I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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La storia

 I Testimoni di Geova in Italia

(1891-1976)*
Maria Giorgia Buscema+
 
Le origini dei Testimoni di Geova (ingl. Jehovah’s Witnesses, d’ora in poi TdG), denominazione cristiana teocratica, millenarista e restaurazionista, o “primitivista”, convinta che il cristianesimo debba essere restaurato sulla falsariga di ciò che si sa sulla chiesa apostolica primitiva, risalgono al 1879, quando Charles Taze Russell (1852-1916), uomo d'affari di Pittsburgh, dopo aver frequentato i Secondi Avventisti iniziò a pubblicare dal luglio di quell’anno la rivista Zion’s Watch Tower and Herald of Christ’s Presence. Fondò nel 1884 la casa editrice Zion's Watch Tower and Tract Society,[1] costituita in Pennsylvania, divenuta nel 1896, a oggi, Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, Inc. o semplicemente Watchtower Society (che tutt’oggi i TdG chiamano familiarmente “La Società” o “L’organizzazione di Geova”), principale soggetto giuridico usato dalla leadership americana dei TdG per espandere l’opera del movimento nel mondo.[2] Entro dieci anni il piccolo gruppo di studio biblico, che inizialmente non aveva un nome preciso, poi autonominatosi col nome di “Studenti Biblici”, crebbe, dando vita a decine di congregazioni che venivano approvvigionate di letteratura religiosa dalla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, nel 1909 trasferitasi a Brooklyn, NY, oggi situata a Warwick, NY. Il nome “Testimoni di Geova” fu adottato nel 1931 dal successore di Russell, il giudice Joseph Franklin Rutherford.[3]

I TdG sostengono di basare le loro convinzioni sulla Bibbia, per loro la Parola ispirata e inerrante di Geova. La loro teologia include la dottrina della “rivelazione progressiva” che consente alla leadership, il Corpo Direttivo, di cambiare le interpretazioni bibliche e le dottrine frequentemente.[4] Per esempio i TdG sono noti per il millenarismo e il predicare di casa in casa la fine imminente (annunciata nei periodici La Torre di Guardia, Svegliatevi! ecc.), e per anni hanno insegnato che l'attuale “sistema di cose” sarebbero finito prima che tutti i membri della generazione in vita nel 1914 morissero. Ora, anche se insegnano che la fine, segnata dalla battaglia di Armaghedon, è ancora imminente, non sostengono più che deve rientrare nella generazione di 1914.[5] Famosi anche per il rifiuto del servizio militare e delle trasfusioni di sangue, i TdG, oltre al millenarismo e a quel perenne senso di urgenza che li spinge ad estraniarsi in maniera settaria dalla società votata alla distruzione ad Armagedon, sono antitrinitari, condizionalisti (non credono all’immortalità dell’anima), non osservano le festività cristiane, considerate di origine pagana, e attribuiscono al nome di Dio, “Geova”, l’essenza della salvezza. Nonostante queste peculiarità, gli oltre 8,6 milioni di TdG nel mondo non possono non essere classificati come una religione americana. Come spiega infatti il prof. M. James Penton,

I Testimoni di Geova sono il frutto dell’ambiente religioso del protestantesimo americano dello scorso diciannovesimo secolo. Sebbene possano sembrare profondamente diversi dalle principali correnti protestanti e rifiutino alcune dottrine centrali delle grandi chiese, in realtà essi sono gli eredi americani dell’Avventismo, dei movimenti profetici dell’evangelismo inglese e americano, insieme al millenarismo sia del diciassettesimo secolo dell’Anglicanesimo e del non conformismo Protestante. Vi è molto poco, in effetti, che differenzia il loro sistema dottrinale dalla più ampia tradizione protestante angloamericana, sebbene vi siano alcuni concetti che li avvicinano molto di più al cattolicesimo che al protestantesimo. Se sotto molti aspetti essi sono unici – e certamente lo sono – ciò è dovuto semplicemente alle loro particolari combinazioni teologiche e alle continue modifiche delle loro dottrine, piuttosto che alla loro originalità.[6]
 
La propagazione del movimento in tutto il mondo seguirà dinamiche legate in parte all’attività missionaria, ma in parte ai principali eventi geopolitici del mondo, come la seconda guerra mondiale e la vittoria degli Alleati. E’ il caso dell’Italia, anche se il gruppo è presente dai primi del Novecento.
La peculiarità della genesi dei TdG in Italia è che il loro sviluppo fu promosso da personalità estranee alla Watch Tower Society. Il fondatore, Russell, arrivò in Italia nel 1891 durante un tour europeo e, secondo i vertici del movimento, avrebbe sostato a Pinerolo, nelle valli valdesi, destando l’interesse di Daniele Rivoir, insegnante d’inglese di fede valdese. Ma l’esistenza di una tappa a Pinerolo – che pare confermare la tesi che la leadership americana, come altre confessioni statunitensi, era caduta vittima del «mito valdese», cioè della teoria rivelatasi falsa secondo cui era più facile convertire in Italia valdesi piuttosto che cattolici, concentrando le loro missioni intorno a Pinerolo e a Torre Pellice –,[7] è messa in discussione sulla base di un esame dei documenti dell’epoca relativi al viaggio europeo del pastore nel 1891 (che menzionano Brindisi, Napoli, Pompei, Roma, Firenze, Venezia e Milano, ma non Pinerolo e neppure Torino),[8] e anche i successivi viaggi che interessarono l’Italia (1910 e 1912) non presentano passaggi né a Pinerolo né a Torino, essendo una tradizione orale senza basi documentarie ufficializzata però dallo storico, e anziano TdG, Paolo Piccioli in un articolo pubblicato nel 2000 sul Bollettino della Società di Studi Valdesi e in altri scritti.[9]

Di sicuro Rivoir, tramite Adolf Erwin Weber, predicatore russellita svizzero ed ex giardiniere del pastore, entusiasta delle tesi millenariste di Russell ma non disposto ad abiurare la fede valdese, otterrà il permesso di tradurre gli scritti, e nel 1903 sarà disponibile in italiano il primo volume degli Studi sulle Scritture di Russell, cioè Il Divin Piano delle E, mentre nel 1904 uscirà il primo numero italiano della Zion’s Watch Tower, intitolato La Vedetta di Sion, distribuito nelle locali edicole.[10] Nel 1908 si forma a Pinerolo la prima congregazione, e nel 1914 il gruppo subirà – come tutte le comunità russellite del mondo – la delusione del mancato rapimento in cielo, che porterà il movimento, che era arrivato ad una quarantina di adepti concentrati prevalentemente nelle valli valdesi, a scendere di soli quindici aderenti.[11]

Primo numero de La Vedetta di Sion, 1° ottobre 1903,
edizione italiana della Zion’s Watch Tower

Negli anni Venti, l’opera in Italia ricevette nuovo impulso dal ritorno in patria di numerosi emigrati che avevano aderito al culto negli Stati Uniti, e piccole comunità di TdG si diffusero in varie province come Sondrio, Aosta, Ravenna, Vincenza, Trento, Benevento, Avellino, Foggia, L'Aquila, Pescara e Teramo, tuttavia, come nel 1914, con la delusione relativa al 1925, l’opera subisce un’ulteriore rallentamento.[12]


 Prima assemblea italiana  
dell’Associazione Italiana degli
Studenti Biblici, tenutasi a Pinerolo dal 23 al 26 aprile 1925.

Durante il fascismo, anche per il tipo di messaggio predicato, i credenti del culto (come quelli di altre confessioni religiose acattoliche) vennero perseguitati. Il regime di Mussolini considerò i seguaci della Watchtower Society tra “i fanatici più pericolosi”.[13] Ma non fu una peculiarità italiana: gli anni di Rutherford sono segnati non solo dall’adozione del nome “Testimoni di Geova”, ma dall’introduzione di una forma organizzativa gerarchica e da un’omologazione delle pratiche nelle diverse congregazioni tutt’oggi in vigore – detta “Teocrazia” –, nonché da una crescente tensione tra la Watch Tower Society e il mondo circostante, che porterà la setta ad esser perseguitata non solo dai regimi fascista e nazionalsocialista, ma pure da quelli marxisti e da quelli liberaldemocratici.[14]


 Remigio Cuminetti, primo obiettore di coscienza italiano  
e coordinatore degli Studenti Biblici e dei Testimoni di Geova dal primo dopoguerra al 1939.

In Italia, almeno fin dal 1927-1928, percependo quella dei TdG come una confessione statunitense che poteva disgregare l’integrità del Regno d’Italia, le autorità di polizia raccolsero informazioni sul culto all'estero tramite la rete delle ambasciate.[15] Nell'ambito di questi accertamenti, sia la sede mondiale della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania a Brooklyn che la filiale di Berna, la quale soprintendeva, fino al 1946, all'opera dei TdG in Italia, furono visitate da emissari della polizia fascista.[16] In Italia, tutti coloro che ricevevano pubblicazioni della congregazione saranno schedati e nel 1930 fu vietata l'introduzione sul territorio italiano della rivista Consolation (poi Svegliatevi!). Nel 1932 viene aperto un ufficio clandestino della Watch Tower a Milano, vicino alla Svizzera, per coordinare le piccole comunità, che nonostante i divieti non cessavano di agire: a far andare su tutte le furie il dittatore italiano erano i rapporti dell'Ovra in cui si riferiva che i TdG ritenevano “il Duce e il Fascismo emanazioni del demonio”. Le pubblicazioni dell’organizzazione, infatti, più che limitarsi a predicare il Vangelo di Cristo diffondevano attacchi al regime mussoliniano scritti negli Stati Uniti non dissimili a quelli dei partiti antifascisti, definendo Mussolini come un fantoccio del clero cattolico e il regime come “clerico-fascista”, il che conferma che Rutherford non conosceva la situazione politica italiana, la natura del fascismo e le frizioni col cattolicesimo, parlando per luoghi comuni:

Si dice che Mussolini non si fida di nessuno, ch'egli non ha alcun vero amico, che non perdona mai un nemico. Temendo di perdere il controllo sul popolo, egli regge in modo implacabile. (…) L'ambizione di Mussolini è quella di diventare un grande signore della guerra e di regger il mondo intero mediante la forza. L'organizzazione Cattolica-Romana, operando d'accordo con lui, appoggia la sua ambizione. Quando egli intraprese la guerra di conquista contro i poveri negri dell'Abissinia, durante la quale migliaia di vite umane furono sacrificate, il papa e l'organizzazione Cattolica lo spalleggiarono, e "benedissero" le sue micidiali armi. Oggi il dittatore d'Italia cerca di costringere uomini e donne a procreare bestialmente, allo scopo di produrre in gran quantità degli uomini essere sacrificati nelle guerre future ed anche in questo egli è spalleggiato dal papa. (…) Fu il capo dei fascisti, Mussolini, che durante la guerra mondiale fece opposizione a che il papato fosse riconosciuto come potere temporaneo, e fu lo stesso che provvide nel 1929 affinché il papa riacquistasse il potere temporale, d'allora in poi non si è più udito che il papa cercasse seggio nella Lega delle Nazioni, e questi perché egli adottò una politica astuta, ottenendo un seggio in groppa all'intera "bestia" e l'intera congrega è prona ai suoi piedi, pronta a baciargli il dito pollice del piede.[17]
 
Con frasi di questo tipo, tradotte da testi redatti negli Stati Uniti e percepiti dal regime come un’intromissione estera, comincerà la repressione: sulle proposte di assegnazione al confino e su altre proposte punitive è stato rinvenuto il timbro con la frase “Presi gli ordini da S.E. il Capo del Governo” o “Presi gli ordini del Duce”, con la sigla del capo della polizia Arturo Bocchini in segno di approvazione della proposta. Mussolini quindi, seguì direttamente tutta l'opera di repressione, e incaricò l'Ovra di coordinare le indagini sui TdG italiani. La grande caccia, che coinvolse carabinieri e polizia, avvenne dopo la circolare n. 441/027713 del 22 agosto 1939 intitolata «Sette religiose dei “Pentecostali” ed altre» che che spingerà la polizia a includerli fra le sette che

… esulano dal campo strettamente religioso ed entrano nel campo politico e vanno quindi considerate alla pari dei partiti politici sovversivi, di cui anzi, per alcune manifestazioni e sotto certi aspetti, sono assai più pericolose, in quanto, agendo sul sentimento religioso degli individui, che è assai più profondo del sentimento politico, li spingono ad un vero fanatismo, quasi sempre refrattario ad ogni ragionamento e provvedimento.
 
Nel giro di qualche settimana circa 300 persone furono interrogate, inclusi individui solo abbonati alla Torre di Guardia. Circa 150 fra uomini e donne furono arrestati e condannati, fra cui 26 ritenuti i maggiori responsabili, deferiti al Tribunale Speciale, alla reclusione da un minimo di 2 anni a un massimo di 11, per un totale di 186 anni e 10 mesi (sentenza n.50 del 19 aprile 1940), anche se inizialmente le autorità fasciste confondevano i TdG coi Pentecostali, anch’essi perseguitati dal regime: “Tutti gli opuscoli finora sequestrati ai seguaci della setta dei ‘Pentecostali’ sono traduzioni di pubblicazioni americane, di cui è quasi sempre autore un certo J. F. Rutherford”.[18]
Nel 1942 muore Joseph F. Rutherford e gli succederà Nathan H. Knorr. Gli anni successivi alla presidenza Rutherford sono caratterizzati da una rinegoziazione di un livello di tensione più basso con la società. Preoccupazioni etiche, legate in particolare al ruolo della famiglia, diventano sempre più prominenti, e si insinuerà nei TdG un’attitudine di indifferenza verso il mondo circostante, che sostituisce l’aperta ostilità verso le istituzioni, vista sotto Rutherford anche nell’Italia fascista.[19]

L’aver sposato un’immagine più mite favorirà una crescita globale che caratterizzerà tutta la seconda metà del XX secolo, che corrisponde altresì a un espansione numerica dei TdG che passano dai 180.000 membri attivi nel 1947 agli 8,6milioni (dati del 2020), numero aumentato vertiginosamente in 70 anni. Ma la mondializzazione dei TdG fu favorito da una riforma religiosa introdotta nel 1942 dal terzo presidente Nathan H. Knorr, cioè l’istituzione del “college missionario della società, la Watchtower Bible School of Gilead”,[20] inizialmente Watchtower Biblical University of Gilead, nato per formare missionari ma anche futuri leader ed espandere il culto a livello mondiale[21] dopo l’ennesima attesa apocalittica rimasta sulla carta.

In Italia, con la caduta del regime fascista e la fine della seconda guerra mondiale l’opera dei TdG riprenderà con lentezza. Il numeri di proclamatori attivi era bassissimo, solo 120 secondo le stime ufficiali, ma su ordine del presidente della Watch Tower Knorr, che alla fine del 1945 visitò la filiale svizzera col segretario Milton G. Henschel, lì dove si coordinava l’opera in Italia, verrà acquistato un villino a Milano, in via Vegezio 20, per coordinare le 35 congregazioni italiane.[22] Per incrementare l’opera in un paese cattolico dove in età fascista le gerarchie ecclesiastiche avevano contrasteranno i TdG e i culti protestanti associandoli erroneamente al “comunismo”,[23] la Watch Tower Society manderà in Italia diversi missionari dagli Stati Uniti. Nel 1946 arrivò il primo missionario TdG, l’italo-americano George Fredianelli, e ne seguiranno diversi, arrivando a 33 nel 1949. La loro permanenza, però, sarà tutt’altro che facile, e lo stesso dicasi quella di altri missionari protestanti, evangelici e a-cattolici.

