I Testimoni di Geova -
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Le dottrine

LA PROSPETTIVA ESCATOLOGICA
NELLA DOTTRINA DEI TESTIMONI DI GEOVA

di ERNESTO ZUCCHINI

Il continuatore: Nathan Homer Knorr.
I tempi del Corpo Direttivo


Il futuro terzo presidente nacque negli Stati Uniti nel 1905 a Betlehem in Pennsylvania, entrò fra i Testimoni di Geova a sedici anni, nel 1921, e due anni dopo si fece battezzare o meglio, si dedicò totalmente a Geova, immergendosi nelle acque del fiume Little Lehigh durante un raduno a Alletown. Subito entrò a far parte della “famiglia Bethel” di Brooklyn. In altre parole, entrò a far parte del personale della sede centrale, e lì fece carriera assumendo vari incarichi fino a diventare, dal 1934 al 1940, vicepresidente o direttore delle tre Società che costituivano il mondo geovista. Infine nel gennaio 1942 assunse tutte e tre le presidenze.

Il cambiamento di polso al vertice si fece subito notare. Anzitutto cambiò lo stile di proselitismo. La parola d’ordine fu “dolcezza”[115]. Non più invettive, atteggiamenti provocatori e insulti. Il singolo Testimone di Geova doveva essere noto per l’atteggiamento remissivo anche se fermissimo e insistente. Le invettive erano riservate eventualmente ai vertici della Società e alle riviste, ma non più al singolo o alla propaganda spicciola.

Ma il vero e importante cambiamento riguardò l’istruzione del singolo aderente. Il risultato da raggiungere era che ogni Testimone di Geova sapesse ben presentarsi alle porte e annunciare adeguatamente il messaggio con la Bibbia in mano. Sorsero allora, immediatamente dopo insediamento di Knorr, scuole interne. Subito però si accorsero della necessità di una Bibbia perfettamente adattata alle loro tesi.

Continuare a dipendere esclusivamente da altre traduzioni complicava inutilmente gli sforzi educativi interni. Knorr allora decise per una nuova traduzione fatta da loro stessi e nel pieno rispetto delle loro tesi. Le altre traduzioni sarebbero comunque restate in uso, ma solo come complementi, conferme. L’idea sorse nel 1946[116] e, formato un Comitato di Traduzione, l’opera ebbe inizio. Il 2 agosto 1950 fu presentata la prima parte della traduzione che riguardava il Nuovo Testamento. L’edizione completa fu pubblicata nel 1961. Il nome definitivo fu «Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture»[117].

La dottrina escatologica non ebbe variazioni ulteriori fino al 1966. In quell’anno la Società Torre di Guardia pubblicò un libro, Vita eterna nella libertà dei figli di Dio[118], nel quale si diceva che i primi seimila anni dalla creazione di Adamo sarebbero terminati nel 1975. Ciò implica una variazione nell’attesa. In realtà questa “scoperta” risaliva al 1943, ma solo ora, nel 1966, la Società ritenne di diffonderla a tutti i livelli. La variazione nasceva dal testo di 1Re 6,1. Dove Russell leggeva 580 anni ora si sceglieva la lezione che scrive 480 anni. Il testo parla del tempo tra l’uscita dall’Egitto e l’inizio della costruzione del tempio di Salomone.

Leggendo 480 si spostava di cento anni la creazione di Adamo e dunque si posticipava di cento anni la fine dei seimila anni. Ciò che Russell diceva per il 1874 ora sarebbe arrivato al 1974, ma a questo punto corressero anche l’errore dell’anno zero che Russell aveva conteggiato. Tolto quello si arrivava al 1975. Dal 1966 cominciò allora l’annuncio dell’ottobre 1975 come altamente probabile per Armaghedon e per la fine di questo sistema di cose. La tensione crebbe progressivamente, ne è la prova il considerevole aumento di nuovi aderenti, tuttavia ci furono dei segnali che Knorr, e forse qualcuno dei dirigenti, dubitava.

