla sua diffusione a livello popolare.
Anche la sua necessità di evangelizzazione, liberata da spinte proselitistiche, può servire da stimolo e il rigorismo morale, con il quale i tdG tendono a confondere il rigore evangelico, può trasformarsi in richiamo contro tentazioni di lassismo o di relativismo morale.

5.9. Prevenzione e recupero dei testimoni di Geova.


C’è un campo specifico dove l’opera degli ex tdG può essere molto preziosa e che sarebbe sbagliato non metterla a profitto: si tratta del problema pastorale dei cattolici simpatizzanti per i tdG e quello degli ex tdG.
In questo campo, l’ex tdG, in base alla sua esperienza può aiutare la comunità cattolica e in primo luogo gli operatori pastorali, a superare manchevolezze nei riguardi della problematica connessa al proselitismo dei tdG e a individuare strategie pastorali adeguate.
In secondo luogo, il loro intervento tempestivo può aiutare un simpatizzante per i tdG a riflettere ed eventualmente a recedere dall’intenzione di aderire alla congregazione.

C’è poi il campo degli ex tdG, che hanno estremo bisogno di aiuto per compiere la “difficile risalita” e per fare questo devono loro stessi irrobustiti nella fede, nell’appartenenza ecclesiale, oltre che addestrati a questo lavoro specifico.
Infine, le testimonianze di vita vissuta possono aiutare nell’opera di prevenzione, ovviamente bisogna curare che siano obiettive, rispettose delle intenzioni e delle coscienze, evitando che la propria sofferenza, che merita la massima considerazione, faccia velo.[169]


CONCLUSIONE


Il problema del geovismo è molto serio ed è una realtà con cui siamo costretti a vivere. Volerlo minimizzare o ignorare è inutile e pericoloso.

È indispensabile riconoscerlo nella sua ampiezza e gravità, affrontandolo con serietà e fermezza, consapevoli della missione che ognuno ha nell’unica Chiesa voluta da Cristo.
Molte persone sono contattate da tdG in un periodo difficile della loro vita; tali soggetti sono particolarmente vulnerabili e nel gruppo pensano di aver trovato un sostegno pronto a dare loro un aiuto, ma, quando si accorgono che c’è qualcosa che non và, diventa estremamente difficoltoso cercare di venirne fuori.

Se è difficile lasciare l’organizzazione è ancora più arduo il ritorno ed il reinserimento alla fede originaria.
Per il fuoriuscito il ritorno alla vita normale è lunga e travagliata e l’intervallo di tempo per il pieno recupero dipende, generalmente, dal grado di coinvolgimento nel gruppo e dal tempo trascorso in esso. Riprendersi dopo una esperienza di adesione al geovismo talora può richiedere diversi anni in quanto comporta un ri-orientamento della visione del mondo e della propria vita.

Molte persone che sono riuscite a lasciare i tdG non sono uomini che hanno perso Dio, molto spesso è gente che lo ha trovato e riscoperto e soffrono nel vedere come da chi hanno amato e continuano ad amare, debbano ricevere odio e disprezzo in ossequio ai precetti della STG ed essere giudicati colpevoli solo per aver seguito la voce della propria coscienza e di aver ragionato con la propria testa.

Da parte mia, con molto timore di Dio, ho cercato di individuare e, a volte di mettere anche in pratica, alcune vie che potrebbero essere percorse e tendere una mano a quanti, in perfetta buona fede e con tanta speranza, hanno posto la propria esistenza nelle mani di altri uomini e non in Gesù il Dio-vicino-a-noi che ci ha dato lo Spirito Santo e ci fa sentire figli del Padre di misericordia.
Nel mio osservarli ed ascoltarli non mi è stato difficile, tante volte, cogliere in loro uno sguardo spento, pieni di grande infelicità e di profonda tristezza; anche il loro camminare per le vie della nostra città, rivela una andatura stanca, quasi innaturale che ricorda più un automa che un essere umano a cui è stata tolta ogni libertà, sia fisica che spirituale.

Non nascondo di provare molto disagio in tutto questo e che diventa doloroso stupore quando penso alle circa 12.000 persone che ogni anno, solo in Italia, si lasciano sedurre dalle promesse della STG.
Per questo occorre un maggiore impegno ed una maggiore sensibilità specie da parte di chi è Chiesa e, a tal proposito, mi permetto di dare un suggerimento ai sacerdoti circa l’atteggiamento da tenere verso quelle persone che hanno perso la strada dell’ovile in un momento di particolare confusione interiore.

