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Errore di logica n.° 1: screditare la persona
Le critiche a Carl Olof Jonsson
Carl Olof Jonsson è uno studioso norvegese, autore di alcuni libri in cui vengono messi in evidenza gli errori della "cronologia" dei testimoni di Geova, in particolare il fatto che i TdG dicono che Gerusalemme sia stata distrutta nel 607 a.C, anziché nel 587, come viene insegnato da tutti gli storici (si veda Quando fu distrutta Gerusalemme). Non riuscendo a trovare nessuno storico o studioso accreditato che confermi questa loro erronea cronologia, i TdG se ne sono fatti uno per conto loro! Un TdG norvergese, Rolf Furuli, ha scritto infatti un libro in cui pretende che la data del 607 sia corretta, contraddicendo quella che viene invece riconosciuta come una data sicura e stabilita al di là di ogni dubbio da tutti gli studiosi del mondo. Gli errori di Furuli sono stati messi in evidenza da C.O. Jonsson, in un suo scritto in cui ha esaminato e confutato punto per punto le tesi di Furuli.
Cosa accade spesso quando qualcuno non è in grado di confutare degli argomenti? Si cerca di screditare la persona, in modo da minare la sua credibilità. Questo comportamento viene stigmatizzato dalla stessa Società Torre di Guardia, che lo definisce "un errore di logica", nella Svegliatevi! del 22/5/90, pp. 12-13:
«Screditare la persona. In questo caso si tenta di confutare o demolire una dichiarazione o un argomento perfettamente valido muovendo una critica irrilevante alla persona che lo presenta. ... Ma sebbene le critiche personali, sottili e non, possano essere intimidatorie e persuasive, non smentiscono mai quello che è stato detto. Attenti dunque a non cadere in questo errore!»
Questo è quello che ha fatto Rolf Furuli, accusando C.O. Jonsson di aver "rubato" i suoi "appunti incompleti" per poterli poi discutere e confutare in un suo scritto. Si tratta di un episodio avvenuto nel 2003 e che recentemente è stato riproposto in un sito non ufficiale gestito da anonimi TdG, i quali quindi cadono nello stesso "errore di logica" da cui la Watch Tower Society ha messo in guardia. Ecco la pagina in questione: I Tempi dei Gentili riconsiderati…no trafugati!
Si noti come non c'è alcuna esitazione a definire Jonsson un ladro ed un disonesto. E si noti anche come in una nota questi TdG si limitano ad accennare alla replica di Jonsson a queste infamanti accuse, replica che essi definiscono "ragionamenti arzigogolati", ma della quale però non riportano una sola riga.
Dato che la risposta di Jonsson è nota da tempo ed è pubblicata in rete, la correttezza e completezza informativa avrebbero richiesto che in questo anonimo sito si fosse almeno indicato il link di tale replica. Dato che ciò non è stato fatto - ma forse sarebbe pretendere troppo da dei TdG che, in teoria, non dovrebbero nemmeno leggere gli scritti degli ex-membri -, ecco la risposta di Jonsson alle accuse di Furuli e di questi TdG, tradotta dal sito: user.tninet.se/~oof408u/fkf/english/furuli.htm.
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LA REPLICA DI CARL OLOF JONSSON ALLE ACCUSE DI ROLF FURULI
PERCHE’ HO DOVUTO SCRIVERE QUESTA RISPOSTA
Nel capitolo 7 del mio libro l Tempi dei Gentili Riconsiderati, ho descritto alcuni tentativi di superare le prove schiaccianti che esistono contro la data del 607 a.C. stabilita dalla Società Torre di Guardia per la distruzione di Gerusalemme. In quel capitolo ho anchefatto cenno ad alcuni tentativi “non ufficiali” di difendere questa teoria scritti da alcuni Testimoni di Geova; ho descritto anche i due tentativi di difesa fatti da Rolf Furuli, che mi vennero mandati dalla Norvegia nel 1987 e nel 1990.
Ritengo di aver dato nel mio libro una descrizione corretta e puntuale di quei due scritti di Furuli. Sono stato rispettoso nei suoi confronti e ho anche sorvolato su alcuni particolari che potevano essere imbarazzanti per lui. Poiché mi aspettavo una risposta da parte sua,ho curato ogni minimo dettaglio.
Posso rintracciare tutte le mie osservazioni su questi due lavori di Furuli, e ho tenuto la corrispondenza con i Testimoni di Geova norvegesi (ed altri) che mi contattarono dopo aver letto quei due stessi scritti. Alcuni di questi Testimoni gli avevano scritto e/o gli avevano fatto visita per discutere i temi relativi alla cronologia in questione. Qualcuno di essi, anche se io non chiesi mai loro di farlo, mi scrisse descrivendomi la sua conversazione con Furuli; altri mi mandarono copie della loro corrispondenza con lui. Lo fecero perché volevano una mia opinione su quanto Furuli aveva detto o scritto.
Nel luglio 2003 un mio corrispondente mi fece sapere che Rolf Furuli avevarisposto a quanto avevo scritto su di lui nel mio libro; la risposta era stata pubblicata su internet (http://www.geocities.com/yhwhbible/furuli.htm).
Mi colpì molto il fatto che Furuli avesse tracciato un’immagine distorta di quanto era accaduto: in effetti mi aveva ripetutamente accusato di non dire la verità, di aver dato una falsa descrizione dei fatti sviando i lettori, di aver utilizzato i suoi scritti in modo del tutto immorale. Nessuna di questa affermazioni è vera.
Poiché non ho alcun interesse a sfidare chicchessia in pubblico, ho scritto sia a Philip Couture (un testimone di Geova americano) che a Furuli (due volte), dicendo loro che preferivo discutere dei loro scritti in privato. Preferivo cioè parlare delle questioni legate alla cronologia della WTS un po’ come a scuola, in modo amichevole e “cristiano”, anziché discutere pubblicamente le loro teorie nel libro che stavo per pubblicare.