Già nella Torre di Guardia del 1 febbraio 1969 ammise che «questo settimo “giorno” creativo potrebbe avvenire entro lo stesso anno del calendario gregoriano della creazione di Adamo. Può comportare solo una differenza di settimane o mesi, non anni. E questo perché dopo la sua creazione visse per un po’ di tempo nel “settimo giorno”»[119].

Ma anche la ristrutturazione organizzativa avvenuta nel 1971-72 sembra derivare da questo dubbio. L’organizzazione dei Testimoni di Geova era stata molto centralizzata da Rutherford. Il Presidente, vero monarca assoluto, deteneva ogni potere, ogni ultima parola e decisione. Tutte le nomine, anche a livello locale, erano fatte dal vertice. Ogni congregazione aveva un solo responsabile e ogni cosa era verificata da sorveglianti viaggianti.

Nel 1971-72 la struttura della congregazione locale cambiò. Non più un solo responsabile, ma un numero relativamente ristretto di anziani con il compito di dirigere a turno le varie attività della singola congregazione. Questi anziani erano comunque nominati dal vertice della Società. Si può supporre che la Società Torre di Guardia in previsione del possibile insuccesso del 1975 stesse correndo preventivamente ai ripari. C’era infatti il pericolo che dove il sorvegliante locale avesse ceduto, tutta la singola congregazione l’avrebbe seguito causando così gravi perdite di adepti. Invece se in ogni congregazione ci fosse stato un gruppo di anziani, ciascuno di essi avrebbe avuto certamente un suo seguito di amici e simpatizzanti.

Così anche se uno o più di uno di loro fosse entrato in crisi dopo il possibile fallimento del 1975, solo una parte della congregazione avrebbe defezionato. Certamente questa strategia funzionò perché così puntualmente avvenne.

C’era anche un altro problema che coinvolgeva la data del 1975. Come applicare Lc 21,32 e Mr 13,30, «non passerà questa generazione finché tutto ciò sia compiuto», alla generazione del 1914? Qual era la durata di una generazione? Il Geovismo ha risposto in modo variabile. Ha adattato la misura della generazione alla situazione presente. E così la durata si è andata via via dilatando fino a perderne il senso proprio. Vediamo alcuni variazioni.

1969: «Anche supponendo che ragazzi di 15 anni capissero abbastanza da rendersi conto del significato di ciò che accadde nel 1914, oggi i più giovani di questa generazione avrebbero quasi 70 anni. La grande maggioranza della generazione cui si riferiva Gesù è dunque morta. Quelli che rimangono sono prossimi alla vecchiaia»[120].

1979: «Pertanto, riguardo all’applicazione nel nostro tempo, la “generazione” non si applicherebbe logicamente ai bambini nati durante la prima guerra mondiale»[121].

1981: «È la generazione di quelli che videro gli eventi catastrofici verificarsi in relazione con la prima guerra mondiale dal 1914 in poi. Come indica un articolo di U.S. News & World Report del 14 gennaio 1980 (p. 58), “se si presume che l’età di 10 anni è quella in cui un avvenimento produce un’impressione durevole nella memoria di una persona”, oggi ci sono più di 13 milioni di americani che “ricordano la prima guerra mondiale”. E se il malvagio sistema di questo mondo dovesse sopravvivere fino al volgere del secolo, cosa altamente improbabile se si tiene conto delle tendenze mondiali e dell’adempimento delle profezie bibliche ci sarebbero ancora superstiti della generazione della prima guerra mondiale»[122].

1988 «Quanto può durare una generazione? […] La parola greca tradotta per generazione […] può avere significati secondo il contesto. Tuttavia il Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento ne dà questa definizione: “Coloro che sono nati nel medesimo tempo”»[123].