Per capire il contesto dei rapporti convulsi fra Stato Italiano, Chiesa cattolica e i vari missionari americani, vanno visti vari aspetti: da una parte il contesto internazionale e dall’altra l’attivismo cattolico nel secondo dopoguerra. Nel primo caso, l’Italia aveva sottoscritto nel 1947 un trattato di pace coi vincitori dove spiccava una potenza, gli Stati Uniti, in cui era forte culturalmente, ma soprattutto politicamente, il protestantesimo evangelico proprio quando avverrà la divisione fra cristiani modernisti “ecumenici” e i “New Evangelicalism”, i fondamentalisti, con la nascita della National Association of Evangelicals (1942), del Fuller Seminary per i missionari (1947) e della rivista Christianity Today (1956), non dimenticando la popolarità del pastore battista Billy Graham e delle sue crociate che rafforzeranno l’idea che lo scontro geopolitico contro l’Urss fosse di tipo “apocalittico”, da cui l’impeto all’evangelizzazione missionaria.[24]

Parallelamente al “Piano Marshall” – ufficialmente chiamato piano per la ripresa europea (in inglese "European Recovery Program"), uno dei piani politico-economici statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la seconda guerra mondiale ai fini di ancorare meglio il Vecchio Continente agli Stati Uniti in chiave anticomunista, varato durante un discorso del segretario di Stato statunitense George Marshall il 5 giugno 1947 all'Università di Harvard, che consisteva in uno stanziamento di oltre 12,7 miliardi di dollari – i gruppi religiosi americani si attiveranno: i protestanti ecumenici americani, come gli “evangelicali”, cercarono di venire in “aiuto spirituale” dell'Europa dall’estate del 1947, attuando un “Piano Marshall per le Chiese” che prevedeva la ricostruzione delle chiese evangeliche europee, la distribuire di aiuti materiali nel continente e la promozione dello scambio teologico attraverso contratti coi confratelli al di là dell'Atlantico. Nel frattempo cercarono di rafforzare la posizione della liberaldemocrazia e del capitalismo in Europa e, in particolare, di rafforzare le “difese spirituali” europee contro il comunismo.[25] Operazione simile a quella fatta dai pentecostali delle Assemblies of God d’America in soccorso dei pentecostali italiano dopo la creazione del Comitato Evangelico per i Soccorsi in Italia dalle Chiese Evangeliche Italo-americane (Evangelical Commitee for Relief in Italy) che mandava aiuti che qualcuno subito dopo battezzò come “Piano Marshall Evangelico”.

Anche la Watchtower Society partecipò ad un’operazione simile. Nel settembre del 1945, pochi mesi dopo la fine della seconda guerra mondiale in Europa, il terzo presidente della Watchtower Nathan H. Knorr annunciò l’inizio di una campagna su vasta scala per inviare “aiuti umanitari ai fratelli bisognosi dell’Europa centrale”.[26] Nel giro di poche settimane, i Testimoni canadesi e statunitensi e di altri paesi, iniziarono a selezionare e imballare abiti e a raccogliere generi alimentari. Dal gennaio del 1946 i beni furono inviati in Austria, Belgio, Bulgaria, Cecoslovacchia, Cina, Danimarca, Filippine, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Ungheria. “Le spedizioni di aiuti – riporta il libro Il Regno di Dio è già una realtà! – continuarono per ben due anni e mezzo. Durante quel periodo circa 85.000 Testimoni inviarono ai fratelli dei paesi devastati dalla guerra qualcosa come 300 tonnellate di cibo, 450 tonnellate di abiti e oltre 124.000 paia di scarpe. Questo massiccio programma di aiuti si concluse nell’agosto del 1948.”[27] Da com’è spiegata in questo libro, una ricostruzione apologetica edita dalla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania nel 2014, sembra che l’organizzazione millenarista si sia mobilitata per conto proprio, ma gli stessi eventi vengono descritti dalla Torre di Guardia del 1° ottobre 1948, a p. 298, riportando però un dettaglio interessante che il libro Il Regno di Dio è già una realtà! non riporta: respingendo l’accusa aver legami col comunismo l’organo del movimento riportava che l’organizzazione, seppur impegnata in un’opera di evangelizzazione che aveva “un’importanza e un valore ben maggiori che il rilevamento promosso dalle agenzie pubbliche, sociali, commerciali e religiose”, non era restata alla finestra:
 
Certamente la vita eterna nel perfetto nuovo mondo è di più durevole importanza e pregio che la vita e il conforto temporanei in questo empio mondo. Tuttavia , i testimoni di Geova hanno seguito l’esempio dei Cristiani loro fratelli del primo secolo e hanno generosamente dato delle cose materiali, per vestire, nutrire e alloggiare i loro fratelli bisognosi in Europa e nell’Oriente. Hanno spedito tonnellate su tonnellate e di alimenti ai fratelli ministri di Dio nei vari paesi d’Europa nelle Isole Filippine e in Giappone. Solo nei mesi di Agosto e Settembre 1947 i testimoni in America hanno contribuito $ 104.000 per mandare dei pacchi di alimenti ai loro compagni ministri in Germania e Austria a mezzo della Cooperativa per le Rimesse Americane all’Europa (CARE). Quest’opera di soccorso fa parte del loro ministero, poiché le Scritture lo classificano come tale.[28]
 
La Watchtower Society diretta da Nathan H. Knorr, nel contesto degli aiuti umanitari sopra citati, collaborerà col CARE (Cooperative for American Remittances to Europe, oggi Cooperative for Assistance and Relief Everywhere, o CARE International), ONG umanitaria nata il 27 novembre 1945 quando, dietro pressione del Congresso, il presidente Harry S. Truman accettò di lasciare che organizzazioni private fornissero soccorso a coloro che stavano morendo di fame a causa della guerra. Nato come consorzio di ventidue enti di beneficenza statunitensi (un misto di organizzazioni civili, religiose, cooperative, agricole e sindacali) per fornire aiuti alimentari, il CARE, a cui aderì la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, era parte del più famoso “Piano Marshall”, che in Italia, paese geopoliticamente strategico per gli Stati Uniti d’America, serviva per favorire “la via americana al benessere comune ed al progresso” in chiave anticomunista. “È stata sicuramente un’espressione d’amore degli uni verso gli altri”, osservava La Torre di Guardia nel 1949. “Sappiamo che tutti i fratelli lo fecero nell’intento di rendere onore al Signore, tenendo presente che questa assistenza materiale avrebbe aiutato alcuni a perseverare nella vera adorazione; e così essi considerarono un grande privilegio quello di render servizio ai loro fratelli in questo modo”;[29] peccato che, sebbene i fini fossero nobili, aiutare cioè i confratelli europei stremati da anni di guerra, i mezzi utilizzati confermavano che la Watchtower Society non solo non sarà totalmente neutrale, ma favorirà ulteriormente il soft power statunitense sul continente europeo favorendo così l’egemonia culturale – in campo spirituale – degli Stati Uniti, particolare oggi omesso in Il Regno di Dio è già una realtà! forse per non turbare i fedeli convinti che la Società sia totalmente estranea da questo “sistema di cose votato alla distruzione”,[30] condannando la collaborazione dei suoi adepti alla Croce Rossa Internazionale, col rischio della riprensione, della perdita dei privilegi di congregazione o addirittura la disassociazione, usata però dalla Watchtower Society nel secondo dopoguerra sempre nel contesto degli aiuti umanitari ai confratelli europei, ennesimo caso – e ne vedremo altri – di “doble standard”.[31]

È in questo preciso contesto che la Watch Tower Society crea negli Stati Uniti la Watchtower Bible School of Gilead, proprio mentre gli evangelici americani, sulla scia della Pax America e dell'abbondanza di attrezzature militari in eccedenza, rafforzano le missioni evangeliche all’estero, anche in Italia, che diverrà letteralmente terra di conquista per i protestanti e i “nuovi movimenti religiosi”.[32] Il tutto dev’essere inquadro sempre nell’ulteriore rafforzamento dell’interdipendenza italo-americana col varo del Trattato di amicizia, commercio e navigazione fra la Repubblica Italiana e gli Stati Uniti d'America firmato a Roma il 2 febbraio 1948 e ratificato con Legge n. 385 del 18 giugno 1949 da James Dunn, ambasciatore americano a Roma, e Carlo Sforza, ministro degli Esteri del governo democristiano guidato da Alcide De Gasperi, con la delegazione italiana negoziatrice presieduta dal ministro Ivan Matteo Lombardo, è perciò fondamentale.[33]

La Legge n. 385 del 18 giugno 1949, pubblicata sul supplemento della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 157 del 12 luglio 1949, rilevava una situazione di privilegio che di fatto venivano a godere gli Stati Uniti nei confronti dell’Italia soprattutto in campo economico, come l’art. 1, n. 2, che sancisce che i cittadini di ciascuna delle Alte Parti Contraenti hanno la facoltà di esercitare diritti e privilegi nei territori dell’Alta Parte Contraente, senza alcuna interferenza, e in conformità alle Leggi e ai Regolamenti vigenti, a condizioni non meno favorevoli a quelle accordate attualmente o che saranno accordate in avvenire ai cittadini di detta Altra Parte Contraente, come entrare nei territori reciproci, risiedervi e viaggiare liberamente.

L’articolo affermava che i cittadini di ciascuna delle due parti avranno reciprocamente facoltà di svolgere nei territori dell’altra Alta Contraente “attività commerciali, industriali, di trasformazione, finanziarie, scientifiche, educative, religiose, filantropiche e attività professionali, eccettuato l’esercizio della professione legale”. L’art. 2, n. 2, invece, afferma che le “Persone Giuridiche od Associazioni, create od organizzate a norma delle Legge e dei Regolamenti vigenti nei territori di ciascuna Alta parte Contraente, saranno considerate Persone Giuridiche della detta Altra Parte Contraente, e il loro stato giuridico sarà riconosciuto entro i territori dell’altra Parte Contraente, che vi abbiano, o meno, sedi, filiali o agenzie permanenti”. Al n. 3 del medesimo art. 2 è inoltre specificato che “le Persone Giuridiche od Associazioni di ciascuna Alta Parte Contraente, senza interferenze, in conformità con leggi e regolamenti vigenti, possiedono tutti i diritti e privilegi indicati al par. 2 dell’art. 1”.  

Il trattato, criticato dalle sinistre socialcomuniste per i vantaggi ottenuti dai trust statunitensi,[34] influenzerà anche i rapporti religiosi fra Italia e Stati Uniti in base a quanto enunciato agli artt. 1 e 2, perché le Persone Giuridiche e le Associazioni create in uno dei due paesi potevano esser pienamente riconosciuti nell’Altra Parte Contraente, ma soprattutto per l’art. 11, par. 1, che servirà ai vari gruppi religiosi americani per avere maggior libertà di manovra nonostante i distingui della Chiesa cattolica:
 
I cittadini di ciascuna Alta Parte Contraente godranno nei territori dell'altra Alta Parte Contraente libertà di coscienza e libertà di culto e potranno, sia individualmente che collettivamente od in istituzioni od associazioni religiose, e senza fastidi o molestie di qualsiasi genere a causa delle loro credenze religiose, celebrare funzioni sia nelle loro case, sia in qualunque altro edificio adatto, purché le loro dottrine o le loro pratiche non siano contrarie alle pubblica morale od all'ordine pubblico.  
 
Nel secondo dopoguerra inoltre, la chiesa cattolica portò avanti in Italia un progetto di “ricostruzione cristiana della società” che implicava per i suoi pastori lo svolgimento di un nuovo ruolo sociale, ma anche politico, che si espleterà elettoralmente col sostegno di massa a vantaggio della Democrazia cristiana, e religiosamente nel contrasto dei culti a-cattolici, anche scontrandosi con gli americani.[35]

Vi sono alcune vicende emblematiche che confermano il ruolo determinante degli Stati Uniti nella difesa del protestantesimo, autoctono e non, nel nuovo panorama postbellico, con casi evidenti di intromissione negli affari interni italiani: il Ministero degli Esteri, durante il governo Parri (21 giugno-24 novembre 1945), fu investito dalle proteste di diversi pastori protestanti che segnalavano alle rispettive chiese di provenienza come, nella società italiana, i culti evangelici avessero difficoltà, un’agitazione nata il 25 agosto di quell’anno dalla lettera indignata del cappellano militare battista Homer Baker che protestava per tre casi di violazione della libertà religiosa relativa alla diffida del direttore dell’orfanotrofio metodista di Portici da parte del Provveditore agli studi, chiedendo all’istituto di non far alcun proselitismo per non offendere la sensibilità delle famiglie cattoliche, nonché degli ostacoli al culto affrontati da due pastori battisti, Pasquale Russo e Aspreno Ricci, nel pieno svolgimento delle loro attività, rispettivamente a Pozzuoli e alla Chiesa Battista di Napoli.[36] Questi episodi spinsero gli ambienti protestanti italiani a protestare duramente e a chiedere al governo di Washington di intervenire sulle scelte del governo di Roma, portando il Comitato americano per la libertà religiosa, l’11 settembre 1945, a telegrafare al Segretario di Stato americano James Byrnes per chiedere di modificare la legislazione italiana dei culti acattolici, mentre il Consiglio generale delle Assemblee di Dio degli Stati Uniti denunciò le discriminazioni al presidente Henry Truman, chiedendo che il Concordato del 1929 venisse abrogato.[37] Il The New York Times del 13 novembre 1945, nell’articolo “Religious freedom for Italy is urged”, evocò l’intervento delle potenze straniere per garantire la libertà religiosa italiana.

