I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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Tecniche di persuasione

MATRIMONIO, NOZZE


ACCOMPAGNARE UN FAMILIARE IN CHIESA PER IL MATRIMONIO:


Ci chiedete come dovete agire nei riguardi del fratello che ha accompagnato la figlia all'interno di un edificio religioso in occasione del suo matrimonio. Per poter dare una giusta risposta, è necessario sapere prima come sono andate in realtà le cose. Cioè, il fratello ha semplicemente accompagnato la figlia prima che la funzione religiosa avesse inizio, o l'ha accompagnata con la funzione già iniziata, per es. con musica, applausi, ecc.? In quest'ultimo caso avrebbe partecipato alla cerimonia religiosa.

Se ha partecipato, chiaramente si è reso colpevole di apostasia e deve rispondere di fronte a un comitato giudiziario Se non ha partecipato alla funzione religiosa, ma ha semplicemente accompagnato la figlia, prima che la funzione avesse inizio, in considerazione, come voi dite, che ha causato turbamento nella coscienza di altri fratelli, è necessario aiutarlo a comprendere bene il punto e in base alla sua reazione potrebbe essere necessario privarlo di alcuni privilegi di servizio all'interno della congregazione (SCA:SSB 7.10.87)

Non si può considerare apostasia il semplice accompagnare qualcuno all'altare di una chiesa, o rimanervi impassibilmente durante la funzione religiosa. Ma partecipare a qualsiasi forma di adorazione, prendendo parte attiva alla funzione religiosa, lo è. Non possiamo stabilire con precisione quando un rito religioso ha inizio. Alcuni riti potrebbero iniziare in un certo modo, altri in modo diverso. Certo, se vi è accompagnamento musicale religioso, è evidente che una funzione religiosa è in corso. Vogliamo precisare che chiunque entri in una chiesa si deve assumere la responsabilità delle sue azioni all'interno di essa. Qualsiasi partecipazione attiva a implicazioni religiose costituisce una grave violazione. Ri 18:4 (SCE:SSH 12.8.87)

Vi rispondiamo riguardo al caso di un fratello che, come padre, accompagna la figlia nel giorno delle sue nozze in chiesa, per incontrarsi con lo sposo. Desiderate sapere se è lecito che egli vada alla funzione, se è una decisione personale o se bisogna considerare l'effetto che questa azione potrebbe avere su altri, e qualora fosse un A. o SM, se la cosa lo squalifica come tale. Avere qualsiasi parte in un rito pagano in una chiesa sarebbe un atto di apostasia che renderebbe la persona soggetta alla disciplina della congregazione Perciò, se questo fratello accompagna la figlia in chiesa e la porta fino all'altare e questo costituisce una parte del rito cattolico del matrimonio, sarebbe apostasia, ed egli dovrebbe rispondere davanti ad un comitato giudiziario.

Se invece si tratta di accompagnare la figlia fino alla chiesa e poi lui rimane solo ad osservare la funzione, senza prenderne alcuna parte attiva in qualsiasi modo, allora la cosa dipenderà dalla sua coscienza. Comunque egli deve prendere in considerazione, come dice la Bibbia, la coscienza altrui. Se tale azione dovesse creare turbamento nella coscienza di diversi fratelli nella congregazione, non solo in qualche individuo isolato, e venisse criticato per questa sua condotta, non sarebbe idoneo per ricoprire incarichi, e se già ne ricopre qualcuno, se ne dovrebbe raccomandare la sua rimozione - 1Co 10:19-22, 31-33; 8:10-13. (SCC:SSB 8.4.82)

FARE DA TESTIMONI IN CHIESA:


Per quanto riguarda il fare da testimoni in chiesa ad uno degli sposi in occasione di un matrimonio religioso, la persona implicata dovrà rispondere davanti ad un comitato giudiziario per apostasia. Comparire davanti ad un sacerdote vestito con i parametri sacri mentre svolge una celebrazione di matrimonio con cerimonia religiosa, significa partecipare ad un celebrazione della falsa religione. Ri 18:4 (SCE:SSH 2.7.87)

PARTECIPARE AL MATRIMONIO DI UN FRATELLO CHE SPOSA UN'INCREDULA:


Se il fratello, che è un SM, farà da testimone al fratello in fede che sposa una ragazza del mondo, è una sua questione personale. Per quanto riguarda l'es. che dà alla congregazione e se i suoi requisiti possono essere messi in discussione, è una questione che dovete valutare localmente. Con questa azione darebbe l'impressione che non tiene in alta considerazione il consiglio divino di sposarsi solo nel Signore? Il fratello che si è fidanzato con una persona del mondo, secondo le istruzioni, dovrebbe essere segnato. Le Scritture indicano che si dovrebbero evitare i contatti sociali con le persone segnate. Se il fratello SM parteciperà quindi al matrimonio come testimone, non violerebbe questo consiglio? Pertanto sarete voi che dovete valutare questo problema alla luce delle norme teocratiche e prendere le vs. decisioni personali. (SCC:SSC 16.9.85)

Il matrimonio è un'istituzione di Geova, unica e speciale. Partecipare o no alla cerimonia nuziale è una questione personale. (Gal 6:5) Forse un fratello potrebbe decidere di andare alla cerimonia nuziale e non al pranzo o a tutte e 2. In ogni caso ognuno valuterà la questione alla luce dei princìpi legati al fatto che chi si sposa è un segnato. Il fratello nominato, parente del segnato, dovrà personalmente soppesare le cose per poi prendere la propria decisione e quindi agire secondo coscienza. Il matrimonio è un dono di Dio. Però forse se egli partecipasse potrebbe verificarsi la situazione che nella congregazione alcuni o parecchi inciampino, mormorino, come forse no. È importante che un nominato non perda la libertà di parola. Nel prendere la sua decisione vorrà tener conto dei sentimenti e mostrare considerazione per la congregazione Infatti è eccellente e appropriato che un nominato prenda la sua decisione serenamente dopo aver preso in considerazione anche la coscienza degli altri - 1Co 10:23. (SCA:SSA 26.10.90)

Se partecipare o non al ricevimento matrimoniale di una sorella che sposa un procl. non battezzato è una questione personale. Però si dovrebbero mettere in guardia coloro che vi dovessero partecipare, che se questo fatto dovesse turbare alcuni nella congregazione, allora tali partecipanti non sarebbero più idonei per ricevere incarichi o privilegi speciali nella congregazione Quindi i fratelli che pensano di assistere al ricevimento dovrebbero tener presente questo fatto. Non considerando solo ciò che è lecito, ma anche ciò che è vantaggioso per gli altri componenti della congregazione 1Co 10:23, 24, 32, 33. (SCB:SSA 25.2.86)

Alcuni sono andati a matrimoni fra persone battezzate e increduli dando in tal modo il loro tacito appoggio a una simile unione non scritturale (1Co 7:39). Se un A. o un SM manifestasse scarso giudizio sotto questi aspetti al punto da far sorgere in altri seri dubbi, potrebbe perdere l’idoneità scritturale a prestare servizio nell’incarico. (1Tm 3:13). Non sostenendo la Parola di Dio, ha mancato di conservare la spiritualità della congregazione (Tit 1:9). Coloro che hanno privilegi extra nella congregazione, saranno spinti dall’amore a stabilire un buon es. che tutti possono seguire, prendendo la direttiva nel salvaguardare la congregazione dallo spirito del mondo (2Co 6:3) (Schema ad. A. col CO Mar. 99 – Ago. 99)

MARITO INCREDULO NON VUOLE CHE LA MOGLIE VADA ALLE AD.:


Siamo spiacenti dell'opposizione che stai incontrando a causa dal fatto che tuo marito non è disposto a concederti la possibilità di assistere alle ad. del giovedì. Notiamo comunque che hai preso la decisione di frequentarle ugualmente, ma sembra che tuo marito stia pensando di lasciarti. La situazione è delicata, ma è probabile che vi sia una soluzione positiva, e potrebbe essere offerta dall'osservanza del principio biblico esposto in 1 Pie 3:16. Poiché il problema di tuo marito sta nel considerarsi defraudato dell’autorità perché contrariamente al suo volere tu assisti alle ad., è necessario prestare la massima attenzione a ciò che dice l'ap. Pietro.