1989: «Abbiamo validi motivi per aspettarci che questa predicazione sarà completata nel nostro tempo … entro questo secolo? Nessuno lo sa…»[124]

Il continuo sforzo di adattamento della “generazione” del 1914 è la prova che, seguendo l’esempio di quasi tutti coloro che si sono dati alla numerologia apocalittica, il risultato ultimo è all’interno della propria vita sulla terra, pena far perdere di forza alla data stessa.

Nel 1976 anche la dirigenza della Società viene radicalmente riorganizzato. Come nella congregazione, cellula base della Watch Tower, anche il vertice perde la forma monocratica. Da un solo presidente a vita che guida e dirige ogni cosa, si passa a un gruppo permanente, chiamato Corpo Direttivo, con competenze diversificate al suo interno e decisioni sempre collegiali.
Da questo momento l’autorità principale è del Corpo Direttivo cioè quella del canale attraverso il quale Geova illumina la Società e attraverso questa il mondo intero (Cfr. Tavola 10 [125])

Su questo modello la stessa variazione viene applicata in tutte le Filiali nazionali della Società. In altri termini quanto era stato deciso nel 1971-72 per le congregazioni locali viene ora applicato a tutti i livelli. Questo implica anche un cambiamento dottrinale. I Testimoni di Geova devono cioè dimostrare due cose: a) che l’esistenza e la dirigenza del Corpo Direttivo ha fondamenta bibliche; b) che fin dagli inizi di Russell, pur in una comprensione che da oscura si era andata facendo sempre più chiara, c’era la volontà di  creare un Corpo Direttivo dirigente come nei tempi apostolici[126].

L’ansia dell’attesa per il 1975[127] crebbe progressivamente ed enormemente. Vista la vicinanza del mondo nuovo molti si liberarono di proprietà immobiliari, altri smisero di prendere medicine indispensabili, decisioni matrimoniali furono rinviate, possibilità di migliori posti di lavoro anch’esse rimandate o rifiutate. La stessa Società Torre di Guardia sosteneva questo: «Si odono notizie di fratelli che vendono la casa e i beni e dispongono di trascorrere il resto dei loro giorni in questo vecchio sistema facendo il servizio di pioniere. Questo è senz’altro un modo eccellente d’impiegare il breve tempo che rimane prima della fine del mondo malvagio»[128].

Poi arrivò l’ottobre tanto atteso e la delusione fu grande, ma non sufficiente per annientare i progressi conseguiti dal 1966. La Torre di Guardia del 1 settembre 1980, cioè cinque anni dopo, pubblicò una dichiarazione in cui la Società Torre di Guardia ammetteva (parzialmente) d’essersi sbagliata. Poi tutta la questione fu fatta dimenticare.

Ma per il momento, nonostante che la data del 1914, così com’era stata interpretata, ormai mostrasse tutti i suoi limiti, nessuna variazione dottrinale della cronologia fu permessa. Raymond Franz, il nipote del Presidente F. Franz e membro del Corpo Direttivo, espose in privato perplessità sulla data del 607 a.C., quale inizio per il conteggio dei 2520 anni. Tanto bastò per essere in fretta e furia espulso, disassociato, in fretta e furia dalla Società nonostante la parentela e decenni di militanza a tempo pieno.[129]

Se è vero che dopo il fallimento del 1975 più nessuna data è stata proposta tuttavia il desiderio della fine non ha cessato di suggerire surrettiziamente date possibili. Un caso esemplare è questo brano di Svegliatevi! dell’otto aprile 1988: «In una sua opera (New Testament Word Studies) J. A. Bengel dichiara: “Gli ebrei […] calcolano settantacinque anni per una generazione, e le parole ‘non passerà’ sottintendono che la maggior parte di quella generazione [dei giorni di Gesù], ma non tutta, sarebbe dovuta passare prima che ogni cosa si fosse adempiuta”. Queste parole si avverarono nel 70 E.V. allorché Gerusalemme fu distrutta. Analogamente oggi la maggior parte della generazione del 1914 è passata. Tuttavia ci sono ancora milioni di persone sulla terra nate quell’anno o prima di esso. E sebbene il loro numero stia calando, le parole di Gesù, secondo cui “non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute”, si avvereranno[130]. Questa è un’ulteriore ragione per credere che il giorno di Geova, che verrà come un ladro, è imminente».