Nessuno dei due mi ha mai risposto. Poiché Furuli ha divulgato pubblicamente una versione distorta degli eventi che ho descritto nel mio libro, da parte mia sono obbligato a dire come sono andate veramente le cose, rispondendo alle sue affermazionie ad alcuni suoi comportamenti poco onorevoli.
IL PRIMO LAVORO DI FURULI
FURULI HA MAI PROIBITO AI SUOI AMICI DI PASSARE AD ALTRI IL SUO MANOSCRITTO?
Il primo paragrafo della risposta di Furuli contiene alcuni errori. Vi si afferma:
“Nel 1986 un mio amico, che aveva letto il libro di Jonsson, mi contattò chiedendomi che cosa ne sapevo della nuova cronologia babilonese. Dopo la conversazione gli ho dato una mia dispensa di appunti, al fine di aiutarlo nei suoi studi. Questa persona lasciò che i miei appunti venissero copiati e mandati a Jonsson senza il mio permesso”.
Queste affermazioni non sono corrette. Per prima cosa, l’anno era il 1987, non il 1986. Poi fu Furuli a contattare il suo amico, non viceversa. Inoltre Furuli diede i suoi cosiddetti “appunti” al suo amico senza alcuna riserva o restrizione di sorta: egli perciò si sentì libero di farli leggere ai suoi amici testimoni di Geova, ed alcuni di essi fecero delle copie di questi appunti.
In una lettera indirizzata a me e datata 26 agosto 1987, un amico di Furuli – un Testimone norvegese di Stahelle che si chiama Bent Philipsen – mi spiegava come tutto era cominciato. Scriveva:
“Una sera di gennaio [1987] lui [Furuli] mi telefonò inaspettatamente, dopo che non ci vedevamo da diversi anni e non avevamo discusso di questioni bibliche dall’inizio degli anni 70. Voleva sapere - diceva lui - come mi trovavo nella zona in cui mi ero trasferito qualche anno prima. Durante la conversazione venne fuori che tutti e due avevamo letto sia il tuo libro che il libro di Raymond Franz; poi mi invitò ad andare a trovarlo ad Oslo in un weekend di qualche settimana dopo. Non so perché mi abbia chiamato proprio in quel momento, ma qualche settimana prima io avevo scritto alla Società a proposito di disassociazione e altre questioni”.“Sabato, quando tutti e quattro [c’erano anche le due mogli] stavamo discutendo sui tempi dei Gentili, lui tirò fuori la sua dispensa di appunti (“manoscritto rilegato”) dicendomi che potevo portarmela a casa. Prima che ce ne andassimo mise in guardia Kirsten [la moglie di Philipsen] dal leggere il tuo libro, e le diede le sue annotazioni bibliche scritte in ebraico, con una copia degli Addenda di Boscawen sui tre re dell’[antico medio] oriente. Non mi disse niente sul fatto che i suoi appunti non potessero essere letti da altri all’infuori di me, ed io perciò li ho passati ad altre persone, e lui non mi ha mai biasimato per questo”.– Lettera da Philipsen a Jonsson, datata 26 agosto 1987.
Come conferma questa lettera, Furuli non disse mai a Philipsen di non prestare ad altri o di non fare copie di quella dispensa. Nonostante questo, in seguito Furuli ha ripetutamente dichiarato che questa dispensa di appunti gli venne “rubata!”
“APPUNTI INCOMPLETI”: PERCHE’ NESSUNO NE FU INFORMATO?
Lo scritto che Furuli diede a Philipsen, una dispensa di 110 pagine, era ben strutturato: conteneva un titolo, una introduzione, una divisione dei capitoli e dei paragrafi, ed aveva una bibliografia alla fine. Questo scritto era un tentativo sistematico e ben organizzato di smontare il mio libro. Nessuno avrebbe avuto l’impressione che si trattasse di “appunti incompleti”, o che esso non rappresentasse compiutamente le idee di Furuli.
Furuli stesso non disse il contrario a Philipsen, e non gli disse neppure che quelle annotazioni contenevano opinioni e argomenti che egli non sosteneva più e che quindi, per usare le parole dello stesso Furuli,sarebbe stato “sbagliato citarle come le mie opinioni attuali”. Poiché Furuli non aveva proibito di prestare quel materiale ad altri o di farne copie, Philipsen lo passò ad alcuni amici. Lui, come altri che lo lessero, ebbe la precisa impressione che quel manoscritto fosse la risposta di Furuli al mio libro (e Furuli d’altronde non affermò mai il contrario).
Roar Henriksen, un ex-testimone di Geova di terza generazione di Langesund (Norvegia) che si era allontanato dall’organizzazione qualche settimana prima, mi mandò la dispensa di Furuli il 4 febbraio 1987. Nella lettera che accompagnava lo scritto, Henriksen alludeva alle voci che in quel periodo circolavano sulla presunta “risposta” al mio libro (che Furuli stava preparando) dicendomi: “Qui tu hai il risultato”(Lettera da Henriksen a Jonsson, 4 febbraio 1987).
Anche Henriksen nella sua lettera sottolineava che Furuli non aveva affatto impedito che i suoi appunti venissero copiati, e poiché non vi era alcun vincolo di copyright si sentì libero di passarne una copia anche a me, chiedendomi opinioni in merito. Henriksen pensò che non ci fosse nulla di male che un autore potesse visionare una critica ad un suo libro. Ho successivamente conosciuto Philipsen e Henriksen di persona, e posso dire che sono persone oneste, sincere e degne di fiducia, nonché cristiani con una gran fede nella Parola di Dio.
