I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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Le dottrine


I "proclamatori non battezzati"
e la disassociazione


Non molti sanno che la congregazione dei TdG disassociava un tempo quelle persone che, avendo fatto un certo "progresso" - consistente nell'andare di porta in porta e nell'avere ottenuto altri privilegi, come l'essere iscritti alla "Scuola Teocratica" - commettevano poi delle trasgressioni, vere o presunte che fossero.

«Che dire delle persone non battezzate che si associano regolarmente alla congregazione ma che ora vengono coinvolte in una grave trasgressione? Dovrebbero essere trattate in modo simile a come son trattate le persone battezzate, con l'eccezione che, non essendo riconosciuti membri della congregazione, non ne sarebbero espulse in maniera formale. ... se non si pentono e non si convertono dalla loro trasgressione, alla congregazione si dovrebbe dire che la loro condotta "non si addice al cristiano" e che l'associazione con loro non sarebbe in armonia con il consiglio di 1 Corinti 15:33. Non si dovrebbe accettare da tali individui nessun rapporto di servizio di campo» (Libro "Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli", pp. 174, 175, ed. 1973).

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Ecco cosa poteva comportare tale disposizione disciplinare: se una persona di religione cattolica, dopo aver compiuto un certo percorso con i TdG, avesse deciso  di ritornare sui suoi passi e rimanere semplicemente cattolica, ritornando a frequentare attivamente la chiesa, i TdG l'avrebbero "disassociata" come apostata, interrompendo completamente ogni contato con lei. Anche i "proclamatori non battezzati" infatti dovevano essere trattati «in modo simile a come son trattate le persone battezzate» che venivano disassociate.

Il libro "Organizzazione" spiegava in quale modo dovevano essere trattate tali persone: «...nessuno nella congregazione dovrebbe salutare tali persone quando le incontra in pubblico né le dovrebbe accogliere nella propria casa» (p. 172, § 2); «... nessuno naturalmente lo saluterà, e non potrà assistere a nessuna della adunanze che si tengono in case private» (p. 174, § 1). L'annuncio pubblico fatto per i "proclamatori non battezzati - "La sua condotta non si addice al cristiano" (p. 174, § 3), parole che venivano pronunciate dal podio nel corso di un'adunanza - era lo stesso che veniva fatto per i membri battezzati, con l'eccezione che non si poteva parlare di disassociazione formale, dato che l'associazione ufficiale non era mai avvenuta (p. 171, § 2).

Questo avrebbe coinvolto anche gli eventuali familiari che fossero stati TdG, i quali avrebbero dovuto comportarsi in questo modo nei confronti del "proclamatore non battezzato" che era stato "disassociato:

«Nel caso del parente disassociato che non abita nella stessa casa, i rapporti con lui sono pure limitati a ciò che è assolutamente necessario. ... questi rapporti sono limitati ed anche eliminati completamente se è possibile. ... Che fare se una persona espulsa dalla congregazione visita improvvisamente parenti dedicati? Che deve fare in tal caso il cristiano? Se è la prima volta che viene fatta la visita, il cristiano dedicato può, se la coscienza glielo permette, mostrare riguardi familiari in questa particolare occasione. Ma se la coscienza non glielo permette, non ha l’obbligo di farlo. Se gli usa cortesia, il cristiano deve però specificare che questa non deve diventare un’abitudine. Se lo diventa ciò non è diverso dall’associarsi a qualsiasi altra persona disassociata, e va contro lo spirito del decreto di disassociazione. Si dovrebbe far capire al disassociato che ora le sue visite non sono benvenute come prima, quando camminava rettamente con Geova» (La Torre di Guardia del 15/1/1962, p. 42. Il grassetto è aggiunto).

«Se qualcuno persiste in un'associazione che non è assolutamente necessaria con un familiare disassociato che vive fuori di casa, il comitato dovrebbe amorevolmente aiutarlo a capire i princìpi inerenti e a conformarsi ai consigli biblici. Se un disassociato non abita nella casa, 2 Giovanni 9-11 mostra che non lo dovremmo "mai ricevere nella nostra casa né rivolgergli un saluto". L'insistenza a trascurare il comando biblico di "cessar di mischiarci in compagnia" di tale persona può condurre alla disassociazione, ma questa non dovrebbe essere la ragione della nostra ubbidienza, non è vero? Se amiamo Geova, ubbidiamo alla sua Parola. - 1 Giov. 5:3» (Il Ministero del Regno del febbraio 1971. Il grassetto e aggiunto).

Questi "disassociati" avrebbero quindi visto compromettere in maniera irreparabile i loro rapporti con i parenti ed i familiari. L'unico modo per riportare la situazione alla normalità sarebbe stato un loro eventuale "pentimento", cioè il ritorno nel gruppo, nonostante potessero non credere e non condividere più le idee dei TdG: ormai avevano fatto alcuni passi verso l'adesione e il loro ritornare alle convinzioni precedenti, secondo i TdG, equivaleva ad aver apostatato dal "vero cristianesimo".