Il conteggio è presto fatto: 1914 più 75 fa 1989, chiunque è interessato tragga poi le debite conclusioni.

Nel 1994 inizia una nuova variazione in quello che è l’anello debole di tutta la cronologia Geovista. Con la Torre di Guardia del 15 febbraio viene annunciato che i cataclismi accaduti dal 1914 in poi non vanno intesi come segni premonitori dell’imminenza dell’inizio del nuovo mondo, perché questi segni sono destinati a dopo l’inizio del nuovo mondo. Finiva così il catastrofismo Geovista. Il Geovismo perdeva quell’atmosfera di pessimismo e d’allarmismo che l’aveva attorniata fin dall’inizio. Questo significa pure che molte speculazioni scritte sulle loro riviste e nei loro libri, non hanno più alcun valore, salvo quello storico interno.

La Torre di Guardia del 15 ottobre del 1995 annuncia un altro cambiamento: la predicazione che i Testimoni di Geova fanno di porta in porta non serve a separare le pecore dai capri come afferma Mt 25,32, ma questa separazione avverrà in futuro e sarà Cristo stesso a farla. «A motivo del pieno sostegno che danno ai fratelli di Gesù [i 144.000], le pecore ereditano un posto nel reame terrestre del suo Regno. Godranno la vita su una terra paradisiaca […] Ma cosa significa per noi questo intendimento aggiornato della parabola delle pecore e dei capri? Ebbene, le persone stanno già prendendo posizione da una parte o dall’altra. Alcune sono sulla ‘strada ampia che conduce alla distruzione’, mentre altre cercano di rimanere sulla ‘strada angusta che conduce alla vita’. (Mt 7,13-14) Ma il tempo in cui Gesù pronuncerà il giudizio definitivo riguardo alle pecore e ai capri descritti nella parabola è ancora futuro»[131].

È chiaro che, in questo modo, un’altra motivazione del loro passare porta a porta viene meno. In più, perde valore il giudizio negativo che poteva naturalmente formarsi in loro verso chi li rifiutava. Sarà Cristo a giudicare e il singolo Testimone di Geova non è  più autorizzato a supporlo nell’immediato.

Un’altra variazione è descritta dalla Torre di Guardia del 1 novembre 1995. Forse si tratta della più grande. Vuole risolvere il problema della generazione del 1914. Quanto tempo occupa questa generazione? E risponde. Lc 21,32 e Mc 13,30 non sono da intendersi come se “questa generazione” fosse il termine massimo da calcolare, ma indica solo il tempo indefinibilmente lungo che precede l’avvento del mondo nuovo.

«Nell’odierno adempimento finale della profezia di Gesù, “questa generazione” deve riferirsi ai popoli della terra che vedono il segno della presenza di Cristo ma non cambiano condotta […] Nessun uomo può dire quando verrà tale fine, ma sappiamo che una volta che la testimonianza sarà stata data “fino alla più distante parte della terra” in maniera soddisfacente da Dio, la fine di “questa generazione” di persone malvagio arriverà […] Questo punto di vista più preciso su “questa generazione” vuol forse dire che Armaghedon sia più lontana di quanto pensassimo? Niente affatto. Anche se noi non abbiamo mai conosciuto “il giorno e l’ora”, Geova Dio li ha sempre conosciuti, ed egli non cambia»[132].

Dunque il tempo è imminente, ma non si sa quanto l’attesa debba durare. Le date calcolate sono le stesse, ma è il loro significato che muta.

