Tecniche di persuasione
STUDI BIBLICI
COPRICAPO - QUANDO UNA SORELLA CONDUCE LO STUDIO
IN PRESENZA DI UN FRATELLO:
Normalmente quando un fratello accompagna una sorella a condurre uno S.B. potrebbe essere utile che il fratello stesso conduca lo st. Ma se frequentemente lo st. dovesse essere condotto da fratelli diversi che accompagnano la sorella, potrebbe essere suggeribile passare lo st. ad un fratello perché lo conduca regolarmente. Se la persona che studia è un uomo o addirittura una famiglia, un fratello o una coppia potrebbe soddisfare la necessità in maniera maggiore che una sorella. Se invece la cosa dovesse capitare solo di tanto in tanto, il fatto che il fratello conduca lo st. potrebbe non creare alcuna difficoltà allo studente.
A volte, in particolare quando chi l'accompagna è il CO o il SS o il CSL, potrebbe essere opportuno che la sorella stessa conducesse lo st. Darebbe al fratello la possibilità di osservarla e quindi dare opportuni suggerimenti. D'altro canto se il fratello conducesse lo st., la sorella avrebbe la possibilità di osservarlo e quindi trarre beneficio. Crediamo sia difficile che una sorella venga accompagnata regolarmente da un fratello a meno che non si tratti di un figlio o del marito o di uno stretto familiare. In tal caso giacché è regolare, potrebbe essere il fratello a condurre lo st. anziché la sorella. In ogni caso non stabiliamo norme e regole, lasciando ai procl. la possibilità di determinare volta per volta quanto può essere più opportuno e profittevole fare. (SCE:SSH 7.5.86)
Poiché 'Uniti' 122 non cerca di fissare o stabilire tutte le situazioni che potrebbero essere considerate "circostanze eccezionali", non dovremmo farlo noi. La cosa migliore da fare è di avvisare la sorella che quando si presenta una circostanza che secondo lei è eccezionale, dovrebbero discutere la cosa con gli A., ed essi valuteranno se non vi è un'altra soluzione al problema che lasciare che la sorella conduca lo st. in presenza di un maschio battezzato. Se gli A. possono presentare una soluzione alternativa, la sorella dovrebbe aderire a tale alternativa. Se non siete in grado di offrire una valida alternativa, consideratela una circostanza eccezionale in cui non vi è una soluzione diversa. Questo evita di fare regole e lascia i fratelli più felici e meno turbati. Anche noi siamo d'accordo che vi dovrebbero essere poche "circostanze eccezionali", ma potrebbero sorgere, e quindi non sarebbe appropriato andare oltre a ciò che è scritto nel libro 'Uniti'. (SCB:SSA 10.5.86)
Siamo lieti di rispondere alla tua lettera con la quale chiedi alcune informazioni sull'argomento del copricapo. Quando il libro Rs p 115 dice che una sorella che conduce uno S.B. predisposto dovrebbe portare il copricapo alla presenza di “un dedicato componente maschile della congregazione", intende riferirsi a un dedicato battezzato. Questo è quanto viene confermato anche nella W 1.8.73, p 470. Quanto indicato nelle succitate pubblicazioni non ha lo scopo di considerare ogni possibile situazione in cui potrebbe sorgere la questione del copricapo, e di stabilire quindi una regola per ciascuna. Vengono esposti i principi relativi all'autorità e all'uso del copricapo e le illustrazioni di come si devono applicare. Se si tengono presenti lo scopo del copricapo e le situazioni fondamentali che richiedono che la donna lo porti, non dovrebbe essere difficile stabilire che cosa fare nella maggior parte delle circostanze. (SCE 10.2.95)
Circa la preghiera prima di uno S.B. Or 123 dice: "In quanto allo studente dovrai determinare quando è religiosamente giunto al punto che gli puoi mostrare l'importanza della preghiera". Se lo studente fuma durante lo st. pensiamo che non sia ancora giunto al punto di apprezzare l'importanza della preghiera, per cui non sembra saggio iniziare tale st. con la preghiera. Comunque il procl. che tiene lo st. fa bene a pregare Geova in privato affinché lo aiuti a far capire allo studente la serietà dello st. e poi in seguito il privilegio della preghiera. (CAD 13.5.78)
Ci chiedi se è appropriato lasciar dire la preghiera alla persona con cui conduciamo uno S.B. a domicilio. È saggio che la preghiera sia detta dal fratello battezzato. Questo perché, non essendo ancora la persona che studia dedicata a servire Geova, non si può sapere quale sia la sua relazione con Dio. Potrebbe esserci qualche cosa nel suo cuore che renderebbe la sua preghiera a Dio non accettevole. Perciò è meglio che chi prega sia un dedicato battezzato T.d.G. Come nella cong., solo i dedicati e battezzati possono dire la preghiera, così dovrebbe essere agli S.B. a domicilio.
