Le dottrine
Tolomeo Claudio: un impostore?
Questo era il titolo di un articolo pubblicato nella rivista La Torre di Guardia del 1/6/1978. Ecco cosa si leggeva a pagina 30 di tale rivista:
Quanto è accurata la cronologia dell'antico Impero Babilonese attualmente accettata? Per molti anni i cronologi hanno preso molto seriamente l'elenco dei re compilato da Tolomeo Claudio, studioso greco del secondo secolo, considerato spesso il più grande astronomo dell'antichità.Tuttavia, nel suo nuovo libro "The Crime of Claudius Ptolemy", il noto fisico Robert R. Newton dell'Università John Hopkins presenta la prova che Tolomeo "inventò di proposito" molte osservazioni astronomiche per dimostrare certe teorie da lui formulate, "onde poter asserire che le osservazioni convalidavano le sue teorie".La rivista "Scientific American", nei suoi commenti sul libro di Newton, osserva: "In tale falsificazione Tolomeo può essere giunto a inventare la durata del regno dei re babilonesi. Dato che la moderna ricostruzione della cronologia babilonese è stata basata in gran parte su una lista di re di cui Tolomeo si servì per precisare le date di presunte osservazioni babilonesi, secondo Newton 'tutta la cronologia di una certa importanza deve ora essere riesaminata senza più riporre alcuna fiducia nella lista tolemaica [dei re]'". - Ottobre 1977, pag. 80.Queste scoperte illustrano come non ci sia da fidarsi della storia e dei calcoli cronologici secolari quando contrastano con la Bibbia. A differenza degli storici secolari, gli scrittori della Bibbia non avevano nulla da guadagnare presentando i fatti sotto falsa luce. Inoltre, ciò che scrissero divenne parte di "tutta la Scrittura" che "è ispirata da Dio". - 2 Tim. 3:16.
Di seguito l'articolo completo pubblicato da Scientific American:
Claudio Tolomeo: un impostore
Da Scientific American, ottobre 1977, pp. 79-81.Claudio Tolomeo, il dotto greco che visse ad Alessandria nel secondo secolo, per molto tempo è stato considerato il più grande astronomo dell'antichità. Il suo trattato di astronomia 'E Matematike Syntaxis, scritto nel 142 A.D., è stato definito l'opera più importante di matematica astronomica prima del De Revolutionibus Orbium Coelestium pubblicato da Copernico 1400 anni dopo. Nella Syntaxis Tolomeo espose un sistema matematico per predire le posizioni future dei pianeti, un sistema nel quale la terra era considerata immobile, mentre il sole, la luna, i pianeti e le stelle erano visti come gravitanti intorno ad essa in combinazioni di epicicli circolari.La teoria planetaria tolemaica influenzò a tal punto l'astronomia islamica che gli astronomi arabi dettero alla Syntaxis il nome di Almagesto, che significa "il più grande". Inoltre la teoria tolemaica modellò lo sviluppo della cosmologia europea fino all'epoca dei lavori di Copernico e Keplero. Più vicino a noi la Sintaxis ha rivestito una certa importanza agli occhi degli storici come pure degli astronomi per il fatto che Tolomeo cita teorie ed osservazioni astronomiche che egli attribuisce ai suoi predecessori greci e babilonesi, e in alcuni casi la sua opera costituisce l'unica fonte di informazione sulla antica cultura greca e cronologia babilonese che sia pervenuta fino a noi.Ora, secondo l'opinione di R. Newton dell'Università John Hopkins esposta in un libro dal titolo The Crime of Claudius Ptolomy [Il delitto di Claudio Tolomeo], che sarà pubblicato dalla Tipografia dell'Università John Hopkins, Tolomeo si è rivelato il più fortunato impostore nella storia della scienza.La dimostrazione della frode si trova nella stessa Sintaxis. In base all'analisi statistica fatta da Newton risulta che la precisione di certe osservazioni planetarie e stellari che Tolomeo pretende di avere effettuato è talmente elevata che in alcuni casi c'è una sola probabilità su un miliardo che egli le abbia fatte realmente con gli strumenti che