Per un paio d’anni era corsa voce fra i Testimoni norvegesi (in parte questa voce giunse anche in Svezia) che Furuli stesse preparando un lavoro che avrebbe confutato il mio libro. Così, quando mi trovai fra le mani il suo manoscritto di 110 pagine, diedi per scontato che si trattasse di quella presunta e promessa “confutazione”.
Dopo aver letto il manoscritto, trovai non solo che Furuli aveva criticato il mio libro, ma che aveva ripetutamente messo in dubbio i miei motivi, la mia onestà, la mia fede in Dio (e nella sua Parola), e così via. Visto che non ci eravamo mai incontrati, e che lui non conosceva nulla di me se non il mio libro, cercai di prendere questi attacchi per quello che erano: un riflesso del solito atteggiamento che i fedeli Testimoni hanno nei confronti dei cosiddetti “apostati” (atteggiamento al quale avevo già fatto l’abitudine).
In una risposta a Henriksen datata 13 febbraio 1987, esposi alcune critiche allo scritto di Furuli, promettendomi di realizzare una confutazione più dettagliata non appena avessi trovato un po’ di tempo. Sempre a Henriksen mandai anche una copia del mio libricino intitolato La Società Torre di Guardia e la cronologia assoluta, pubblicato nel 1981 sotto lo pseudonimo di JKarl Burganger. Inviai quel libro e quelle mie osservazioni critiche anche a Philipsen, che poi in febbraio le mostrò a Furuli.
In questo modo Furuli poté notare che qualcuno mi aveva mandato i suoi appunti, e in una lettera a Philipsen datata 1 marzo 1987 deplorò il fatto che i suoi appunti “fossero finiti nelle mani di un disassociato”. Nella sua “replica” odierna Furuli dichiara: “Quando mi accorsi di questo, scrissi una lettera a Jonsson dicendogli che i miei appunti erano stati copiati contro la mia volontà”. Dichiara anche di avermi chiesto di distruggere questi appunti.
L’affermazione di Furuli non dice il vero. Non mi mandò alcuna lettera in quel periodo, e neppure disse mai a Philipsen che quegli appunti erano solo “appunti incompleti” che non rappresentavano “adeguatamente” le sue opinioni.
QUANDO MI MANDO’ FURULI LA SUA LETTERA?
PRIMA O DOPO LA MIA REPLICA?
Furuli continua dicendo: “Invece di accogliere la mia richiesta, Jonsson si tenne i mie appunti e ne preparò una confutazione, che mandò a diverse persone, e che alla fine venne mandata anche a me”.
Questa esposizione dei fatti è falsa. Al fine di accusarmi di condotta immorale, Furuli rivolta il corso degli eventi. Egli afferma (1) di avermi scritto nel febbraio 1987, una volta resosi contoche qualcuno mi aveva mandato i suoi appunti; (2) che io non ho ascoltato la sua richiesta di distruggere questi appunti; (3) che io scrissi la mia replica dopo aver ricevuto questa sua richiesta, e che quindi (4) soltanto allora gli giunse la mia replica.
Ecco invece come sono andate realmente le cose: (1) poco dopo aver ricevuto il manoscritto di Furuli nel febbraio 1987, cominciai a lavorare su una replica. (2) Mandai la prima parte di questo lavoro (una discussione di 31 pagine) ai miei corrispondenti norvegesi il 10 aprile, e Philipsen ne mandò a sua volta una copia a Furuli il quale, (3) circa una settimana dopo aver ricevuto il mio scritto, mi inviò una lettera datata 23 aprile (la sua lettera era in realtà datata “23.4.86”, ma conteneva un errore di battitura poiché l’anno era il 1987).
Io scrissi immediatamente a Furuli una lettera (datata 27 aprile 1987) dicendogli che avrei soddisfatto le sue richieste a patto che lui, a sua volta, smettesse di far circolare quella sua dispensa e mettesse fine alle false voci che parlavano di una sua confutazione al mio libro.
Nella sua lettera del 23 aprile, Furuli per la prima volta in assoluto parlava di “appunti incompleti” dicendo che essi “non rappresentano adeguatamente la sua opinione” e che “era sbagliato citarli come se essi rappresentassero compiutamente le sue idee attuali”.
Se queste affermazioni riflettono davvero quel che Furuli pensava dei suoi appunti quando li mostrò a Philipsen nel gennaio 1987, perché non glielo disse? Quando poi in Febbraio Furuli si accorse che i suoi appunti erano stati passati ad altri testimoni di Geova, e che anche io ne avevo ricevuto una copia, perché non disse a nessuno che quel manoscritto in realtà non esprimeva le sue idee? Soltanto dopo aver ricevuto la mia replica di 31 pagine egli cominciò a parlare di “appunti incompleti” che rappresentavano le sue idee “soltanto parzialmente”.
AVREI DOVUTO IMMAGINARE LA REAZIONE
DI FURULI ALLA MIA REPLICA?
I casi sono due: o Furuli nascose deliberatamente (e perciò in maniera disonesta) a Philipsen e agli altri che il suo scritto non era una risposta credibile al mio libro; oppure non si accorse che in realtà esso non era credibile, fino a quando non lesse la prima parte della mia confutazione.
Henriksen, Philipsen e altri, me compreso, ritengono che la seconda ipotesi sia quella vera. Ecco perché ho scritto (in Tempi dei Gentili, pag. 308) che “Furuli si accorse presto che il suo argomento era stato confutato”.
Adesso Furuli dice: «Questo non è vero. Visto che Jonsson non può leggere nel pensiero degli altri, come può sapere che io mi accorsi del fatto che i miei appunti non erano credibili, e come può sapere che io gli inviai una lettera affinché lui smettesse di far circolare la sua “confutazione”? La verità è che io gli inviai la lettera prima di leggere la sua cosiddetta “confutazione”, e il mio unico intento era quello di fargli notare che non aveva alcun diritto di usare i miei scritti, che in ogni caso mi vennero sottratti».