Ciò porterà il Ministero degli Esteri a inviare un appunto al Presidente del Consiglio e titolare del suddetto dicastero, il democristiano Alcide De Gasperi, per revisionare la legislazione sui culti minori, mentre la Direzione Generale Affari Politici segnalò inoltre al Presidente del Consiglio che la legge del 1929 che aveva ammorbidito i rapporti italo-vaticani, pur avendo rappresentato “un sensibile progresso verso una piena uguaglianza delle confessioni” non garantiva la totale libertà di proselitismo, uno dei crucci per i Testimoni di Geova dell’epoca. Nell’appunto veniva detto: “La questione merita pertanto particolare attenzione. E si è ritenuto conveniente sottolineare l’importanza e la delicatezza al Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, in quanto non vi è dubbio che l’adesione da parte nostra alle ‘Quattro Libertà’ (…) e la paragrafo 3 dell’art. I della Carta delle Nazioni Unite, non mancheranno di riflettersi nel complesso problema dei rapporti fra Chiesa e Stato in Italia quali sono, attualmente, regolati dalle note leggi statuarie e concordatarie.”[38]

Un’altra vicenda emblematica, documentata dallo storico Paolo Piccioli, ex portavoce dei Testimone di Geova, è quella della piccola Chiesa di Cristo – gruppo evangelico restaurazionista distaccatosi dal battismo per tornare alla semplicità primitivista e congregazionale del cristianesimo del I secolo d.C., che fa capo alle Churches of Christ statunitensi –,[39] che conferma il ruolo politico dei missionari statunitensi, dato che il tentativo di espellerli dal territorio italiano dopo pressioni vaticane fu frenato dall’intervento di esponenti del governo americano che riferirono alle autorità italiane che il Congresso avrebbe potuto reagire con “conseguenze molto serie”, fra cui il rifiuto di aiuti finanziari all’Italia qualora i missionari fossero stati espulsi. Secondo l’ambasciata d'Italia a Washington “310 deputati e senatori” del Congresso erano intervenuti “per iscritto o di persona, presso il Dipartimento di Stato” a favore della Chiesa di Cristo,[40] e la vicenda si risolverà con un compromesso “all’italiana” per accontentare gli americani senza scontentare la Chiesa cattolica, rinnovando i permessi di soggiorno, ma accogliendo le nuove domande con grande parsimonia.[41]

L’evidenza del peso determinate degli Stati Uniti nelle vicende postbelliche relative alla libertà di culto delle chiese a-cattoliche, è chiara con quanto avviene fra il 1946 e il 1947 quando, nel contesto della nascita del Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche Italiane, che aggrega il grosso del mondo protestante italiano, gli evangelici italiani cercheranno di fare pressione politica alle istituzioni del Paese per ottenere maggiori libertà grazie al lavorio col protestantesimo d’Oltreoceano, com’è evidente, nel gennaio 1947, in corrispondenza col viaggio di Alcide De Gasperi negli Stati Uniti famoso per l’estromissione delle sinistre social-comuniste dalla compagine ministeriale a seguito dell’intromissione americana alle decisioni governative democristiane, dagli incontri col Moderatore della Tavola Valdese Virgilio Sommani e il reverendo newyorkese Robert Anthony, del Federal Council of the Churches of Christ, che espresse vita preoccupazione per la libertà religiosa dei culti a-cattolici, a fronte di una situazione molto avversa a queste, dato che le uniche forze a favore di queste erano il Partito d’Azione e il Partito Repubblicano Italiano – e le vicende di quest'ultimo si intersecheranno con le vicende giudiziarie e legali dei Testimoni di Geova italiani – e vi erano plateali discriminazioni. Ciò spinse il Federal Council, presieduto dal vescovo metodista Garfiel Bromley Oxnam, a convocare una seduta straordinaria che portò l’organismo evangelico a preparare un memorandum da consegnare al Presidente del Consiglio italiano De Gasperi che farà leva sul trattato di pace che, a detta dei rappresentanti americani, doveva garantire vera libertà di culto, spingendo l’ecclesiastico americano a stupirsi per la presenza del Concordato del 1929 nella nuova Costituzione repubblicana, dimenticando che l’Italia è a maggioranza cattolica e la Democrazia Cristiana, seppur garante dell’ordine atlantista, era un partito cattolico.[42]
Fin dal dopoguerra, perciò, il mondo protestante italiano fece leva sui “confratelli” d’America per goder di maggiori garanzie in Italia mentre, in nome della “ricostruzione cristiana della società”, la Chiesa Cattolica, facendo a sua volta pressione sulle autorità politiche italiane legate per la maggiore alla Democrazia Cristiana, si opporrà ai missionari cristiani acattolici, e ciò renderà la loro permanenza in Italia tutt’altro che rosea – compresi a quelli della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania –, nonostante, formalmente, il paese avesse una Costituzione che garantiva i diritti delle minoranze.[43]  

Infatti in una lettera del nunzio apostolico d’Italia datata 3 settembre 1947 e inviata al Ministro degli affari Esteri, viene ribadito che la “Segreteria di Stato di Sua Santità” era contraria all’inserimento nel citato Trattato di amicizia, commercio e navigazione fra la Repubblica Italiana e gli Stati Uniti d'America, che sarebbe stato firmato solo dopo, di una clausola che avrebbe consentito ai culti non cattolici di “organizzare veri e propri atti di culto e propaganda fuori dei templi”.[44] Quest’ultimo risponderà: “Ho detto al nunzio che egli può contare sul nostro desiderio di evitare quanto può  ferire sentimenti e di quanto può parere pressione”.[45] In un altro appunto indirizzato alla Direzione generale affari politici del ministero degli Esteri in data 19 settembre 1947, si legge che l’art. 11 non aveva “giustificazione in un trattato con l'Italia (...) per le tradizioni liberali dello Stato italiano in materia di culti”, e in una nota (“Summary Minutes”) del 23 novembre 1947 la delegazione degli Stati Uniti prendeva atto dei problemi sollevati dal Vaticano.[46] Lo stesso nunzio apostolico, poco dopo, segnalerà che con l’art. 11 del Trattato, “in Italia Battisti, Presbiteriani, Episcopaliani, Metodisti, Wesleyani, Tremolanti, Quacqueri, Swedenborgiani, Scientisti, Darbiti ecc.” avrebbero avuto la facoltà di aprire “luoghi di culto dappertutto e specialmente in Roma”. Si accenna alla “difficoltà per fare accettare il punto di vista della Santa Sede alla Delegazione Americana riguardo all'art. 11”.[47] In un successivo appunto il nunzio apostolico chiedeva di aggiungere il seguente emendamento: “I cittadini di un'Alta parte con traente potranno entro i territori dell'altra parte contraente esercitare il diritto della libertà di coscienza e di culto in conformità alle leggi costituzionali delle due Alte parti contraenti”.[48] La delegazione italiana insistette per tentare di convincere la delegazione statunitense ad accogliere la proposta vaticana”,[49] ma invano: infatti, il card. Domenico Tardini, della Segreteria di Stato della Santa Sede, in una lettera datata 4 ottobre 1947, rilevò che l'articolo 11 del trattato era “gravemente lesivo dei diritti della Chiesa cattolica, solennemente sanciti nel Trattato Lateranense”. “Includere l’articolo progettato, in un Trattato di commercio, sarebbe umiliante per l'Italia, oltre che oltraggioso per la Santa Sede?”, si chiese.[50] Ma gli emendamenti non saranno accettati dalla delegazione americana, che comunicò a quella italiana che il governo di Washington DC, tenendo contro dell’“opinione pubblica americana”, a maggioranza protestante, che avrebbero potuto “anche mettere in gioco il Trattato stesso e pregiudicare le relazioni Vaticano-Americane”.[51]

La filiale italiana della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania aveva richiesto dagli Stati Uniti l’invio di missionari, il primo dei quali sarà George Fredianelli, “mandato in Italia per prestare servizio come sorvegliante di circoscrizione”, cioè come vescovo itinerante, il cui territorio di competenza includerà “Tutta l’Italia, incluse la Sicilia e la Sardegna”.[52] L’Annuario dei Testimoni di Geova del 1983 descrive così la sua attività missionaria nell'Italia dell’immediato secondo dopoguerra, un'Italia in totale rovina come risultato della guerra mondiale appena conclusa:

Comunque il primo sorvegliante di circoscrizione nominato fu il fratello Giorgio Fredianelli, che iniziò il suo giro di visite nel novembre 1946, accompagnato la prima volta dal fratello [Umberto] Vannozzi. (…) Il fratello Giorgio Fredianelli, ora membro del comitato della Filiale, sull’attività nella circoscrizione ricorda:  “Visitando i fratelli, insieme a loro trovavo ad aspettare anche i loro parenti e amici, tutti ansiosi di ascoltare. Anche alle visite ulteriori le case erano piene di parenti. Il sorvegliante di circoscrizione in pratica non pronunciava soltanto un discorso pubblico alla settimana, ma uno di qualche ora a ciascuna visita ulteriore. A queste visite c’erano anche trenta presenti e a volte molti di più riuniti ad ascoltare attentamente. “Le conseguenze della guerra rendevano difficile l’opera nella circoscrizione. I fratelli, come in genere le altre persone, erano estremamente poveri, ma il loro amore era commovente. Offrivano il poco cibo che avevano con tutto il cuore. Spesso insistevano che io dormissi nel loro letto, mentre essi si stendevano sul pavimento senza coperte. Qualche volta ho dovuto dormire nelle stalle, sulla paglia o sulle foglie di granoturco. “Una volta arrivai alla stazione di Caltanissetta, in Sicilia. Avevo viaggiato con una locomotiva a vapore che aveva reso la mia faccia nera come quella di uno spazzacamino. Impiegai ben 14 ore per percorrere 80-100 chilometri. Ma quando arrivai alla stazione ero contento poiché, pensavo, sarei andato all’albergo e poi, dopo un bel bagno, mi sarei riposato. Ma le cose andarono diversamente. A Caltanissetta si celebrava la festa di San Michele, e ogni albergo era occupato, gremito di suore e preti. Tornai alla stazione col proposito di sdraiarmi alla meno peggio su una panca che avevo visto nella sala d’attesa. Ma la stazione aveva chiuso dopo l’ultimo treno arrivato. Per riposarmi un po’ dovetti sedermi sugli scalini esterni della stazione”. Con l’aiuto dei sorveglianti di circoscrizione le congregazioni incominciarono a tenere regolarmente lo studio di libro e lo studio Torre di Guardia. Inoltre, mentre miglioravamo la qualità delle adunanze di servizio i fratelli divenivano sempre più capaci nell’attività di predicazione e di insegnamento.[53]
 
La filiale italiana farà richiesta per prorogare la permanenza dei suoi missionari in Italia, ma verrà respinta dal ministero degli Esteri dopo il parere negativo dell’ambasciata italiana a Washington, che lo comunicherà in data 10 settembre 1949: “Questo Ministero non vede alcun interesse politico da parte nostra che consigli di accogliere la domanda di proroga”.[54] Anche la nota del ministero dell'Interno, del 21 settembre 1949, rilevava che non c'era “alcun interesse politico all'accoglimento della domanda di proroga”.[55]

Il mancato interesse da parte delle autorità politiche statunitensi deriverebbe dal fatto che i TdG si astengono dalla politica ritenendo di “non fa[r] parte del mondo” (Giov. 17:4),[56] anche se l’esplicita attenzione per l’agone politico da parte dei vertici TdG italiani viene confermata da una lettera del 1959 in cui si nota che la filiale italiana della Watch Tower Society raccomandava esplicitamente di affidarsi a legali “di tendenze repubblicane o social-democratiche” poiché “sono i migliori avvocati per la nostra difesa”, utilizzando perciò parametri politici, vietati agli adepti, quando è evidente che un avvocato si dovrebbe stimare per le doti professionali, non per l’affiliazione partitica,[57] e i motivi sono comprensibili: come già visto, nel panorama politico del secondo dopoguerra, il PRI e il PSDI non solo erano due forze politiche laiche della della “sinistra democratica” e pure filoamericane,[58] e questo sottintende che la filiale italiana della Watchtower Society, alla ricerca di un riconoscimento giuridico sin dal 1951,[59] non riteneva strategico avvalersi di legali vicini a partiti come il PCI e il PSI, all’epoca filosovietici, mentre quelli legati ai partiti repubblicano e socialdemocratico, soprattutto i primi, erano legati a partiti che, come abbiamo visto, si batteranno a favore dei diritti delle minoranze religione acattoliche, e questo la filiale italiana della Watchtower Society lo sapeva senz’altro, seguendo la cronaca politica.


Lettera dalla filiale romana della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, siglata SB e datata 18 dicembre 1959, dove viene esplicitamente raccomandato di affidarsi a legali “di tendenze repubblicane o social-democratiche” poiché “sono i migliori avvocati per la nostra difesa”.

Non a caso, a difendere i missionari e i proclamatori e gli obiettori di coscienza TdG, ci saranno legali come l’avv. Nicola Romualdi, esponente del partito repubblicano di Roma che difenderà per oltre trent’anni i TdG “quando era molto difficile trovare un legale disposto a sostenere la (...) causa” e che  scriverà anche diversi articoli sull’organo ufficiale del PRI, La Voce Repubblicana, a favore del gruppo religioso in nome della laicità.[60] In un articolo del 1954 infatti scrisse:

Le autorità di polizia continuano a violare tale principio di libertà [religiosa], con l'impedire pacifiche riunioni di credenti, disperdere i convenuti, fermare i propagandisti, infliggere ad essi la diffida, il divieto di soggiorno, il rimpatrio nel Comune di residenza mediante il foglio di via obbligatorio. Come già facemmo rilevare altra volta, si tratta molto spesso di quelle manifestazioni che di recente furono chiamate “indirette”. La Pubblica Sicurezza, cioè, o l'Arma dei Carabinieri, non agiscono vietando di rettamente manifestazioni di sentimento religioso che sia in concorrenza con quello cattolico, ma prendono a pretesto altre trasgressioni che o non sussistono, ovvero sono il frutto di una interpretazione cavillosa e vessatoria delle norme vigenti. A volte, per esempio, ai distributori di Bibbie o di opuscoli religiosi si contesta che essi sono sforniti della licenza prescritta per i venditori ambulanti; a volte si sciolgono le riunioni perché – si sostiene – non si e richiesto il previo permesso dell'autorità di polizia; a volte si contesta ai propagandisti un contegno petulante e molesto del quale pero, non pare che essi, nell'interesse stesso della loro propaganda, si rendano responsabili. Molto spesso va in scena il famigerato ordine pubblico, in nome del quale tanti arbitrii in passato si giustificano.[61]
 
Nonostante in alcuni comuni i sindaci eletti nelle liste del PSI e del PCI avevano aiutato, in chiave antidemocristiana, le locali comunità evangeliche e i TdG contro le angherie dei cattolici, assumere un legale marxista, pur laico e favorevole alle minoranze religiose, avrebbe confermato l’accusa, falsa e rivolta ai missionari acattolici, di esser “sovversivi comunisti”,[62] accusa però che non trovava riscontro – limitandoci ai soli TdG – alla letteratura del movimento, che nelle corrispondenze dall’Italia pubblicate prima nell’edizione americana e poi, in differita di qualche mese, in quella italiana, abbondavano non solo critiche alla Chiesa cattolica, ma anche ai “comunisti atei”, confermando come facesse presa il background statunitense, dove regnava ieri un feroce anticomunismo e oggi una forte ostilità verso la Federazione Russa.[63]

Va anche detto che il trasformismo politico dei vertici italiani TdG diventa plateale perché, allo scopo di ottenere spazi radiotelevisivi nei “programmi dell’accesso” per poter fare conferenze bibliche – una sorta di JW Broadcasting ante litteram diretto da ministri di culto locali, prassi che M. James Penton, riporta in Apocalypse Delayed, verrà sperimentata in alcuni paesi occidentali, usando televisioni locali e radio – , i vertici del culto presenteranno se stessi come fra i più convinti sostenitori dei valori antifascisti della Resistenza; infatti, in una lettera del 17 settembre 1979 indirizzata ai vertici RAI ed al Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza dei Servizi RAI, il rappresentante legale della Watch Tower Society in Italia scriveva: “In un sistema, come quello italiano, che si fonda sui valori della Resistenza, i testimoni di Geova sono uno fra i pochissimi gruppi che abbia osato anteporre dei motivi di coscienza al potere pre-bellico in Germania e in Italia. Pertanto essi esprimono dei nobili ideali nella realtà contemporanea”.[64] Aveta notava che la filiale romana consigliava ai destinatari della lettera “di fare uso riservatissimo del contenuto della presente” perché se fosse finita nelle mani degli adepti li avrebbe turbati, vista la conclamata neutralità politica del movimento.



