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Cervello: è vero che ne usiamo solo il 10%



Cervello: è vero che ne utilizziamo solo il 10%?



 
«In conclusione, il Reparto Scrittori si accerta di usare solo informazioni vere e accurate, anche quando si tratta di dettagli apparentemente insignificanti. Grazie a questo “lo schiavo fedele e discreto” è in grado di provvedere costantemente cibo spirituale che reca onore a “Geova, Dio di verità”». (Annuario 2011, p.13)

Dopo questa premessa, prendiamo in considerazione le seguenti affermazioni:

«Nel libro The Brain Book (Il libro del cervello), lo psicologo Peter Russell scrive: “Nella nostra testa si trova uno dei più complessi sistemi dell’universo conosciuto. . . . Nessun essere umano ne ha mai sfruttato anche solo lontanamente il pieno potenziale”. In un arco di vita limitato di circa 70 o 80 anni, il potenziale del cervello non viene in effetti minimamente sfruttato. Russell aggiunge: “Spesso si dice che usiamo solo il 10 per cento delle effettive capacità della nostra mente. Ora si pensa che questa sia una stima eccessiva. Probabilmente non ne usiamo nemmeno l’1 per cento, o, cosa più probabile, solo lo 0,1 per cento o anche meno”. Immaginate di che cosa sarà capace il cervello umano nel Paradiso senza più il condizionamento delle malattie e della vecchiaia!» (La Torre di Guardia del 15 maggio 1984, p.5)

L'autore del libro citato nell'articolo, Peter Russell, sul suo sito non si presenta come psicologo ma come matematico, fisico teorico, informatico, con un interesse per la psicologia sperimentale che lo ha condotto in India a studiare meditazione e filosofia orientale.[1]

Questo suo interesse gli ha permesso di scrivere libri sulla meditazione trascendentale (che viene disapprovata dalla WTS) come “The TM technique”.[2]

Tornando al 10% del cervello, quali sono le fonti scientifiche alla base dell'affermazione di Peter Russell? Nessuna. Anzi, pare si tratti di una fake news d'annata.

Secondo il neuroscienziato Barry Lane Beyerstein, del Dipartimento di Psicologia della Simon Fraser University (Canada) l'origine della teoria del 10% pare sia riconducibile alla manipolazione di alcune affermazioni dello psicologo americano William James:

Rispetto a quello che potremmo essere, siamo svegli solo a metà. I nostri fuochi vengono smorzati, le nostre correnti d'aria vengono controllate. Stiamo facendo uso solo di una piccola parte delle nostre possibili risorse mentali e fisiche.[3]

Quale manipolazione subì l'affermazione dello psicologo James?

Agli inizi del XX secolo venne ad affermarsi in USA la corrente del Self Help, con autori come Napoleon Hill e Dale Carnegie. Fu proprio la vendita di successo del libro “Come trattare gli altri e farseli amici” a divulgare ampiamente il mito. Nella prefazione alle prime edizioni, Lowell Thomas (giornalista) scriveva:

Il Professor William James di Harvard diceva che l'uomo medio sviluppa solo il dieci per cento delle sue capacità mentali latenti.



Ma queste parole William James pare non le abbia mai dette.

Infatti, sempre il neuroscienziato Barry Lane Beyerstein su Scientific American scrive a riguardo: “Non sono riuscito a trovare menzione di una percentuale esatta, e James ha sempre parlato in termini di potenziale sottosviluppato, apparentemente non relazionandolo mai ad una quantità specifica di materia grigia impegnata.[4]

Nell'articolo di Beyerstein vengono fornite alcune argomentazioni scientifiche a dimostrazione del fatto che il cervello non è al 90% inattivo.

La letteratura accademica sull'argomento è ampia, per chi vuole approfondire.

In definitiva la sopracitata affermazione di William James, presa nel suo contesto, significava semplicemente questo:

- Non sempre ci è possibile essere al massimo e in genere potremmo fare di più.

Il mito del 10%, pur rientrando tra i “dettagli apparentemente insignificanti” menzionati nell'Annuario del 2011, rende la WTS una delle tante vittime di questa leggenda.

Oltre alla disinformazione scientifica e alle fonti poco accurate presentate, la Società ha fatto di più. Nell’articolo della Torre di Guardia del 1984, speculando su questa leggenda, si esortava:

Immaginate di che cosa sarà capace il cervello umano nel Paradiso senza più il condizionamento delle malattie e della vecchiaia!(La Torre di Guardia 15 Maggio 1984, p.5)

Anche il potenziale del 10% è tornato utile a «provvedere costantemente cibo spirituale che reca onore a “Geova, Dio di verità”

Un altro caso si trova nella Svegliatevi! del 22 Ottobre del 1995 a pag.8:

I neuroscienziati dicono che nell’attuale arco di vita usiamo appena una minima parte del potenziale del nostro cervello, secondo una stima solo circa 1/10.000, ovvero 1/100 dell’1 per cento. Riflettete su questo. Che senso avrebbe aver ricevuto un cervello con simili possibilità prodigiose se non lo si doveva mai usare appieno? Non è ragionevole pensare che gli uomini, dotati della capacità di imparare all’infinito, furono in effetti ideati per vivere per sempre?

Non è dato sapere chi siano questi neuroscienziati che sostengono un potenziale mentale neppure del 10%, bensì addirittura dello 0,0001%.

Invece ritroviamo la ricorrente logica della WTS del “ragionevole pensare”, conducendo il lettore alla dottrina della vita eterna sulla terra.

La verità e l'accuratezza sulla questione pare non siano in realtà l'aspetto più importante.

Infine, nel 2004 la WTS ha pubblicato un articolo che tratta lo stesso argomento, citando nuovamente l'autore Peter Russell con il suo “Brain Book”, ma stavolta omettendo la parte sulla percentuale. Nonostante ciò, per mano del Reparto Scrittori vi troviamo una chiara allusione all'attuale inutilizzo del nostro organo pensante:

Per fare un esempio, perché costruire un camion enorme se si intende trasportare soltanto una palata di sabbia?” (Svegliatevi! 8 Agosto 2004 p.12)
 
Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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02/04/2021
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