Le dottrine
CRONOLOGIA NEO-BABILONESE E LUNGHEZZA DELLA VITA UMANA
In questa pagina vengono riportati alcuni esempi di cosa accadrebbe se, accettando ciò che dice la Watch Tower Society (WTS), si aggiungessero 20 anni alla durata del dominio dei regnanti Babilonesi .[1]
Stele di Harran 'Adda-Guppi'
Il Canone di Tolomeo, come la Stele Adda-Guppi, menziona cinque re della dinastia neobabilonese che governarono prima della conquista da parte di Ciro:
- Nabopolassar (21 anni)
- Nabucodonosor (43 anni)
- Evil-merodac (2 anni)
- Neriglissar (4 anni)
- [Labashi-Marduk (9 mesi)] Non è incluso in queste registrazioni perché non regnò 1 anno intero.
- Nabonedo (17 anni)
Nella stele si legge che Adda-Guppi, la madre di Nabonedo, nacque nell’anno 20° del re assiro Assurbanipal, cioè nel 649/48 a.C. Nel terzo anno del figlio e successore di Assurbanipal, Assur-etel-ilani, Adda-Guppi si trasferì da Harran a Babilonia, dove rimase fino alla sua morte avvenuta nell’anno 9° di Nabonedo, cioè nel 547/46 a.C. Adda-Guppi visse quindi 101 o 102 anni, un’età davvero considerevole per quei tempi.[2]
Se dovessimo aggiungere altri 20 anni al periodo neobabilonese, Adda-Guppi al momento della sua morte avrebbe avuto 121 o 122 anni, un'età che appare inverosimile!
Ma questo non è l'unico caso. Ci sono molti personaggi menzionati nei testi commerciali e amministrativi la cui esistenza può essere seguita da un testo all'altro per tutto il periodo del dominio neobabilonese. Da tali testi si può dedurre che alcuni di questi commercianti, schiavi e scribi, raggiunsero un'età di 80 o 90 anni e anche più. Se aggiungiamo 20 anni al periodo neobabilonese, dovremmo aggiungerne altrettanti all'età di costoro con la conseguenza che essi si troverebbero ad avere, al momento della morte, 100-110 anni. Esaminiamo qualche caso.
Il nome dello scriba "Apla, figlio di Bel-iddina", si trova per la prima volta in un testo datato al 28° anno di Nabucodonosor (= 577 a.C.). Il suo nome si ritrova in molti testi datati ai regni di Evil-Merodach, Neriglissar, Nabonedo, Ciro, Cambise e Dario. L'ultimo testo che lo nomina è datato al 13° anno di Dario, il 509 a.C. L'esistenza di questo scriba quindi può essere seguita per un periodo di 69 anni, dal 577 al 509 a.C. "Costui deve avere avuto almeno venti anni quando divenne scriba. Anche supponendo che Apla morisse nello stesso anno in cui per l'ultima volta ricorre il suo nome, o poco tempo dopo, egli deve esser vissuto circa 90 anni".[3] Se dovessimo prolungare di altri 20 anni il periodo neobabilonese, lo scriba Apla sarebbe morto a 100 anni, e fino a quell'età avrebbe continuato a svolgere la sua professione di scriba!
Un altro caso è quello di "Iddina-Marduk, figlio di Iqisha, della famiglia di Nur-Sin". Questo nome compare per la prima volta in un testo datato all'8° anno di Nabucodonosor (= 597 a.C.). Il nome di Iddina-Marduk figura in molti documenti datati dei regni di Nabucodonosor, Evil-Merodach, Neriglissar, Nabonedo, Ciro e Cambise; l'ultima volta lo si trova in un testo dell'anno 3° di Cambise, cioè del 527 a.C. Dal 597 al 527 trascorrono 70 anni. Se Iddina avesse avuto più o meno 20 anni quando fu menzionato per la prima volta in un testo commerciale, al momento della morte deve aver avuto 90 anni e forse più, se ha iniziato i suoi affari più tardi. Anche qui, se dovessimo aggiungere altri 20 anni al periodo neobabilonese, l'età di Iddina-Marduk salirebbe a 110 anni e più, e la cosa paradossale è che a tale veneranda età egli sarebbe stato ancora attivo nello svolgere i suoi affari commerciali!
Anche la Bibbia ci permette di fare qualche confronto simile. Nell'anno di ascesa al trono di Nabucodonosor (605 a.C.) Daniele, che allora poteva avere 15 o 20 anni, fu deportato in Babilonia (Dan. 1:1,4,6). Daniele, secondo la Bibbia, rimase a corte durante tutto il periodo neobabilonese, visto che era ancora in vita nell'anno terzo di Ciro, cioè nel 536/35 a.C. (Dan. 1:21; 10:1). In quel tempo doveva avere un'età vicina ai 90 anni. Se si aggiungessero ancora 20 anni a quel periodo, l'età di Daniele salirebbe a 110 anni!
Un ultimo esempio: in Aggeo 2:1-4 si legge che nel secondo anno di Dario (520/19 a.C.), c'erano ancora Giudei che avevano collaborato alla ricostruzione del tempio di Gerusalemme che erano abbastanza anziani da aver visto il tempio prima che fosse distrutto nel 587 a.C.:
«Chi rimane fra voi che vide questa casa nella sua gloria precedente?», si legge in Aggeo 2:2.
Commentando queste parole la WTS scrive:
«La forma in cui furon fatte le domande indica che c'erano lì alcune persone molto vecchie che erano state deportate a Babilonia e che avevano visto il tempio edificato da Salomone prima che fosse distrutto dai Babilonesi nel 607 a.E.V., più di ottantasette anni prima.Esse potevano ricordare quanto fosse sembrato splendido quel tempio di Salomone conforme al disegno divino. Erano le sole che potessero fare un pieno paragone confrontandolo con ciò che ora vedevano». ("Paradiso restaurato", cap. 4 p. 55 par. 5, grassetto aggiunto).
Da notare che secondo la WTS il tempio precedente sarebbe stato distrutto 87 anni prima del 520 (nel 607), anziché 67 anni, come in realtà avvenne essendo la data corretta il 587 a.C. Se quei Giudei avessero avuto 10-15 anni nel 587, nel 520 ne avrebbero avuti 80 e più. Ma se la distruzione del tempio fosse avvenuta nel 607, come sostiene la WTS, quegli uomini avrebbero avuto un'età di almeno 100 anni!
Queste età così avanzate, in un periodo storico in cui la media della vita umana non era certo così elevata come quella attuale, forniscono un'altra solida prova contro la cronologia della Società Torre di Guardia. L'esempio più estremo può essere rappresentato dall'età di Adda-Guppi, che in base alla cronologia della WTS sale da 101 o 102 anni a 121 o 122.
Note:
[1] Questo materiale è stato tratto dalle pagine da 271 a 275 del libro "I Tempi dei Gentili" di C. O. Jonsson, ed. Dehoniane, Roma 1989.
[2] La traduzione in inglese della Stele di Harran: www.bibliotecapleyades.net/sitchin/Adda_Guppi_Harran.htm
[3] M.A. DANDAMAEV, "About Life Expectancy in Babylonia in the first Millenium B.C. ", in Death in Mesopotamia (= Mesopotamia, Copenhagen Studies in Assyriology, vol.8), a cura di B. Alster, Copenhagen 1980, p. 184).
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