Poiché 'Uniti' 122 non cerca di fissare o stabilire tutte le situazioni che potrebbero essere considerate "circostanze eccezionali", non dovremmo farlo noi. La cosa migliore da fare è di avvisare la sorella che quando si presenta una circostanza che secondo lei è eccezionale, dovrebbero discutere la cosa con gli A., ed essi valuteranno se non vi è un'altra soluzione al problema che lasciare che la sorella conduca lo st. in presenza di un maschio battezzato. Se gli A. possono presentare una soluzione alternativa, la sorella dovrebbe aderire a tale alternativa. Se non siete in grado di offrire una valida alternativa, consideratela una circostanza eccezionale in cui non vi è una soluzione diversa. Questo evita di fare regole e lascia i fratelli più felici e meno turbati. Anche noi siamo d'accordo che vi dovrebbero essere poche "circostanze eccezionali", ma potrebbero sorgere, e quindi non sarebbe appropriato andare oltre a ciò che è scritto nel libro 'Uniti'. (SCB:SSA 10.5.86)
Siamo lieti di rispondere alla tua lettera con la quale chiedi alcune informazioni sull'argomento del copricapo. Quando il libro Rs p 115 dice che una sorella che conduce uno S.B. predisposto dovrebbe portare il copricapo alla presenza di “un dedicato componente maschile della congregazione", intende riferirsi a un dedicato battezzato. Questo è quanto viene confermato anche nella W 1.8.73, p 470. Quanto indicato nelle succitate pubblicazioni non ha lo scopo di considerare ogni possibile situazione in cui potrebbe sorgere la questione del copricapo, e di stabilire quindi una regola per ciascuna. Vengono esposti i principi relativi all'autorità e all'uso del copricapo e le illustrazioni di come si devono applicare. Se si tengono presenti lo scopo del copricapo e le situazioni fondamentali che richiedono che la donna lo porti, non dovrebbe essere difficile stabilire che cosa fare nella maggior parte delle circostanze. (SCE 10.2.95)
PREGHIERA:
Ci chiedi se è appropriato lasciar dire la preghiera alla persona con cui conduciamo uno S.B. a domicilio. È saggio che la preghiera sia detta dal fratello battezzato. Questo perché, non essendo ancora la persona che studia dedicata a servire Geova, non si può sapere quale sia la sua relazione con Dio. Potrebbe esserci qualche cosa nel suo cuore che renderebbe la sua preghiera a Dio non accettevole. Perciò è meglio che chi prega sia un dedicato battezzato T.d.G. Come nella cong., solo i dedicati e battezzati possono dire la preghiera, così dovrebbe essere agli S.B. a domicilio.
Un altro motivo per cui è saggio che la preghiera sia detta da un fratello, è quello che la preghiera può spesso essere usata per insegnare qualcosa o richiamare l'attenzione su cose utili alla persona che sta studiando. Per es. nella preghiera si può indicare la necessità di essere umili, cose su cui forse la persona ha ancora bisogno di migliorare. In questo caso possiamo insegnare anche indirettamente. La persona che studia non avendo ancora una matura conoscenza della verità potrebbe anche chiedere delle cose che non sono lecite. (SCC:SSB 4.2.82)
Ci chiedi se si può far dire la preghiera ad un uomo non ancora battezzato, ma si ritiene sia già dedicato; tuttavia la prossima occasione per battezzarsi è ancora lontana (es.: 5 mesi). Se l'uomo ha espresso l'intenzione di battezzarsi alla prossima occasione, è già considerato un dedicato nel suo cuore. In caso che egli assista ad uno S.B. condotto da una sorella battezzata, egli può dire la preghiera. Invece se non è dedicato nemmeno in cuor suo, è bene che la preghiera la dica la sorella - W 1.11.63 p 671 (SCB:SSB 15.3.85)
Per quanto riguarda lo st. fatto con gli inattivi, è designata dagli A. una persona allo scopo di riattivare questo inattivo, per cui non è necessario che allo st. vi sia una seconda persona presente. (SCB:SSC 23.8.83)