E’ ovvio che quella lettera di Furuli altro non era che un tentativo di fermare la diffusione della mia confutazione. Nella sua lettera mi chiese esplicitamente di distruggere la mia copia del suo manoscritto e non ne citò mai alcun brano. Questa richiesta ovviamente significava che lui non voleva che io diffondessi la mia confutazione, che conteneva numerose citazioni del suo manoscritto.
Come abbiamo visto, una copia della prima parte della mia confutazione giunse a Furuli prima che lui mi scrivesse. La sua versione dei fatti, di cui è dimostrabile la falsità, è che lui ricevette la mia confutazione soltanto molto tempo dopo avermi scritto quella lettera. Ecco perché egli afferma che non aveva ancora letto la mia confutazione quando mi mandò la lettera. Appare ovvia inoltre la vera ragione per cui Furuli mi scrisse: la mia confutazione era giunta nelle sue mani la settimana precedente.
E’ vero invece, e lo possiamo dimostrare, che dopo aver letto la mia replica Furuli “si rese conto in un batter d’occhio che le sue argomentazioni erano state confutate”. Non avevo bisogno di leggergli nel pensiero o di indovinare la sua reazione quando scrissi questa affermazione nel mio libro, poiché Furuli stesso aveva ammesso questo durante una conversazione con due testimoni, Jan e Wenche Kalstdi Sandefjord (Norvegia) che vennero invitati a conversazione da Furuli due volte nel 1990.
Durante la seconda di queste conversazioni, essi chiesero di poter leggere a Furuli alcuni brani della mia confutazione ai suoi appunti, chiedendogli un commento. Ma egli si rifiutò e ammise che il suo scritto “voleva essere uno Strawman”[1] cosicché ciò che aveva scritto era facilmente confutabile per Jonsson”(Lettera di Kalsto a Jonsson, 26 ottobre 1990).
In una lettera a Furuli datata 1° gennaio 1991 Jan e Wenche Kalsto gli ricordarono questo episodio, scrivendo:
“Abbiamo letto il suo manoscritto (lo “Strawman”), cheè stato completamente demolito dalla replica di Jonsson. Lei stesso prese le distanze da quel lavoro, durante il nostro ultimo incontro, dicendo che era stato facile per Jonsson confutarlo. Perché dunque non lo dice chiaramente a tutti coloro a cui l’ha mandato? Instebo [un anziano] di Bergen non ha ricevuto alcun chiarimento in merito”.
Dunque non avevo bisogno di leggere nel pensiero di Furuli, e non dovevo neanche immaginare le sue reazioni alla mia replica.Perciò non ho commesso, come invece lui sostiene,“quel tipo di scorrettezza metodologica che un ricercatore equilibrato non dovrebbe mai permettersi”.
Le mie affermazioni intorno alla sua reazione si basavano su quello che lui stesso aveva detto ai suoi amici testimoni di Geova.
FURULI HA MAI IMPEDITO LA DIFFUSIONE DEL SUO MANOSCRITTO?
Come illustrato sopra, dopo aver ricevuto la lettera di Furuli del 23 aprile, gli inviai subito una risposta datata 27 aprile 1987, in cui promettevo di non diffondere i suoi appunti, né di citarli mai, e di fermare la diffusione della prima parte della mia confutazione, a patto che egli, dal canto suo, fermasse la diffusione del suo manoscritto e spiegasse ai Testimoni norvegesi che le voci secondo cui egli aveva realizzato uno studio che confutava il mio libro erano false.
Mi accorsi ben presto che egli continuava invece ad utilizzare il suo scritto insieme agli altri Testimoni.
Nella sua “risposta” adesso Furuli sostiene di non aver più distribuito i suoi appunti dopo la mia lettera:
«Noto che Jonsson afferma che “Io continuo a far circolare il mio manoscritto” (= i miei appunti incompleti), e che ciò lo ha spinto a scrivere la confutazione che anche io, in seguito, ho ricevuto. Ancora una volta Jonsson non dice la verità. Io non ho mai “distribuito” a nessuno quegli appunti, se non alla persona che ho menzionato precedentemente e ad un’altra persona. Poiché si trattava di appunti incompleti, non v’era ragione perché io li distribuissi».
Per l’ennesima volta Furuli non dice il vero.
Alcuni testimoni norvegesi mi informarono del fatto che Furuli continuava a far circolare il suo scritto (i suoi “appunti incompleti”) anche dopo la mia risposta alla sua lettera. Certo lo fece fino al 1990, quando alcune persone mi scrissero che in Norvegia Furuli aveva passato quel suo primo manoscritto (o una parte di esso) ad alcuni Testimoni, fra cui un anziano di Oslo, Danne Mattson, ed altri anziani della città di Bergen (fra cui R. Instebo). Mi resi anche conto del fatto che questi Testimoni utilizzavano tali appunti nelle loro discussioni intorno alla cronologia della Società (cfr. Lettera di Jan e Wenche Kalsto a Jonsson, datata 20 settembre 1990).
Le affermazioni di Furuli su questa questione sono perciò semplicemente false. Egli ha continuato a far circolare i suoi appunti, e lo fece nonostante avesse ammesso, in una conversazione privata, che quegli appunti erano in realtà uno “strawman” e che quindi “era facile per Jonsson confutarli”.
Anche in altri luoghi della Norvegia gli anziani continuarono a difendere la cronologia della Società facendo riferimento alla presunta “confutazione” di Furuli al mio libro.
Perciò Furuli non fece nulla per fermare queste false voci e, poiché non tenne fede al nostro accordo, io non vidi per quale motivo avrei dovuto distruggere i suoi appunti o impedire ai testimoni norvegesi di far circolare la mia replica. Dunque ho deciso di scrivere le due parti rimanenti della mia confutazione.
