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Bibbia e studi biblici

La verità secondo la Bibbia


L’uomo ha sempre cercato una risposta ai "perché" fondamentali della propria esistenza, questo è ciò che lo contraddistingue dagli animali. Tuttavia molti cercano, con uno sforzo vano e fonte d’errori, una "verità" al di fuori di se stessi, in qualche organizzazione religiosa umana che sostiene di possederla. Ma se la verità fosse qualcosa da cercare presso altri uomini, e quindi al di fuori di noi, dove hanno trovato gli uomini di queste organizzazioni la verità, al di fuori o dentro se stessi?

E se l’hanno trovata dentro se stessi perché loro si e noi no? E se sostengono d’averla trovata presso una "Fonte" perché noi non possiamo accedere direttamente a tale Fonte? La Bibbia afferma che vi è un solo Dio ed un solo mediatore fra Dio e gli uomini: Gesù Cristo uomo (1 TIMOTEO 2:5).

In altri termini la fede è un dono gratuito di Dio, ma è un dono individuale e diretto che va cercato dentro di noi (LUCA 17:20-21 = "il Regno di Dio è dentro di voi" secondo la traduzione più corretta) che ognuno usa per avvicinarsi a Dio... come? ...in spirito e verità (GIOV. 4:23-24). In spirito = non secondo forme o dottrine. Le dottrine creano muri, separazioni, sette (TITO 3:9) e quindi odi, violenze, ecc. ovvero l’opposto di quanto si proponeva l’insegnamento di Cristo.

Cosa chiede allora Dio a noi?

  • Conoscere Lui e suo Figlio (GIOV. 17:3).

  • Di avere fede in Gesù (GIOV. 11:26)

  • Di amare il nostro prossimo non con le parole ma con le nostre opere (MATTEO 25:34-46 e LUCA 10:25-37).

Cristo non ha mai predicato un sistema dottrinale e soprattutto non ha mai affermato che la salvezza di ognuno sarebbe stata determinata dal credere o non credere a una dottrina piuttosto che ad un’altra, e tanto meno dall’appartenere o meno ad una determinata organizzazione religiosa che si distingua per seguire un particolare sistema di dottrine definito "verità", ma solo di avere fede in Lui (in quanto è Lui la Verità: I Giov.4:20) e di mostrare amore per il prossimo. Durante tutto il suo ministero Gesù non cercò mai di fondare una comunità distinta dal popolo di Israele e separata con una propria professione di fede ed un proprio culto. Non formò un gruppo allo scopo di isolarlo dal popolo ebraico così come fecero gli Esseni ed i monaci del Qumran.

La Bibbia non menziona nessun discorso pubblico in cui Gesù incoraggiasse l’adesione ad una comunità di eletti istituendo una "Chiesa" intesa in senso di organizzazione terrena. Tutto questo a conferma del fatto che Gesù non ha mai affermato che per entrare nel Regno di Dio sia necessario appartenere ad una determinata "Chiesa". I suoi discepoli infatti si sarebbero riconosciuti solo per il principio dell’amore (GIOV. 13:35) soprattutto se rivolto agli altri, al mondo (MATTEO 5:47).

Particolarmente significativa al riguardo è la parabola del buon Samaritano (LUCA 10:25-37) con la quale Gesù spiega per l’ennesima volta che per essere approvato da Lui è sufficiente mostrare con le nostre azioni di amare il nostro prossimo. Il particolare fondamentale di questa parabola (che per il resto ha gli stessi significati di tante altre), che viene volutamente trascurato dalle organizzazioni religiose che si ritengono uniche depositarie della verità, è che Gesù sta parlando ad un esponente della "religione ufficiale", e gli sta dicendo che per salvarsi deve seguire l’esempio del Samaritano ovvero di uno che nei riguardi della "religione ufficiale" corrispondeva a quello che alcune organizzazioni ufficiali di oggi definirebbero un eretico o apostata!

La religione organizzata, intesa come gruppo che si distingue per seguire un insieme di dottrine, crea un muro che impedisce agli aderenti, quanto più è strutturata e rigida, di manifestare il vero Amore cristiano. Inoltre l’Organizzazione siffatta confonde le dottrine con la verità, e pertanto chi non segue quel sistema dottrinale è automaticamente fuori della verità e non può appartenere al gruppo, anzi deve essere disprezzato o come minimo compatito, in ogni caso è fatto oggetto di giudizio contrariamente all’insegnamento di Cristo (LUCA 6:37).

Cristo non ha fondato una religione organizzata e strutturata secondo dottrine (LUCA 9:49-50, GAL. 5:4, ecc.), anzi condannò i farisei proprio perché applicando formalmente la parola di Dio la svuotavano di significato impedendo a chi li seguiva di coglierne lo Spirito.

