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COSA AVVENNE AL CORPO MORTO DI CRISTO?
(Sergio Pollina)
La Resurrezione di Piero della Francesca.
Questa è una domanda che scaturisce da una delle invenzioni più fantasiose partorite dalla fervida mente di C.T. Russell. È utile premettere che si tratta di un puro esercizio accademico, volto soltanto a stabilire una linea evolutiva del pensiero dei Testimoni di Geova su questo argomento che, come vedremo, con il trascorrere del tempo è andato modificandosi fino quasi a scomparire dalle loro pubblicazioni. Che si possa risuscitare dai morti è una delle credenze di base della fede cristiana. Che essa sia una credenza basata sul nulla, se non su racconti di migliaia di anni fa di persone che per i più diversi motivi vollero tramandare questa credenza è veramente poco importante; non più importante di chi ancor prima del tempo di Mosè credeva in Akenathon, o in Marduk o in Baal, o nelle migliaia di altre divinità con la stessa credibilità del dio degli Ebrei. Qui, adesso, esamineremo ciò che credeva Russell e, successivamente, i suoi seguaci fino a oggi.
Cominciamo con la sua opera primaria, L’Aurora del Millennio, poi rinominata Studi sulle Scritture. Nel suo secondo volume, Il Tempo è Vicino, del 1889, così Russell scriveva alle pagine 129, 130:
Se esso [il corpo di Cristo] fu dissolto in gas o se esso è ancora conservato da qualche parte come grande memoriale dell’amore di Dio, dell’ubbidienza di Cristo, e della nostra redenzione, nessuno lo sa, né tale conoscenza è necessaria. Noi siamo certi del fatto che Dio nascose miracolosamente il corpo di Mosè (Deuteronomio 34:6; Giuda 9) … pertanto non dovremmo sorprenderci se, nel Regno, Dio mostrerà al mondo il corpo carnale, crocifisso per tutti quale riscatto a loro favore, non permettendo che esso si corrompa, ma rimanendo conservato come eterna testimonianza dell’amore infinito e della perfetta ubbidienza. Sarebbe anche possibile che Giovanni 19:37 e Zaccaria 12:10, possano indicare tale adempimento.
Successivamente, nel 1899, vide la luce un altro dei volumi, il quinto, Ad una mente fra Dio e l’uomo. A pagina 454 Russell in esso spiegava che:
Né il nostro Signore avrebbe potuto essere destato dai morti come uomo, pur avendo deposto con Giustizia il nostro prezzo di riscatto: affinché Adamo fosse liberato dalla morte (insieme a tutta la sua razza condannata), era necessario, non solo che l’uomo Cristo Gesù morisse, ma anche che l’uomo Cristo morisse per sempre, rimanesse morto, rimanesse il nostro prezzo di riscatto per tutta l’eternità. (corsivo nel testo, grassetto mio)
Questo era il pensiero di Russell. Cosa avvenne con la successiva presidenza di Rutherford? Possiamo apprenderlo dalla lettura della Torre di Guardia (inglese) del 15 aprile 1930, pagine 119, 120:
Alcuni asseriscono che ciò prova che nella resurrezione il corpo e l’anima saranno riuniti; ma noi sappiamo che non può esservi nessuna esistenza senza un organismo e che l’organismo umano non può avere alcun posto nel regno di Dio. Sappiamo anche che Gesù fu destato dai morti con un corpo glorioso. Altri hanno detto che i versetti dimostrano che il corpo carnale di Gesù è conservato da qualche parte. Credere in questo sarebbe come dire che il corpo di Gesù è una mummia che giace da qualche parte. Satana ha fatto sì che alcuni dei suoi servi procedessero alla imbalsamazione delle mummie per conservarle allo scopo evidente di smentire gli effetti della morte e di contraddire il decreto di Geova. La spiegazione più ragionevole delle scritture di cui sopra (Atti 2:24, 30-32) è che Dio abbia dissolto il corpo di Gesù in polvere affinché non si corrompesse come accade comunemente ai corpi morti. [Qui è evidente che Rutherford dicendo “Altri hanno detto” si riferiva a Russell, smentendolo]
Più avanti nel numero del 15 agosto della stessa annata, a pagina 250, troviamo che:
Per quanto riguarda il corpo letterale con il quale il Signore fu crocifisso, può esser detto questo: che Dio miracolosamente ne dispose secondo la sua perfetta conoscenza, probabilmente dissolvendolo in polvere, affinché in tal modo il suo “santo” Gesù non dovesse vedere la corruzione. (Atti 2:22-32) Molto saggiamente Dio non preservò quel corpo in un luogo conosciuto ad alcuna creatura umana che ne avrebbe fatto oggetto di visita o di pellegrinaggio.