Lettera della filiale romana della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, siglata EQA:SSC e datata 17 settembre 1979, indirizzata ai vertici RAI ed al Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza dei Servizi RAI, dove il rappresentante legale della Watch Tower Society in Italia scriveva: “In un sistema, come quello italiano, che si fonda sui valori della Resistenza, i testimoni di Geova sono uno fra i pochissimi gruppi che abbia osato anteporre dei motivi di coscienza al potere pre-bellico in Germania e in Italia. Pertanto essi esprimono dei nobili ideali nella realtà contemporanea”

Salvo alcuni che erano figli di italiani, i missionari della Watch Tower Bible and Tract Society, dopo soli sei mesi dal loro arrivo dovranno abbandonare il suolo italiano. Ma solo dietro insistenze, però, avverrà una proroga della loro permanenza,[65] come confermato dall’edizione italiana della Torre di Guardia del 1° marzo 1951:

Anche prima che i ventotto missionari fossero arrivati in Italia nel marzo 1949 l’ufficio aveva fatto regolare domanda richiedendo il visto per un anno per tutti loro. Dapprima i funzionari fecero capire che il Governo guardava la questione da un punto di vista economico e la situazione sembrava quindi rassicurante per i nostri missionari. Dopo sei mesi ricevemmo improvvisamente una comunicazione dal Ministero degli Interni che ordinava ai nostri fratelli di lasciare il paese per la fine del mese, in meno di una settimana di tempo. Naturalmente, noi rifiutammo di accettare questo ordine senza una battaglia legale e ogni sforzo possibile fu compiuto per giungere al fondo della questione affin di appurare chi era responsabile di questo colpo sleale. Parlando con persone che lavoravano al Ministero sapemmo che i nostri schedari non mostravano nessun ricorso della polizia o di altre autorità e che, perciò, solo qualche “pezzo grosso” poteva esser responsabile. Chi poteva essere egli? Un amico del Ministero c’informò che l’azione contro i nostri missionari era assai strana poiché l’atteggiamento del Governo era molto tollerante e favorevole verso i cittadini americani. Forse l’Ambasciata poteva essere d’aiuto. Visite personali all’Ambasciata e numerosi colloqui col segretario dell’Ambasciatore risultarono tutti inutili. Era più che evidente, come ammisero anche diplomatici americani, che qualcuno che esercitava molto potere nel Governo Italiano non voleva che i missionari della Watch Tower predicassero in Italia. Contro questo forte potere i diplomatici americani semplicemente scrollarono le loro spalle e dissero: “Ebbene, voi lo sapete, la Chiesa Cattolica è la Religione di Stato qui e praticamente essi fanno quello che loro piace”. Da settembre a dicembre ritardammo l’azione del Ministero contro i missionari. Infine, fu stabilito un limite; i missionari dovevano essere fuori del paese per il 31 dicembre.[66]
 
Dopo l'espulsione, i missionari poterono rientrare nel paese nel solo modo consentito dalla legge, come turisti, chiedendo di usufruire del visto turisti della durata di tre mesi, trascorsi i quali dovevano andare all'estero per rientrare in Italia qualche giorno dopo, una prassi che fu immediatamente notata, con apprensione, dalle autorità di polizia: il ministero dell’Interno infatti, in una circolare del 10 ottobre 1952, con oggetto «Associazione “Testimoni di Geova”», indirizzata a tutti i prefetti d’Italia, avvertiva gli organi di polizia di intensificare “la vigilanza sull’attività” della suddetta associazione religiosa, non consentendo “alcuna proroga di permessi di soggiorno agli esponenti stranieri” dell’associazione.[67] Paolo Piccioli rilevava che i “Due missionari [TdG], Timothy Plomaritis ed Edward R. Morse, furono costretti a lasciare il paese come risulta dal fascicolo a loro intestato”, citato sopra, mentre dalla documentazione d’archivio nell’Archivio Centrale dello Stato rilevava “l’inibizione al l'ingresso in Italia di altri due missionari, i coniugi Madorski. Presso l’AS [l’Archivio di Stato] di Aosta sono stati ritrovati documenti degli anni 1952-1953 da cui risulta che la polizia cercava di rintracciare i coniugi Albert e Opal Tracy e Frank e Laverna Madorski, missionari [TdG], per disporne l'allontanamento dal territorio nazionale o per diffidarli dal fare proselitismo.”[68]  

Ma spesso l’ordine, sempre nel contesto della citata “ricostruzione cristiana della società”, partiva dalle autorità ecclesiastiche, in un’epoca in cui il Vaticano contava ancora. Il 15 ottobre 1952 Ildefonso Schuster, cardinale di Milano, pubblicò sull’Osservatore Romano l’articolo “Il pericolo protestante nell’Arcidiocesi di Milano”, violentemente contro i movimenti e le associazioni religiose protestanti “al comando e al soldo di Capi esteri”, rilevandone l’origine americana, dove arriverà a rivalutare l’Inquisizione perché lì il clero “aveva il grande vantaggio dell'aiuto del potere civile nella repressione del 1'eresia”, sostenendo che l'attività dei cosiddetti protestanti “incrinava l'unità nazionale” e “disseminava la discordia nelle famiglie”, evidente riferimento all’opera di evangelizzazione di questi gruppi, primi fra tutti gli affiliati alla Watch Tower Society. Infatti, nell’edizione dell’1°-2 febbraio 1954, l’organo vaticano, nella “Lettera dei Presidenti delle Conferenze Episcopali Regionali d'Italia”, incitava il clero e i fedeli a combattere l’opera dei protestanti e dei testimoni di Geova. Sebbene l’articolo non faccia nomi, tuttavia è ovvio che si riferiva principalmente a loro. Esso dice: “Dobbiamo poi denunciare l’intensificata propaganda protestante, ordinariamente di origine straniera, che viene a seminare anche nel nostro Paese perniciosi errori (…) Invitiamo tutti i Parroci, le Associazioni, i fedeli a sorvegliare con assidua diligenza, ad informare con sollecitudine chi di dovere (...).” “Chi di dovere” non potevano essere che le autorità di Pubblica Sicurezza. In effetti il Vaticano incitava i preti a denunciare i TdG, e non solo, alle autorità di polizia: centinaia furono infatti fermati, ma molti venivano rilasciati subito, altri multati o trattenuti, anche utilizzando norme non abrogate del codice legislativo fascista, dato che come ad altri culti – si pensi ai Pentecostali – veniva applicata la Circolare Ministeriale n. 600/158 del 9/4/1935 conosciuta come la “Circolare Buffarini-Guidi” (dal nome del Sottosegretario all’Interno che la firmò, redatta con Arturo Bocchini e l’avvallo di Mussolini) e gli veniva imputata anche l’infrazione degli artt. 113, 121 e 156 del Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza emanate dal fascismo che prescrivevano la licenza o l’iscrizione in appositi registri per coloro che distribuivano scritti (art. 113), esercitavano il mestiere di venditore ambulante (art. 121), oppure effettuavano la raccolta di denaro o collette (art. 156).[69]
È interessante citare un caso che coinvolgerà i pentecostali, a indicare come il clima non fosse plumbeo solo per i TdG, ma per ogni culto acattolico, dato che, in ottemperanza della citata “Circolare Buffarini-Guidi”, in un comune del Trevigiano, Cavaso del Tomba, nel 1950, in una regione d’Italia, il Veneto, notoriamente “bianca”, cioè politicamente democristiana e religiosamente cattolica, un cattolicesimo conservatore e bigotto. Alla richiesta dei Pentecostali di ottenere l’allacciamento idrico per una loro casa missionaria, così la municipalità democristiana rispose con lettera datata 6 aprile 1950, protocollo n. 904:

In esito alla Sua domanda in data 31 marzo u.s., relativa all’oggetto [domanda di concessione locazione acqua ad uso domestico], si comunica che la Giunta municipale ha determinato, ritenendo d’interpretare la volontà della maggioranza della popolazione, di non poter concederLe la locazione d’acqua per uso domestico nella casa posta in vicolo Buso n° 3, perché detta casa è abitata dal noto sig. Marin Enrico fu Giacomo, il quale esercita nel paese il culto pentecostale, che, oltre ad essere proibito dallo Stato Italiano, urta il sentimento cattolico della stragrande maggioranza della popolazione di questo Comune.[70]
 
Che la filiale italiana Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, nonostante le note asserzioni di “neutralità cristiana”, conoscesse benissimo l’interesse americano a favorire l’ingresso in Europa, e in Italia, di missionari americani, è evidente da episodi legati ai divieti da parte delle autorità italiane di tenere assemblee religiose, una costante del movimento. Come mai dopo il rifiuto del prefetto di autorizzare nell’ottobre 1950 l’assemblea di distretto da tenersi al Teatro dell’arte di Milano, permesso negato per prevenire eventuali reazioni “da parte degli ambienti cattolici del luogo” offesi da un precedente raduno protestante – anche se poi l’evento si terrà in un altro luogo, dov’erano sistemate due tendoni –, come e confermato da una comunicazione riservata della Direzione generale della pubblica sicurezza al ministero degli Esteri, la filiale italiana della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, cercherà di fare intervenire l'ambasciata degli Stati Uniti presso il ministero degli Esteri, mentre un'azione analoga veniva compiuta negli Stati Uniti?[71]

Non fu affatto un’azione casuale, dato che sempre Piccioli – fonte dell’informazione di qui sopra – indica sempre che, quando fu interrotta l’assemblea a Pescara l’anno successivo, la filiale italiana inviò, sempre in data 23 febbraio 1951, una lettera non solo al ministero dell’Interno, ma anche “per conoscenza all'ambasciata americana”,[72] a indicare come la filiale romana della Watch Tower Society, ben consapevole del peso geopolitico degli americani in Italia, un paese precedentemente fascista sconfitto da questi durante la seconda guerra mondiale, si appellava a costoro – per via del Trattato di amicizia, commercio e navigazione fra la Repubblica Italiana e gli Stati Uniti d'America del 1949 – per svolgere legittime attività religiose impeditegli dalle autorità italiane, conscia delle intermediazioni a favore di altri culti evangelici statunitensi, a indicazione che i vertici – sia nazionali che mondiali – applicavano parametri politici e oseremo dire “geopolitici”, confermando l’esistenza di una “geopolitica delle sette”, in tal caso una “geopolitica geovista”, cioè strategie espansioniste che tengono conto di fattori come la relazione tra il potere politico e lo spazio geografico, e come quest’ultimo condizioni la strategia del soggetto analizzato, in tal caso un’organizzazione religiosa.

Per capirci meglio va fatta una comparazione con la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, cioè la Chiesa mormone, gruppo religioso americano che presenta anch’esso una sua personale “geopolitica”, e che presenta non poche caratteristiche comuni coi TdG, avendo però vantaggi che quest’ultima non possiede. La filiale italiana della Watch Tower Bible and Tract Society ebbe un ritardo in relazione al riconoscimento legale in Italia – come poi per l’intesa, tutt’oggi sospesa –, che come vedremo verrà solo nel 1976, perché l’organizzazione dei TdG, non facendo politica direttamente, non aveva adepti eletti al Congresso, al Senato o nel governo americano che potessero intercedere a favore dell’organizzazione in Italia o in altri paesi, e quest’ultima, astenendosi dalla partecipazione alla vita politica non facendo votare i propri adepti, non poteva dare nulla in cambio ad eventuali referenti politici, come indicato nel capitolo settimo e in apertura di questo. Invece, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, dopo un inizio nelle “valli valdesi” accennato all’inizio, ritornerà in Italia solo nel novembre del 1964, quando l’anziano mormone Ezra Taft Benson, membro del Quorum dei Dodici Apostoli e futuro 13° presidente della Chiesa, inviato in Italia in veste di presidente della missione europea, si recherà a Roma per discutere a Roma con funzionari del governo italiano per la prospettiva della riapertura della missione in Italia. Questi sfruttava legami costruiti negli anni Cinquanta, quando, durante il suo mandato in veste di Segretario dell'Agricoltura degli Stati Uniti con il presidente repubblicano Dwigth D. Eisenhower, politico conservatore molto religioso, legato al rev. Billy Graham e nato in una famiglia di TdG affiliatasi alla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania,[73] aveva conosciuto bene diversi diplomatici italiani, ricevendo persino un prestigioso riconoscimento governativo, l'Alta Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, “per gli sforzi del segretario Benson nell'aiutare a risolvere la sua carenza di cibo”.[74] I rapporti con i funzionari del governo italiano si sarebbero rivelati inestimabili per il ristabilimento della missione italiana. Uno dei biografi di Benson notò che la sua “statura come ex membro del gabinetto gli ha fatto guadagnare l'ingresso [che] altrimenti avrebbe potuto rivelarsi inaccessibile”. Uno dei contatti di Benson, il ministro dell'Agricoltura Mario Ferrari-Aggradi (1916-1997), democristiano, fu particolarmente utile nell'organizzare gli incontri coi funzionari del Dipartimento per gli Affari Ecclesiastici a Roma alla fine del mese di novembre del 1964. Durante un incontro con l'ambasciatore statunitense e il ministro del culto italiano, Wanda Duns, moglie di John Duns Jr., che servì come presidente della missione italiana quando fu ristabilita nel 1966, notò con sorpresa che Benson fu “accolto a braccia aperte. Era evidente che aveva l'amore e il rispetto di entrambi gli uomini e ci fu uno scambio amichevole, oltre alla certezza che i nostri missionari sarebbero stati i benvenuti a fare proselitismo in Italia”.[75]

Il governo italiano quindi, per via dei legami economici con gli Stati Uniti, dava il via libera al mormonismo, seppur con molti meno adepti della Watchtower. Invece, di contro, il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova, non avendo mai avuto al suo interno l’equivalente di un Ezra Taft Benson – leader mormone divenuto poi Segretario dell’Agricoltura con Eisenhower –, cioè un membro autorevole entrato in politica, non ha mai potuto, nonostante il forte radicamento nel tessuto sociale del paese, a differenza dei mormoni, usare eventuali rapporti con colleghi politici di una nazione come l’Italia, finita nel dopoguerra nell’area d’influenza degli Stati Uniti d’America, e favorire l’organizzazione religiosa, anche se risulta che la leadership della Watchtower abbia promosso, sin dagli anni Novanta, attività di lobbismo, sconosciuta al grosso dei fedeli.[76]
4. Il clima cambierà per i TdG – e per tutti i culti acattolici – grazie a diversi eventi, come la cessata applicazione della circolare “Buffarini Guidi”, avvenuta nel 1954 (a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 30 novembre 1953, che sosteneva che tale circolare rimaneva “un ordine puramente interno, di direttiva agli organi dipendenti, senza qualsiasi pubblicità nei confronti dei cittadini i quali, come questo Collegio costantemente ha deciso, non potevano pertanto incorrere in sanzioni penali in caso di inosservanza”),[77] e nello specifico, per due sentenze del 1956 e del 1957, che favoriranno l’operato della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, facilitandone il riconoscimento in Italia come culto sulla base del Trattato di amicizia italo-americano del 1948 alla pari di altri culti acattolici di matrice americana.