In altre parole mentre perseveri nell'ubbidire al comando di non abbandonare la comune ad. (Eb 10:23, 24) dovresti dare a tuo marito la certezza che sei sottoposta alla sua autorità seguendo strettamente e umilmente la sua direttiva nelle cose che non implicano l'adorazione al Creatore. Abbiamo avuto sorelle con lo stesso problema e sono riuscite a superarlo essendo particolarmente attente nella loro relazione di sottomissione al marito. Il marito si è reso conto che nonostante la moglie gli disubbidisse frequentando le ad., mostrava di essere sottomessa negli altri aspetti della sua attività. Oltre a questo sarebbe opportuno che avessi un colloquio con tuo marito, facendo appello al suo amore specialmente per il fatto che è un capofamiglia. Un capofamiglia provvede alle necessità fisiche e spir. di coloro che gli appartengono.

Di conseguenza egli dovrebbe accompagnarti alle ad., se pensa che non sia appropriato per te uscire da sola, così non farebbe altro che il suo dovere di marito interessato al benessere della famiglia. È bene trattare questi argomenti in un momento particolare e con dovuto tatto. Dovrebbe essere sua premura collaborare con te se desidera essere all'altezza del compito che si è assunto divenendo capofamiglia. Egli ha la responsabilità di servire la famiglia, di sacrificarsi se necessario per il bene della sua famiglia. Perché non fa la sua parte nell'accompagnarti alle ad.? Perché chiederti di rinunciare ad adorare il tuo Creatore? Se nonostante la tua buona volontà non riesci a risolvere ora il tuo problema, che fare? La Parola di Dio ci incoraggia a perseverare. Forse questo potrà creare dispiacere e sofferenze, ma non per questo la ns. fede dovrebbe venire meno.

Geova Dio e Gesù Cristo sono con noi. Mediante lo spirito santo veniamo assistiti nei momenti più difficili. (Mt 5:11, 12; 10:3239) Rivolgiti quindi a Geova per ottenere il suo aiuto e mettendo in pratica i suoi saggi consigli continua a perseverare con determinazione. Forse ti potrà essere data la possibilità di veder realizzare le parole di 1Co 7:16. Se si avvereranno sarà anche perché hai perseverato dimostrando a tuo marito come la vera adorazione sia importante per te. (SCA:SSF 10.2.83)

ANTICONCEZIONALI  DISPOSITIVO INTRAUTERINO  IUD:


Desideri sapere fino a che punto gli A. possono interessarsi di una sorella che sembra si serva del dispositivo anticoncezionale chiamato IUD. La W 15.11.79 non indica che gli A. dovrebbero interessarsi della cosa fino al punto di formare un comitato giudiziario Comunque essi dovrebbero considerare con la persona implicata il materiale della rivista e lasciare poi a lei la responsabilità di decidere davanti a Geova. Nel considerare la cosa vorranno mettere in risalto il fatto che ci sono forti dubbi che tale dispositivo prevenga la concezione, anzi sembra che distrugga l'embrione già formato. Oltre a ciò gli A. non dovrebbero interferire in altro modo. Fino ad ora questo è l'intendimento che abbiamo sulla questione, non riportando la rivista suddetta indicazioni di misure disciplinari per chi usa lo IUD. (SCC:SSF 10.3.83)

Informazioni sull'uso dei dispositivi anticoncezionali chiamati IUD si possono trovare in W 15.11.79 p 30. Benché vi siano crescenti prove che il meccanismo d'azione degli IUD è basilarmente abortivo non si può dimostrare al 100%. Per questo motivo non siamo autorizzati a intervenire come congregazione per giudicare chi li usa. In altre parole, non si può formare un comitato giudiziario per coloro che ne fanno uso. Di conseguenza, come si dovrà reagire nei vari casi che voi presentate in forma di domanda? La risposta è che si dovrebbe lasciare la decisione finale alla coscienza individuale della persona.

