Statistiche sull'università
Statistiche sull'università e altro
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Disegno tratto dalla "Torre di Guardia" (ed. per lo studio)
del 15 giugno 2014, pp. 3 e 5.
del 15 giugno 2014, pp. 3 e 5.
Nel forum Infotdgeova, nel mese di aprile 2015, si è iniziata una discussione in cui si è parlato di un libro in cui si sostiene che dal 1995 l'atteggiamento dei TdG nei confronti dell'istruzione superiore sarebbe cambiato. La discussione è visibile al seguente link: "Nuovo libro di Massimo Introvigne".
Trascrivo di seguito gli interventi di un utente nei quali vengono presentate delle interessanti analisi statistiche, corredate da grafici.
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I dati proposti dal libro di Massimo Introvigne in relazione alla scolarizzazione dei TDG hanno creato molto interesse. L'interesse ha quindi generato conclusioni di vario tipo che, da una parte e dall'altra, potrebbero trarre in confusione il lettore distogliendo da quello che sono i dati realmente rilevati. Questo perché sempre, quando si parla di rilevazioni statistiche, i numeri non possono mentire ma le interpretazioni date agli stessi numeri possono essere utilizzate a sostegno della propria causa, "Cicero pro domo sua", come direbbero i latinisti.
Cerchiamo quindi di fare chiarezza sia sui dati e sia sulle modalità di rilevazione per avere una visione obiettiva dell'argomento. Poi lascio a ciascuno trarre le proprie conclusioni, anche a seconda dell'opportunità personale, ma senza per questo modificare l'interessantissimo insieme di informazioni che questa imponente rilevazione (che non parla solo di università come vedremo) fornisce.
Affronteremo l'argomento per punti:
- modalità di rilevazione
- rappresentatività del campione
- TDG e istruzioni: dati
- TDG e istruzioni: conclusioni
- altre informazioni dal sondaggio PEW
Proprio perché i numeri possono dire quello che fa comodo ed è mia intenzione svolgere un'analisi obiettiva della questione, mi appello alla pazienza e all'intelligenza del lettore: la prima per permettergli di arrivare a leggere fino in fondo, la seconda per comprendere che in certi casi sono state compiute approssimazioni dove queste non inficiavano la correttezza dei dati (per esempio dire che negli USA ci sono 1.200.000 TDG quando sono in realtà da fonte Wikipedia sono 1.243.387 non cambia il senso dei dati forniti).
Infine una nota: i dati sono estrapolati dalla ricerca e da me elaborati e messi in grafico. Ho prestato molta attenzione e verificato accuratamente il lavoro, ma è stata un'attività tra me e me medesimo. Pertanto se qualcuno dovesse "scoprire" qualche errore sono ben lieto di correggere (questa si chiama peer review ed è fatta apposta) e tengo a precisare che un conto è commettere un errore d'inserimento del dato e un conto è dare un significato diverso al dato stesso. I numeri non mentono, ma chi li racconta potrebbe farlo: lascio quindi a voi ogni conclusione sui risultati forniti.
E ora partiamo!
1) Modalità di rilevazione
Il problema della statistica su indagine, come quella svolta da PEW Research, è che si potrebbe far dire agli intervistati più o meno quello che si vuole. Questo per esempio è il motivo per cui i sondaggi politici sono attentamente codificati, pubblicati e monitorati. Perché chiedere a una persona di scegliere tra A, B o C preclude per esempio l'opzione che la persona ti risponda D. Questi sondaggi, su basi numeriche così ampie (il PEW ha coinvolto oltre 35.000 interviste) sono svolti ponendo risposte chiuse che vengono precedentemente preparate dal sondaggista proprio per coprire la casistica di interesse per l'indagine.
Come tutti gli istituti di ricerca che si rispettino sono stati forniti i criteri dell'indagine (consultabili nell’Appendix 4: Survey Methodology,) da cui apprendiamo molte cose, tra cui che il sondaggio è stato svolto telefonicamente con il seguente target: In each contacted household, interviewers asked to speak with the youngest adult male currently at home. If no male was available, interviewers asked to speak with the youngest adult female at home. This systematic respondent selection technique has been shown to produce samples that closely mirror the population in terms of age and gender.
Quindi l'intervistato "tipo" è il maschio più giovane presente in casa, in linea di massima. La distribuzione delle età dei partecipanti è presente nel documento e può essere così resa in grafico:
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Si noti come la distribuzione è piuttosto uniforme, ed è abbastanza ovvio pensare che se la chiamata era rivolta a una famiglia con figlio di 20 anni il destinatario del sondaggio della chiamata era il ventenne, mentre se una chiamata era rivolta a una coppia di anziani 60enni l'intervistato avrà avuto 60 anni essendo lui il più "giovane" della casa. La Tabella 1 dell'Appendice 4 evidenzia come quasi il 60% degli intervistati fosse tra i 18 e i 44 anni e il 30% sotto i 35; questo dato sarà ripreso in seguito.