La prima sentenza riguardava la fine dell’applicazione dell’art. 113 del testo unico di Pubblica Sicurezza, che richiede va la “licenza dell'autorità locale di pubblica sicurezza” per “distribuire o mettere in circolazione, in luogo pubblico o aperto al pubblico scritti o di segni”, e che portava le autorità a punire i TdG, noti per l’opera porta a porta. Corte Costituzionale, a seguito del fermo di diversi proclamatori della Watch Tower Society, emanò la prima sentenza della sua storia, resa nota il 14 giugno 1956,[78] sentenza storica, unica nel suo genere. Infatti, come riporta Paolo Piccioli:

Questa sentenza, considerata storica dagli studiosi, non si limitò al controllo di legittimità della norma citata. Doveva innanzi tutto pronunciarsi su una questione fondamentale e cioè stabilire, una volta per tutte, se il suo potere di controllo si estendeva anche alle norme preesistenti alla Costituzione, op pure se doveva essere limitato a quelle emanate successivamente. Le gerarchie ecclesiastiche avevano da tempo mobilitato i giuristi cattolici affinché sostenessero l'incompetenza della Corte sulle leggi preesistenti. Ovviamente le gerarchie vaticane non volevano l'abrogazione della legislazione fascista col suo apparato di restrizioni che soffocavano il proselitismo delle minoranze religiose. Ma la Corte, attenendosi rigorosamente alla Costituzione, respinse tale tesi affermando un principio fondamentale e cioe che “da legge costituzionale, per la sua intrinseca natura nel sistema di Costituzione rigida, deve prevalere sulla legge ordinaria”. Esaminando poi l'articolo 113 sopra menzionato, la Corte dichiaro l'illegittimità costituzionale di varie disposizioni in esso contenute. Nel marzo del 1957 Pio XII, riferendosi a questa decisione, critico “da pronunziata dichiarazione di illegittimità costituzionale di alcune precedenti norme”.[79]
 
La seconda sentenza riguardava invece 26 adepti condannati dal Tribunale Speciale. In una fase in cui molti cittadini italiani, condannati da quella Corte, ottennero la revisione del processo e furono assolti, l’Associazione Cristiana dei Testimoni di Geova, com’era allora conosciuto il culto, decise di chiedere la revisione del processo per rivendicare i diritti non dei 26 condannati, ma dell’organizzazione tout court,[80] dato che la sentenza del Tribunale Speciale accusava i TdG di essere “un’associazione segreta mirante a fare propaganda per deprimere il sentimento nazionale e a compiere fatti diretti a mutare la forma di governo” e di perseguire “delittuose finalità”.[81]

L’istanza di revisione del processo fu discussa davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila il 20 marzo 1957 con 11 dei 26 condannati, difesi dall’avv. Nicola Romualdi, legale ufficiale della filiale italiana della Watch Tower Society, di fede repubblicana.  

Una relazione della revisione della sentenza, riporta che mentre l’avv. Romualdi spiegava alla Corte che i TdG consideravano la gerarchia cattolica come una “meretrice” per la sua ingerenza nelle questioni politiche (perché mediante le sue pratiche spiritiche vengono “sviate tutte le nazioni”, sulla base di Apocalisse 17:4-6, 18, 18:12, 13, 23, TNM), “i giudici si scambiavano sguardi e sorrisi d’intesa”. La Corte decideva di annullare le precedenti condanne e di conseguenza riconosceva che l’opera della filiale italiana della Watch Tower Bible and Tract Society non era né illegale né sovversiva.[82] Il provvedimento fu mantenuto tenendo conto “del fatto che la circolare del 1940 [che bandì i TdG] non è stata finora espressamente revocata, [perciò] sarà da esaminare preliminarmente l'opportunità di richiamare in vigore il divieto di ogni attività dell'Associazione”, rilevando però che “sarebbe[ro] da valutare [...] le eventuali ripercussioni negli Stati Uniti d'America”,[83] dato che, anche se ufficialmente l’organizzazione dei TdG non aveva coperture politiche, un accanimento contro un’ente legale americano poteva portare problemi anche diplomatici.

Ma il cambiamento epocale che favorirà il riconoscimento legale di questa e di altre organizzazioni acattoliche provenienti dagli Stati Uniti sarà il Concilio Vaticano II (ottobre 1962-dicembre 1965), che coi suoi 2.540 “padri” fu la più grande assemblea deliberante nella storia della Chiesa cattolica e una delle più vaste nella storia dell'umanità, e che deciderà riforme in campo biblico, liturgico, ecumenico e nell'organizzazione della vita interna alla Chiesa, mutando alla radice il cattolicesimo, riformandone la liturgia, introducendo nelle celebrazioni le lingue parlate a scapito del latino, rinnovando i riti, promuovendo le concelebrazioni. Con le riforme venute dopo il Concilio sono stati girati gli altari e i messali sono stati integralmente tradotti nelle lingue moderne. Se prima la Chiesa cattolica romana si farà promotrice, essendo figlia del Concilio di Trento (1545-1563) e della Controriforma, a modelli di intolleranza verso tutte le minoranze religiose, incitando le forze di PS a reprimerle e a interrompere riunioni, assemblee, incitando turbe che li assalivano lanciando contro di loro oggetti vari, impedendo agli adepti dei culti acattolici l’accesso ai pubblici impieghi e addirittura semplici cerimonie funebri,[84] ora, col Concilio Vaticano II, gli ecclesiastici si sgrezzeranno, e iniziò, anche per diversi documenti relativi all’ecumenismo e alla libertà religiosa, un clima più mite.

Questo farà sì che nel 1976 la Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania “fu ammessa ai diritti garantiti dal Trattato di amicizia, commercio e navigazione fra la Repubblica Italiana e gli Stati Uniti d'America del 1949”;[85] fino a quel momento il culto poteva appellarsi alla Legge n. 1159 del 24 giugno 1929 sulle “Disposizioni sull'esercizio dei culti ammessi nello stato e del matrimonio celebrato davanti ai ministri di culto medesimi”, dove all’art. 1 si parlava di “Culti Ammessi” e non più di “Culti tollerati” come sanciva dal 1848 lo Statuto Albertino, a cui era stata esclusa l’“Associazione Internazionale degli Studenti Biblici” perché sprovvista di personalità giuridica, non essendo “Ente” giuridico né nel Regno d’Italia né all’estero ed essendo bandita dal 1927. Ora, con l’ammissione ai diritti garantiti dal trattato stipulato con gli Stati Uniti, la filiale italiana della Watch Tower Society poteva avere ministri di culto con la possibilità di celebrare matrimoni validi agli effetti civili, godendo dell'assistenza sanitaria, dei diritti pensionistici garantiti dalla legge, e con l’accesso agli istituti di pena per l'esercizio del ministero.[86] Nel 1986 le venne conferita all’organizzazione americana la personalità giuridica di ente esponenziale costituito in Italia sulla base del d.p.r. del 31 ottobre 1986, n. 783, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana del 26 novembre 1986.

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Note:

* Ampliamento dell’omonimo articolo pubblicato sul trimestrale Eurasia. Rivista di studi geopolitici (Edizioni all’insegna del Veltro), vol. XVII, no. 3 (luglio-settembre 2021), pp. 79-104. Ai fini del presente articolo si adottano le seguenti abbreviazioni: ACC = Archivio della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma; ACS = Archivio Centrale dello Stato; MI = Ministero dell’Interno; DGPS = Direzione Generale Pubblica Sicurezza; DAGR = Direzione Affari Generali Riservati; AS = Archivio di Stato (segue l’indicazione della provincia); ASMAE = Archivio Storico del Ministero degli Affari esteri, fondo Affari politici (segue il nome dello Stato estero a cui si riferisce la documentazione); SS = Santa Sede (fondo della serie Affari politici, relativo al Vaticano); ASTV = Archivio Storico della Tavola Valdese.

+ Maria G. Buscema (Siracusa, 1982) si laurea all’Università degli Studi di Palermo in Storia contemporanea specializzandosi in Storia delle religioni con una tesi sui Great Awakening e i revival religiosi americani fra Ottocento e Novecento. È insegnante e vive negli Stati Uniti. Cura la rubrica “Geopolitica delle sètte” sul trimestrale Eurasia. Rivista di studi geopolitici, occupandosi dell’espansione dei “nuovi movimenti religiosi” americani nel mondo e in Europa, e collabora al sito https://zonagrigia.it/.  

[1] I riferimenti a Sion sono preponderanti in Russell. Il principale storico del movimento, il prof. M. James Penton, scrive: “Durante la prima metà della storia degli Studenti Biblici – Testimoni di Geova, essi si erano distinti per le loro simpatie nei confronti degli Ebrei. Il primo presidente della Watchtower, Charles T. Russell, era stato un intransigente sostenitore della causa sionista, ancor più dei protestanti premillenaristi del periodo immediatamente precedente la fine del diciannovesimo secolo e dell’inizio del ventesimo. Egli si rifiutò di tentare di convertire gli Ebrei, poiché credeva nel loro reinsediamento in Palestina, e nel 1910 guidò nel canto dell’inno nazionale sionista, lo Hatikva, un uditorio ebraico a New York.” M. JAMES PENTON, “A Story of Attempted Compromise: Jehovah's Witnesses, Anti-Semitism, and the Third Reich”, The Christian Quest, vol. I, n. 3 (estate 1990), 33-34. Russell, in una lettera indirizzata ai baroni Maurice de Hirsch e Edmond de Rothschild, apparsa sulla Zion's Watch Tower 12/1891, 170, 171, chiederà a “i due principali ebrei del mondo” di acquistare terreni in Palestina per crearvi insediamenti sionisti. Si veda: Pastor Charles Taze Russell: An Early Christian Zionist, di DAVID HOROWITZ (New York: Philosophical Library, 1986), libro molto apprezzato dall’allora ambasciatore israeliano all’ONU Benjamin Netanyahu, come riporta PHILIPPE BOHSTROM in “Before Herzl, There Was Pastor Russell: A Neglected Chapter of Zionism”, https://www.haaretz.com/jewish/.premium.MAGAZINE-before-herzl-there-was-pastor-russell-a-neglected-chapter-of-zionism-1.6409303. Il successore, Joseph. F. Rutherford, dopo un’iniziale vicinanza alla causa sionista (dal 1917-1932), cambiò radicalmente la dottrina, e per dimostrare che i TdG erano il «vero Israele di Dio» introdurrà nella letteratura del movimento concetti antigiudaici. Nel libro Vindication scriverà: “Gli ebrei furono cacciati e la loro casa rimase desolata perché essi avevano rigettato Gesù. Fino ad oggi, non si sono pentiti di questo atto criminale dei loro antenati. Quelli che sono tornati in Palestina lo fanno per egoismo o per ragioni sentimentali”. JOSEPH F. RUTHERFORD, Vindication, vol. 2 (Brooklyn, NY: Watch Tower Bible and Tract Society, 1932), 257. Oggi i TdG non seguono né il sionismo russellita né l’antigiudaismo rutherfordiano, sostenendo di esser neutrali da ogni questione politica.

[2] La Watchtower Society si presenta contemporaneamente come un’istituzione corporativa giuridica, come una casa editrice e un’entità religiosa. L’articolazione tra queste varie dimensioni è intricata e, nel XX secolo, ha attraversato varie fasi. Per ragioni di spazio si veda: GEORGE D. CHRYSSIDES, The A to Z of Jehovah’s Witnesses (Lanham: Scare Crow, 2009), LXIV-LXVII, 64; ID., Jehovah’s Witnesses (New York: Routledge, 2016), 141-144; M. JAMES PENTON, Apocalypse Delayed. The Story of Jehovah’s Witnesses (Toronto: University of Toronto Press, 2015), 294-303.

[3] Il nome “Testimoni di Geova” fu adottato il 26/7/1931 all'assemblea di Columbus, Ohio, quando Joseph Franklin Rutherford, secondo presidente della Watchtower, pronunciò il discorso The Kingdom: the Hope of the World, con la risoluzione A New Name: “Desideriamo essere conosciuti e chiamati con il nome, cioè, testimoni di Geova”. I Testimoni di Geova, proclamatori del regno di Dio (Roma: Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, 1993), 260. La scelta si ispira a Isaia 43,10, passo che, nella Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture edizione 2017, recita: “’Voi siete i miei testimoni’, dichiara Geova, ‘...Prima di me non è stato formato nessun Dio, e dopo di me non ce n'è stato nessuno’.” Ma la motivazione è differente: “Nel 1931 – scrive Alan Rogerson – arrivò un'importante pietra miliare nella storia dell'organizzazione. Per molti anni i seguaci di Rutherford erano stati chiamati con diversi nomi: "Studenti Biblici Internazionali", "Russelliti" o "Alba del Millennio". Per distinguere chiaramente i suoi seguaci dagli altri gruppi che si erano separati nel 1918 Rutherford propose che adottassero un nome completamente nuovo: i testimoni di Geova.” ALAN ROGERSON, Millions Now Living Will Never Die: A Study of Jehovah's Witnesses (Londra: Constable, 1969), 56. Lo confermerà lo stesso Rutherford: “Dalla morte di Charles T. Russell sono sorte numerose compagnie formate da coloro che una volta camminavano con lui, ciascuna di queste compagnie affermando di insegnare la verità, e ognuna di esse si fa chiamare con un nome, come "Seguaci del pastore Russell", "quelli che sostengono la verità esposta dal pastore Russell", "Studenti Biblici associati" e alcuni con i nomi dei loro dirigenti locali. Tutto ciò tende a confondere e impedisce a coloro di buona volontà che non sono meglio informati di ottenere una conoscenza della verità.” “A New Name”, The Watch Tower, 1/10/1931, 291.
 
[4] M. JAMES PENTON [2015], 165-71.

[5] Ibid., 316-317. La nuova dottrina, che archiviava il vecchio intendimento, apparve sulla Torre di Guardia, 1/11/1995, 18-19.  

[6] Ibid., 13.
[7] Sull’argomento si veda: MICHAEL W. HOMER, “L’azione missionaria nelle Valli Valdesi dei gruppi americani non tradizionali (avventisti, mormoni, Testimoni di Geova)”, in GIAN PAOLO ROMAGNANI (a cura di), La Bibbia, la coccarda e il tricolore. I valdesi fra due Emancipazioni (1798-1848). Atti del XXXVII e del XXXVIII Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice, 31 agosto-2 settembre 1997 e 30 agosto- 1º settembre 1998) (Torino: Claudiana, 2001), 505-530.

[8] Sulle tappe in Italia si veda la Zion’s Watch Tower, 15/2/1892, 53-57 e il numero del 1/3/1892, 71.

[9] Si veda: PAOLO PICCIOLI, “Due pastori valdesi di fronte ai Testimoni di Geova”, Bollettino della Società di Studi Valdesi (Società di Studi Valdesi), n. 186 (giugno 2000), 76-81; ID., Il prezzo della diversità. Una minoranza a confronto con la storia religiosa in Italia negli scorsi cento anni (Napoli: Jovene, 2010), 29, n. 12; Annuario dei Testimoni di Geova del 1983(Brooklyn, NY: Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, 1983), 117, 118; “Due pastori che apprezzavano gli scritti di Russell”, La Torre di Guardia, 15/4/2002, 28-29.

[10] Vedi: CHARLES TAZE RUSSELL, Il Divin Piano delle Età, trad. it. (Pinerolo: Tipografia Sociale, 1904). Paolo Piccioli afferma sul Bollettino della Società di Studi Valdesi a pag. 77 che Rivoir tradusse il libro nel 1903 e pagò di tasca sua le spese della relativa pubblicazione nel 1904, ma è un’altra “leggenda metropolitana”: l’opera fu pagata dalla Cassa Generale dei Trattati della Zion's Watch Tower Society di Allegheny, PA, usando come tramite e supervisore l'ufficio della Watch Tower svizzera di Yverdon, come riporta la Zion's Watch Tower, 1/9/1904, 258.

[11] Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 120.