Questo non sign. che Dio approvi ciò, ma che la responsabilità davanti a Dio al riguardo ricade su chi decide di ricorrere a detto dispositivo anticoncezionale. Dopo aver trattato le informazioni contenute nella succitata rivista con la persona che eventualmente ve ne fa richiesta, ed esservi accertati che ha afferrato con intendimento la questione, lasciate che decida per proprio conto, assumendosi la sua responsabilità davanti a Dio a cui renderà poi conto (SSH:SSI 12.5.82)

INTIMITÀ CONIUGALI:


Noi non possiamo dire alle coppie sposate quali sono i cosiddetti 'giochi d'amore' che possono essere leciti nei rapporti intimi tra marito e moglie. Le Scritture non danno regole specifiche, né impongono delle specifiche limitazioni in quanto ai rapporti sessuali fra marito e moglie. Però nello stesso tempo vi è la possibilità e forse la probabilità che alcune pratiche sessuali ora seguite fra marito e moglie fossero in origine praticate solo da omosessuali. Se le cose stessero così allora non è cosa che il cristiano coscienzioso prenderà alla leggera semplicemente perché non vi è un diretto riferimento a persone sposate nelle Scritture in quanto a tali pratiche.

Alcune brevi, appropriate espressioni d'amore le troviamo scritte in Pro 5:15-20 e nel Cantico 1:13; 2:6; 7:6, 8 oltre a Gb 31:9, 10. Esse ci provvedono alcune indicazioni in merito alle cose considerate normali fra i coniugi di quei tempi. Pensiamo che queste cose siano normali anche oggi. In 1Co 13:4, 5 si dice: "L'amore ... non si comporta indecentemente, non cerca i propri interessi". Nei rapporti intimi tra marito e moglie si deve rispettare la coscienza l'uno dell'altro mostrando così amore e non cercando i propri interessi. Questo significa che se qualche atto o qualche cosiddetto gioco d'amore dovesse ripugnare all'altro coniuge o turbare la sua coscienza, per amore e per non agire in modo indecente ci si asterrà da tale atto. Ci chiedi se sia lecito che quando la donna ha la mestruazione essa pratichi la masturbazione al marito, o faccia altri giochi simili.

La masturbazione è una pratica impura e non è incoraggiata dai principi biblici, ma in vista del fatto che nelle Scritture non vi sono precise istruzioni in merito, i coniugi dovranno decidere secondo la loro coscienza assumendosi la responsabilità della loro decisione davanti a Dio per le cose che praticano nell'intimità dei loro rapporti. In questa intimità escludiamo che gli A. della congregazione debbano esercitarvi un controllo. Tuttavia se i coniugi si rivolgono a loro per avere consigli gli A. possono considerare i principi biblici che possono far luce sulla questione e possono essere utili per guidare i coniugi stessi nei loro rapporti onde mantengano una buona coscienza davanti a Dio. (20.10.83)

Quando 2 coniugi hanno problemi riguardo alle loro relazioni sessuali e vogliono sapere ciò che è giusto o non è giusto fare, si può solo additare loro ciò che la Bibbia dice sotto forma di leggi o principi. Andare oltre tale regola non è corretto. La W 15.7.78 p 31 dice: “Bisogna riconoscere che la Bibbia non stabilisce nessuna regola o limitazione specifica sul modo in cui marito e moglie possono avere rapporti sessuali”. Vuol dire che possono fare ciò che vogliono? La stessa rivista a p 32 risponde: “Con questo non si deve intendere che tutte le pratiche erotiche siano condonate. Si esprime semplicemente il vivo senso di responsabilità di lasciare che siano le Scritture a stabilire norme e di astenersi dall’assumere una posizione dogmatica dove l’evidenza non sembra provvedere una base sufficiente”.

A p 31 si parla di certe pratiche insolite, “come la copulazione orale nell’ambito del matrimonio e queste furono messe sullo stesso piano della grave immoralità sessuale. In base a ciò si pervenne alla conclusione che si abbandonava a tali pratiche erotiche era soggetto alla disassociazione”. Poi la rivista prosegue: ”Un ulteriore e attendo esame della cosa ci ha convinto che, mancando chiare istruzioni scritturali, queste sono cose per cui la coppia deve assumersi la responsabilità davanti a Dio e che non spetta agli A. tentare di controllare queste intimità coniugali né provvedere alla disassociazione se tali cose ne fossero l’unico motivo”. Ma se la congregazione non ha basi scritturali per intervenire quando 2 coniugi praticano la copulazione orale o anale, ciò non vuol dire che ciò sia giustificato davanti a Do nel praticare tali cose di origine ripugnante. nella W 1.9.83 p 31 viene fatto un es. di un marito che esige che la moglie partecipi a un’attività erotica pervertita.