Morto Rutherford, nel 1942, gli succedette Knorr, con il suo “teologo” ufficiale, Frederick William Franz, che così riprese l’argomento nella Torre di Guardia (inglese) del 15 aprile 1946 (in italiano tale articolo non sembra mai essere apparso), dove a pagina 122, paragrafo 23 è scritto:
Durante il periodo del sonno della morte e di attesa dell’insediamento del Regno questi morti cristiani sono “nudi”. Cioè, essi sono svestiti, in quanto non vivono una vita nella carne né una vita nello spirito. Durante il tempo in cui Cristo giacque nella tomba per tre giorni anch’egli fu “nudo”, in attesa di essere “reso vivente nello spirito”. Ma non fu lasciato nudo per molto tempo, poiché “la sua anima non fu lasciata negli inferi, né la sua carne vide la corruzione” (Atti 2:31) Ciò significa che Gesù non fu lasciato negli inferi senza vita, o nell’Ades quale sua tomba; la sua vita non rimase preda della tomba … In quanto al corpo carnale di Gesù, con il quale egli morì, esso non vide la corruzione essendo lasciato a marcire e a degradarsi nel sepolcro; ma l’apostolo Paolo dice che “la dimora terrena del suo tabernacolo fu “dissolta”. Come ciò avvenne le Scritture non lo dicono, eccetto che ciò avvenne per un miracolo di Dio”.
Si arriva quindi all’edizione (inglese) del 1° settembre 1953, nella quale, a pagina 518, in un articolo intitolato Il corpo carnale di Gesù, la Società scrive:
Qualche anno dopo l’argomento fu ripreso nella Torre di Guardia del 15 maggio 1963. In essa viene spiegato, a pagina 303 che:Cosa avvenne del perfetto corpo carnale di Gesù dopo la sua morte? Esso fu preservato affinché successivamente gli uomini avrebbero potuto rimirarlo in adorazione? O Gesù possiede ancora il suo corpo carnale in cielo, “spiritualizzato” perché possa esser visto e adorato? Assolutamente no. Le Scritture rispondono: di esso fu disposto da Geova Dio, dissolto nei suoi elementi costitutivi, cioè gli atomi … Il corpo di Mosè ritornò alla polvere mediante il processo di decadimento, come avviene per tutti i corpi umani, ma ciò non avvenne nel caso di Gesù, poiché è scritto “Poiché non lascerai la mia anima nello Sceol. Non permetterai al tuo leale di vedere la fossa”. (Salmo 16:10; Atti 2:31) Così Dio fece in modo che il corpo di Gesù sparisse, ma non si corrompesse, e ciò vuol dire che esso fu dissolto, disintegrato nei singoli elementi di cui sono fatti i corpi umani.”
“Secondo la figura del Giorno dell’Espiazione adempiuta da Gesù Cristo, il suo umano corpo carnale non fu portato nel vero Santissimo in cielo, alla presenza di Dio. Come il corpo del toro e del capro espiatorio, il corpo terreno di Gesù fu usato secondo la volontà di Dio, affinché l’umanità credente potesse nutrirsi d’esso per fede”.
Oltre alle riviste, anche altre pubblicazioni si occuparono dell’argomento. Una d’esse è il libro Sia Dio riconosciuto verace (prima edizione 1946, seconda edizione riveduta 1952). A pagina 113 della seconda edizione esso diceva:
“La perfetta vita umana che Gesù depose nella morte è la cosa di valore che permette di comprare quanto Adamo col peccato della disubbidienza perse per tutta la sua discendenza. Il sangue di Gesù versato alla morte, la sua vita umana deposta col sacrificio volontario, questo è il riscatto. Fu provveduto su questa terra alla morte di Gesù. Fu presentato in cielo quale offerta redentrice per i peccati del risuscitato e glorificato Cristo, poiché fu risuscitato come creatura spirituale, immortale, non più figlio umano di Dio. La sua perfetta vita umana, con tutti i relativi diritti e prospettive, fu deposta nella morte, ma non a causa di peccato o punizione. Essa non venne ripresa da Gesù alla risurrezione, perché egli fu risuscitato quale divina creatura spirituale”.