Mi sono anche accorto che Furuli ha diffuso la voce, anche per iscritto (ad esempio in una lettera ad Age Gronning datata 22.7.1990) secondo cui io avrei rubato i suoi appunti!
Come avrei potuto rubare qualcosa di cui ignoravo perfino l’esistenza, finché qualcuno non me la fece avere? L’accusa era tanto assurda che non mi curai neppure di prenderla in considerazione.
Adesso, nella sua “risposta” Furuli continua a parlare dei suoi appunti come di “materiali rubati”, nonostante non si riferisca a me come al “ladro”.
IL SECONDO LAVORO DI FURULI
UN’ALTRA DISPENSA DI “APPUNTI INCOMPLETI”?
All’inizio degli anni 90, Furuli aveva preparato un secondo scritto nel quale cercava di far fronte alle prove che io avevo presentato nel mio libro. Nella sua “risposta” Furuli descrive anche questo suo ennesimo lavoro non come “un manoscritto”, ma come una serie di “appunti incompleti” che erano “ancora allo stadio preliminare”.
Queste affermazioni sono piuttosto strane, visto che egli affermò esplicitamente in una lettera ad una testimone norvegese, Age Gronning, che questo secondo scritto era un lavoro finito, a differenza di quello precedente.
Così scrisse Furuli a Gronning, a proposito del suo nuovo lavoro:
“Anche se il materiale che tu vorresti leggere costituisce un lavoro terminato, non voglio che finisca nelle mani di persone disassociate, e quindi faccio attenzione a non dare le copie a chiunque”. – Lettera di Fururli ad Age Gronning datata 22 luglio 1990.
Evidentemente Furuli temeva che il suo nuovo lavoro potesse finire in mano mia, e dunque lo fece leggere soltanto a quei Testimoni di cui aveva piena fiducia. Queste persone, che leggevano a turno quelle pagine, non erano autorizzate a copiarle e neanche a passarle ad altri. Potevano farle leggere a quei Testimoni che si sentivano confusi o turbati dopo aver letto il mio libro, ma soltanto in loro presenza e sotto la loro sorveglianza (lettera di Jan e Wenche Kalsto a Furuli, datata 1° gennaio 1991).
In tal modo Furuli cercava di evitare che le sue critiche raggiungessero l’autore a cui erano rivolte. Cercava proprio di evitare che i Testimoni venissero a sapere quello che l’autore aveva da dire su queste critiche. Voleva tenersi il podio - e l’auditorio – tutti per sé.
Uno studioso che voglia essere preso sul serio potrebbe mai cercare di evitare che le sue critiche vengano a conoscenza dell’autore da lui criticato, impedendo a quest’ultimo di leggerle e di rispondere?
COME MI ARRIVO’ IL SECONDO MANOSCRITTO
Furuli afferma che uno dei Testimoni a cui aveva dato il suo secondo lavoro (Jan Kalsto) “si precipitò a far fotocopie, cosicché la nuova dispensa di appunti incompleti [sic!] fu immediatamente spedita a Jonsson”. Questa affermazione è una congettura del tutto infondata: Kalsto non fece mai questo. Mi trasmise parte del contenuto di quegli appunti in altro modo.
Inoltre Furuli aveva condiviso il suo nuovo lavoro con altri, cosicché altre persone (compresa Gronning) mi mandarono varie parti di quelle 36 pagine. In questo modo ala fine io ricevetti l’intero scritto, ed ebbi l’opportunità di leggerlo e di replicare.
CALUNNIOSE BUGIE
Alla fine, nella loro discussione con Furuli, sia Age Gronning, che Jan e Wenche Kalsto furono molto colpiti dal modo in cui Furuli infangava il mio nome ed attaccava ripetutamente la mia persona e le mie motivazioni. In una discussione con Jan e Wenche Kalsto intorno al mio Supplemento ai Tempi dei Gentili riconsiderati (pubblicato nel 1989), Furuli disse:
1) Che io avevo falsificato alcune lettere delle autorità.2) Che le mie citazioni dalle lettere che io ricevetti dagli studenti D.J. Wiseman e C.B.F. Walker erano false.3) Che lui inoltre aveva ricevuto una lettera da Walker che contraddiceva in pieno quello che io avevo scritto.
Poiché Furuli non permise ai coniugi Kalsto di leggere la lettera di Walker, essi mi scrissero chiedendomi delle prove in merito. Io inviai ai Kalsto le copie delle lettere di Wiseman e di Walker, che provavano che io li avevo citati correttamente.
Scrissi anche a Walker, chiedendogli notizie sulla sua lettera a Furuli: lui mi mandò una copia di quella lettera, che io inoltrai ai Kalsto, i quali poterono finalmente verificare che in quella lettera nulla contraddiceva quello che io avevo scritto. Essi furono costretti a riconoscere che Furuli aveva mentito cercando di ingannarli: il che li infastidì enormemente (Lettera di Jan e Wenche Kalsto a Jonsson, datata 20 settembre 1990).
Quando, un mese più tardi, Jan e Wenche Kalsto decisero di lasciare l’organizzazione dei Testimoni, scrissero una lettera a Furuli includendo copie delle lettere di Wiseman e di Walker, facendogli notare le sue palesi menzogne. In quella lettera spiegavano che, fra le ragioni che li spingevano ai lasciare l’organizzazione, c’erano proprio i metodi disonesti che lui ed altri Testimoni avevano usato nei loro confronti (Lettera di Jan e Wenche Kalsto a Rolf Furuli, datata 1° gennaio 1991).
Non provo alcun piacere nel descrivere gli sbagli degli altri, sia in pubblico che in privato, e di solito mi guardo bene dal farlo. Nessuno è perfetto, ed io d’altronde sono ben consapevole dei miei propri errori.