La rivista dice: “Anche se il coniuge credente è angustiato dalla situazione, il suo sforzi di attenersi ai principi scritturali gli farà ottenere la benedizione di Geova.” Lo sforzo che deve fare il credente dipende unicamente dalla sua decisione personale. Nessun altro può dirgli cosa deve fare. Deve essere la sua coscienza che deve operare. La W 15.5.78 indica il principio da seguire nei campi in cui c’è dubbio. La W 1.9.83 p 31 indica quando la congregazione nel caso di problemi riguardanti relazioni pervertite. Quando il problema diviene noto e suscita scalpore e mormorii nella congregazione, allora gli A. devono prendere provvedimenti. Se è un SM che fa tali cose e ne parla agli altri, non è più irreprensibile. E se non ne parla con nessuno, ne assume pienamente la responsabilità davanti a Dio, che deve essere servito con coscienza pura. Se poi uno sfacciatamente incoraggiasse altri ad avere relazioni sessuali pervertite, potrebbe essere espulso dalla congregazione per condotta dissoluta. (DC 6.7.88)

DIVISIONE DEI BENI:


Spetta ai 2 coniugi stabilire se vogliono effettuare la divisione dei beni. Dato che è una questione personale, la decisione spetta unicamente a loro. (SCB:SSB 22.12.89)

MARITO CRISTIANO HA USATO VIOLENZA CON LA MOGLIE:


Dalla documentazione pervenutaci sembrerebbe che esistano referti medici, rapporti della polizia e carabinieri che attesterebbero ripetuti episodi di violenza che ... avrebbe subìto dal marito. Il fatto che subito dopo ella sia stata disassociata per adulterio non esonera la congregazione dall'accertamento della verità a questo riguardo. Se sussistono le prove di una pratica di violenza da parte del fratello, e il relativo corpo degli A. dovrà accertarlo, la cosa dovrebbe essere presa in esame giudiziariamente. Km 10.73 p 3 (SCD 6.8.91)

CERIMONIA CRISTIANA NELLA SALA DEL REGNO:


Lo schema S41 per i discorsi matrimoniali indica che è appropriato concludere il discorso scritturale con una preghiera. Il fatto di far precedere il discorso da una preghiera introduttiva è qualche cosa che spetta agli interessati determinare. (SCF:SSF 12.3.90)

La C 15.5.88 spiega che la cerimonia, fra il discorso e la lettura della formula da parte del M. di culto, non dovrebbe superare i 30 min. Normalmente la celebrazione del matrimonio non inizia con il cantico e la preghiera, di solito l'oratore incaricato inizia direttamente il suo discorso rivolgendosi agli sposi. Tale discorso potrebbe durare 15, 20 min. dopo di che il M. di culto leggerà la formula per il matrimonio e infine l'oratore farà un breve riassunto di alcuni min. e quindi si può concludere con il cantico e la preghiera. (SCC:SSC 11.4.91)

ORARIO DELLA CERIMONIA NON DEVE INTERFERIRE CON ALTRE AD.:


Rimane valida la direttiva offerta nella W 15.9.84 p 15 § 19: "Il matrimonio verrà celebrato in un orario tale da non interferire con le ad.". Perciò quando gli sposi si rivolgeranno al corpo degli A. per richiedere la Sala, ci dovranno essere accordi precisi, in modo che la cerimonia o discorso nuziale non interferisca con alcuna ad. che normalmente si tiene in quel giorno e in quell'ora nella locale Sala, comprese le ad. per il servizio di campo. La Sala viene usata primariamente per le attività teocratiche. Quindi gli A. non dovrebbero apportare cambiamenti agli orari delle ad., perché si possa celebrare un matrimonio. Gli A. farebbero bene a tenere in mente che tra le loro responsabilità principali vi è quello di tenere in alta stima le ad. cristiane, non relegandole o sminuendole per fare posto a matrimoni. In questo modo contribuiranno alla spir. e alla maturità della congregazione locale e non si lasceranno condizionare da uno spirito mondano. (SCE:SSH 30.5.87)