Poi, nel 1961 vide la luce Sia santificato il tuo Nome (solo in inglese) che diceva quanto segue sull’argomento a pagina 267:
Queste guardie della tomba commemorativa videro l’angelo di Geova, ma non videro Gesù ritornare alla vita e uscire dal sepolcro. Non poterono farlo in quanto egli fu risuscitato come spirito invisibile. Egli non riprese nuovamente il suo corpo con il quale era stato ucciso in sacrificio umano a Dio … La potenza divina rimosse il corpo umano con il quale Gesù era stato offerto come sacrificio per i peccati degli uomini.
Nel 1965 fu pubblicato Cose nelle quali è impossibile che Dio menta, che a pagina 355, paragrafo 23 dice: “Di conseguenza, quando ascese al cielo, non prese con sé, anche perché non poté prenderlo, il sacrificato corpo umano. Egli prese con sé il valore della sua sacrificata vita umana, essendo questa raffigurata dal suo sangue … Così del corpo carnale di Gesù Cristo fu disposto sulla terra da Dio Onnipotente e non fu portato in cielo da Gesù”.
Nel 1975 il libro L’Eterno proposito di Dio ora trionfa per il bene dell’uomo, a pagina 153, paragrafo 21, diceva:
Conformemente, le prove scritturali mostrano che Gesù Cristo fu risuscitato come Figlio spirituale di Dio nell’immortalità e nell’incorruzione. (Atti 13:32-37) Quindi, alla sua risurrezione dai morti, Gesù Cristo non ritrasse il suo corpo umano come sacrificio dall’altare di Dio per riprendere il suo corpo umano (Ebrei 10:1-10) Proprio come nell’annuale Giorno di Espiazione i corpi di quelle vittime animali il cui sangue era portato nel Santissimo per il peccato venivano eliminati, così Dio accettò il sacrificio della natura umana di Gesù ed eliminò il corpo umano di Gesù. In che modo? Non lo sappiamo. (Ebrei 13:10-13; Levitico, capitolo sedici) Sebbene Dio Onnipotente non risuscitasse il suo figlio Gesù Cristo in un corpo umano, il risuscitato Figlio di Dio ritenne in effetti il valore o merito del suo sacrificio umano, che era come il sangue di sacrificio che il sommo sacerdote giudeo portava nel Santissimo del tempio per fare espiazione per il peccato.
Si occupò dell’argomento anche l’Ausiliario per capire la Bibbia (1981 in italiano), che a pagina 275, alla voce “Il corpo di carne di Cristo”, diceva:
“Il corpo fisico di Gesù Cristo non si decompose tornando alla polvere come il corpo di Mosè e di Davide, uomini che prefigurarono Cristo. (Deut. 34:5, 6: Atti 13:35, 36; 2:27, 31) Quando i discepoli si recarono alla tomba di buon mattino il primo giorno della settimana, il corpo di Gesù era scomparso e i panni in cui era stato sepolto erano rimasti nella tomba, mentre il suo corpo indubbiamente era stato disintegrato senza decomporsi”.
Le stesse, identiche parole le ritroviamo nel primo volume di Perspicacia nello studio delle Scritture, a pagina 577.
Siracusa, 01/04/2021
I Vangeli insegnano che Gesù risorse con un corpo spirituale?
Cima da Conegliano - L'incredulità di San Tommaso
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». (Gv 20,24-29)
Il Risorto appare agli Apostoli - Perino Cesarei - Chiesa di San Francesco - Cascia (link)
Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso si rese presente in mezzo a loro e disse loro: «Pace a voi!». Ma essi, terrorizzati e pieni di paura, pensavano di vedere uno spirito. Allora egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché nei vostri cuori sorgono dei dubbi? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io». E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché essi non credevano ancora per la gioia ed erano pieni di meraviglia, egli disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?». Ed essi gli diedero un pezzo di pesce arrostito e un favo di miele. Ed egli li prese e mangiò in loro presenza. (Luca 24, 35-43)
Se Dio ha distrutto il corpo fisico di Gesù, perché la Scrittura non lo dice?