Il fatto che io abbia reso pubbliche queste informazioni sulle affermazioni e sulla condotta di Furuli, pertanto, è un’eccezione per la quale mi sono sentito obbligato dalle falsità che lui stesso ha fatto circolare.
Goteborg, settembre 2003
Carl Olof Jonsson
CONFERMA
La presente “difesa” è stata inviata a tutte le persone interessate (al fine di avere la loro versione dei fatti). Non ho potuto raggiungere Jan Kalsto, che è partito dalla Norvegia il 15 agosto per un giro del mondo in barca. Bent Philipsen, Roar Henriksen e Age Gronning hanno risposto subito dandomi l’autorizzazione ad usare le loro lettere.
Quanto al contenuto della mia “difesa”, Bent Philipsen ha scritto, nella sua lettera del 27 agosto 2003: “Confermo che la tua descrizione dei fatti concorda pienamente con quello che io mi ricordo di quel periodo”. Roar Henriksen mi ha scritto una lettera in inglese, datata anch’essa 27 agosto 2003, confermando che: “La tua descrizione è esatta in tutti i dettagli”. Né Bent, né Roar vennero a conoscenza del secondo scritto di Furuli, ma Roar Henriksen scrive: «Posso solo confermare che quella parte precisa della tua “difesa” corrisponde a quello che Jan Kalsto mi disse alcuni anni fa».
IL NUOVO LIBRO DI ROLF FURULI
Circa un mese fa, verso la fine di luglio e non molto tempo dopo la comparsa della “risposta” di Furuli su internet, Furuli ha pubblicato un nuovo libro: Cronologia persiana e durata della cattività babilonese degli Ebrei (Oslo: Rolf Furuli A/S, 2003). Uno sguardo attento nota subito che si tratta di un altro “strawman”, e cioè di un altro tentativo mal riuscito di superare le prove contro la cronologia della Società Torre di Guardia. Ciò naturalmente deve essere dimostrato, pertanto il libro sarà analizzato alla luce di tutti i criteri di studio scientifici; a tempo debito, su questo sito ed altrove.
POST SCRIPTUM: RISPOSTA A DAN-AKE MATTSON
Poco dopo la pubblicazione delle mia “difesa”, Dan-Ake Mattson,uno degli amici di Furuli (un Testimone di Oslo), ha reso pubblica una dichiarazione su internet (http://www.geocities.com/yhwhbible/mattsson.htm) in difesa di alcune affermazioni di Furuli. Anche le dichiarazioni di Mattson (come la “risposta” di Furuli) si basano su una versione distorta dei fatti. Perciò cercherò di far chiarezza su come sono andate realmente le cose.
La prima affermazione di Mattson è la seguente:
“JONSSON PRENDE CONGETTURE PER FATTI”
Dan-Ake Mattson dice di non essere interessato “ai dettagli che le persone ricordano o non ricordano intorno ad eventi accaduti quindici anni prima”.
Poiché la mia risposta non si basava sulla memoria, né su alcuna congettura, ma piuttosto su lettere che io ricevetti nel 1987, 1990 e 1991, l’allusione di Mattson a quello che dicono gli “psicologi nei tribunali” ecc. è del tutto irrilevante.
Nella mia risposta dicevo che “alcuni Testimoni norvegesi mi scrissero che Furuli aveva dato il suo scritto o parti di esso a qualche Testimone”, fra cui Danne (Dan-Ake) Mattson di Oslo e Roald Instebo di Bergen. Mattson dichiara che né lui, né Instebo ricevettero il manoscritto di 110 pagine di Furuli.
C’è da sottolineare che egli ha ripetutamente fatto cenno al “manoscritto di 110 pagine”, ma ha accuratamente evitato di dire se Furuli prestò mai a qualcuno una parte di quel manoscritto. Tuttavia alcuni miei corrispondenti norvegesi mi dicono che sia Mattson che Instebo ricevettero almeno una parte del manoscritto di Furuli. Ecco le loro affermazioni che Jan e Wenche Kalsto hanno citato dalle loro lettere:
«Abbiamo letto la risposta di Furuli [del 23 aprile 1987], dove egli dichiara che il suo lavoro è giunto nelle mani dei suoi “amici senza fede”. In realtà non è così. Un anziano di Oslo, Danne Mattson, è stato autorizzato a leggerlo e ce ne ha parlato; è risaputo fra gli amici della zona di Oslo che Furuli ha confutato il tuo libro. Anche a Bergen alcuni anziani hanno ricevuto alcune parti [grassetto mio] dei lavori di Furuli e li hanno usati per le loro attività di ministero». –
Lettera di Jan e Wenche Kalsto da Sandefjord, Norvegia, a Jonsson, datata 20 settembre 1990.
In una lettera a Furuli datata 1° gennaio 1991, Jan e Wenche Kalsto gli chiesero perché avesse prestato ad altri il suo primo scritto senza riserve:
“Abbiamo letto il suo manoscritto (lo “Strawman”), che è stato completamente demolito dalla replica di Jonsson. Lei stesso prese le distanze da quel lavoro, durante il nostro ultimo incontro, dicendo che era stato facile per Jonsson confutarlo. Perché dunque non lo dice chiaramente a tutti coloro a cui l’ha mandato? Instebo [un anziano] di Bergen non ha ricevuto alcun chiarimento in merito”.
In poche parole, il punto è questo: chi dice la verità, Jan e Wenche Kalsto oppure Dan-Ake Mattson? Se quest’ultimo insiste nel dire che i Kalsto hanno mentito su di lui e su Instebo, questa è una questione che riguarda loro, non me. Purtroppo, io non sono stato in grado di raggiungere nessuno dei due coniugi Kalsto: come ho già detto, Jan lasciò la Norvegia nell’agosto 2003 per un giro del mondo in barca, e io non sono in grado di rintracciarlo.