Qual è allora la vera "Chiesa" di Cristo?


Non è forse vero che Gesù ha detto che vuole che i suoi discepoli siano UNO? (GIOV. 17:21). L’unità è certo un criterio valido ma quale deve essere la sua natura? L’unità di cui parlano alcune organizzazioni religiose è un’unità formale, esteriore, fatta di osservanza rigida di dottrine, leggi, gerarchie, ecc.. L’unità che intende Gesù al contrario è un’unità interiore, spirituale (v. LUCA 17:21) come quella che lega il Padre al Figlio (GIOV.15:1-8). E’ un’unità quindi che dipende dalla nostra personale relazione con Dio. E’ nell’Amore di Cristo.

E’ stando uniti a Lui che due uomini si trovano anche uniti tra di loro. L’unità dei cristiani è quindi in primo luogo una "comunione". La Bibbia dice infatti che la nostra comunione dipende dalla comunione che abbiamo con Dio (I GIOV. 1:3). In questo senso tutti quelli che sono spiritualmente in comunione con Cristo sono di fatto UNO, e costituiscono di conseguenza la vera Chiesa.

Certamente questa unità interiore deve manifestarsi anche all’esterno con segni visibili, ma non sono questi segni che costituiscono la vera unità, una certa diversità esteriore infatti non esclude la vera unità così come il caso di figli diversi (ognuno con la propria personalità) di un medesimo padre. Solo così tra l’altro si può sostenere che la vera Chiesa di Cristo è sempre esistita da allora fino ad oggi, in quanto vi sono sempre state persone che hanno manifestato la loro fede con il loro amore al di là delle "appartenenze religiose".

Questi sono stati e sono i suoi veri Testimoni. Se pertanto uno vuole essere un vero Cristiano approvato da Dio, la domanda che deve porsi NON è qual è la Chiesa o l’Organizzazione giusta, ma Ho fede in Gesù Cristo? Conosco i suoi insegnamenti? In quanto Lui è l’unico mediatore per arrivare a Dio. L’unica Verità per un Cristiano è il Cristo stesso (I GIOV.4:20) che è infatti la Via la Verità e la Vita (GIOV.14:6). Non siamo salvati per le nostre opere (qualunque interpretazione diano le varie Organizzazioni a questa parola) ma per la nostra fede in Gesù. Leggere: 1 GIOV.5:12-13 , 1 COR.3:11, ROM 3:24-26, ROM 11:6 EFESINI 2:8-9, TITO 3:5, GALATI 2:21, 5:4-6, GALATI 3) .

Naturalmente questa fede in Gesù deve manifestarsi seguendo il suo insegnamento e cioè amando il nostro prossimo con l’unica "legge" che Gesù ci ha dato: fai agli altri ciò che vorresti facessero a te. Questo ci rende Cristiani e fratelli di tutti quelli che condividono questa stessa fede al di là delle diversità esteriori o dalla associazione (e non appartenenza in quanto un Cristiano appartiene solo al Cristo) a qualche organizzazione cristiana, purché tale organizzazione non sia di quelle che si ritiene unica depositaria della "Verità" in quanto, come abbiamo visto, ciò è del tutto contrario all’insegnamento di Gesù.

La vera Chiesa di Cristo è quindi formata dall’insieme dei Cristiani che associati in modi diversi (Dio ci vuole liberi: la verità rende liberi vedi GIOV.8:32 e GAL. 5:1) riconoscono e seguono, come figli ognuno con diverse caratteristiche e bisogni, lo stesso Padre. Gesù non ha mai parlato di "adunanze" obbligatorie, programmate e frequenti come è in uso presso i TdG (l’esortazione di Paolo in Eb.10:25 riguardava gli Ebrei neoconvertiti al Cristianesimo al fine di incoraggiarsi a vicenda in vista della fine. La fine ovviamente non poteva che essere la fine del sistema giudaico (vedi a questo proposito la pagina: I TdG e l’interpretazione della Bibbia). Per quanto riguarda i Cristiani, Gesù ha detto semplicemente: dove due o tre sono riuniti nel mio nome Io sono in mezzo a loro (MATTEO 18:20).

Così come i farisei, oggi alcune organizzazioni religiose "aspettano" il Regno di Dio esclusivamente come qualcosa che dovrà manifestarsi ad un certo momento in un futuro imminente (TdG), ma Gesù corresse questa veduta spiegando ai farisei (che intendevano il Regno di Dio in modo simile) che questo Regno nasce da un rinnovamento interiore, va cercato "dentro se stessi" (vedi LUCA 17:20-21)

Alcune Bibbie traducono "il Regno di Dio è in mezzo a voi", volendosi riferire a Gesù, li presente, in qualità di Rappresentante del Regno (ma in genere riportano anche la traduzione letterale) mentre quelle organizzazioni che intendono il Regno esclusivamente come qualcosa che si manifesta al di fuori degli uomini traducono impropriamente "il Regno di Dio è in mezzo a voi". Ciò rende privo di senso il discorso che Gesù sta facendo ai farisei: "nessuno può dire: il Regno di Dio eccolo è li", "non attendetelo come qualcosa che dovrà manifestarsi improvvisamente a tutti, ma cercatelo dentro di voi").