“...non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.” - Atti 2:27
Beato Angelico - La resurrezione
I passi succitati non lasciano dubbi sul fatto che Gesù si presentò ai discepoli con lo stesso corpo che aveva quando venne messo a morte. Lui stesso disse: «Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono io. Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io».
I TdG dicono che Gesù non poteva risorgere con il suo corpo carnale perché questo avrebbe significato riprendersi il prezzo del riscatto pagato con la Sua morte. Ma questo è il classico caso in cui si cerca di adattare la Scrittura a quelle che sono le interpretazioni dottrinali della Torre di Guardia. Benché la Scrittura sia molto chiara nel dire che il corpo carnale di Cristo venne resuscitato - cosa che credono da sempre tutte le chiese cristiane -, siccome, secondo l’“intendimento” dottrinale dei TdG ciò non può essere avvenuto, ecco che si nega anche l’evidenza, anche ciò che è scritto.
Si noti che, anche accettando le interpretazioni della Società Torre di Guardia, il sacrificio espiatorio di Cristo avrebbe potuto mantenere lo stesso il suo valore “legale” e morale, anche se Cristo fosse risorto con il suo corpo fisico.
Perché cercare di limitare la potenza di Dio, e anche la Sua giustizia, dicendo che ciò non può essere avvenuto?
Perché la Scrittura non dice da nessuna parte quello che insegna la Torre di Guardia, e cioè che Dio distrusse il corpo fisico di Suo Figlio?
Perché, se questo è ciò che avvenne, ci sono passi come quelli succitati che fanno capire invece, in maniera molto chiara, che Gesù risorse con lo stesso corpo che aveva quando morì sulla croce?
Inoltre che significa che il corpo di Cristo non avrebbe visto la corruzione?
“Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d'oggi. Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono; e, prevedendo le cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l'anima sua non sarebbe stata lasciata nell'Ades e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione.” (Atti 2:29-31, Nuova Diodati)
E’ ovvio che si parla del fatto che il corpo fisico di Gesù, a differenza di quello di Davide, che venne sepolto e si decompose, non avrebbe subìto la stessa sorte, cioè non si sarebbe corrotto, distrutto, disintegrato. Dire che Dio disintegrò il corpo fisico di Gesù è la stessa cosa che dire che il suo corpo vide la corruzione. Negare ciò sarebbe come dire che quando un cadavere viene cremato ciò significa che il corpo della persona cremata non si è corrotto, il che è semplicemente assurdo: il corpo si è corrotto semplicemente in maniera più rapida, ma si è corrotto.
Anche il testo greco che sta alla base del verbo corrompere conferma che corruzione e distruzione sono termini equivalenti. Il termine greco è diaphtheirw che, secondo il Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento (DENT), indica sia la corruzione che l’annientamento e la distruzione.
La nuova TNM stessa traduce diaphteirw con distruzione ad esempio in Luca 12:33: “procuratevi delle borse per il denaro che non si consumino: un tesoro inesauribile nei cieli dove il ladro non arriva e la tarma non distrugge”. Anche in Apoc 11:18 diaphtheirw viene tradotto con distruzione: “…. per distruggere quelli che distruggono la terra”.
Quindi è chiaro che il corpo di Gesù non avrebbe subìto la corruzione/annientamento/distruzione ecc., dato che il termine significa sia corruzione che distruzione.
E’ molto interessante poi come il DENT conclude la disamina della voce diaphtheiro: “Il risuscitamento di Gesù fu una liberazione dalla distruzione che avviene con la morte; questa liberazione è definitiva, non c’è più alcun ritorno sotto la potenza distruttrice della morte” ( I Vol pag 837).
La pagina citata del DENT
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Risuscitare il corpo di Gesù vuol dire riprendersi indietro il prezzo del riscatto?