La Tabella 2 informa che potremmo avere un errore, sui JW, del +/- 7,5 %, maggiore di quello delle religioni più numerose ma comunque accettabile.
2) Rappresentatività del campione
Il campione di intervistati (come spiegato nell'appendice 4) è considerato rappresentativo. Ha coinvolto oltre 35.000 persone. Il campione di 211 TDG riportato in Appendice 1 - Educational Level by Religious Tradition) ci permette una considerazione fatta con calcoli "della serva":
TDG negli USA: 1 milioneTDG nel sondaggio: 211rapporto 1.000.000 / 211 = 4.739 è il tasso di rappresentatività
Volendo paragonare questo dato alla rappresentatività media di un generico sondaggio politico come quelli svolti nel nostro paese per rivelare le intenzioni di voto, prendiamo l'ultimo di EMG per La7 (presentato lunedì sera):
Elettori italiani: 50 milioniInterpellati nel sondaggio: 1.300rapporto 50.000.000 / 1.300 = 38.461 è il tasso di rappresentatività
Pertanto il numero, che in assoluto può sembrare piccolo, è comunque in linea con il tasso di rappresentatività dei sondaggi come sono comunemente svolti.
3) TDG e istruzioni: dati
I dati in merito all'istruzioni degli aderenti alle varie confessioni sono riportati nella ormai famosa tabella che allego.
Nel documento sono riportati i testi dei quesiti posti ai partecipanti, alla domanda sull'istruzione: "What is the last grade or class that you completed in school?" Quindi la risposta fornisce il livello d'istruzione OPPURE l'ultima classe conclusa nel proprio percorso scolastico. La domanda è relativa all'ultima classe frequentata al momento del sondaggio e non al titolo ottenuto.
La tabella, tra l'altro, nella parte bassa già riportava questa utile informazione ma nelle varie fasi di copia incolla si è, si vede, persa.
I dati elaborati della tabella possono essere così riassunti, per semplicità, in tre gruppi:
a) diplomati o menob) hanno frequentato o frequentano universitàc) sono laureati o PhD.
Una persona che fosse iscritta (ora o in passato) all'università completando almeno un anno di corso sarebbe inclusa nel gruppo b). Nel gruppo a) troviamo quindi solo quelli che o non si sono diplomati o si sono diplomati senza mai iscriversi all'università, o comunque senza completare almeno un anno di corso all'università.
I TDG si rivelano essere quelli con la percentuale più alta di diplomati (51%) e tra quelli con la percentuale più alta di non diplomati. Per cui se si sommano i diplomati con quelli non in possesso di diploma (gruppo a) in azzurro) si evince che i TDG che non hanno frequentato un anno di università in circa il 70% dei casi. Significa anche mediamente che solo il 30% dei TDG o frequentano/hanno frequentato l'università o si sono laureati, contro circa il 50% della media nazionale.
Dalla stessa tabella si possono ricavare informazioni relative ai laureati o potenzialmente tali. Non sapendo ovviamente se quelli inclusi nel gruppo b) (frequentano o hanno frequentato) siano ancora iscritti o meno non è possibile fare distinzioni, e si può quindi ragionare per eccesso ipotizzando che tutti quelli che hanno risposto al sondaggio con "Some college" siano attualmente frequentati e quindi potenzialmente laureati.
È ovviamente un'approssimazione per eccesso, alla luce anche dell'età dei partecipanti, ma a favore di sicurezza per le considerazioni seguenti la diamo per valida. Ecco in grafico rappresentati per religione i laureati o potenzialmente tali.
I TDG sono di gran lunga il gruppo religioso con il minor numero di laureati o di potenzialmente tali. Se immaginassimo che tutti quelli che hanno risposto al sondaggio "Some college" fossero frequentanti e si laureassero domani, sommandoli ai già laureati avremmo per i TDG una percentuale del 31%, contro il 50% della media nazione e l'80% circa di Ebrei e Indu.
Per maggior chiarezza si propongono i dati dei partecipanti al sondaggio suddivisi per due macro-gruppi di età, ipotizzando che il primo gruppo sia quello degli "adulti in età di laurea" e il secondo composto da persone ormai fuori dagli anni canonici di laurea.
È una considerazione di massima, ovviamente, ma che può essere utile a capire i dati precedentemente esposti.
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Come si legge nelle specifiche questa statistica fotografa non necessariamente il grado d'istruzione ottenuto ma tiene conto anche della frequenza, al momento del sondaggio, di determinate scuole. La conferma è data dal numero basso di diplomati nelle religioni tradizionali e dall'elevata percentuale di under 35 presenti nel sondaggio (quasi il 30%).