[12] Nel 1920 Rutherford pubblicò il libro Milioni or Viventi non Morranno Mai, predicando che nel 1925 “segnerà il ritorno [risurrezione] di Abraamo, Isacco, Giacobbe e dei fedeli profeti dell’antichità, particolarmente quelli nominati dall’Apostolo [Paolo] in Ebrei cap. 11, alla condizione di umana perfezione” (Brooklyn, NY: Watch Tower Bible and Tract Society, 1920, p. 88), preludio all’Armaghedon e alla restaurazione del paradiso edenico sulla Terra. “L'anno 1925 è una data definitivamente e chiaramente segnata nelle Scritture, anche più chiara di quella del 1914” (The Watch Tower, 15/7/1924, p. 211). Si veda a riguardo: M. JAMES PENTON [2015], 58; ACHILLE AVETA, Analisi di una setta: I testimoni di Geova (Altamura: Filadelfia Editrice, 1985), pp. 116-122 e ID., I testimoni di Geova: un’ideologia che logora (Roma: Edizioni Dehoniane, 1990), pp. 267, 268.

[13] Sulla repressione in età fascista si legga: PAOLO PICCIOLI, “I testimoni di Geova durante il regime fascista”, Studi Storici: trimestrale dell’Istituto Gramsci (Carocci Editore), vol. 44, n. 1 (gennaio-marzo 2000), pp. 191-229; GIORGIO ROCHAT, Regime fascista e chiese evangeliche. Direttive e articolazioni del controllo e della repressione (Torino: Claudiana, 1990), pp. 275-301, 317-329; MATTEO PIERRO, Fra Martirio e Resistenza, La persecuzione nazista e fascista dei Testimoni di Geova (Como: Editrice Actac, 1997); ACHILLE AVETA e SERGIO POLLINA, Scontro fra totalitarismi: nazifascismo e geovismo(Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2000), 13-38 ed EMANUELE PACE, Piccola Enciclopedia Storica sui Testimoni di Geova in Italia, 7 voll. (Gardigiano di Scorzè, VE: Azzurra7 Editrice, 2013-2016).

[14] Si veda MASSIMO INTROVIGNE, I Testimoni di Geova. Chi sono, come cambiano (Siena: Cantagalli, 2015), pp. 53-75. In alcuni casi le tensioni culmineranno con scontri aperti nelle strade provocate da turbe, nelle aule dei tribunali e persino in violente persecuzioni sotto i regimi nazista, comunista e in quelli liberali. Si veda: M. JAMES PENTON, Jehovah’s Witnesses in Canada: Champions of Freedom of Speech and Worship (Toronto: Macmillan, 1976); ID., Jehovah’s Witnesses and The Third Reich. Sectarian Politics under Persecution (Toronto: University of Toronto Press 2004, ed. it. I Testimoni di Geova e il Terzo Reich. Inediti di una persecuzione, ESD, Bologna 2008); ZOE KNOX, “Jehovah’s Witnesses as Un-Americans? Scriptural Injunctions, Civil Liberties, and Patriotism”, in Journal of American Studies, 47, 2013, pp. 1081-1108 e ID, Jehovah's Witnesses and the Secular World: From the 1870s to the Present (Oxford: Palgrave Macmillan, 2018); D. Gerbe, Zwischen Widerstand und Martyrium: die Zeugen Jehovas im Dritten Reich, (München: De Gruyter, 1999); E. B. Baran, Dissent on the Margins: How Soviet Jehovah’s Witnesses Defied Communism and Lived to Preach About It (Oxford: Oxford University Press, 2014).

[15] Il primo documento rintracciato è del 30/5/1928. Si tratta della copia di un telespresso del 21/5/1928 inviato dalla legazione di Berna al ministero dell'Interno, ora in ACS, MI, DGPS, DAGR, cat. G1 1920-1945, b. 5.

[16] Sulle visite della polizia fascista a Brooklyn si veda sempre ACS, MI, DGPS, DAGR, cat. G1 1920-1945, b. 5, annotazione a mano sul trattato TdG Un Appello alle Potenze del Mondo allegato al telespresso datato 5/12/1929 del ministero degli Affari esteri; ministero degli Affari esteri, 23/11/1931.

[17] JOSEPH F. RUTHERFORD, Nemici (Brooklyn, NY: Watch Tower Bible and Tract Society, 1937), 12, 171, 307. Le citazioni sono riprodotte in un allegato al rapporto redatto dall'Ispettore Generale di P.S. Petrillo, datato 10/11/1939, XVIII E.F., N. 01297 di prot., N. Ovra 038193, in ACS, MI, DGPS, DAGR,oggetto:"Associazione Internazione ‘Studenti della Bibbia’". Si veda l’opuscolo di Rutherford, Fascismo o libertà (Brooklyn, NY: Watch Tower Bible and Tract Society, 1939), 10-11.

[18] «Sette religiose dei “Pentecostali” ed altre», circolare ministeriale n. 441/027713 del 22/8/1939, 2. Un'altra circolare ministeriale, la n. 441/02977 del 13/3/1940, riconosceva le vittime per nome sin dal titolo: «Setta religiosa dei 'Testimoni di Geova' o ‘Studenti della Bibbia’ e altre sette religiose i cui principi sono in contrasto con la nostra istituzione». La circolare ministeriale parlava della “precisa identificazione di quelle sette religiose (...) che si differenziano dalla già nota setta dei ‘Pentecostali’”, sottolineando: “L’accertamento dell’esistenza della setta dei ‘Testimoni di Geova’ e il fatto che ad essa va attribuita la paternità degli stampati già presi in esame nella richiamata circolare 22 agosto 1939 N.441/027713, non deve ingenerare l’opinione che la setta dei ‘Pentecostali’ sia politicamente innocua (...) tale setta deve essere ritenuta pericolosa, sebbene in grado minore della setta dei ‘Testimoni di Geova’”. “Le teorie vengono presentate come la vera essenza del cristianesimo – prosegue Arturo Bocchini nella circolare –, con arbitrarie interpretazioni della Bibbia e degli Evangeli. Particolarmente presi di mira, in queste stampe, sono i governanti di qualsiasi forma di governo, il capitalismo, il diritto di dichiarare la guerra ed il clero di ogni altra religione a cominciare dalla cattolica”. Vedi:Intolleranza religiosa alle soglie del Duemila, a cura dell’Associazione europea dei Testimoni di Geova per la tutela della libertà religiosa (Roma: Fusa Editrice, 1990), 252-255, 256-262.
[19] Si veda: J. BECKFORD, The Trumpet of Prophecy. A Sociological Study of Jehovah’s Witnesses (Oxford, UK: Oxford University Press, 1975), 52-61.

[20] Voce enciclopedica Jehovah’s Witnesses, M. JAMES PENTON (a cura di), The Encyclopedia Americana, Vol. XX (Grolier Incorporated, 2000), 13.

[21] L'Encyclopædia Britannica osserva che la Scuola di Galaad ha lo scopo di formare “missionari e dirigenti”. Vedi la voce enciclopedia Watch Tower Bible School of Gilead, J. GORDON MELTON (a cura di), Encyclopædia Britannica (2009), https://www.britannica.com/place/Watch-Tower-Bible-School-of-Gilead; due odierni membri del Corpo Direttivo dei TdG sono ex missionari diplomati a Galaad (David Splane e Gerrit Lösch, come riporta la Torre di Guardia del 15/12/200[/11/1977, 680 e sulla Torre di Guardia del 1/6/1997, 30, del 1/6/1990, 26 e del 15/6/2004, 25), e Raymond V. Franz, ex missionario in Puerto Rico nel 1946 e rappresentante della Watchtower Society per i Caraibi fino al 1957, quando i TdG furono banditi nella Repubblica Dominicana dal dittatore Rafael Trujillo, successivamente scomunicato per “apostasia” nel 1981. Si veda: “Gilead’s 61st Graduation a Spiritual Treat”, The Watchtower del 1/11/1976, 671 e RAYMOND FRANZ, Crisi di coscienza. Fedeltà a Dio o alla propria religione? (Roma: Edizioni Dehoniane, 1988), 33-39.

[22] Dati citati in: PAOLO PICCIOLI, “I testimoni di Geova dopo il 1946: un trentennio di lotta per la libertà religiosa”, Studi Storici: rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci (Carocci Editore), Vol. 43, n° 1 (gennaio-marzo 2001), p. 167; La Torre di Guardia, 3/1947, 47. Achille Aveta, nel suo libro Analisi di una setta: I testimoni di Geova (Altamura: Filadelfia Editrice, 1985) riporta a p. 148 lo stesso numero di congregazioni, cioè 35, ma solo 95 adepti, ma l’Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, a p. 178, puntualizza ricordando che nel 1946 “ci furono in media 95 proclamatori del Regno con un massimo di 120 predicatori appartenenti a 35 piccole congregazioni.”

[23] Nel 1939 la rivista cattolica genovese Fides, in un articolo di un anonimo “sacerdote in cura d’anime”, asseriva che “il movimento dei testimoni di Geova è comunismo ateo e aperto attentato alla sicurezza dello Stato”. L’anonimo sacerdote si definiva “da tre anni vivamente impegnato contro questo movimento” ergendosi a difesa dello Stato fascista. Si veda: “I Testimoni di Geova in Italia”, Fides, n° 2 (febbraio 1939), 77-94. Sulla persecuzione protestante vedi: GIORGIO ROCHAT [1990], pp. 29-40; GIORGIO SPINI, Italia di Mussolini e protestanti (Torino: Claudiana, 2007).

[24] Sul peso politico e culturale del “New Evangelicalism” nel secondo dopoguerra si veda: ROBERT ELLWOOD, The Fifties Spiritual Marketplace: American Religion in a Decade of Conflict (Rutgers University Press, 1997).   

[25] Si veda: JAMES D. STRASBURG, God's Marshall Plan: American Protestants and the Struggle for the Soul of Europe (Oxford: Oxford University Press, 2021).

[26] The Watchtower, 1/11/1945, 335.

[27] Il Regno di Dio è già una realtà (Roma: Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, 2014), 211.

[28] “‘Onde il ministero non sia vituperato’”, La Torre di Guardia del 1/10/1948, 298 (ed. ingl. “’That The Ministry Be Not Blamed’”, The Watchtower del 15/3/1948, 89).

[29] “Ministri a sostegno della causa nel 1949”, La Torre di Guardia del 15/4/1949, 124.

[30] Riferendoci a omissioni simili, è interessante un dettaglio presente nella biografia di Eric Frost (1900-1987), musicista tedesco e in seguito responsabile della Società in Germania con un passato nei campi di concentramento nazisti, in relazione al secondo dopoguerra: nell’edizione inglese è riportato: “Soon the German congregations were organized anew. At first we preached almost exclusively with the Bible and one tract, but at least we could meet together in freedom and could aid one another. During those meetings shortly after the war our brothers and sisters sometimes fell from their seats due to hunger and weakness. From Jehovah’s witnesses in America came CARE packages as well as large shipments of clothing from our American and Swiss brothers. This was much appreciated and a great help.” “Deliverance from Totalitarian Inquisition Through Faith in God”, di Eric Frost, The Watchtower del 15/4/1961, 248, 249, il corsivo è nostro. Nell’edizione italiana, però, questo dettaglio sull’origine dei pacchi, il CARE, stranamente è omesso: “Ben presto le congregazioni tedesche furono riorganizzate. Dapprima predicammo quasi esclusivamente con la Bibbia e un trattato, ma almeno potevamo riunirci liberamente e aiutarci l’un l’altro. Durante quelle adunanze, subito dopo la guerra, a volte i fratelli e le sorelle cadevano dalla sedia per la fame e la debolezza. Dai testimoni di Geova americani ricevemmo dei pacchi dono ed anche grandi quantità di indumenti da fratelli americani e svizzeri. Questo fu un grande aiuto che venne molto apprezzato.” “Liberazione dall’inquisizione totalitaria mediante la fede in Dio”, di Eric Frost, La Torre di Guardia, 15/10/1961, 635, il corsivo è nostro. Perché omettere ai seguaci italiani la provenienza dei pacchi dei confratelli americani?

[31] Sul 1947 Yearbook of Jehovah’s witnesses (Brooklyn, NY: Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania-International Bible Students Association, 1946), 242, viene segnalato che la Società inviò nel dopoguerra pacchi e aiuti umanitari in Europa avvalendosi della Croce Rossa Internazionale come intermediario. Peccato che Raymond V. Franz, ex membro del Corpo Direttivo dei TdG, segnali un fatto interessante, un ennesimo caso di “doble standard”, raccontando, sempre portando fonti a riguardo, l’esperienza del TdG svedese Rud Persson e della consorte, i quali “Nel gennaio del 1986 (…) esaminando il messaggio di Gesù Cristo contenuto nella parabola del "buon Samaritano", vi riscontrarono un significato molto più profondo di quanto non avessero mai compreso in precedenza. Mossi dalla grave carestia in Etiopia, aderirono alla Croce Rossa, pagando una piccola somma, per poter così essere sempre informati sui vari progetti di soccorso e da poter scegliere a quali contribuire con il loro modesto aiuto”. Raymond V. Franz, In Search of Christian Freedom (Atlanta: Commentary Press, 1991), 375. Quando la cosa balzò all’attenzione dei suoi anziani e del sorvegliante di circoscrizione, che chiesero delucidazioni alla filiale e al Corpo Direttivo, venne inviata una lettera la quale riferiva che “… lo scopo dell'organizzazione [la Croce Rossa Internazionale] è quello di alleviare i disagi e le sofferenze umane, ma non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che ha avuto inizio sui campi di battaglia. Essa svolge la maggior parte della sua opera direttamente o indirettamente in contrasto con i principi esposti in Isaia 2:4. Inoltre, l'organizzazione è una delle maggiori fornitrici di sangue per trasfusioni del mondo. É anche coinvolta nella faccende politiche e spesso agisce in qualità di mediatrice fra le nazioni in guerra. Di conseguenza, è bene considerare tale organizzazione nel suo quadro complessivo e confrontarla con la neutralità cristiana del popolo di Dio. E comunque non possiamo che disapprovare l'uso errato che fa del sangue. Non vi è dubbio che è cosa lodevole adoperarsi per alleviare le sofferenze umane, ma non possiamo divenire membri di un'associazione mondana per far questo, non vi pare? L'argomento è trattato ampiamente nella Torre di Guardia del 1° ottobre 1986, pagg. 22-24. Devono anche essere valutati i motivi per cui una persona si unisce ad un'organizzazione. Perché essa desidera unirsi ad una determinata organizzazione? Approva essa ciò che l'organizzazione fa? A volte alcuni divengono membri passivi di organizzazioni del genere solo per poter partecipare a dei corsi di addestramento di pronto soccorso e nient'altro è richiesto ai partecipanti. Un cristiano può pensare che la sua coscienza glielo permetta. D'altra parte, se altri pensassero che la sua adesione costituisce un sostegno attivo agli scopi dell'organizzazione, allora ne risentirebbero i suoi privilegi nella congregazione. Se qualcuno dovesse aderire attivamente, poniamo, al programma mondiale del sangue della Croce Rossa, dovrebbe essere disassociato.” Fortunatamente per Persson, dopo un’indagine giudiziaria che durò mesi e mesi, “Con il rischio di dover affrontare un procedimento giudiziario di disassociazione per aver ‘violato la loro neutralità’ (…) Perché la Società, pur senza alcun valido motivo, ritiene che la Croce Rossa ‘svolga gran parte delle sue attività direttamente o indirettamente in conflitto con quanto espresso in Isaia 2:4’”, non ricevette alcuna riprensione, perché “la sede centrale di Brooklyn aveva detto che l'adesione alla Croce Rossa poteva aver qualche effetto soltanto se si era anziano o servitore di ministero. Paragonò la faccenda alla questione se farsi crescere o meno la barba.” Ma il fatto stesso che la stessa Società che poteva disassociarlo, privandolo della compagnia dei suoi più stretti confratelli e parenti, nel dopoguerra utilizzò la Croce Rossa Internazionale per aiutare gli adepti in Europa, fa riflettere. La lettera inviata al corpo degli anziani di Perstorp, siglata SR:SL e datata 15/10/1986, è riprodotta fotograficamente col resto del racconto in Raymond V. Franz [1991], 376-380.