È questo il segno che il radicalismo geovista si sta lentamente spegnendo? Forse. Solo il futuro potrà realmente svelarci ulteriori sviluppi. Per ora bisogna distinguere tra quanto viene scritto nei libri e nelle riviste della Società Torre di Guardia e quanto viene detto nei vari congressi locali, nazionali e internazionali e quanto viene annunciato e vissuto dai singoli Testimoni di Geova. Anche considerando una certa latenza tra modificazioni dottrinarie e prassi consolidata non tutto può essere spiegato. La perdita del radicalismo è ancora tutta da dimostrare.

Conclusioni della parte storica

Questa carrellata prevalentemente storica ci ha mostrato come siano stati due gli elementi che, fin dall’inizio, hanno determinato il successo dei Testimoni di Geova. La dottrina escatologica-apocalittica e la tecnica di propaganda. La storia ci ha mostrato che il Geovismo non è un fenomeno completamente nuovo. Le sue radici non si fermano all’Avventismo, di cui per altro segue le tracce, ma risiedono nella ben più vasta corrente numerologica. Tutti gli storici delle religioni che hanno scritto sui Testimoni di Geova quando devono situarli, li pongono senza ambiguità proprio in questa tipologia.

Se si osserva il grafico della loro presenza storica si nota infatti che ad ogni data annunciata sulla fine di questo mondo tale presenza cresce. Passata la data c’è una certa diminuzione per tornare poi a consolidarsi su una livello più alto[133].
L’annuncio di una data prossima della fine di questo mondo è stato essenziale finora per la diffusione di questa realtà. Mancando una fine vicina l’espansione progressivamente si ferma. Tipici sono gli anni che vanno dal 1962 al 1966 che hanno preceduto l’attesa per il 1975. La stessa cosa per il biennio 1992-1993 che ha preceduto l’attesa – non divulgata all’esterno ma certamente presente – per l’anno 2000[134]. Ed ora, senza annunci vibranti, i Testimoni di Geova si trovano in una situazione analoga.

Anche se la dottrina antitrinitaria è usata spesso e polemicamente, tuttavia non va ricercato qui il motivo del loro successo. Perfino il condizionalismo, che è parte integrante dell’escatologia individuale Geovista, non risulta determinante. Non è questo che convince ad entrare nei Testimoni di Geova. Non è questo che li definisce. È piuttosto l’attesa di una imminente fine delle brutture, dei limiti di questo mondo che induce ad entrare. Il fatto che ad ogni illusione di chi entra a farne parte segua una delusione altrettanto forte non annulla i risultati conseguiti per l’organizzazione.

E se a causa delle continue modificazioni della dottrina su questioni importanti si verifica un turn over degli aderenti molto alto[135], cresce tuttavia la capacità di trovare, entro certi limiti, nuove adesioni. Ciò che preoccupa maggiormente la Società Torre di Guardia sono invece gli anni di silenzio su attese imminenti. Proprio la visione del mondo seguita fino ad ora, la struttura dottrinale, le sue priorità e la struttura organizzativa fanno dell’apocalittica e dell’escatologia in genere i punti forti di questa religione. D’altra parte vi sono anche i punti deboli, vista la continua disillusione di chi ne è parte.

Tuttavia senza apocalittica i Testimoni di Geova semplicemente non esisterebbero o almeno rientrerebbero poco alla volta nel vastissimo mondo della main line religiosa di matrice nord americana.  

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[115] Cfr. Gérard Hebert s.j., Les Témoins de Jéhovah, cit., pp. 101-103.

