Le dottrine
Quando venne distrutta l'antica Gerusalemme?
Il libro di Zaccaria e il 587 a.C.
Che Gerusalemme sia caduta nel 587 a.C. e non nel 607, lo si comprende anche dalla lettura del libro di Zaccaria, capitoli 1 e 7.
«Il ventiquattro dell’undicesimo mese, cioè il mese di Sebat, l’anno secondo di Dario, questa parola del Signore fu rivolta al profeta Zaccaria ... Allora l’angelo del Signore disse: "Signore degli eserciti, fino a quando rifiuterai di avere pietà di Gerusalemme e delle città di Giuda, contro le quali sei sdegnato? Sono ormai settant’anni!"» (Zaccaria 1:7,12 CEI).
Il secondo anno del regno di Dario corrisponde al 520/519 a.C., come riconosce la stessa WTS.[1] Il ventiquattresimo giorno dell'undicesimo mese corrisponde a metà febbraio del 519 a.C. In quell'anno lo "sdegno" del Signore verso Gerusalemme durava da circa 70 anni (68 per l'esattezza). Se si fa decorrere l'inizio dello "sdegno" da quando iniziò l'assedio di Gerusalemme, nel gennaio del 589 (2 Re 25:1; Ez. 24:1,2; Ger. 52:4), questo periodo durava esattamente da 70 anni.
Questi settant'anni quindi non sono i "settant'anni per Babilonia" di cui si parla nel libro di Geremia (29:10). Sono invece il periodo che intercorse fra l'assedio/distruzione di Gerusalemme nel 589-587 a.C. fino alla ricostruzione del tempio nel 519. Due mesi prima erano state gettate le fondamenta, come si legge in Aggeo 2:18, e da quel momento lo "sdegno" del Signore ebbe termine: "Da questo giorno concederò la benedizione" (Ag. 2:19).
Anche Zaccaria 7:1-5 dimostra che dalla distruzione del tempio nel 587 fino alla sua ricostruzione negli anni 520-515 erano trascorsi settant'anni:
«L’anno quarto del re Dario, il quarto giorno del nono mese, detto Chisleu, la parola del Signore fu rivolta a Zaccaria. Betel aveva inviato Sarèser, alto ufficiale del re, con i suoi uomini a supplicare il Signore e a domandare ai sacerdoti addetti al tempio del Signore degli eserciti e ai profeti: "Devo io continuare a far lutto e astinenza nel quinto mese, come ho fatto in questi anni passati?". Allora mi fu rivolta questa parola del Signore degli eserciti: "Parla a tutto il popolo del paese e a tutti i sacerdoti e di’ loro: Quando avete fatto digiuni e lamenti nel quinto e nel settimo mese per questi settant’anni, lo facevate forse per me?"».
Il quarto anno di Dario era il 518 a.C. Come mai il popolo faceva lutto e digiunava nel quinto mese e nel settimo? La WTS scrive che «Era osservato evidentemente il decimo giorno di quel mese (Ab), per commemorare come quel giorno Nebuzaradan, capo della guardia del corpo di Nabucodonosor, dopo due giorni d’ispezione, incendiò la città di Gerusalemme e il suo tempio. (Geremia 52:12, 13; 2 Re 25:8, 9)». Il digiuno del settimo mese voleva «commemorare l’assassinio del governatore Ghedalia, che era stato della casa reale del re Davide e che Nabucodonosor aveva fatto governatore del paese per i Giudei poveri ai quali era stato consentito di rimanere dopo la distruzione di Gerusalemme. (2 Re 25:22-25; Geremia da 40:13 a 41:10)»[2].
Da quanto tempo i Giudei digiunavano durante questi mesi per ricordare la distruzione di Gerusalemme e del tempio e l'assassinio di Ghedalia? Da "settant'anni", dice la Scrittura. E l'anno 518-517 era il settantesimo anno dal 587 a.C.
Nota de La Sacra Bibbia - Edizioni San Paolo, 1985 che rende evidente come nel 518 a.C. erano passati settant'anni dalla distruzione di Gerusalemme e del tempio.
Note:
[1] Questo è ciò che scrive la WTS: «Le fondamenta del tempio erano state poste nel 536 a.E.V., ma il lavoro di ricostruzione fu bloccato nel 522 e “restò fermo fino al secondo anno del regno di Dario” (520 a.E.V.)» - "Perspicacia", p. 651. «L’ultima data menzionata nel libro di Zaccaria è il quarto giorno di chislev del quarto anno del regno di Dario (ca. il 1° dicembre del 518 a.E.V.). (7:1) Quindi il libro non può essere stato messo per iscritto prima della fine del 518 a.E.V. Siccome “la parola di Geova fu rivolta a Zaccaria” “nell’ottavo mese del secondo anno di Dario” (ottobre-novembre 520 a.E.V.), il libro si riferisce a un periodo di almeno due anni. — Zac 1:1» "Perspicacia" p. 1220.