CHI PUÒ PRONUNCIARE IL DISCORSO MATRIMONIALE:


Di solito il discorso matrimoniale viene pronunciato da un A. Comunque rimane valido quanto dice il Km 12.73, cioè che un discorso nuziale può essere pronunciato da qualsiasi fratello dedicato e battezzato se la legge lo permette, ma si aggiunge anche: "Se dev'essere pronunciato nella Sala, si deve ottenere il permesso del com. di servizio della congregazione" Va precisato che tale permesso non è necessario se il discorso verrà pronunciato in un locale diverso dalla Sala, infatti in questi casi sono i diretti interessati che possono decidere. La scelta dell'oratore è prerogativa degli sposi, ma per quanto riguarda il concedere l'uso della Sala per celebrare il matrimonio, occorre ricevere il permesso dal locale corpo di A. (SCE:SSH 20.7.87)

Non è detto che debba essere obbligatoriamente un A. a pronunciare un discorso matrimoniale, anche se sarebbe senz'altro suggeribile. Quanto è detto nel Km 12.73 è tuttora valido. In gran parte la scelta dell'oratore rimane una questione personale. Comunque la C 15.5.88, prevede che in linea di principio, il discorso sia tenuto da un A. qualificato, giacché pronunciando un discorso nella Sala, egli si presenta come "un ministero ordinato che rappresenta la congregazione locale e la C.C.". Nel caso gli interessati preferiscano scegliere come oratore un qualsiasi fratello battezzato, non un A., rimane una prerogativa del corpo degli A. valutare la cosa e determinare se concedere l'uso della Sala o meno. Il già citato Km dice infatti: "Se dev'essere pronunciato nella Sala, si deve ottenere il permesso del com. di servizio della congregazione" Se gli A. locali ritengono che l'oratore scelto non sia qualificato per rappresentare un ministro ordinato della congregazione non devono sentirsi obbligati a concedere l'uso della Sala. Il corpo degli A. potrebbe rifiutarla. (SCC:SSE 15.2.89)

FARE ANNUNCI PER RACCOMANDARE UN COMPORTAMENTO

DECOROSO ALLA FESTA NUZIALE:


Riguardo agli annunci fatti dopo il discorso matrimoniale nella S.d.R. per raccomandare un comportamento decoroso durante la festa nuziale, non esiste alcuna particolare disposizione. Naturalmente, eventuali annunci dal podio della S.d.R. in occasione del matrimonio richiedono l’approvazione del corpo degli A. e non dovrebbero offendere e turbare nessuno. Gli A. dovrebbero comunque verificare fino a che punto è davvero necessario fare tali annunci se sono state prese appropriate disposizioni. (SCBSSC 9.11.99)

FARE UN DISCORSO QUANDO NON VIENE CONCESSO L’USO DELLA SALA:


Per quanto riguarda la domanda se un A. può fare il discorso o no, è una questione che dovrà decidere lui stesso secondo la sua coscienza. Questo anche se la S.d.R. è negata alla sorella e l'A. vuol farle il discorso in qualche altro luogo. Questo fratello, però, dovrà riflettere bene prima di prendere una decisione, in modo da non turbare la coscienza di altri nella congregazione ()

TAGLIO DELLA TORTA:


Ci chiedi se il taglio della torta è compatibile con la fede cristiana. Tra i numerosi libri di folklore che trattano varie usanze superstiziose in occasione dei matrimoni, non viene data una spiegazione di tale cerimoniale. Comunque è saggio da parte degli A. informarsi sul sign. locale che si dà a tale usanza. Che qualcuno debba tagliare la torta è ovvio, e potrebbe essere lo sposo che offre la prima porzione alla sposa o viceversa. Ma nel cerimoniale di tale usanza vi è forse connessa qualche idea superstiziosa?