Un esempio vissuto


«Nel frattempo fui convocata da un comitato giudiziario a cui esposi nuovamente le mie obiezioni e la mia nuova esperienza di fede. Con molto "amore" fui disassociata; gli anziani insinuarono che mi ero innamorata di questo mio ex insegnante. Io ero sconvolta. ... Passarono, come dicevo, due, tre anni; nel frattempo incontravo i miei "ex fratelli" che non mi salutavano, purtroppo ormai era diventata una triste abitudine, quando una mattina...

Sorpresa!! Ero a casa di un'amica, quando ad un certo punto suonarono al campanello due "ex sorelle"! Con un'evidente imbarazzo entrarono e mi salutarono con tanto di stretta di mano!! Poi giustamente specificarono che si trattava di una nuova disposizione della WTS! I proclamatori non battezzati non erano più passibili di disassociazione! Con altrettanto imbarazzo davanti alla mia amica ignara di tutto, tagliarono corto e se ne andarono. Ricevetti poi una telefonata da Ilde, "siccome Geova è un Dio umile, allora mi è sembrato giusto fare il primo passo" mi disse, "le disposizioni della Società sono cambiate in base al versetto che dice a chi è stato affidato molto, molto sarà ridomandato, a chi è stato affidato poco, sarà ridomandato poco".

Secondo la società, quindi, mi era stato affidato poco, perché non ero ancora battezzata... potevo essere ancora in relazione con i membri tdg e considerata come una "normale persona del mondo", ed era meglio non parlare con me di argomenti religiosi, a meno che non ci fosse da parte mia un evidente "pentimento". Non una parola di scuse per il tempo in cui gli "ex fratelli" si erano girati dall'altra parte».

Questa persona, come si legge nel resto della sua esperienza (link) si era resa "colpevole" di non accettare più non quello che insegna la Bibbia ma le particolari ed erronee interpretazioni dei TdG sulla "cronologia". Quindi la sua decisione di non continuare ad associarsi ai TdG e di non "proclamare" più il loro messaggio era motivata da validi argomenti. Tuttavia venne "disassociata" ed ostracizzata per anni, fino a che venne pubblicato un "nuovo intendimento"...

Episodi del genere furono piuttosto frequenti. Ricordo, per esempio, una ragazza che si associò per qualche tempo alla congregazione a cui appartenevo, la quale divenne "proclamatrice" e si iscrisse alla "Scuola Teocratica". Dopo qualche tempo si fidanzò con giovane che non era TdG, smise di frequentare le adunanze e alla fine decise di sposarsi in chiesa, secondo il rito cattolico. I parenti TdG si rifiutarono di andare non solo al matrimonio ma perfino al pranzo di nozze e smisero di avere dei contatti sociali con lei, proprio come accade quando un TdG viene disassociato.

Le cose poi cambiarono...


*** w88 15/11 pp. 17-19 Aiutiamo altri ad adorare Dio ***
Aiuto per chi sbaglia

Ma quali passi si possono fare se un proclamatore non battezzato commette qualche grave errore o peccato? ...  Non sarebbe dunque ancor più appropriato mostrare misericordia ad una persona non battezzata che ha sbagliato e si dimostra pentita? ... Sì, poiché il suo fondamento spirituale non è altrettanto solido, e la sua esperienza di vita cristiana è più limitata. Può non aver imparato il punto di vista di Dio su alcune questioni. Non ha avuto con gli anziani la serie di colloqui basati sulla Bibbia che precedono il battesimo, e non ha compiuto il serio passo dell’immersione in acqua. Inoltre, Gesù disse che "a chiunque è stato dato molto, sarà richiesto molto". (Luca 12:48) Perciò ci si aspetta molto da chi è battezzato poiché questi, oltre ad avere più conoscenza e benedizioni, ha particolari responsabilità. ...

Gli anziani potranno disporre che due di loro (magari i due che si erano incontrati con lui in precedenza) provino a ristabilirlo se egli desidera essere aiutato. ... Nella maggioranza dei casi, un’esortazione scritturale e dei suggerimenti pratici saranno sufficienti a indurlo a pentirsi e a metterlo sulla giusta strada.

I due anziani decideranno cosa è il caso di fare, tenendo conto della situazione del trasgressore non battezzato. In alcuni casi possono disporre che per un po’ di tempo costui non svolga parti alla Scuola di Ministero Teocratico o non commenti alle adunanze. Oppure possono dirgli di non partecipare al ministero pubblico con la congregazione finché non avrà fatto maggiore progresso spirituale. Allora potranno dirgli che può partecipare di nuovo al ministero di campo. Se la trasgressione non ha creato scandalo e non ha messo in pericolo la purezza del gregge non è necessario fare alcun annuncio per mettere in guardia la congregazione. ...