Noi incoraggiamo a tenere lo S.B. con la persona interessata normalmente una volta la settimana. Se il fratello che conduce lo st. desidera aggiungere ulteriori opportunità, con discrezione e chiari obiettivi, per aiutare la persona a prepararsi per le ad. di cong., potrà senz'altro farlo. Dovrà naturalmente tener conto della disponibilità della persona interessata. Non vorrà certo occuparla così tanto che poi avrà difficoltà a frequentare le ad. o ad avere un proprio st. personale. L'obiettivo non dovrebbe mai essere quello semplicemente di segnare delle ore di servizio. E il procl. non dovrebbe neanche disporre la propria preparazione o il proprio st. personale con persone non battezzate solo per sfruttare il tempo e segnarlo come attività di predicazione. Nel caso decidesse di aiutare la persona nella preparazione anticipata per le ad., l'obiettivo sarà quello di assisterla e curare i bisogni spir. e non fare semplicemente una preparazione insieme. In quest’ultimo caso il procl. non dovrebbe sentirsi in coscienza di segnare il tempo. (SCE:SSH 7.5.86)
Chi assiste una persona interessata alla preparazione del suo discorso o per lo studio TG normalmente lo considera un’occasione per aiutare il nuovo a fare progresso. Se vuole segnare questo tempo oltre al regolare tempo per lo studio, lasciamo che sia una sua decisione. Non vogliamo stabilire regole al riguardo - Gal 6:5. (SCD 26.7.84)
Ci chiedi se si può fare rapporto del tempo trascorso dando istruzioni a chi, sebbene partecipi al servizio di campo, non è battezzato. Se per dare istruzioni intendi dire prepararsi per l'opera di predicazione, probabilmente riterrai di non dover segnare tale tempo come effettivo servizio di campo trattandosi di una preparazione a tale servizio. Comunque dovrai essere tu a determinare fino a che punto il tempo dedicato a istruire una persona non battezzata possa essere contato come servizio di campo. (SCD:SSD 16.2.94)
La preparazione normalmente fa parte del ns. st. della Parola di Dio, quindi si propone obiettivi diversi da quelli dell'opera di predicazione. Lo st. personale o la preparazione fatta con altri normalmente non rientrano nell'attività che possiamo contare come servizio di campo, anche se fatta con persone non battezzate. Lasciamo comunque a ogni singolo procl. determinare in coscienza quando segnare o no tale tempo nel proprio rapporto di servizio. Ciascun procl. vorrà mantenere una buona coscienza dinanzi a Geova essendo un servizio che Gli è reso. Non è il caso di speculare in tali cose. Chi desidera servire come P. dovrà amare il servizio e mostrare zelo nel compierlo e non di volersi appoggiare a continui espedienti. Da parte ns. lasceremo gran parte della responsabilità ai singoli individui evitando di stabilire regole oltre le indicazioni già presentate. - Om 102104. (30.10.85)
Ci chiedi se si può far dire la preghiera ad un uomo non ancora battezzato, ma si ritiene sia già dedicato; tuttavia la prossima occasione per battezzarsi è ancora lontana (es.: 5 mesi). Se l'uomo ha espresso l'intenzione di battezzarsi alla prossima occasione, è già considerato un dedicato nel suo cuore. In caso che egli assista ad uno S.B. condotto da una sorella battezzata, egli può dire la preghiera. Invece se non è dedicato nemmeno in cuor suo, è bene che la preghiera la dica la sorella - W 1.11.63 p 671 (SCB:SSB 15.3.85)
STUDIO A INATTIVI:
PREPARARSI PER LE AD. ASSIEME ALLO STUDENTE:
Chi assiste una persona interessata alla preparazione del suo discorso o per lo studio TG normalmente lo considera un’occasione per aiutare il nuovo a fare progresso. Se vuole segnare questo tempo oltre al regolare tempo per lo studio, lasciamo che sia una sua decisione. Non vogliamo stabilire regole al riguardo - Gal 6:5. (SCD 26.7.84)
ADDESTRARE LO STUDENTE PER IL SERVIZIO, SI PUÒ CONTARE IL TEMPO?:
La preparazione normalmente fa parte del ns. st. della Parola di Dio, quindi si propone obiettivi diversi da quelli dell'opera di predicazione. Lo st. personale o la preparazione fatta con altri normalmente non rientrano nell'attività che possiamo contare come servizio di campo, anche se fatta con persone non battezzate. Lasciamo comunque a ogni singolo procl. determinare in coscienza quando segnare o no tale tempo nel proprio rapporto di servizio. Ciascun procl. vorrà mantenere una buona coscienza dinanzi a Geova essendo un servizio che Gli è reso. Non è il caso di speculare in tali cose. Chi desidera servire come P. dovrà amare il servizio e mostrare zelo nel compierlo e non di volersi appoggiare a continui espedienti. Da parte ns. lasceremo gran parte della responsabilità ai singoli individui evitando di stabilire regole oltre le indicazioni già presentate. - Om 102104. (30.10.85)