descrive. In altri casi le presunte osservazioni di Tolomeo sugli equinozi e i solstizi risultano errate di oltre un giorno, uno sbaglio incomprensibilmente macroscopico che eccede di 10 volte gli errori dei suoi predecessori in osservazioni analoghe.Nella versione aggiornata del catalogo stellare del suo predecessore Ipparco le posizioni di un migliaio di stelle che Tolomeo pretende di avere osservato, furono ottenute spostando di un uguale valore ogni singola posizione. In un certo numero di casi le conclusioni di Tolomeo basate sulle presunte osservazioni sono esatte fino all'ultimo decimale anche laddove i suoi calcoli risultano errati. Tutte queste stranezze hanno indotto Newton a concludere che Tolomeo desunse le osservazioni dalle sue tavole e non in altra maniera. Scrive Newton: "Egli elaborò certe teorie ma si rese conto che non quadravano coi dati dell'osservazione. Anziché abbandonare le teorie, deliberatamente costruì delle osservazioni partendo dalle teorie stesse in modo da poter pretendere che i dati dell'osservazione dimostrassero la validità delle sue teorie".Newton ha anche scoperto che buona parte delle osservazioni che Tolomeo attribuisce ad altri astronomi in realtà non sono state recuperate nel passato ma sono state costruite da lui stesso. "Ipoteticamente", stima Newton, "la scoperta della frode di Tolomeo distrugge metà di tutto quello che avevamo accettato come astronomia greca". Inoltre la falsificazione di Tolomeo può essersi spinta tanto lontano che egli può aver inventato la durata dei regni dei sovrani babilonesi. Poiché la ricostruzione della cronologia babilonese si basa in gran parte su una lista di sovrani che Tolomeo ha utilizzato per datare le presunte osservazioni babilonesi, secondo Newton, "tutta la cronologia attinente dovrà essere riveduta e ogni dipendenza dalla lista regale di Tolomeo dovrà essere abbandonata".Newton ha preso in considerazione la possibilità che un assistente di Tolomeo possa avergli fornito delle false osservazioni, e non per pigrizia, ma ritiene improbabile che tale assistente possa anche aver falsificato deliberatamente la storia. Newton considera pure la vaga possibilità che la Sintaxispossa essere stata scritta da qualcun altro e non da Tolomeo. Newton non ha ancora trovato nessuna prova per una motivazione della frode, ma avanza l'ipotesi che molto verosimilmente una motivazione potrebbe essere stata il desiderio di diventare famoso come grande astronomo. "Egli potrebbe essersi accorto all'inizio della sua carriera di non possedere la qualificazione necessaria, e allora avrebbe scelto l'unico modo possibile per appagare la sua ambizione: sostituire l'abilità con la frode".Il problema più arduo per quanto concerne la Sintaxis per Newton è spiegare come mai essa sia stata accettata per 18 secoli come un'opera di grande valore. Soltanto pochi astronomi e storici durante tutto questo tempo vi hanno scoperto delle incongruenze, ma chiaramente l'unico studioso che abbia seriamente messo in discussione il valore dell'opera è stato J.B.J. Delambre, un astronomo francese degli inizi del XIX secolo."È chiaro", conclude Newton, "che nessuna dichiarazione di Tolomeo riguardo alla materia in questione può essere accettata a meno che non sia confermata da autori totalmente indipendenti. Tutte le ricerche, sia in campo storico che in quello astronomico, che si basavano sulla Sintaxis, dovranno essere interamente rifatte".
Se si effettua una ricerca nell'Indice delle Pubblicazioni della WTS oppure si consulta il cd-rom della Società, si troverà fra l'altro il seguente riferimento alla voce FRODE (pagina 312 dell'Indice cartaceo) :
di Tolomeo: w78 1/6 30.
e anche questi riferimenti alla voce TOLOMEO, CLAUDIO (pag. 757):
lista di re messa in dubbio: kc 186-7; w78 1/6 30; g72 8/11 27-9osservazioni astronomiche messe in dubbio: w78 1/6 30sospettato di frode: g84 22/9 9.