Significa che 1 intervista su 3 è stata effettuata a persone in età "universitaria", e quindi si deduce che la maggioranza dei TDG abbia risposto High School Graduate perché non stava frequentando nessuna università (magari lavorava), a differenza per esempio dei loro colleghi ebrei o indu.
Altre elaborazioni statistiche sarebbero possibili, ma ritengo sufficiente quanto finora presentato per poter passare alle conclusioni seguenti.
4) TDG e istruzioni: conclusioni
I dati prima esposti permettono quindi di concludere che i TDG sono la religione con il maggior numero di aderenti solo diplomati. I diplomati TDG (che quindi non frequentano o non hanno frequentato l'università) sono per esempio pari ai soli laureati o post-doc degli Indu.
Il numero di frequentatori di università (attuali o nel passato) è il più basso di tutte le religioni. Questo dato peraltro potrebbe essere utile per illuminare sul tasso di abbandono, se non fosse che non sappiamo l'età dei partecipanti al sondaggio in funzione della risposta data.
Il dato sul tasso di abbandono è di certo legato alla colonna "Some college" perché vedendo una percentuale d'iscritti all'università maggiore del numero d'intervistati in età universitaria si potrebbero avanzare alcune ipotesi sull'argomento, ma sarebbero solo ipotesi e non conclusioni di carattere scientifico per cui preferisco astenermi. Resta un dato che a prima vista tanti TDG hanno frequentato o frequentano (22% e pochissimi sono i laureati (9%).
Infine il numero di laureati o post doc dei TDG è il più basso in assoluto (9% contro una media nazionale del 27%). Tutte le altre religioni hanno valori molto più elevati e la media nazionale è tre volte tanto (27% contro 9%).
Un'ultima nota: alla luce della premessa nello svolgimento del sondaggio il fatto che ci siano TDG laureati prima di convertirsi non è dato saperlo, ma escluderei di ritenere interessante l'informazione se consideriamo che l'intervista era generalmente rivolta al maschio più giovane del nucleo famigliare, quindi per intenderci al figlio e non al padre, ovviamente per le famiglie in cui un giovane c'era (abbiamo per esempio un 16% di over 65 nella rilevazione).
Si può quindi supporre che se la migrazione c'è effettivamente, questa avviene tra religioni in maniera scambievole (da cattolico a TDG, da TDG a ateo, ecc.) e quindi non viene rilevata nel sondaggio così per come è stato posto.
5) Altre informazioni dal sondaggio PEW
La lettura completa del sondaggio permette di ricavare altre informazioni interessanti e allineate con quelle che sono ritenute le credenze dei TDG. Per esempio (domanda Q.5b) i TDG sono quelli che scoraggiano di più l'omosessualità e (domanda Q.5f) sono di gran lunga non sostenitori degli interventi militari (sostenitori il 9% contro una media del 28%).
Alcuni dati interessanti si ricavano dalla Q.2 - All in all, are you satisfied or dissatisfied with the way things are going in your personal life? i cui risultati sono presentati in grafico.
La religione con il maggior dato di non soddisfatti è quella dei TDG con il 16% contro il 12% del totale (a parte le chiese dei neri americani). Non si sta qui parlando dell'essere soddisfatti delle condizioni del mondo, perché quello è stato oggetto di quesito nella Q.1 - All in all, are you satisfied or dissatisfied with the way things are going in this country today?. In questa domanda si parla di soddisfazione in merito alla propria vita personale.
Un ultimo dato interessante è relativo ai guadagni (Q.60 e sgg) e si presta a due letture interessanti. Ecco l'elaborazione in grafico.
I TDG sono quelli con la percentuale più alta d'intervistati con guadagno sotto i 50.000 dollari.
Nell'analisi precedente erano risultati i più scontenti della loro vita i TDG e quelli delle chiese dei neri americani. Questi due gruppi sono gli unici con più del 35% dei partecipanti al sondaggio con un reddito inferiore ai 30,000 dollari (neri delle chiese americane 47% e i TDG con 42%). La media nazionale è 31%.
Una nota merita il tema degli indu, che più volte spiccano in questo sondaggio. Gli indu hanno per il 65% un reddito superiore ai 75.000 dollari (contro il 18% dei TDG), ed erano anche quelli con la più elevata scolarizzazione e tra quelli più soddisfatti della propria vita personale. Un interessante spunto di riflessione, a margine, sulla correlazione istruzione-reddito-felicità andrebbe quindi fatta dopo aver visto questi numeri.
In definitiva lo studio presentato da Introvigne nel suo libro e svolto dal PEW fornisce una fotografia dei TDG che poi ciascuno può utilizzare per le proprie considerazioni. Di sicuro, che la scolarizzazione degli aderenti sia di gran lunga la più bassa rispetto alla media nazionale, è un dato inequivocabile.
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Si veda anche la pagina
Il punto di vista del Corpo Direttivo
sull'istruzione universitaria
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