Questo è quello che credono i TdG. Ecco cosa si legge nel loro sito (link, il grassetto è aggiunto):
Ma sono corrette queste conclusioni? Cioè, è vero che se Gesù si fosse ripreso il suo corpo fisico avrebbe annullato il sacrificio di riscatto? Anche questa è una interpretazione dei TdG, interpretazione che non viene però riportata nella Bibbia. I passi citati non dicono questo; non sono, come essi scrivono, “le stesse parole di Gesù” ad “indicare che non sarebbe stato risuscitato con il suo corpo fisico”. Si noti che usano l'espressione “indicare”, non scrivono che Gesù disse esplicitamente questo. Quindi riconoscono che le loro conclusioni dottrinali si basano su degli indizi, non su delle prove od affermazioni certe.La Bibbia dice che Gesù fu “messo a morte nella carne, ma [...] reso vivente [o risuscitato] nello spirito” (1 Pietro 3:18; Atti 13:34; 1 Corinti 15:45; 2 Corinti 5:16). Le parole stesse di Gesù indicano che non sarebbe stato risuscitato con il suo corpo fisico. Disse che avrebbe dato la sua “carne a favore della vita del mondo” come riscatto per l’umanità (Giovanni 6:51; Matteo 20:28). Se una volta risorto avesse ripreso il suo corpo fisico, avrebbe annullato quel sacrificio di riscatto. Questo però non sarebbe potuto succedere perché la Bibbia dice che sacrificò la sua carne e il suo sangue “una volta per sempre” (Ebrei 9:11, 12).
Il loro ragionamento secondo cui che se Gesù avesse ripreso il suo corpo fisico avrebbe annullato il sacrificio di riscatto non ha, come dicevamo, un fondamento biblico e in qualche modo limita anche l'onnipotenza di Dio e la Sua grazia (o “immeritata bontà”).
Si può fare un semplice esempio per rendere chiaro il punto: supponiamo di avere un debito con qualcuno; supponiamo, solo per concretizzare l'entità del debito, che si tratti di una somma di 10.000 euro. Fino a che non restituiamo i 10.000 euro saremo sempre debitori. Nel momento però che li rendiamo al creditore il nostro debito è estinto, non c'è più. Dal punto di vista legale (e anche morale) non abbiamo più un debito con il nostro creditore, il “prezzo di riscatto” è stato pagato.
Supponiamo che a questo punto il nostro ex creditore ci dica: “Apprezzo molto che tu abbia pagato il debito e mi abbia reso i 10.000 euro che ti avevo prestato. Apprezzo così tanto lo sforzo che hai fatto che voglio farti un regalo, un dono: ti voglio regalare 10.000 euro”...
Applichiamo questo esempio al ragionamento dei TdG:
Gesù ha offerto la sua vita in sacrificio, pagando il debito o il “riscatto”.
Il debito del peccato è stato cancellato con la morte di Gesù. Dal punto di vista “legale” il “prezzo corrispondente” al pefetto Adamo è stato pagato.
A questo punto Dio, nella Sua grande bontà e generosità, ricompensa Gesù donandogli di nuovo la vita.
La questione è quindi molto semplice, senza che vi sia bisogno di parlare di distruzioni o disintegrazioni del corpo di Gesù, di cui, come abbiamo visto, non c'è alcuna menzione nella Bibbia.
Che dire dei passi citati dalla Torre di Guardia?
Per cercare di sostenere che la resurrezione avvenne in maniera spirituale la Società - come si vede nell'articolo succitato - cita alcuni passi biblici: 1 Pietro 3:18; Atti 13:34; 1 Corinti 15:45; 2 Corinti 5:16. Esaminiamo questi passi uno per uno (cito dalla TNM del 2017):
1 Pietro 3:18
Cristo stesso morì una volta per sempre per i peccati, un giusto per ingiusti, così da condurvi a Dio. Fu messo a morte nella carne ma reso vivo nello spirito.
Nella resurrezione, come scrive Paolo ai Corinti (cap. 15:3), il corpo fisico viene rivestito da un corpo spirituale. Non si dice che il corpo fisico viene distrutto ma che viene trasformato, da corpo corruttibile a corpo incorruttibile. Gesù, con la resurrezione, è tornato alla sua dimensione divina, perdendo così tutte le limitazioni legate alla realtà terrena. Quindi anche il suo corpo umano è stato trasformato, spiritualizzato, divinizzato. Ma non è stato distrutto/disintegrato/corrotto da Dio come dicono i TdG: questo non è scritto da nessuna parte.