Cosa si legge in queste ultime pubblicazioni? kc 186-7 è l'Appendice del libro Venga il tuo regno (commentata in parte in questa pagina: link). Non si legge comunque in questa appendice che qualcuno - a parte la stessa WTS - abbia messo in dubbio la lista dei re di Tolomeo. Il secondo riferimento - w78 1/6 30 - è la Torre di Guardia del 1978 che cita Scientific American ed il libro di Newton; g72 8/11 27-9 è una rivista Svegliatevi! che riporta in maniera faziosa e parziale le parole di uno studioso così come segue:
«Ma quanto è fidato il Canone di Tolomeo? Nel suo libro The Mysterious Numbers of the Hebrew Kings, il prof. E. R. Thiele scrive: "Il canone di Tolomeo fu preparato primariamente per scopi astronomici, non storici. Non pretese di fornire un elenco completo di tutti i governanti di Babilonia o di Persia, né l'esatto mese o giorno del principio dei loro regni, ma fu un accorgimento che rese possibile correggere la collocazione in un ampio schema cronologico di certi dati astronomici che erano allora disponibili. I re i cui regni erano di meno di un anno e che non abbracciavano il giorno dell'Anno Nuovo non erano menzionati". (Il corsivo è nostro)».
Quello che realmente pensa il prof. Thiele del canone di Tolomeo è indicato in questa pagina: link (la nota 2). È chiaro che la WTS non ha citato in maniera corretta il pensiero di questo studioso.
Infine, nella Svegliatevi! del 22/9/84 (g84 22/9 9), in un articolo dal titolo "Disonestà di scienziati nel passato", ecco che cosa scriveva la Società:
«Tolomeo, del II secolo E.V., secondo cui la terra era al centro dell'universo, idea questa accettata per 1.400 anni, fu considerato "il massimo astronomo dell'antichità". Oggi gli studiosi credono che ottenesse i suoi dati non mediante osservazione, ma copiando l'opera di un astronomo greco precedente, Ipparco di Nicea. Si sospetta pure che si sia procurato alcuni dati risalendo dai risultati da lui presupposti» (il corsivo è mio).
Leggendo questa e le altre riviste indicate non si può che concludere che Tolomeo fosse un impostore, che il suo Canone non possa essere quindi accettato come valido ed autorevole e che questa sia l'opinione degli studiosi in generale. Ma come stanno realmente le cose? Iniziamo a fare chiarezza pubblicando un articolo apparso sulla rivista Scientific American nel marzo 1979, articolo che la Società Torre di Guardia non ha mai né citato né pubblicato:
L'assoluzione di Claudio Tolomeo
Da Scientific American, vol. 240, n.3, marzo 1979, pp. 90-94.Nel mese di ottobre del 1977 questa sezione si fece portavoce di argomenti che erano stati esposti per dimostrare che Claudio Tolomeo, l'astronomo greco che visse in Alessandria nel secondo secolo, era stato un impostore. Il caso venne solevato da Robert R. Newton, dell'Università John Hopkins, in un libro intitolato The Crime of Claudius Ptolemy [Il delitto di Claudio Tolomeo] pubblicato dalla Tipografia dell'Università John Hopkins. Da allora gli specialisti di storia dell'Astronomia hanno esaminato a fondo il libro e parecchi di loro sono giunti alla conclusione che l'accusa di frode è priva di fondamento.L'accusa mossa da Newton è inconsistente. Tolomeo è considerato il maggiore astronomo dell'antichità. La sua opera 'E Matematike Syntaxis (Trattato di Matematica), rinominata Almagesto (Il più grande) dai dotti arabi del secolo nono, espone un'ampia teoria dei moti planetari che fu accettata per 1400 anni. Sulla base di tale teoria Tolomeo elaborò un sistema matematico che permetteva di prevedere le posizioni future dei pianeti. Nella Sintaxis Tolomeo incluse anche il più esteso catalogo stellare dell'antichità. La Sintaxis contiene numerosi riferimenti ai precursori di Tolomeo e particolarmente a Ipparco (il compilatore del primo catalogo stellare), e in parecchi casi gli scritti di Tolomeo sono per gli storici l'unica fonte di informazione sulla antica astronomia greca e sulla cronologia babilonese. Questi scritti, per esempio, contengono l'unica lista della durata dei regni babilonesi che sia giunta fino a noi.Nel suo libro The Crime of Claudius Ptolemy Newton accusa l'astronomo di avere inventato sistematicamente i dati che sono alla base della sua teoria dei moti planetari. Questo, scrive il Newton, ha reso Tolomeo "il più fortunato impostore della storia della scienza" e l'autore del testo che "ha arrecato all'astronomia più pregiudizio di qualunque altra opera che sia