Occorre una maggiore sensibilità per accorgersi in tempo se qualche fedele comincia a simpatizzare per i tdG. Questo si può fare avendo un rapporto chiaro, aperto, sereno con i propri parrocchiani.
Non nascondo le difficoltà che ci possono essere nelle grandi parrocchie di città, dove il sacerdote deve attendere a tante iniziative, con una paurosa carenza di collaboratori, ma, mi chiedo, non sarebbe il caso di preparare e formare un gruppo di cristiani impegnati a seguire il fenomeno con attenta vigilanza, carità, intelligenza e, soprattutto, comprensione fraterna, con opportune segnalazioni al parroco, quando il caso lo richiede?

La mia impressione è che molto dipenda dal come vengono trattati. La Chiesa, che è “Madre e Maestra” non deve restare indifferente a quanti, pur battezzati e membri della Chiesa cattolica, sono incerti e dubbiosi circa la fede ricevuta, ma deve piangere, pregare e adoperarsi sull’esempio di santa Monica, madre di S. Agostino, il quale fu membro della setta dualista dei Manichei.

Quando il figlio aderisce alla setta, la madre ne resta talmente inorridita che, in un primo momento, rifiuta addirittura di vivere nella stessa casa. Nel libro delle Confessioni, S. Agostino descriverà così il dolore della madre: “…Non potrò mai spiegare convenientemente i sentimenti del suo cuore per me, e come l’angoscia con cui mi partoriva nello spirito, fosse maggiore del travaglio con cui mi aveva partorito nella carne…”

La madre non smette mai di pregare per la conversione di Agostino: “Quasi nove anni ancora, infatti io mi ravvoltai in quel profondo brago e nelle tenebre dell’errore; spesso cercai di risollevarmi e mi invischiavo sempre peggio; ma ella, la vedova casta, pia, sobria - quale Tu le vuoi - resa più alacre dalla speranza, non però più tarda nel piangere e nel gemere, non si rilassava in ogni istante delle sue preghiere dal versare lagrime per me: le sue suppliche giungevano fino al tuo cospetto, eppure permettevi che io continuassi ad essere avvolto e travolto da quelle tenebre”.[170]

Dopo un periodo di separazione Monica ritiene giusto tornare da suo figlio con il desiderio di farlo incontrare con un vescovo “nutrito in seno alla Chiesa e ben addottrinato nelle sacre Scritture”: “…Gli aveva richiesto di prestarsi ad una conversazione con me per confutare i miei errori, per distogliermi dal male e indirizzarmi al bene…”.[171]

Occorre riprendere le relazioni che si fossero interrotte con quelle persone che hanno abbandonato la “fede della Chiesa” e se questi nostri fratelli ingannati hanno delle istanze da proporre, dei bisogni spirituali da presentare, devono sentirsi liberi di farlo. La Chiesa che è “Madre e Maestra” (come già ho ricordato), deve essere in ascolto e rispondere alle loro richieste anche qualora fossero difficili e gravose, inoltre deve essere pronta a rivedere i linguaggi, i metodi e i programmi pastorali, ricordando sempre ciò che l’apostolo Giacomo scriveva: “Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.”[172]

BIBLIOGRAFIA

Pubblicazioni dei testimoni di Geova

(Se non c’è diversa indicazione, s’intende che l’editrice è la Watch Tower; il luogo indicato è quello della stampa).

Accertatevi di ogni cosa. Attenetevi a ciò che è eccellente, Brooklyn (USA), 1974;

Annuario del 1976 dei Testimoni di Geova, Wiesbaden (Repubblica Federale di Germania) 1976;

Annuario dei Testimoni di Geova, 1983, Tipografia Watch Tower, Roma 1982;

Annuario dei Testimoni di Geova, 1991, Tipografia dei Testimoni di Geova, Roma 1991;

Associazione europea dei Testimoni di Geova per la tutela della libertà religiosa, Intolleranza religiosa alle soglie del duemila, Fusa Editrice, Roma 1990;

Comunicato stampa della STG del 7 ottobre 2000 in: http://www.jw-media.org/releases/001007.htm

Cosa richiede Dio da noi, Testimoni di Geova, Roma 1996;

Cose nelle quali è impossibile che Dio menta, Brooklyn (USA) 1965;

Dal Paradiso perduto al Paradiso riconquistato, Brooklyn (USA) 1959;

Dovreste credere nella Trinità?, Testimoni di Geova, Roma 1989;

Il Nome Divino che durerà per sempre, Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma 1987;

I Testimoni di Geova nel XX secolo, Brooklyn (USA) 1979
;
La conoscenza che conduce alla vita eterna, Testimoni di Geova, Roma 1995;

La Torre di Guardia, rivista quindicinale, (varie pubblicazioni), edita e stampata in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma;