Ciò nonostante, sembra strano che i Kalsto abbiano mentito su chi avesse ricevuto dei brani del manoscritto di Furuli così tanto tempo fa. D’altronde non ce ne sarebbe motivo.
Furuli potrebbe facilmente chiarire questa faccenda pubblicando su internet la lettera che i coniugi Kalsto gli inviarono il 1° gennaio 1991 (o almeno, le parti più rilevanti), insieme alla risposta che lui avrà mandato loro.
Ma Mattson va avanti:
“IL LATO MORALE E QUELLO GIURIDICO DELLA QUESTIONE”
Mattson dichiara di aver usato le informazioni contenute nella mia “risposta” come base per la sua discussione. Ma non è così!
Al contrario, afferma (punto 3) che Furuli mi scrisse una lettera datata “23 febbraio 1987”, chiedendomi di distruggere i suoi “appunti”, e che (punto 4) invece di distruggere quegli appunti, io ho “scritto una confutazione di 31 pagine”. Queste non sono le informazioni contenute nelle mia “risposta”, come si può facilmente verificare da quanto scritto sopra. La data della lettera di Furuli non era “23 febbraio 1987”.
Come ho già fatto notare, quella lettera fu scritta due mesi dopo, il 23 aprile, e io la ricevetti più di due settimane dopo aver mandato la mia confutazione ai miei corrispondenti norvegesi. Come Furuli nella sua “risposta”, quindi, anche Mattson ribalta il corso degli eventi, sostenendo che io avrei scritto la mia confutazione di 31 pagine dopo che Furuli mi mandò la sua lettera, cosi da potermi accusare di “condotta immorale”.
Poiché la discussione di Mattson intorno al “lato morale” della questione si basa su queste false affermazioni, ovviamente le sue conclusioni sono infondate.
Una attenta analisi della versione dei fatti di Mattson dimostra chiaramente che essa non sta in piedi.
Eccone un breve sommario:
1) Febbraio 1987: mi viene inviato il manoscritto di Furuli.2) 10 aprile 1987: mando la confutazione ai miei amici norvegesi, che a loro volta la passano immediatamente a Furuli.3) 23 febbraio 1987: Furuli mi scrive una lettera, circa una settimana dopo aver ricevuto la mia confutazione, in cui mi chiede di distruggere il suo manoscritto.4) In un momento imprecisato, dopo i passaggi 1, 2, e 3, io avrei scritto la mia confutazione di 31 pagine, aggiungendo altre 62 pagine.
Questa sequenza dei fatti è sbagliata. Infatti, se le date fossero giuste, i punti 2 e 3 dovrebbero essere invertiti nel tempo. Questo però è impossibile, poiché se Furuli avesse davvero ricevuto la mia confutazione dai miei amici intorno al 16 di febbraio, io non potrei certo averla mandata ai miei amici il 10 di aprile. Ma se il punto 3 avesse invece la data del 23 aprile, come ho affermato nella mia risposta, allora ciò che Mattson dice al punto 4 è falso.
Perciò se Mattson non è in grado di stabilire correttamente le date di 4 semplici eventi, allora non è vero che si è basato sul reale svolgimento dei fatti per confutare le mie affermazioni.
Con il permesso di Furuli vorrei pubblicare su internet la sua lettera del 23 aprile. Furulipotrebbe aiutarci a far chiarezza intorno alla data di questa lettera dandomi il permesso di pubblicarla, e magari pubblicando a sua volta la sua copia (ammesso che ne abbia tenuta una). In questo modo potremmo verificare chi dice la verità. Potrei anche aggiungere che anche i miei corrispondenti norvegesi lessero la lettera in quel periodo, e che quindi anche loro sono in grado di stabilire quando Furuli me la scrisse.
E’ vero che, successivamente, decisi di scrivere le due parti seguenti della mia replica (62 pagine). L’ho fatto perché ero venuto a sapere che Furuli, contrariamente a quanto mi aveva assicurato, continuava a far circolare i suoi cosiddetti “appunti incompleti” in mezzo ai Testimoni norvegesi.
Sia Furuli che Mattson negano quest’ultimo punto.
In ogni modo, nessuno dei due è stato in grado di fornire la benché minima prova (come le lettere che io ho citato) che possa mostrare che le mie fonti di informazioni non sono attendibili.
Furuli e Mattson sono in grado di accusare pubblicamente Jan e Wenche Kalsto di aver mentito?
Mattson conclude dicendo che si è sentito obbligato a scrivere le sue dichiarazioni “poiché Jonsson ha distorto i fatti”e che lui conosce “questi fatti”. Come ho dimostrato sopra, è stato Mattson a distorcere i fatti. Che lo abbia fatto volutamente o meno, non saprei dirlo. Se davvero conosce i fatti, come lui stesso afferma, allora ne ha dato una versione volutamente distorta.
Carl Olof Jonsson, 19 settembre 2003
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RISPOSTA ALL’ADDENDUM DI DAN-AKE MATTSON
SCRITTA DA RUD PERSSON, CARO AMICO DI CARL OLOF JONSSON
Dopo che il post-scriptum (vedi sopra) venne pubblicato, Dan-Ake Mattson ha dato alle stampe un addendum alle sue dichiarazioni, poiché sosteneva che Carl Olof Jonsson le aveva “rigirate”.
Di certo le cose non stanno così, e pocihè Mattson ha aggiunto altre distorsioni a quelle precedenti, il suo addendum necessita di una correzione.
Mattson afferma che “è stato Jonsson, nel suo libro, che ha iniziato a dare false informazioni su Furuli”. Come Jonsson ha già chiarito, questa affermazione non risponde a verità.