mai stata scritta". La base del processo intentato da Newton è l'analisi statistica, un procedimento per mezzo del quale egli ha voluto dimostrare che la precisione di alcune osservazioni che Tolomeo dice di avere effettuato è talmente levata che le probabilità che egli le abbia fatte realmente con gli strumenti che egli descrive sono una su un miliardo.D'altra parte, laddove le osservazioni di Tolomeo risultano imprecise in base alle teorie odierne, Newton sostiene che Tolomeo con gli strumenti che dice di avere utilizzato avrebbe dovuto essere in grado di fare osservazioni più precise. Anche in questo caso Newton ha calcolato le probabilità che Tolomeo possa avere commesso simili errori, e avendo trovato che tali probabilità sono di una contro 1092, è giunto alla conclusione che le osservazioni di Tolomeo sono fraudolente.Noel M. Swerdlow, dell'Università di Chicago, in un articolo che apparirà su The American Scholar, sostiene che l'analisi statistica di Newton non ha nessun valore. Per calcolare quante probabilità un certo evento possa verificarsi per un determinato numero di volte, Newton ha spesso fatto affidamento su quella che viene definita la regola del prodotto: si moltiplica la probabilità che un certo evento si verifichi per il numero dei casi possibili. Per esempio la probabilità di ottenere 1 con un dado è una su sei, o 1/6; la probabilità di ottenere 1 due volte di seguito è 1/6 per 1/6, ossia 1/36, e la probabilità di ottenere 1 tre volte di seguito è 1/6 per 1/6 per 1/6, ovvero 1/126.Per poter applicare la regola del prodotto è necessario conoscere la probabilità che si produca un singolo evento e il numero totale di casi possibili. Inoltre la regola funziona soltanto a condizione che gli eventi siano indipendenti fra loro. In altre parole la regola del prodotto vuole che il verificarsi o meno di un evento in un caso determinato non influisca sulla probabilità che esso si verifichi in un caso successivo. Questa condizione vale riguardo al dado: se ad una determinata gettata esce l'1, questo non influirà sulla probabilità che esca ancora l'1 ad ogni gettata seguente.Secondo Swerdlow la regola del prodotto non si può applicare alle antiche osservazioni astronomiche, come quelle fatte da Tolomeo, per la ragione che non sussiste nessuna delle condizioni necessarie per poterla applicare. Newton non ha semplicemente nessuna possibilità di determinare la probabilità che una qualunque delle osservazioni di Tolomeo abbia un dato valore. Inoltre Newton non è in grado di sapere se le osservazioni siano state o meno indipendenti le une dalle altre come richiede la regola del prodotto. Perciò, conclude Swerdlow, Newton applica in modo arbitrario i metodi statistici quando prima di tutto presume una probabilità iniziale dell'ordine di 1 su 10, ossia di 1/10, che un'eclisse lunare non sia fraudolenta e poi moltiplica per 1/1012 questo fattore per calcolare la probabilità che 12 osservazioni di eclissi lunari siano fraudolente.Le osservazioni di Tolomeo confermano con tale precisione i suoi calcoli teorici che, dal punto di vista della scienza moderna, può nascere il sospetto che siano state costruite ad arte. Victor E. Thoren dell'Università dell'Indiana e Owen J. Gingerich dell'Università di Harvard hanno fatto notare indipendentemente l'uno dall'altro che una tale precisione è perfettamente comprensibile dal punto di vista della scienza antica. Gli uomini che si occupavano di astronomia ai tempi di Tolomeo erano dei matematici e ad essi la dimostrazione, il rigore e la logica premevano più che la precisione delle osservazioni.Riferire soltanto le osservazioni che confermavano le teorie e scartare tutto il resto faceva parte dell'etica comunemente accettata dalla scienza antica. Questa consuetudine spiega l'armonia perfetta esistente tra le osservazioni di Tolomeo e il suo lavoro teoretico. Non prima dello sviluppo dei metodi statistici e probabilistici nel XVIII secolo i filosofi naturalisti cominciarono a prendere in considerazione le osservazioni casuali, poiché soltanto in quel tempo essi poterono disporre delle tecniche necessarie per interpretare quantità notevoli di dati imprecisi col calcolo della media, dei mediani, delle deviazioni e simili. In breve, secondo Swerdlow, Thoren e Gingerich, il processo di Newton non sta in piedi, perché si basa su un'analisi statistica difettosa e non tiene conto dei metodi dell'antica astronomia.