[32] Si veda: ROY PALMER DOMENICO, “‘For The Cause of Christ Here in Italy’: America's Protestant Challenge in Italy and the Cultural Ambiguity of the Cold War”, Diplomatic History (Oxford University Press), Vol. 29, n. 4 (settembre 2005), 625-654 e OWEN CHADWICK, The Christian Church in the Cold War (England: Harmondsworth, 1993).

[33] Si veda: “Trattato di amicizia, commercio e navigazione tra Italia e Stati Uniti con scambio di lettere relative agli scambi culturali”, La Settimana Incom no. 00199 del 6 febbraio 1948, https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL5000012618/2/trattato-amicizia-commercio-e-navigazione-italia-e-stati-uniti-scambio-lettere-relative-agli-scambi-culturali.html?startPage=0.

[34] Si veda: “Porta aperta ai trust americani la firma del trattato Sforza-Dunn”, l’Unità, 3/2/1948, 4 e “Firmato da Sforza e da Dunn il trattato con gli Stati Uniti”, l’Avanti! (edizione romana), 3/2/1948, 1.

[35] Sull’attività della chiesa cattolica nel secondo dopoguerra si veda: MAURILIO GUASCO, Chiesa e cattolicesimo in Italia (1945-2000), (Bologna, 2005); ANDREA RICCARDI, “La chiesa cattolica in Italia nel secondo dopoguerra”,  a cura di GABRIELE DE ROSA, TULLIO GREGORY, ANDRÉ VAUCHEZ, Storia dell'Italia religiosa: 3. L'età contemporanea, (Roma-Bari: Laterza, 1995), 335-359; PIETRO SCOPPOLA, “Chiesa e società negli anni della modernizzazione”, a cura di ANDREA RICCARDI, Le chiese di Pio XII (Roma-Bari: Laterza, 1986), 3-19; ELIO GUERRIERO, I cattolici e il dopoguerra, Milano 2005; FRANCESCO TRANIELLO, Città dell'uomo. Cattolici, partito e stato nella storia d'Italia (Bologna 1998); VITTORIO DE MARCO, Le barricate invisibili. La chiesa in Italia tra politica e società (1945-1978), (Galatina 1994); FRANCESCO MALGIERI, Chiesa, cattolici e democrazia: da Sturzo a De Gasperi, (Brescia 1990); GIOVANNI MICCOLI, “Chiesa, partito cattolico e società civile”, Fra mito della cristianità e secolarizzazione. Studi sul rapporto chiesa-società nell'età contemporanea (Casale Monferrato 1985), 371-427; ANDREA RICCARDI, Roma «città sacra»? Dalla Conciliazione all'operazione Sturzo (Milano 1979); ANTONIO PRANDI, Chiesa e politica: la gerarchia e l'impegno politico dei cattolici in Italia (Bologna 1968).

[36] Si veda la Lettera del Cappellano militare americano Homer Baker al Comitato dei Cappellani militari della Southern Baptist Convention, 25 agosto 1945 e la lettera della Direzione generale dei culti al Ministero degli Affari Esteri, 8 novembre 1945, entrambe in ASMAE, Affari Politici, USA (1945), fasc. 13, b. 99, cit. in SANDRO PALMIERI, “La battaglia per la libertà religiosa: Ugo La Malfa e i partiti laici nel dopoguerra”, Annali della Fondazione Ugo La Malfa XXIV-2009: Storia e Politica (2009), 37.

[37] ASMAE, Affari Politici, USA (1945), fasc. 13, b. 99, Telespresso no. 14/22182 del 9/10/1945, citando la notizia sull’Irish Times del 20/9/1945 sulla lettera del Consiglio generale pentecostale americano, cit. in  SANDRO PALMIERI [2009], 37.

[38] ASMAE, Affari Politici, USA (1946), fasc. 5, b. 15, appunto per il Presidente del Consiglio, s.d., cit. in  SANDRO PALMIERI [2009], 38.

[39] Sulla Chiesa di Cristo statunitense si veda: NATHAN O. HATCH, The Democratization of American Christianity, (New Haven, Connecticut, Londra: Yale University Press, 1989) e RICHARD T. HUGHES, Reviving the Ancient Faith. The Story of Churches of Christ in America (Cambridge: William B. Eerdmans, Grand Rapids, 1996). In italiano si veda:. MONROE E. HAWLEY, Riscavando Vecchi Pozzi un ritorno al cristianesimo delle origini (Roma: Chiesa di Cristo, 1997); TIMOTEO NORI, Il Movimento di Restaurazione, tesi di laurea (Facoltà Valdese di Teologia di Roma, a.a. 1981-1982); ITALO MINESTRONI, La chiesa fondata da Gesù (Bologna: Chiesa di Cristo, 1998); JOHN W. SHEPHERD, La chiesa, l’apostasia e la restaurazione (Rockwell, Texas: Italian Literature Program, 1995); VITTORIO VITALONE, Che cos’è la Chiesa di Cristo (Roma: Chiesa di Cristo, 1985); PAOLO MIRABELLI, Indagine storica, teologica e sociologica sulla Chiesa di Cristo (Roma: Chiesa di Cristo, 1998); PAOLO MIRABELLI, ITALO MINESTRONI, PAUL ROBINSON, Storia della Chiesa da una prospettiva cristiana (Roma: Perciballi, 2001); PAOLO MIRABELLI, Le Chiese di Cristo in Italia (Roma: Letteratura Autori Cristiani, 2005).

[40] Si veda: ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1688, appunto del ministero degli Esteri, datato 22/12/1949; ASMAE, Santa Sede, 1950, b. 25, ministero degli Esteri, datato 16/2/1950; ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1688, lettera e appunto segreto dell'ambasciata d'Italia a Washington, datata 2/3/1950; ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1688, appunto del ministero degli Esteri, datato 31/3/1950; ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1687, scritto “segreto e personale” dell'ambasciata d'Italia a Washington al ministero de gli Esteri, datato 15/3/1953, tutto cit. in PAOLO PICCIOLI [2001], 170.

[41] Si veda: ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1688, appunto del Ministero degli Esteri datato 26/11/1953; ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1687, lettera del sottosegretario di Stato per gli Affari esteri datata 11/6/1954; ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, b. 1688, telespresso del ministero de gli Esteri datato 23/12/1954; ASMAE, Santa Sede, 1950-1957, appunto del ministero degli Esteri datato 4/2/1955, cit. in PAOLO PICCIOLI [2001], 170.

[42] La lettera di Virgilio Sommani a Robert Anthony del 7/1/1947 e il memorandum, riportato per intero in una lettera di Sommani alla Tavola Valdese di Torre Pellice in data 31/1/1947 sono entrambe rispettivamente in ASTV, Serie V, reg. 820, cit. in SANDRO PALMIERI [2009], p. 41.
[43] Sulla difficile situazione per i culti acattolici nell’Italia del dopoguerra, si veda: SERGIO LARICCIA, Stato e chiesa In Italia (1948-1980) (Brescia: Queriniana, 1981), 7-27; ID., “La libertà religiosa nella società italiana”, in Teoria e prassi delle libertà di religione (Bologna: Il Mulino, 1975), 313-422; GIORGIO PEYROT, Gli evangelici nei loro rapporti con lo stato dal fascismo ad oggi (Torre Pellice: Società di Studi Valdesi, 1977), 3-27; ARTUTO CARLO JEMOLO, “Le libertà garantite dagli artt. 8, 9, 21 della Costituzione”, Il diritto ecclesiastico, (1952), 405-420; GIORGIO SPINI; “Le minoranze protestanti in Italia”, in Il Ponte (giugno 1950), 670-689; ID., “La persecuzione contro gli evangelici in Italia”, Il Ponte(gennaio 1953), 1-14; GIACOMO ROSAPEPE, Inquisizione addomesticata, (Bari: Laterza, 1960); LUIGI PESTALOZZA, Il diritto di non tremolare. La condizione delle minoranze religiose in Italia (Milano-Roma: Edizioni Avanti!, 1956); ERNESTO AYASSOT, I protestanti in Italia (Milano: Area 1962), 85 133.

[44] ASMAE, Santa Sede, 1947, b. 8, fasc. 8, nunziatura apostolica d'Italia, datata 3/9/1947, a Sua Eccellenza on. Carlo Sforza, ministro degli Esteri.

[45] ASMAE, DGAP, Ufficio VII, Santa Sede, datata 13/9/1947, cit. in Paolo Piccioli [2001], 171.

[46] Si veda: Paolo Piccioli [2001], 171.

[47] ASMAE, Santa Sede, 1947, b. 8, fasc. 8, nunziatura apostolica d'Italia, nota dell’1°/10/1947.

[48] ASMAE, DGAP, Ufficio VII, Santa Sede, datato 13/9/1947, cit. in Paolo Piccioli [2001], 171.

[49] ASMAE, Santa Sede, 1947, b. 8, fasc. 8, “Summary Minutes” della delegazione statunitense, datato 2/10/1947 e promemoria della delegazione italiana sulla seduta del 3/10/1947. In un appunto del ministero degli Esteri datato 4/10/1947 si affermava che “le clausole contenute nell'art. 11 circa la libertà di coscienza e di culto [...] non sono in realtà usuali in un trattato di amicizia commercio e navigazione. Se ne riscontrano dei precedenti sol tanto in trattati ordinariamente stipulati fra due stati non di eguale civiltà”. Cit. in Paolo Piccioli [2001], 171.

[50] ASMAE, Santa Sede, 1947, b. 8, fasc. 8, lettera del mons. Tardini al nunzio apostolico datata 4/10/1947.

[51] ASMAE, Santa Sede, 1947, b. 8, fasc. 8, ministero degli Esteri, DGAP, Ufficio VII, appunto per il ministro Zoppi datato 17/10/1947.

[52] L’autobiografia di George Fredianelli, dal titolo “Aperta una grande porta che conduce ad attività” fu pubblicata su La Torre di Guardia, 1/4/1974, 198-203.

[53] Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 184-186.

[54] Le lettere indirizzate al Ministero dell’Interno, in data 11/4/1949 e 22/9/1949, ora nell’Archivio della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, sono cit. in PAOLO PICCIOLI [2001], p. 168. Le risposte negativa del Ministero degli Esteri sono in ASMAE, Affari politici USA, 1949, b. 38, fasc. 5, ministero degli Esteri, datate 8/7/1949, 10/9/1949, 6/10/1949 e 19/9/1950.

[55] ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 271/Parte generale.

[56] Ai TdG è comandato di mantenere la neutralità verso le questioni politiche e militari delle nazioni. Si veda: Ragioniamo facendo uso delle Scritture (Roma: Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, 1985), 243-249; gli aderenti al culto vengono invitati a non interferire in ciò che fanno gli altri in quanto a votare alle elezioni politiche, presentarsi candidati a cariche politiche, unirsi ad organizzazioni politiche, gridare slogan politici, ecc. come indicato nelle Torre di Guardia del 15/11/1968, 702-703 e del 1/9/1986, 19-20. Poiché i TdG battezzati “non fanno parte del mondo”, se un componente della congregazione persegue impenitentemente una condotta che viola la neutralità cristiana, cioè vota, si immischia negli affari politici o compie il servizio militare, si dissocia dalla congregazione, col conseguente ostracismo e morte sociale, come indicato nella Torre di Guardia del 15/7/1982, 31, sulla base di Gv. 15:9. Se a un TdG viene fatto notare che sta violando la neutralità cristiana ma rifiuta l'aiuto offertogli e persegue, un comitato giudiziario di anziani dovrebbe comunicare alla filiale nazionale i fatti che confermano la dissociazione tramite una prassi burocratica che comporta la compilazione di alcuni moduli, siglati S-77 e S-79, che confermeranno la decisione.

[57] Lettera siglata SB, 18/12/1959, riprodotta fotograficamente in ACHILLE AVETA, SERGIO POLLINA, Scontro fra totalitarismi: nazifascismo e geovismo (Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2000), 34.

[58] Sull’atlantismo del PSDI (ex PSLI) vedi: DANIELE PIPITONE, Il socialismo democratico italiano fra Liberazione e Legge Truffa. Fratture, ricomposizioni e culture politiche di un'area di frontiera (Milano: Ledizioni, 2013), 217-253; su quello del PRI di La Malfa vedi: PAOLO SODDU, “Ugo La Malfa e il nesso nazionale/internazionale dal Patto Atlantico alla Presidenza Carter”, Atlantismo ed europeismo, a cura di PIERO CRAVERI, GAETANO QUAGLIARELLO (Soveria Mannelli: Rubbettino, 2003), 381-402.

[59] L’Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, riporta, alle pp. 235, 236, che “Un tentativo di far riconoscere legalmente l’organizzazione teocratica dei testimoni di Geova fu fatto nel 1951. In quell’anno venne costituita a Milano un’associazione e presentata la domanda per il riconoscimento. Ma con lettera dell’11 febbraio 1953 la Prefettura di Milano respingeva la nostra richiesta dichiarando che non sussistevano ‘le condizioni necessarie per la concessione del chiesto provvedimento’. Quali erano queste ‘condizioni necessarie’ per ottenere il riconoscimento? Le disposizioni di legge ne prevedevano basilarmente due: che l’organizzazione religiosa fosse ‘nota’ al Governo e che le sue finalità non fossero in contrasto con l’ordine pubblico o il buon costume. Alla fine degli anni cinquanta fu fatto un altro tentativo presso il Ministero dell’Interno, ma anche in quella occasione senza successo. Negli ambienti governativi la nostra organizzazione era ancora poco conosciuta e per di più vista sotto una cattiva luce. Il legale incaricato di curare la pratica scrisse che in Italia si sentiva ancora la ‘mancanza di uno spirito profondamente liberale’”.

[60] Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 214-215. Si veda: PAOLO PICCIOLI, MAX WÖRNHARDT, “Jehovas Zeugen – ein Jahrhunder Unterdrückung, Watchturm, Anerkennung”, Jehovas Zeugen in Europa: Geschichte und Gegenwart, Vol. 1, Belgien, Frenkreich, Griechenland, Italien, Luxemburg, Niederlande, Purtugal und Spanien, a cura di GERHARD BESIER, KATARZYNA STOKŁOSA (Berlino: LIT Verlag, 2013), 384 ePAOLO PICCIOLI [2001], 174, 175.

[61] La Voce Repubblicana del 20/1/1954.

[62] Casi del genere sono elencati nell’Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 196-218. L’accusa cattolica fatta ai culti acattolici di esser “comunisti” è rilevata da una circolare, datata 5/10/1953, inviata dall'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri a vari prefetti italiani, che porterà ad indagini. L'Archivio di Stato di Alessandria, notata Paolo Piccioli a pag. 187, conserva un'ampia documentazione relativa all'indagine svolta in attuazione di tali disposizioni, e rilevava che in data 16/11/1953 il rapporto dell’Arma dei Carabinieri di Alessandria affermava che “All'infuori dei mezzi usati dai professanti il rito ‘Testimoni di Geova’ non risultano esservi state altre forme di propaganda religiosa [...] [si esclude] vi possa essere un nesso logico tra la propaganda di cui sopra e l’azione dei partiti di sinistra”, contraddicendo tale accusa.

