La croce nell'arte del primo secolo
La croce nelle iscrizioni e nell'arte
dei primi secoli dell'era cristiana
(terza parte)Nella rivista Svegliatevi! del mese di aprile 2006, a p. 13, si legge quanto segue:
Questa è un'altra raffigurazione della croce che smentisce queste affermazioni:Solamente tre secoli dopo la morte di Gesù alcuni che si professavano cristiani fecero propria l’idea che fosse stato messo a morte su una croce a due bracci.
L'iscrizione, in un greco grammaticalmente un po' pencolante, è nelle prime due righe della gemma:
Cioè: , "Figlio Padre Gesù Cristo".
Si tratta di un amuleto magico di fine II\inizio III secolo di origine egizia trovato a Gaza, attualmente nella Pereire Collection di Parigi. Il pezzo appare nel catalogo di una mostra di arte cristiana curata da Felicity Harley e Jeffrey Spier, ed è definita come "earliest surviving representation of Jesus on the cross"(1). L'amuleto è ricco di nomi magici, come vuole la tradizione esoterica tardo-antica, e reca l'iscrizione "Figlio, Padre, Gesù Cristo", probabilmente è un amuleto di un mago, che mischia elementi di varie religioni, tra cui un'invocazione a Gesù come fosse un dio tra gli altri, al fine di compiere i suoi riti (2).
Il volume in cui la si può trovare, che è il catalogo della mostra è: Picturing the Bible: the earliest Christian art / Jeffrey Spier ; with contributions by Mary Charles-Murray ... [et al.] New Haven [etc.] : Yale university press ; Fort Worth : Kimbell art museum, [2007] Il pezzo è il n. 55 del catalogo, e lo si trova alle pp. 228-229.
Di seguito la scansione delle pagine del cataologo dove si descrive questo amuleto:
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Note:
(1) Spier, op. cit. supra, p. 229.
(2) Un fenomeno sincretistico piuttosto comune in epoca antica consisteva nel mischiare nomi cristiani, pagani, ed inventati in quanto nomi segrete di divinità, al fine di ottenere un incantesimo più potente. Qualcosa di simile avveniva in Atti, 19:13-17, in cui un mago pagano cita Gesù mettendolo nel calderone del suo esorcismo: «Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch'essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: "Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica". Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo. Ma lo spirito cattivo rispose loro: "Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?". E l'uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite. Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a Efeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del Signore Gesù».
Appendice
A cura di Federico Ferrari
RECENTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE
Nel 2018 è stato rinvenuto in un complesso funerario dell’antica Edessa un mosaico tombale con quattro croci. Edessa fu, com’è noto, la culla del cristianesimo siriaco (si tratta dell’odierna Urfa al confine meridionale della Turchia). Abbiamo dunque qui la testimonianza dell’uso della croce in un contesto semitico. Le croci quattro croci sono accompagnate da un’iscrizione aramaica che recita:
☩ [……. b]r ʿbdw ☩ br mrywn ʿbdt ly byt ʿlmʾ ☩ hnʾ ly wlbny [w]lyrty ☩,
☩ [Io ....], figlio di ʿAbdū, ☩ figlio di Maryun ho fatto questa casa di eternità ☩ per me, per i miei figli e i miei eredi. ☩
Gli archeologi hanno datato questa iscrizione alla prima metà del III secolo, cioè all’incirca al 230-240 d.C.
L’immagine e la datazione sono tratte da:
A. Desreumaux & M. Önal, «The Translation of Syriac Inscriptions of New Mosaics found in Şanlıurfa/Edessa», in M. Önal, Urfa-Edessa Mozaikleri. Şanlıurfa Büyükşehir Belediyesi, Kültür ve sosyal işler daire başkanlığı, 2017, p. 136.
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