Potrebbe accadere che un proclamatore non battezzato che ha commesso una trasgressione non reagisca positivamente all’aiuto amorevole. Oppure un proclamatore non battezzato può non voler continuare a fare progresso in vista del battesimo, e informa gli anziani che non vuole essere considerato un proclamatore. Cosa bisogna fare? Costoro, che in effetti non sono stati approvati da Dio, non vengono disassociati. La disposizione secondo cui si disassociano i peccatori impenitenti si applica a quelli ‘chiamati fratelli’, ai battezzati. (1 Corinti 5:11) Ma significa questo che si passa sopra alla trasgressione? No.

... Se nell’offrire aiuto due anziani concludono che il trasgressore non battezzato non è pentito e non è idoneo per essere un proclamatore, ne informeranno l’individuo. Oppure, se una persona non battezzata dice agli anziani che non vuole più essere considerata un proclamatore, essi accetteranno la sua decisione. In entrambi i casi è opportuno che il comitato di servizio della congregazione disponga che venga fatto un semplice annuncio in un momento adatto, dicendo ". . . non è più un proclamatore della buona notizia".

In che modo i Testimoni considereranno tale individuo in seguito? Ebbene, prima egli era un ‘incredulo’ che frequentava le adunanze. Poi è voluto diventare un proclamatore della buona notizia ed è diventato idoneo per esserlo. Ora non lo è più, per cui egli è di nuovo una persona del mondo.

La Bibbia non richiede che i Testimoni evitino di rivolgergli la parola, poiché non si tratta di un disassociato. Tuttavia, i cristiani eserciteranno cautela nei confronti di tale persona del mondo che non adora Geova, proprio come gli israeliti facevano nei confronti dei residenti forestieri incirconcisi. ... Se in seguito egli esprime il sincero desiderio che si tenga con lui uno studio biblico, e gli anziani sono d’accordo, forse questo lo aiuterà a capire di nuovo quale privilegio è adorare Geova insieme al Suo popolo.

Cito dal nuovo libro "Organizzati per compiere il nostro ministero" (ed. italiana 1989), p. 148:

Proclamatori non battezzati che commettono trasgressioni


Che dire di coloro che, in qualità di proclamatori non battezzati, hanno preso parte al servizio di campo con la congregazione e si sono forse iscritti alla Scuola di Ministero Teocratico, ma a un certo punto commettono una grave trasgressione? Non essendo membri effettivi della congregazione, non possono esserne formalmente espulsi. ...
Se un trasgressore non battezzato rimane impenitente dopo che due anziani si sono incontrati con lui e hanno cercato di aiutarlo, si rende necessario informare la congregazione. Verrà fatto un breve annuncio dicendo che la persona non è più riconosciuta come proclamatore non battezzato. (1 Cor. 15:33) La congregazione considererà quindi il trasgressore come una persona del mondo. Da tale persona non si accetterà nessun rapporto di servizio di campo.

Prima di tale cambiamento, come abbiamo visto, era sempre la Bibbia a richiedere ai TdG di comportarsi con queste persone come se fossero state disassociate. Quindi niente saluto o frequentazioni sociali, «in modo simile a come son trattate le persone battezzate» ("Organizzazione", p.174).

Che dire di tutte le privazioni e le sofferenze e dei legami familiari e sociali compromessi da tale 'intendimento'? Non ci fu nessuna parola di scusa da parte della Società per tali problemi, come si è visto. È davvero triste pensare che la stessa cosa potrebbe accadere nei confronti dei "proclamatori" battezzati che hanno deciso di lasciare il gruppo. Queste persone possono magari aver fatto scelte diverse, essendosi convinte che determinati insegnamenti dei TdG sono sbagliati; oppure possono aver semplicemente cambiato idea dopo il loro battesimo. Anche se continuassero ad avere un comportamento corretto e rispettabile, forse seguendo in maniera sincera e convinta qualche altra fede cristiana, ebbene, anche nei loro confronti i TdG manifesteranno l'ostracismo che viene mostrato verso tutti coloro che, per qualsiasi motivo, lasciano l'organizzazione.

Certamente non è la Bibbia o il cristianesimo a richiedere o a raccomandare un simile modo di fare; tuttavia i TdG si atterranno alle direttive della WTS, così come avveniva nei confronti dei "proclamatori non battezzati" prima che la Società modificasse il suo 'intendimento'. Solo dopo le modifiche apportate dalla Congregazione tutti i TdG, in massa, si adeguarono immediatamente alle nuove direttive.

Anche questo esempio quindi può essere una dimostrazione che i Testimoni seguono non tanto ciò che si afferma con chiarezza ed inequivocabilmente nella Scrittura - oppure le indicazioni della loro coscienza (che dovrebbe in ogni caso suggerire comportamenti umani ed amorevoli) - ma ubbidiscono pedissequamente alle mutevoli decisioni degli uomini che guidano la loro organizzazione.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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