Qual è l’insegnamento fondamentale della Bibbia?


Dio con la sua parola ci ha dato delle indicazioni che non vanno applicate alla lettera (II COR. 3:6) ma sempre secondo il principio dell’amore per il prossimo (MARCO 2:27, ROMANI 13:8-10, I COR. 13, COLOSS. 3:13-14, I GIOV. 4:8, ecc.).

Da che cosa Cristo identificherà i suoi seguaci, i veri cristiani? La risposta in MATTEO 25: 34-46 : Non dal fatto che abbiano seguito e applicato determinate dottrine ma solo da come hanno applicato il principio dell’amore. Non nelle parole ma nelle azioni, non nell’appartenenza ad un’organizzazione religiosa predefinita (vedi ancora LUCA 10:25-37: infatti i "giusti" del versetto 37 sono solo quelli che hanno messo in pratica nella vita il principio dell’amore del prossimo quasi senza rendersene conto (altrimenti non sarebbe amore ma interesse mirato ad un premio, autocompiacimento, applicazione formale di dottrine impartite da altri).

Gesù NON fa alcun riferimento a speculazioni dottrinali assurde del tipo "voi che avete partecipato a feste di compleanni magari facendo pure brindisi ora sarete distrutti". No, perché Gesù ha insegnato che ciò che conta è lo spirito che muove le nostre azioni, non il gesto formale in se come credevano i farisei. Non è ciò che entra nella bocca che contamina l’uomo (MATTEO 15:11). Tutto è puro per i puri (TITO 1:15).

La parola di Dio è la "Via" (GIOV. 14:6, ATTI 9:2), è un cartello che indica la strada verso la verità. Le religioni organizzate che si ritengono uniche depositarie della Verità, imprigionano la Sua Parola dietro rigide interpretazioni umane, che si dimostrano peraltro fallaci, ed impediscono così agli aderenti di crescere spiritualmente e di procedere nella "Via" (GAL.5:1,4).

Confondono il "cartello" con la "destinazione", disputando inutilmente sulla forma del cartello e criticando i cartelli costruiti dalle altre organizzazioni. La Bibbia invece dice chiaramente in II COR. 3:6 che Dio "ci ha fatti ministri di un nuovo patto non fondato sulla lettera, ma sullo Spirito, perché la lettera uccide mentre lo Spirito da vita. Dio quindi con il suo "dito" (la parola scritta) ci ha solo indicato la "luna" (la Verità) ma la maggior parte dei sedicenti cristiani continua a disputare sul dito, o peggio cercano di ficcarsi le dita reciprocamente negli occhi. Pochissimi capiscono che devono staccare lo sguardo dal dito per cercare di vedere la luna, ecco perché la Bibbia dice che la verità la trovano in pochi (ed in genere questi vengono definiti eretici o apostati da chi ritiene che:

  • bisogna studiare tutti i dettagli del dito

  • solo la nostra organizzazione ha capito il modo corretto di studiarlo (MATTEO 7:13-14).

Le religioni rigidamente organizzate creando muri dottrinali c’impediscono di "vedere la luna", (II COR.3:6) e soprattutto di mostrare amore per il prossimo così come insegnato da Gesù, mentre solo la verità (quella di Dio non quella degli uomini) rende liberi di farlo (GIOV. 8:32), in compenso mettono sulle spalle degli aderenti "carichi" difficili da portare (MATTEO 23:4, LUCA 11:46, GAL.5:1) mentre Gesù aveva detto che il Suo giogo è dolce ed il Suo carico è leggero (MATTEO 11:30).
...............................................................

Domanda:

Qual è la chiave di lettura "giusta" per trovare la verità?
E, soprattutto, chi possiede quella "chiave"?


Non è semplice rispondere ad una domanda del genere senza rischiare di essere fraintesi. Se la "Verità" si trovasse ad un indirizzo preciso la risposta sarebbe facile: "di che città sei ? xxx. Bene. Prendi lo stradario, e vai in Via zzz numero 7. Li troverai la Verità!"
Purtroppo (o per fortuna), le cose non stanno così.