Noi non lo sappiamo. Ma il fatto che tale usanza turba la coscienza di alcuni, e magari dei futuri sposi stessi, perché non fare le cose del tutto normali? (2Co 6:3) Nella W 1.9.69 p 534 viene discusso l'argomento delle usanze matrimoniali. Viene indicato che il cristiano può fare una scelta delle usanze. Alcune non sono scritturali e quindi i cristiani vi sono contrari. Chi fa i preparativi per il matrimonio fa bene ad esaminare le pratiche comuni nella sua zona e stabilire come sono considerate sul luogo. Nella e W 15.9.84 alle p 18 e 19 vengono dati ulteriori consigli, sottolineando il fatto di operare per il bene di tutti.  Gal 6:10 Non sarebbe scritturale per noi stabilire delle regole da seguire nei matrimoni. Occorre applicare i princìpi biblici, usare buon senso, ragionevolezza e dare più importanza all'aspetto spir. del matrimonio che non a quello formalistico, che accentra le principali attenzioni sugli sposi e non sul Creatore del matrimonio. (DC 14.3.90)

LANCIO DEL BOUQUET DI FIORI ALLE DAMIGELLE:


Riguardo all'usanza da parte della sposa di lanciare i fiori alle damigelle dopo che è stato celebrato il matrimonio, vi sono delle informazioni in The World Book Encyclopedia, solo in lingua inglese (CAD 28.4.78)

TAGLIO DELLA CRAVATTA:


Riguardo all'usanza che vi è in alcuni pranzi di matrimonio di tagliare la cravatta dello sposo e poi passarla in un vassoio facendo una colletta, è bene ricordare che il cristiano non vuole conformarsi a questo sistema di cose. (Ro 12:2) Per questo motivo non imiterà questo mondo nel praticare cose che violano i princìpi cristiani. Chiediamoci: in questo caso viene violato qualche principio cristiano? La risposta evidentemente è sì. Infatti mettere davanti a tutte le persone presenti questa cravatta e venderne un pezzo per una contribuzione agli sposi, è una specie di coercizione, che può mettere in imbarazzo i presenti, e che in diversi casi se contribuiscono per il pezzo di cravatta, lo fanno perché si sentono forzati o imbarazzati nel non farlo.

Questo non sarebbe in armonia con 2Co 9:57. Perciò i fratelli dovrebbero essere scoraggiati dal fare tali cose ai loro matrimoni, né permettere che vengano fatte da qualche presente alla cerimonia. Anche se questo non è un motivo per essere chiamati davanti ad un comitato giudiziario, non è una condotta esemplare e potrebbe influire sull'avere privilegi nella congregazione Inoltre mostrerebbero mancanza d'amore verso i presenti. Non sappiamo se vi sia qualcosa di pagano in questa pratica, perciò prima che di fare qualche cosa a imitazione del mondo, sarebbe appropriato fare una ricerca e vedere come è considerata una certa pratica e se ha relazione con la falsa religione o con la "buona fortuna". Si possono fare ricerche in qualsiasi biblioteca consultando enciclopedie e libri su usanze locali. (SCB:SSA 27.12.83)

GRIDARE "VIVA GLI SPOSI":


Nel caso che un fratello si unisca nel gridare "viva la sposa", sta violando un principio, cioè quello di attribuire indebito onore o lode a una persona. La persona non acquista dei meriti solo perché si sposa. Perciò se le azioni del cristiano al riguardo turbano la congregazione egli potrebbe perdere i suoi privilegi. (SCB:SSA 27.12.83)

La risposta alle tue domande, (se è lecito applaudire o gridare “viva gli sposi”) puoi ottenerla consultando la W 15.7.65 p 4467; W 1.10.69 p 6014; W 1.9.69 p 5337; W 1.10.74 p 598601. Come noterai nella lettura degli argomenti riportati nelle succitate riviste, il cristiano deve essere ragionevole in ogni cosa, e deve stare attento a non esaltare la creatura anziché il Creatore. (SCC:SSC 25.7.85)

REGALO AGLI SPOSI:


In relazione al fare dei regali agli sposi diciamo che è una questione privata e non desideriamo entrare nei particolari. È chiaro che se la cosa dovesse creare notevole disturbo nella congregazione gli A. potrebbero parlare agli sposi e offrire appropriati consigli. G 22.5.77 p 278; G 8.9.77 p 34 (SSB 22.3.89).



 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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