La verità che conduce alla vita eterna, Brooklyn (USA) 1968;

Manuale per la Scuola del Ministero Teocratico, Testimoni di Geova, Roma 1992;

Ministero del Regno, rivista mensile ad uso interno, edita e stampata in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma;

Nuovi cieli e nuova terra, Brooklyn (USA) 1955;

Organizzati per compiere il nostro ministero, Watch Tower, Roma 1983;

Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli, Brooklyn (USA) 1973;

Paradiso restaurato per il genere umano dalla teocrazia, Brooklyn (USA) 1974;

Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca, Wiesbaden (Repubblica Federale di Germania) 1982;

Qualificati per essere ministri, Brooklyn (USA) 1963;

Quindi è finito il mistero di Dio, Brooklyn (USA) 1971;

Ragioniamo facendo uso delle Scritture, Testimoni di Geova, Roma 1985;

Ragioniamo facendo uso delle Scritture, Tipografia dei Testimoni di Geova, Roma 1990;

Rivelazione. Il suo grandioso culmine è vicino!, Testimoni di Geova, Roma 1988;

Salvare la vita col sangue, in che modo?, Testimoni di Geova, Roma 1990;

Scegliamo il miglior modo per vivere, Wiesbaden (Repubblica Federale di Germania) 1979;

Statuto della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma 1985 in: http://spazioinwind.libero.it/gris_cerignola/;

Svegliatevi, rivista quindicinale (varie pubblicazioni), edita e stampata dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma;

The Golden Age, Brooklyn (USA) 1931;

The Kingdom Interlinear Translation of the Greek Scriptures, Watchtower Bible and Tract Society of New York, inc., International Bible

Students Association, Brooklyn, New York, U.S.A., 1969 e 1985;

Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, Watchtower Bible and Tract Society of New York, inc., International Bible Students

Association, Brooklyn, New York, U.S.A., 1967;

Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, tradotta ed edita dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma 1986 e 1987;

Tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile, Tipografia dei Testimoni di Geova, Roma 1991.

Uniti nell’adorazione del solo vero Dio, Tipografia Watch Tower, Roma 1983;

Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio, Brooklyn (USA) 1967;

PUBBLICAZIONI SUI TESTIMONI DI GEOVA


Blandre Bernard, La storia dei testimoni di Geova, Edizione Paoline, Milano 1989;

Cadei Battista., Testimone di Geova mio fratello, EDB, Bologna 2003;

Cadei Battista - Zanetti Eugenio, Riammissione alla Chiesa Cattolica di ex testimoni di Geova, in Quaderni di diritto ecclesiale, 1997;

Cadei Battista, - Santovecchi Patrizia, Da testimone di Geova a…? Un aiuto per chi vuole uscire, EDB, Bologna 2002;

Crocetti Giuseppe, I testimoni di Geova. Un dialogo e un confronto partendo dalla Bibbia, EDB Bologna 1984;

Franz Raymond Victor, Crisi di coscienza. Fedeltà a Dio o alla propria religione?, Dehoniane, Roma 1989;

Introvigne Massimo, Testimoni di Geova, già e non ancora, Elledici, Leumann (To) 2002;

Minuti Lorenzo, I testimoni di Geova non hanno la Bibbia, Coletti a San Pietro, Roma 1992;

Pollina Sergio, I nostri “amici” Testimoni di Geova, Edizione S. Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1996;

Sconocchini Paolo, La Bibbia dei testimoni di Geova. Traduzione o manipolazione?, Elledici, Leumann (To) 1991;

Weis Christian, Testimoni di Geova Testimoni di Dio?, Edizioni S. Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1987.

DOCUMENTI DELLA CHIESA CATTOLICA


Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992;

Codice di Diritto Canonico, UECI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1983;

Commissione CEI per la Dottrina della Fede e la Catechesi, La Bibbia nella vita della Chiesa, Roma 18 novembre 1995, LDC, Torino 1996;

Concilio Ecumenico Vaticano II, Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane, Nostra Aetate, Roma 28 ottobre
1965: EV 1/856, EDB, Bologna 1993;

Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, Lumen Gentium, Roma 21 novembre 1964: EV 1/318, EDB, Bologna 1993;

Consiglio Episcopale Permanente, L’iniziazione cristiana. Orientamenti per il catecumenato degli adulti, EDB, Bologna 1997;

La Sacra Bibbia, Versione della CEI, UECI, 1974;

Paolo VI, enciclica, Ecclesiam suam, Roma, 6 agosto 1964, EV 2/163-210;

Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1984;

Segretariato della CEI per l’Ecumenismo e il Dialogo, L’impegno Pastorale della Chiesa di fronte ai Nuovi Movimenti Religiosi e alle Sette, Roma 30 maggio 1993, Edizioni Paoline, Milano 1993;

Segretariato per i non cristiani, L’atteggiamento della Chiesa di fronte ai seguaci di altre religioni. Riflessioni e orientamenti su dialogo e missione, Roma 4 settembre 1984: EV 9/988-1031.