[116] Cfr. Annuario del 1976 dei Testimoni di Geova, cit., pp. 219-222; Per un inizio di analisi critica allaTraduzione del Nuovo Mondo, ma comunque sufficiente per capire le profonde variazioni cfr. Tommaso Conticchio,Infedeltà Bibliche dei Testimoni di Geova, Movimento Biblico Cattolico, Casamassima (Bari), 1981; Achille Aveta,Analisi di una setta: I Testimoni di Geova, cit., pp. 28-37. Totalmente differente è il giudizio di Rolf Faruli, Il ruolo della teologia e del pregiudizio nella traduzione della Bibbia, Azzurra Divisione Editoria, Gardignano di Scorzè (Venezia), 1999 che a p. 323 scrive: «La Traduzione del Nuovo Mondo è un’opera pregevole.

Specie nell’edizione con apparato di studio è un ottimo strumento per esaminare la Bibbia, perché aiuta il lettore a fare scelte informate […] anche [se] la Traduzione del Nuovo Mondo ha le sue lacune». D’altra parte non può evitare d’ammettere che «Qualunque versione biblica risente della teologia dei propri traduttori. Questo perché è un libro che parla di Dio e il cui testo non si può tradurre se non si è compreso” (p. 310); Paolo Sconocchini, La Bibbia dei Testimoni di Geova Traduzione o manipolazione?, Editrice Elledici, Leumann (Torino), 19922, chiude la sua analisi in forma perentoria: «Riteniamo di aver dimostrato che la “Traduzione del Nuovo Mondo” è una versione stilisticamente brutta, spesso volutamente incomprensibile e, in molti casi, manipolata» (p. 155).

[117] Nel 1967 fu pubblicata l’edizione italiana completa. Nel 1984 fu riveduta l’edizione inglese sulla quale nel 1987 fu riedita quella italiana. Cfr. Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti, Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma, 1987, p. 5.

[118] Vita eterna nella libertà dei figli di Dio, Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., 1967 (Italiano), la tabella di p. 31-35.

[119] Torre di Guardia, 1 febbraio 1969, p. 83.

[120] Svegliatevi!, 22 aprile 1969, p. 13.

[121] «Domande ai lettori», in La Torre di Guardia, 1 aprile 1979, p. 31.

[122] «Domande ai lettori», in La Torre di Guardia, 15 aprile 1981, p. 31.

[123] «Gli ultimi giorni. E poi?», in Svegliatevi!, 8 aprile 1988, p. 13.

[124] «Domande ai lettori», La Torre di Guardia, 1 ottobre 1989, p. 31.

[125] «L’organizzazione teocratica con cui avanzare ora», in La Torre di Guardia, 15 maggio 1972, p. 301.

[126] Ad esempio: Annuario dei Testimoni di Geova 1980, Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, New York, 1980, pp. 256-257.

[127] «Per molti decenni non c’era stato un senso di esaltazione tra i Testimoni di Geova simile a quello suscitato da queste affermazioni. Si sviluppò una tremenda ondata di aspettativa». (Raymond Franz, Crisi di coscienza, cit., p. 94).

[128] Il Ministero del Regno, giugno 1974, Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma, citato in Lorenzo Minuti, (GRIS di Roma), I testimoni di Geova non hanno la Bibbia, a cura di p. Fortunato Grottola o.f.m. capp., Colletti a san Pietro Editore, Roma, 1997, p. 50.

[129] Cfr. Raymond Franz, Crisi di coscienza, cit.  

[130] Gli ultimi giorni e poi?, Svegliatevi!, 8 aprile 1988, p. 14.

[131] «Che futuro attende le pecore e i capri?», in La Torre di Guardia, 15 ottobre 1995, p. 27.  

[132] È tempo di stare svegli, La Torre di Guardia, 1 novembre 1995, pp. 19-20.

[133] Cfr. Mario Mariani e Achille Aveta, «Geovismo e Società», in Sette e Religioni, n 14 Aprile-Giugno 1994, Bologna, pp. 51-100.

[134] Cfr. le interviste di giovani Testimoni di Geova riportate nel saggio sopracitato.

[135] Con un calcolo personale ho potuto accertare che negli anni tra il 1975 e il 1985 su due milioni circa di nuovi aderenti i fuoriusciti furono circa un milione!


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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