[63] Si veda: “I comunisti italiani e la Chiesa Cattolica”, La Torre di Guardia, 15/1/1956, 35-36. Anche l’escatologia apocalittica del movimento fu condizionata dalla guerra fredda: nell’interpretare Daniele 11, dove si parla dello scontro fra il re del nord e del sud, che per i TdG e altre religioni ha un duplice adempimento, il Corpo Direttivo identificherà nel dopoguerra il re del Sud con “la duplice potenza anglo-americana” e il re del Nord con l’Urss e i suoi alleati. Il crollo del muro di Berlino porterà l’organizzazione a smettere di identificare il re del Nord coi sovietici. Si veda: ZOE KNOX, “The Watch Tower Society and the End of the Cold War: Interpretations of the End-Times, Superpower Conflict, and the Changing Geo-Political Order”, Journal of the American Academy of Religion (Oxford University Press), Vol. 79, n. 4 (dicembre 2011), 1018-1049. La nuova guerra fredda fra gli Stati Uniti d’America e la Federazione Russa, che ha bandito la Watch Tower Society dai sui territori dal 2017, ha portato il Corpo Direttivo all’adunanza annuale della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania del 2018 a dire di aver individuato l'ultimo re del nord, cioè la Russia e i sui alleati, come ribadito di recente: “Col tempo la Russia e i suoi alleati assunsero il ruolo di re del nord. (…) Perché possiamo dire che la Russia e i suoi alleati sono l’attuale re del nord? (1) Influiscono direttamente sul popolo di Dio vietando l’opera di predicazione e perseguitando centinaia di migliaia di fratelli e sorelle che vivono in territori sotto il loro controllo; (2) con queste azioni dimostrano che odiano Geova e il suo popolo; (3) si scontrano con il re del sud, la potenza mondiale anglo-americana, in una lotta per il potere. (…) Negli ultimi anni anche la Russia e i suoi alleati sono entrati nel “Paese Splendido” [biblicamente è Israele, identificato qui, in chiave antitipica, con gli “eletti” 144.000 che andranno in cielo, l’“Israele di Dio”, ndr]. In che modo? Nel 2017 l’attuale re del nord ha vietato la nostra opera e ha messo in prigione alcuni nostri fratelli e sorelle. Ha anche messo al bando le nostre pubblicazioni, inclusa la Traduzione del Nuovo Mondo. Inoltre ha confiscato la nostra filiale in Russia, come anche Sale del Regno e Sale delle Assemblee. Dopo queste azioni, nel 2018 il Corpo Direttivo ha spiegato che la Russia e i suoi alleati sono il re del nord.” “Chi è il ‘re del Nord’ oggi?”, La Torre di Guardia (ed. per lo studio), 5/2020, 12-14.

[64] Lettera siglata EQA:SSC, 17/9/1979, cit. in ACHILLE AVETA [1985], 134, riprodotta fotograficamente in ACHILLE AVETA, SERGIO POLLINA [2000], 36-37.

[65] Si veda: GIORGIO SPINI, “Le minoranze protestanti in Italia”, in Il Ponte (giugno 1950), 682.

[66] “Attività dei testimoni di Geova in Italia”, La Torre di Guardia, 1/3/1951, 78-79, corrispondenza non firmata (come prassi nei TdG dal 1942 in poi) dall’edizione americana del 1951 Yearbook of Jehovah’s Witnesses. Si veda l’Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 190-192.

[67] ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, 1953-1956, b. 266/Plomaritis e Morse. Si veda: ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 266, lettera del sottosegretario di Stato per gli Affari esteri, datata 9/4/1953; ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 270/Brescia, prefettura di Brescia, 28/9/1952;ACS, MI, Gabinetto, 1957-1960, b. 219/Missionari e Pastori protestanti statunitensi, ministero dell'Interno, Direzione generale degli Affari di Culto, appunto per l’on. Bisori, s.d. cit. in PAOLO PICCIOLI [2001], 173.

[68] PAOLO PICCIOLI [2001], 173, che cita nel testo ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, 1953-1956, b. 266/Plomaritis e Morse e ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 270/Bologna.
[69] Le autorità di polizia dell’Italia democristiana, a seguito di tali norme, si presteranno all’opera di repressione ai danni dei TdG che di fatto offrivano di porta in porta, in cambio di una cifra irrisoria, letteratura religiosa. Paolo Piccioli, nella sua ricerca sull’opera della Watchtower Society dal 1946 al 1976, riferisce che il prefetto di Ascoli Piceno, per fare un esempio, chiese istruzioni a riguardo al ministro dell'interno e gli fu detto di “impartire agli organi di polizia precise disposizioni perché l'opera di propaganda de gli aderenti all'associazione in oggetto [i testimoni di Geova] sia in ogni modo impedita”. ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 270/Ascoli Piceno, nota del 10/4/1953, ministero dell’Interno, Direzione generale della pubblica sicurezza. Infatti, il commissario del governo per la Regione Trentino-Alto Adige nella relazione datata 12/1/1954 riferì: “Non si può d'altro punto perseguirli [i TdG] per le loro opinioni religiose, come vorrebbe il clero trentino che più volte si è rivolto in passato alla questura”. ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 271/Trento, cit. in ibid. Il prefetto di Bari, invece, ricevette le seguenti istruzioni “perché l’opera di propaganda [...] sia in ogni modo impedita tanto nell’azione di proselitismo quanto in quella riguardante la distribuzione di stampati e di manifesti”. ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 270/Bari, nota del ministero dell’Interno in data 7/5/1953. Si veda: PAOLO PICCIOLI [2001], 177.
[70] Si veda: LUIGI PESTALOZZA, Il diritto di non tremolare. La condizione delle minoranze religiose in Italia (Milano: Edizione l’Avanti!, 1956).

[71] Il rifiuto del permesso a Milano, nella comunicazione riservata della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza inviata al Ministero degli Esteri, è ora in ASMAE, Santa Sede, 1950, b. 24, comunicazione del 28/10/1950. Paolo Piccioli, nella sua ricerca del 2002 sui Testimoni italiani dopo il 1946, a p. 182, riporta che, sempre in ASMAE, Santa Sede, 1950, b. 24, è stata rintracciata una copia della lettera di protesta scritta il12/10/1950, dall'allora responsabile della filiale italiana, Giuseppe Romano, all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma, e quella scritta all'ambasciata d'Italia a Washington, in data 18 ottobre 1950, da Ulysses V. Glass, membro della sede mondiale dei Testimoni di Geova nonché istruttore allaWatchtower Bible School of Gilead. Sull’andamento dell’assemblea, spostata in altra sede, si veda: ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 270/Milano, questura di Milano, 27/10/1950, Ministero dell'Interno, 3/11/1950.

[72] Paolo Piccioli [2002], p. 181.

[73] Il presidente repubblicano Dwight D. Eisenhower sarà un politico molto religioso, e insieme al rev. Billy Graham a cui sarà legato, svolgerà un ruolo basilare nell'incoraggiare il popolo americano al ritorno alla devozione spirituale, battezzandosi il 1/2/1953 e accolto nella National Presbyterian Church dal rev. Edward Elson. Si veda: ROBERT S. ALLEY, So Help Me God: Religion and the Presidency, Wilson to Nixon(Richmond, Va.; John Knox Press, 1972); LOWELL D. STREIKER, GERARD S. STROBER, Religion and the New Majority: Billy Graham, Middle America, and the Politics of the 70’s (New York: Association Press, 1972). La famiglia Eisenhower faceva originariamente parte della “Chiesa dei Fratelli in Cristo”, una chiesa evangelica mennonita. Tuttavia quando Dwight aveva cinque anni i genitori aderirono alla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, ai tempi guidata da Charles T. Russell. La casa Eisenhower servì come luogo d'incontro del gruppo religioso dal 1896 al 1915, quando il padre abbandonò l'organizzazione religiosa deluso del fallimento della profezia secondo cui Armaghedon doveva venire nel 1914. I TdG, però, celebrarono nel loro luogo di culto il funerale del padre di Ike quando questi morì negli anni 1940, dato che all’epoca non vigeva l’ostracismo ai danni dei dissociati. La madre di Ike continuò ad essere attiva Testimone e pioniera regolare fino alla propria morte avvenuta nel 1946, mentre Ike ed i suoi fratelli smisero di frequentare il culto dopo il 1915. Ike godette un rapporto stretto con la madre durante il corso della loro vita e per il giuramento del suo secondo mandato presidenziale usò persino una Bibbia stampata della Watch Tower Society, l’American Standard Version, pubblicata nel 1901 e adottata per l’uso del nome “Jehovah” nell'Antico Testamento. Si veda: GLADYSDODD, “The Religious Background of the Eisenhower Family” (unpublished bachelor of divinity thesis, Nazarene Theological Seminary, 1959) eJERRY BERGMAN, “Steeped in Religion: President Eisenhower and the Influence of the Jehovah's Witnesses”, Kansas History, vol. 21, no. 3 (autunno 1998), 148-167, ed. it. “Intrisi di religione: Il presidente Eisenhower e l’influenza dei Testimoni di Geova”, trad. a cura di SERGIO POLLINA, https://www.infotdgeova.it/8altro/il-presidente-eisenhower-e-l-influenza-dei-testimoni-di-geova.html.

[74] Cit. in FRANCIS M. GIBBONS, Ezra Taft Benson: Statesman, Patriot, Prophet of God (Salt Lake City: Deseret Book, 1996), 210. Si veda: EZRA TAFT BENSON, The American Heritage of Freedom, a Plan of God; Talk Given at the Semiannual Conference of the Church of Jesus Christ of Latter Day Saints (Salt Lake City, Utah; Deseret Book Co., 1961); ID., Cross Fire: The Eight Years with Eisenhower (Garden City, N.Y.; Doubleday & Co., 1962).

[75] SHERI L. DEW, Ezra Taft Benson: A Biography (Salt Lake City: Deseret Book, 1987), pp. 374-382, dove si descrive la missione italiana e gli incontri col ministro democristiano. Si veda inoltre: MAURIZIOBRUNETTI, “Ezra Taft Benson. Profilo di un conservatore americano”, StoriaLibera, a. II, no. 3 (2016), pp. 18-21 e ID., “Un conservatore mormone: Ezra Taft Benson (1899-1994)”, Cultura & Identità. Rivista di Studi Conservatori, vol. 2 no. 5 (maggio-giugno 2010), 11-21.

[76] Ci riferiamo ad attività di lobbismo con coinvolgimenti, ufficialmente condannati sulla letteratura del movimento, non solo con l’ONU, l’OSCE, ma anche per favorire la compravendita di immobili a New York: la Watchtower assume lobbisti per influenzare le edificazioni edili. Una ricerca su nyc.gov/lobbyistsearch (ad agosto 2014, oggi il sito pare oscurato) mostrava un ampio elenco di proprietà di New York per le quali Watchtower ha utilizzato i lobbisti. In un esempio del 2004, Watchtower ha pagato Fred, Frank, Harris, Shriver & Jacobson, LLP (04) $ 59.880 per fare pressioni per un cambio di zona e un permesso di sviluppo per 85 Jay St. Inoltre, l’articolo “Jehovah’s Witnesses’ Brooklyn Headquarters for Sale”, pubblicata da The New York Times del 31/1/2016, informava della citata vendita degli immobili del quartier generale del movimento nella zona di Brooklyn e nella città di New York City, trasferito subito dopo a Warwick, NY, che, sulla base di una ricerca fatta nel 2016 sul sito uspdr.com, la fonte non governativa più completa per i dati immobiliari a New York, risulta che il patrimonio newyorkese ammontava a 202.747.692$.

[77] GIORGIO PEYROT, La circolare Buffarini-Guidi e i pentecostali (Roma: Associazione Italiana per la Libertà della Cultura, 1955), 37-45.

[78] Corte costituzionale, sentenza n. 1 del 14/6/1956, in Giurisprudenza costituzionale, 1956, 1-10.

[79] PAOLO PICCIOLI [2001], 188-189. Sulla sentenza si veda: S. LARICCIA, La libertà religiosa nel la società italiana, cit., pp. 361-362; ID.., Diritti civili e fattore religioso (Bologna: Il Mulino, 1978), 65. Per una cronaca ufficiale della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania si veda la Svegliatevi! del 22 /4/1957, 9-12.

[80] Come ribadito nell’Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 214, che riporta: “I fedeli fratelli sapevano di aver subito un’ingiustizia per la loro presa di posizione e, anche se non si preoccupavano eccessivamente della loro reputazione agli occhi del mondo, decisero di chiedere la revisione del processo per rivendicare i diritti dei testimoni di Geova come popolo” (il corsivo è nel testo, inteso come “popolo di Geova”, cioè tutti i TdG italiani).

[81] Sentenza n. 50 del 19/4/1940, pubblicata in Tribunale Speciale per la difesa dello Stato. Decisioni emesse nei 1940, a cura del ministero della Difesa (Roma: Fusa, 1994), 110-120.

[82] Cit. in Corte di appello degli Abruzzi-L'Aquila, sentenza n. 128 del 20/3/1957, “Persecuzione fascista e giustizia democratica ai Testimoni di Geova”, con nota di SERGIO TENTARELLI, Rivista abruzzese di studi storici dal fascismo alla Resistenza, vol. 2, n. 1 (1981), 183-191 e in AA.VV., Minoranze, coscienza e dovere della memoria (Napoli: Jovene, 2001), appendice IX. La dichiarazione dei magistrati è cit. in Annuario dei Testimoni di Geova del 1983, 215.

[83] Appunto del 12/8/1948 della Direzione generale degli affari di culto, in ACS, MI, Gabinetto, 1953-1956, b. 271/Parte generale.

[84] Un caso increscioso, avvenuto nel 1961, fu registrato a Savignano Irpino (Avellino), dove il sacerdote cattolico entrò abusivamente nell'abitazione di una TdG dove si stava per svolgere una cerimonia funebre per la morte della madre. Il parroco, affiancato da un altro sacerdote a dai carabinieri impedirà la cerimonia funebre che si stava svolgendo col rito dei TdG, trasferendo la salma nella locale chiesa e imponendo una cerimonia di rito cattolico, portando successivamente le autorità a intervenire, condannando le persone coinvolte. Si veda: Tribunale di Ariano Irpino, sentenza del 7/7/1964, Giurisprudenza italiana, II (1965), coll. 150-161 e II diritto ecclesiastico, II (1967), 378-386.

[85] Intolleranza religiosa alle soglie del Duemila [1990], 20-22 e 285-292.

[86] Si vedano, le seguenti lettere della filiale romana dei TdG indirizzata “Agli anziani riconosciuti come ministri di culto” del 7/6/1977 e a “… coloro che sono iscritti all’Inam come ministri religiosi” del 10/10/1978, che parla dell’accesso al Fondo riservato ai ministri religiosi in base alla Legge 22/12/1973 n. 903 per i diritti pensionistici, e la lettera del 17/9/1978, indirizzata “A tutte le congregazioni dei Testimoni di Geova dell’Italia”, che norma il diritto del matrimonio religioso con ministri di culto interni autorizzati dalla Repubblica Italiana.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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