Indice generale


Introduzione pag. 1

Capitolo I - I testimoni di Geova

1.0. Sintesi storica dei testimoni di Geova pag. 6
1.1. La dottrina “ 13
1.2. Quale Bibbia “ 16
1.3. Il Nome di Dio “ 21
1.4. Chi è Gesù Cristo “ 23
1.5. Quale Chiesa “ 24

Capitolo II - Geovismo e società

2.0. I testimoni di Geova nel mondo pag. 28
2.1. La struttura organizzativa “ 30
2.2. In Italia “ 32
2.3. Come, quando, e quanti nel Molise “ 35
2.4. I testimoni di Geova e il Governo italiano “ 41

Capitolo III - Dinamiche psico sociali del reclutamento e della fuoriuscita

3.0. Identikit del testimone di Geova pag. 43
3.1. Perché si diventa testimone di Geova “ 47
3.2. Come si diventa testimone di Geova “ 49
3.3. Il testimone di Geova dopo il battesimo “ 53
3.4. La predicazione “ 55
3.5. Problemi familiari “ 57
3.6. Il lavoro, la vita sociale e la politica “ 60
3.7. La coscienza individuale “ 63
3.8. Un passo difficile: fuoriuscire dai testimoni di Geova “ 64
3.9. Dissociazione e disassociazione “ 66
3.10. Stati d’animo e problemi dei fuoriusciti “ 67

Capitolo IV - Che fare?

4.0. Comportamenti da evitare pag. 71
4.1. Dialogare con i testimoni Geova? “ 74
4.2. Mitezza e fiducia “ 78
4.3. Chiarezza e competenza “ 80
4.4. Non sempre il dialogo è possibile pag. 82
4.5. Alcune risposte pastorali “ 84
4.6. Pastorale specifica “ 86
4.7. Operatori pastorali “ 89
4.8. Centri di ascolto “ 90
4.9. Metodo “ 92

Capitolo V - Riammissione alla Chiesa cattolica

5.0. Aspetto pastorale pag. 94
5.1. Aspetto canonico - liturgico “ 98
5.2. Testimoni di Geova ex cattolici:
situazioni di apostasia e scomunica “ 99
5.3. Remissione della scomunica “ 102
5.4. Abiura e professione di fede “ 104
5.5. Ricezione dei sacramenti “ 105
5.6. Se l’ex tdG non è mai stato cattolico “ 105
5.7. Catecumenato e sacramenti dell’iniziazione cristiana “ 109
5.8. L’ex testimone di Geova nella Chiesa: arricchimento reciproco “ 110
5.9. Prevenzione e recupero dei testimoni di Geova pag. 112

Conclusione “ 114

Bibliografia  
Pubblicazioni dei testimoni di Geova pag. 120
Pubblicazioni sui testimoni di Geova “ 125
Documenti della Chiesa cattolica “ 127
Indice generale “ 129

Note:

[158] Cadei B. - Santovecchi P., Da testimone di Geova a …?, op. cit., pp. 60-61.

[159] Per questa parte faccio riferimento: Cadei B. - Zanetti E., Riammissione alla Chiesa Cattolica di ex testimoni di Geova, in Quaderni di diritto ecclesiale (1997)3, pp. 305-325.

[160] Codice di Diritto Canonico, UECI, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1983, can. 751, p. 483.

[161] Codice di Diritto Canonico, op. cit., can. 1321, p. 759.

[162] Latae sententiae è chiamata quella scomunica in cui, qualora si verifichino tutte le circostanze previste dal Codice, s'incorre
automaticamente (cioè senza una sentenza esplicita del vescovo o altro superiore).

[163] Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, n. 1256, p. 330.

[164] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. cit., n. 1272, p. 334.

[165] Mt. 28,19.

[166] Catechismo della Chiesa Cattolica, op. cit., n. 1329ss., pp. 346-347.

[167]Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1978.

[168]Consiglio Episcopale Permanente, L’iniziazione cristiana. Orientamenti per il catecumenato degli adulti,Roma 30 marzo 1997, EDB, Bologna 1997.

[169] Cadei B., Testimone di Geova mio fratello, op. cit., pp. 288-289.

[170] S. Agostino, Confessioni, Libro Terzo, cap. XI.

[171] S. Agostino, Confessioni, Libro Terzo, cap. 12.

[172] Gc. 5, 19-20.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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