La prima domanda da porsi quindi è questa: se Dio esiste, perché permette a tante religioni e sette differenti e contraddittorie di coesistere? Qualunque risposta uno possa dare a questa domanda credo che possa rientrare in uno dei seguenti 5 modelli:

1) modello ATEO:


a) Dio/il divino non esiste
b) le religioni sono rappresentazioni illusorie dell'uomo e variano in ragione dei diversi contesti storici/culturali/sociali

Osservazioni:
Se tutto fosse spiegabile in chiave meccanicistica e materialista, questa sarebbe senz'altro la verità, ma se esiste anche una dimensione "spirituale" allora questo modello non è soddisfacente.

2) modello UNIVERSALISTA:


a) Dio/il divino esiste
b) tutte le religioni portano allo stesso Dio o Realtà ultima. Le differenze tra le religioni si spiegano come differenze di "percezione", ed in ogni caso hanno valore relativo.

Osservazioni:
E' un modello oggi di "moda", ha il vantaggio (non piccolo) di garantire la tolleranza se non il rispetto tra le varie religioni, tuttavia questa relativismo estremo cercando di "spiegare" tutto alla fine non riesce a spiegare nulla: se tutti i "cibi" sono accettabili perché alcuni risultano nutrienti ed altri avvelenati? se tutte le strade portano alla "vetta" della montagna, perché alcuni finiscono in un burrone?

3) modello ESCLUSIVISTA


a) Dio esiste
b) esiste una sola religione che possiede la Verità (ed è ovviamente la propria), tutte le altre sono in errore ed anzi ispirate da Diavolo.

Osservazioni:
Questa è la concezione tipica dei tdG e di migliaia di altre sette religiose che si considerano uniche e sole depositarie della Verità. Ha il "vantaggio" di offrire una notevole sicurezza a coloro che si ritengono dalla pare giusta della demarcazione. Le differenze religiose vengono "facilmente" spiegate col fatto che il Diavolo ha ispirato...gli altri. Un tale modello però non può che generare odio e/o intolleranza verso gli altri e non permette di apprezzare le ricchezze che esistono fuori del mondo limitato della setta. E' inoltre una forzatura del divino: è evidente che se Dio esiste è libero di agire e operare dove e come vuole e non solo nei ristretti confini di una setta (esempio: Giov.3:8).

4) modello INCLUSIVISTA


a) Dio esiste
b) una sola religione contiene la "pienezza" della Verità (ed è la propria), le altre hanno elementi di Verità che è importante conoscere e valorizzare. Le differenze di religione si spiegano con la parzialità e l'errore...degli altri.

Osservazioni:
Questo modello permette ai credenti di molte religioni "storiche" (Cattolicesimo, Ebraismo,ecc.) di credere alla propria Verità, restando tuttavia aperti agli altri. Il punto debole, a mio parere, è che viene ritenuto "vero" presso gli altri solo ciò che viene già considerato tale presso di noi.

5) modello PLURALISTA


a) Dio esiste
b) nessuna religione può dichiararsi unica depositaria della Verità in quanto Dio non può essere "com-preso" da nessun uomo. Ciò non toglie che la Verità possa manifestarsi attraverso singoli o comunità che ne diano testimonianza (Gesù invitava a cercare il Regno anzitutto "dentro di voi” secondo la traduzione più letterale di Luca17:20-21).

Osservazioni:
È necessaria una continua autocritica ed intercritica per una crescere spiritualmente in quanto nessuno è immune dall'errore. Questo modello permette di non rimanere rinchiusi e prigionieri delle proprie convinzioni portando così ad un vero dialogo costruttivo con gli altri nello stesso tempo critico ma rispettoso.

Il punto "debole" di questo modello è che presuppone un'identità aperta e dinamica da parte di chi lo vive. Chi ha paura delle proprie insicurezze e vuole liberarsene (apparentemente), non seguirà mai questo modello che non gli permette di rinchiudere la "Verità" una volta per tutte in un luogo preciso e sicuro, e quindi può risultare destabilizzante.

Come si spiegano le differenze di religione secondo questo modello? In realtà vi sono vari tipi di differenze: alla base di queste si può trovare infatti sia Dio, che l'uomo o il..."diavolo".

- Dio: quando queste differenze ci costringono a maggiore umiltà e a meno potere (nell'episodio della Torre di Babele Dio divide la comunità umana per evitare un sistema totalitario)

- l'Uomo: quando le differenze riflettono la ricchezza della creatività umana

- il "diavolo": il "divisore" per eccellenza in opposizione a Dio = Amore = Principio Unificatore, quando le differenze provocano arroganza, autosufficienza e disprezzo per l'altro.

Attraverso l'ispirazione divina, la creatività umana e l'opposizione "diabolica", Dio ci fa crescere gli uni per mezzo degli altri in un lento (e ancora lontano) progresso dell'umanità verso un più alto livello di Spiritualità, di Amore e quindi di avvicinamento a Dio.
Claudio Forte


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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