A questo proposito, La Bibbia di Gerusalemme , in nota a fondo pagina di Luca 24:16 ( “ma i loro occhi non poterono riconoscerlo”) mette queste interessanti osservazioni: “Nelle apparizioni narrate da Luca e Gv, i discepoli non riconoscono il Signore a prima vista ma solo dietro una parola o un segno. Pur restando identico a se stesso il corpo del Resuscitato si trova in un nuovo stato che modifica la sua forma esterna e la libera dalle condizioni sensibili di questo mondo”. Quindi il corpo glorificato di Gesù possiede nuove possibilità, Gesù può attraversare i muri avendo un corpo glorificato, ma come precisa la Bibbia di Gerusalemme, egli rimane identico a se stesso; non dice solamente identico, ma precisa “a se stesso”, fugando qualsiasi dubbio sul fatto che le apparizioni siano dovute a una sorta di copia o ad un clone di Cristo.
Anche la lettera agli Efesini propone lo stesso concetto quando riferendosi a Cristo dice: “Colui che è disceso dal cielo è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose”. (Efes. 4:10) Un brano di una straordinaria profondità che ridicolizza tutta la puerile interpretazione dei TdG sulla Persona di Cristo, i quali pensano semplicemente a un corpo di Cristo distrutto nella tomba ed essendo privo di un’anima immortale viene completamente nullificato. L’epistola agli Efesini lo presenta innanzitutto come vivo e poi come a colui che riempie ogni cosa, e quindi bisogna pensare alla risurrezione non come una semplice traslocazione, perché se va via come farebbe a riempire ogni cosa? Ma soprattutto il mutamento del luogo e della condizione non cambia la Persona di Cristo:
“Va però subito affermato che questa meravigliosa trasformazione non esclude, anzi presuppone una continuità personale e corporea tra il Crocifisso e il Risorto; in altri termini, il Risorto è la medesima persona che è stata messa a morte, e il suo corpo, benché ineffabilmente trasformato, è il medesimo che ha sofferto ed è stato crocifisso. Su questa affermazione di fondo oggi in campo cattolico si riscontra un consenso assai ampio che permette di parlare di unanimità. … Senza pregiudicare affatto il ruolo della fede nel riconoscimento del Risorto, sembra quindi doversi sottolineare che è proprio grazie alla permanenza del medesimo corpo che i discepoli ebbero modo di accettare la continuità tra il Cristo risorto e Gesù di Nazareth. (Dizionario teologico interdisciplinare, vol. 3 pag. 113). [Nota]
Atti 13:34
Il fatto che lo abbia risuscitato dai morti perché non debba mai più tornare alla corruzione, lo aveva dichiarato in questo modo: ‘Vi esprimerò l’amore leale che ho promesso a Davide e che è fedele’.
Non si capisce perché abbiano citato questo passo. Vi si dice semplicemente che la resurrezione ha sottratto il corpo di Cristo alla corruzione.
1 Corinti 15:45
Così è scritto: “Il primo uomo, Adamo, diventò un essere vivente”. L’ultimo Adamo diventò uno spirito che dà vita.
Semplicemente qui si dice che Cristo (l'ultimo Adamo) è tornato dopo la resurrezione alla sua condizione spirituale, divina, che possedeva prima di diventare uomo. Non si dice che il suo corpo carnale venne distrutto e che non partecipò alla resurrezione.
2 Corinti 5:16
Quindi d’ora in avanti non conosciamo nessuno secondo la carne. Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, di certo ora non lo conosciamo più così.
Qui non c'è alcun accenno alla resurrezione di Cristo. Si parla solo del fatto che la conoscenza reale di Cristo non dipende da fattori o criteri di giudizio e valutazione umani. Ecco come rende questo passo la Nuova Riveduta:
Quindi, da ora in poi, noi non conosciamo più nessuno da un punto di vista umano; e se anche abbiamo conosciuto Cristo da un punto di vista umano, ora però non lo conosciamo più così.
Che questo sia il corretto significato lo dicono gli stessi TdG in una loro pubblicazione:
*** w08 15/7 p. 28 par. 4 Punti notevoli delle lettere ai Corinti ***1 Cor. 5:16: In che senso i cristiani unti ‘non conoscono nessun uomo secondo la carne’? Nel senso che non vedono le persone da un punto di vista carnale; in altre parole non mostrano favoritismo in base a condizione economica, razza, etnia o nazionalità. La cosa che conta per loro sono i legami spirituali con i loro compagni di fede
Usare questo passo per cercare di dimostare che il corpo fisico di Cristo non venne risorto è senz'altro una forzatura, un 'andare oltre ciò che è scritto' (cfr. 1 Cor. 4:6).