Manifestazione a Roma contro l'ostracismo
Si è tenuta il 1° dicembre 2010 una manifestazione pubblica, in piazza Montecitorio a Roma, per denunciare la pratica dell'ostracismo attuata dalla congregazione dei Testimoni di Geova nei confronti di coloro che lasciano o vengono espulsi dal gruppo. Questo è il volantino, che è stato distribuito ai passanti in centinaia di copie, in cui vengono spiegate le ragioni per cui si è tenuta questa manifestazione:
Cliccare sull'immagine per scaricare una copia stampabile (formato pdf) del volantino.
Alcune foto della manifestazione (click per ingrandire)
La pratica dell'ostracismo tra
i Testimoni di Geova
Molti conoscono i Testimoni di Geova a causa delle tristi notizie di cronaca, dove vengono periodicamente menzionate persone morte per essersi rifiutate di accettare le trasfusioni di sangue, emoterapie proibite anche nel caso di minorenni; ma sono in pochi a conoscere l'ostracismo che i Testimoni di Geova praticano verso coloro che hanno deciso di lasciare il loro gruppo religioso.
Non si tratta di un intollerante comportamento di pochi affiliati, l'ostracismo è una regola imposta dai vertici di questo movimento, rappresentato in Italia dalla "Congregazione cristiana dei Testimoni di Geova"; ecco una sintesi della letteratura di questa "Congregazione" riguardo alla pratica dell'ostracismo:
La Torre di Guardia 1/11/1994: "Ci sono occasioni, però, in cui un servitore di Geova non può mostrare compassione. (Confronta Deuteronomio 13:6-9). 'Cessare di mischiarsi in compagnia' di un intimo amico o di un parente che è stato disassociato può mettere a dura prova un cristiano. In tal caso è importante non lasciarsi impietosire... ".
Il libro Amore di Dio del 2008 a pag. 207 dice: "Quindi con chi è disassociato non abbiamo contatti di natura spirituale o sociale. La Torre di Guardia del 1 gennaio 1982, a pagina 25, diceva: "Un semplice saluto può essere il primo passo che porta a una conversazione e forse anche a un'amicizia. Vorremmo fare questo primo passo con un disassociato? È davvero necessario evitarlo del tutto? Sì, e per diversi motivi…".
La Torre di Guardia del 15 aprile 1988, pag. 28: "Se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell'immediata cerchia familiare, potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente".
L'ostracismo è previsto anche se gli espulsi sono parenti stretti e purtroppo sono tante le famiglie che lo praticano pedissequamente, decidendo di non avere nessun contatto persino se l'ex Testimone di Geova è il proprio figlio o la propria madre; addirittura molti genitori decidono di non far vedere i propri figli ai nonni, se questi hanno abbandonato il Movimento.
È giunto il momento che i cittadini e le Istituzioni conoscano questo volto nascosto dei Testimoni di Geova, affinché - pur rispettando il diritto di ciascuno di credere a ciò che vuole - le Autorità statali non attribuiscano alcuna forma di tutela rinforzata, come la stipula dell'intesa ai sensi dell'art. 8 della Costituzione, a gruppi religiosi che si rendono responsabili di prassi così intolleranti come l'ostracismo.
La sistematica applicazione dell'ostracismo come corollario dell'attività "disciplinare", praticata dal Movimento, giustifica appieno, da sola, l'allarme sociale che accompagna l'adesione al geovismo; come può, allora, lo Stato accettare di non "interferire" nell'attività disciplinare della "Congregazione cristiana dei testimoni di Geova"? È, invece, doveroso che, prima di arrivare ad un'Intesa (attualmente in discussione al Senato - disegno di legge n. 2237), il Parlamento valuti con maggiore attenzione, con prudenza e discernimento. Il che non significa negare una libertà che è garantita a tutti. Eventualmente si nega in questo caso un regime di particolare favore, che è cosa ben diversa dall'esercizio della libertà religiosa.
Leggete testimonianze personali relative agli effetti della orribile pratica dell'ostracismo, attuata dai Testimoni di Geova:
vedi link disassociazione