Possiedo le copie di gran parte delle lettere e degli scritti inerenti a questa faccenda,e devo dire che ammiro la calma con cui Jonsson l’ha trattata nel suo libro. Sapendo come stavano davvero le cose e dovendo parlarne nel libro, io personalmente non sarei stato così gentile come lo è stato Jonsson.
Non c’era motivo per non accettare la testimonianza degli amici norvegesi che scrissero a Jonsson, e quella testimonianza era chiarissima: Furuli continuava a diffondere i suoi appunti anche dopo aver scritto a Jonsson. Non fu un errore prendere subito per buone queste lettere. Conosco alcune delle persone norvegesi coinvolte in questa storia, e loro confermano che gli scritti di Furuli continuavano a circolare.
Nessuno di loro era stato messo al corrente da Furuli che si trattava solo di “appunti incompleti che non rappresentavano le sue idee attuali”, e che quindi dovevano essere distrutti. Neanche il suo vecchio amico, al quale per primo fece leggere il manoscritto, fu informato di questo. Evidentemente Furuli voleva che questa cosa venisse detta soltanto a Jonsson!
Dunque non si può dubitare del fatto che Furuli
fosse responsabile della divulgazione del suo manoscritto.
Io ho consigliato caldamente a Jonsson di trattare pubblicamente questa questione nella terza edizione del suo libro in inglese ed egli, con qualche riserva, l’ha trattata.
Dopo aver ricevuto la lettera da parte di Furuli, Jonsson era intenzionato a soddisfare la richiesta di quest’ultimo di fermare la diffusione della sua “replica”. Risulta chiaro dalla lettera inviata a Furuli che Jonsson gli chiese un colloquio privato per parlare dei temi inerenti alla cronologia biblica.
Conosco Jonsson dal 1974, e posso dire che si tratta di una delle persone più pacifiche, corrette e oneste che io conosca. Ha una fede incrollabile nelle Scritture. Furuli ovviamente non volle accettare questo dialogo.
In ogni modo, fu soltanto quando alcune fonti attendibili dimostrarono che la diffusione del manoscritto di Furuli continuava, che Carl decise di diffondere nuovamente la sua confutazione.
C’è da dire che le lettere e le informazioni ricevute dalla Norvegia mostravano chiaramente che Furuli si era comportato in maniera del tutto scorretta con Jonsson. In una lettera datata 22 luglio 1990 giunse perfino a dire che Jonsson aveva “rubato” i suoi “appunti incompleti” – un’oltraggiosa bugia!
Le due dispense scritte da Furuli e giunte da varie parti delle Norvegia davano anch’esse l’impressione che Jonsson fosse stato disonesto!
Possiedo una copia di queste dispense e posso testimoniare che il manoscritto di 110 pagine (quello ricevuto diversi anni fa) non contiene molte annotazioni a matita, come invece afferma Mattson (la copia che possiede Mattson a quanto pare ha molte annotazioni). C’è solo qualche nota qua e là nella copia in mio possesso. Ovviamente gran parte delle annotazioni a matita furono aggiunte più tardi, quando Furuli poté leggere la replica di Jonsson al suo manoscritto.
In una lettera ricevuta dalla Norvegia e datata 20 settembre 1990, si affermava che Mattson aveva letto il manoscritto e ne aveva parlato agli autori della lettera (i coniugi Kalsto).
Nonostante quello che afferma Mattson,credo che quella lettera dica il vero. Questo non significa per forza che Mattson adesso menta. Io credo piuttosto che la sua memoria lo tradisca.
Ad ogni modo, la sua affermazione per cui, in quanto testimoni di Geova, né lui né Furuli potrebbero mentire, è del tutto infondata. Le mie ricerche sulla storia dell’organizzazione della Torre di Guardia hanno chiarito ampiamente che i Testimoni sono ben capaci di mentire, laddove lo richieda l’interesse dell’organizzazione.
La sola base delle accuse di Furuli è la sua falsa dichiarazione per cui egli mandò la sua lettera a Jonsson nel febbraio 1987 (dopo essersi accorto che Jonsson aveva ricevuto una copia del suo manoscritto) e che Jonsson, invece di soddisfare la sua richiesta di distruggere questo manoscritto, iniziò a scrivere la sua confutazione.
Mattson ripete questa falsa storia, giungendo a puntualizzare la data della lettera di Furuli: 23 febbraio 1987. Nonostante Jonsson abbia ampiamente dimostrato che questa è una vera e propria distorsione dei fatti, Mattson ignora del tutto la correzione di Jonsson e si limita a ripetere la stessa falsa versione nel suo addendum! E afferma:
«E’ completamente diverso se una persona dice: “Queste non sono le mie idee”, e il suo oppositore ignora tutto questo scrivendo una confutazione alle teorie che l’altra persona ha negato di sostenere. Questo è esattamente quello che Jonsson ha fatto nei confronti di Furuli».
Al contrario, questo è proprio quello che Jonsson non fece. Furuli gli inviò la sua lettera dopo, non prima, aver ricevuto la sua confutazione di 31 pagine.
Una copia di questa lettera è qui pubblicata, in modo che tutti – ed in particolare Mattson – possano verificarne la data:
click per ingrandire
La data posta sulla lettera di Furuli smentisce chiaramente ed incontestabilmente la versione dei fatti di Furuli e di Mattson
Speriamo che la forza dei fatti sopra mostrati possa chiarire l’intera vicenda.
Rud Persson, Ljungbyhed, Svezia, 10 ottobre 2003
[1] Letteralmente "uomo di paglia". Gli inglesi chiamano "strawman" una costruzione retorica che tende a presentare un argomento in maniera volutamente debole, mettendone in risalto gli aspetti meno credibili, in modo che alla fine sia più facile confutarlo. Questa tecnica viene usata in genere per smontare gli argomenti degli avversari, presentandone una versione debole, "di paglia" appunto.