Domanda: come mai la Società non ha pubblicato anche questo articolo "assolutorio" nel quale le tesi di Newton vengono giudicate inattendibili da altri studiosi? Nessun TdG che consulta le pubblicazioni della WTS potrà mai venire a conoscenza di questo fatto, così come non saprà mai - sempre se si limita a leggere tali pubblicazioni - che lo stesso Newton non ha mai rigettato le date stabilite dall'antica cronologia in generale. Ecco, per esempio, una dichiarazione di R. Newton riguardante la tavoletta VAT 4956 (che fissa al 586/7 a.C. la caduta di Gerusalemme):
«... queste date armonizzano perfettamente con il Canone di Tolomeo e con altri simili documenti di fonte indipendente come il canone assiro degli eponimi, gli annali dei re d'Assiria, la cronaca babilonese, le liste dei re di Babilonia e molte migliaia di documenti commerciali datati ...» - R. R. Newton, Ancient Planetary Observations and the Validity of Ephemeris Time - Baltimora e Londra 1976. Tav. IV 3 e IV 10 pag. 131.
Inoltre, in un carteggio privato con Mr. Doug Mason, Kilsyth, Victoria. Australia 3137 - lettera datata 23 gennaio 1978 - cliccando qui si può visualizzare l'originale -, in uno stralcio della medesima egli afferma:
«Io considero che è ben fondato che il 567 a.C. è il 37° anno di Nabucodonosor, quindi il -603 è il suo primo anno ...».
Nota: bisogna tener conto che le date di Newton non considerano dell'anno "zero", altrimenti le suddette date sarebbero state rispettivamente -568 e -604.Nella succitata lettera di Newton al sig. Mason, il quale evidentemente gli chiese dei chiarimenti dopo l'uscita dell'articolo su "Scientific", è degno di nota il fatto che il Newton rimanda Mason alla cronologia Di Parker e Dubberstein (626 B.C.- 75 A.D.): una prova che anch'egli ritiene detta cronologia valida a tutti gli effetti.
Riguardo ancora alla cronologia e alla lista dei re babilonesi lo stesso Newton ha dichiarato proprio nella sua opera tanto discussa, The crime of Claudius Ptolemy, p. 375: "L'ultima parte della sua lista regia ha una verifica indipendente". E ancora, dopo aver fatto riferimento alla VAT 4956, che fissa l'anno 567/8 a.C., e allo Strassmaier Cambise 400, che fissa il 523 a.C., è lo stesso Newton che dichiara: "perciò abbiamo una conferma molto solida che la lista di Tolomeo è corretta per quanto riguarda Nabucodonosor e ragionevolmente corretta per quel che concerne Cambise" (cit. da Carl Olof Jonsson in I tempi dei Gentili, pp. 61,62). Quest'ultima citazione è tratta proprio dal testo The crime of Claudius Ptolomy.
«Non è dunque lecito usare la teoria di Newton secondo la quale Tolomeo avrebbe contraffatto le sue osservazioni e inventato il canone come un argomento contro la correttezza della cronologia babilonese generalmente accettata. Tale argomento contrasta con le conclusioni di Newton, giacché questo sostiene che la lista regia di Tolomeo indica la durata esatta del periodo neo-nabilonese» - I tempi dei Gentili, p. 62.
Senza addentrarci troppo negli aspetti scientifici - che, come abbiamo visto, sono già stati discussi - affrontati nel libro di Newton e le sue opinioni generali sull'opera di Tolomeo, l'Almagesto, ma rimanendo nei limiti della contestazione alla cronologia della WTS, le cose che contano sono quindi sostanzialmente due:
- anche Newton è tra quelli che riconoscono la cronologia ufficiale del periodo neobabilonese.
- la Torre di Guardia (o chi per essa, come per es. alcuni siti non ufficiali gestiti da TdG), non rispettando la vera posizione di Newton riguardo la suddetta cronologia, si è dimostrata intellettualmente disonesta, citandolo parzialmente; anzi, ha nascosto quello che lo scienziato ha detto al riguardo. Questa si chiama "disinformazione", una pratica degna dei regimi totalitari.
Per una disamina molto ampia ed esauriente di questo argomento, nonché dell'erronea cronologia della Watch Tower in generale, si rimanda all'opera di C. Olof Jonsson: I Tempi dei Gentili La profezia senza fine dei testimoni di Geova Ed. Dehoniane, Roma, 1986.