Testimoni di Geova
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La storia di Rosa


Ho conosciuto i Testimoni di Geova all'età di 21 anni e mi sono dissociata nel 2004, dopo circa 13 anni vissuti in quell'organizzazione.

Quando incontrai per la prima volta i TdG mi ero trasferita da poco dalla Puglia a Rimini con il mio convivente e suo figlio piccolo che viveva con noi, mentre mio figlio era appena nato. Io ero contraria ai TdG e, benché non sapessi nulla di loro, non avevo mai voluto ascoltarli. Il mio compagno, che poi divenne mio marito, era invece molto interessato, per cui ogni settimana avevamo i TdG in casa.

Il mio scetticismo nei loro confronti sparì notando la loro disponibilità nell'aiutarmi con i bambini: io ero da sola ed il loro aiuto, associato al messaggio biblico, fece breccia nel mio cuore. In particolare mi colpì la prospettiva di rivedere le persone care che erano morte. Avevo perso da poco una persona a me molto cara e leggere nella Bibbia che avrei potuto rivederla fu la ragione primaria che mi spinse a proseguire lo studio.

Cominciammo a frequentare immediatamente le adunanze e lo studio proseguiva abbastanza bene; l'unico ostacolo, almeno in apparenza, era il fatto che non eravamo sposati. Gli anziani ci parlarono della possibilità di sposarci nella congregazione grazie ad una disposizione chiamata "dichiarazione di fedeltà" e così avvenne. Pensammo che questa era la soluzione migliore, dato che mancava ancora molto tempo al divorzio (il mio compagno era stato precedentemente sposato).

Io mi battezzai subito dopo, mentre mio marito non era ancora pronto e proseguì ancora per un anno lo studio prima di battezzarsi. In seguito ci sposammo anche legalmente.
La cosa che mi fece soffrire particolarmente dopo il battesimo fu il distacco con chi mi faceva lo studio: da quel momento in poi dovevo cavarmela da sola.

Dopo un anno cambiammo congregazione a causa di un trasloco e finimmo nella congregazione dove ho vissuto fino a due anni fa. Sin dall'inizio fu molto difficile integrarsi. La maggioranza dei componenti di quella congregazione erano quasi tutti familiari per cui fu molto difficile diventare parte di loro.

Il tempo passava, i bambini crescevano, le difficoltà che abbiamo dovuto attraversare, specie con mio figlio acquisito a scuola riguardo alle regole e divieti della Watch Tower Society (WTS), causavano molto stress. Il bambino si ribellava ad ogni cosa che gli veniva proposta; questo era dovuto anche a problemi molto gravi che aveva dovuto subire nella prima infanzia. A scuola veniva spesso denigrato per il fatto di appartenere ai TdG e spesso ci scontravamo con gli insegnanti. Solo adesso mi rendo conto di quanto male ho fatto a miei figli (ho sempre considerato come mio figlio anche il figlio di mio marito), vietando loro di fare amicizia fuori della congregazione: niente feste, niente sport competitivo a scuola, niente uscite a scopo di svago con i loro compagni, sono cresciuti sempre e solo con i "no".

All'interno della congregazione era difficile per loro fare amicizie in quanto il carattere irruente del grande creava pregiudizi negli altri genitori. Espressioni del tipo "è un ribelle ... è una cattiva compagnia", pendevano sulla sua e sulla nostra testa, in quanto eravamo sempre ripresi o costantemente consigliati su come dovevamo comportarci con i figli. Non facevamo mai bene in qualunque modo ci comportassimo, e questo provocava, almeno a me, un grande disagio interiore: non mi sentivo una buona cristiana, una brava mamma; mi sentivo sempre non all'altezza per tutto quello che facevo, mi sentivo costantemente indegna, e, inevitabilmente, la depressione e l'ansia si impossessarono di me. A quel punto, pur frequentando le adunanze, ero completamente isolata da tutti.

Ho vissuto così per tutto il tempo. Non avevo stretto nessuna amicizia vera ma solo rapporti di circostanza. Ho cominciato a soffrire di attacchi di panico e nessuno si è mai interessato veramente di me. Ricevevo solo consigli su consigli e nessuno mi è stato mai ad ascoltare veramente. Anche il mio matrimonio barcollava, mio marito ed io non ci siamo mai trovati caratterialmente sin dall'inizio. Entrambi speravamo che con la "verità" le cose sarebbero migliorate, invece sono solo peggiorate, in quanto le regole, anche in campo sessuale, hanno creato un vero distacco tra noi due fino a portare mio marito a condurre una doppia vita. Io sono convinta che i nostri problemi siano notevolmente peggiorati dopo essere diventati TdG.

Gli avvenimenti che mi hanno portato ad allontanarmi dalla congregazione sono stati appunto i problemi con mio marito. Gli anziani erano a conoscenza delle sue tendenze sessuali discutibili ma io non sono mai stata avvertita di questo, se non quando doveva presentarsi davanti al comitato giudiziario per adulterio, comitato a cui scampò la prima volta. Il nostro rapporto però era ormai compromesso irrimediabilmente e io ero decisa alla separazione. Gli anziani, nonostante avessi motivi scritturali per lasciarlo, mi consigliavano di non farlo, di perdonarlo per via dei bambini. Io rischiavo anche di prendermi una malattia a causa della promiscuità sessuale del mio coniuge ma questo agli anziani non interessava: io, da brava moglie e madre, avevo delle responsabilità e non dovevo sfasciare la famiglia lasciando mio marito.

Cercai quindi di perdonarlo ma le cose non andavano bene lo stesso e lui, vedendosi rifiutato da me, commise ancora adulterio e fu disassociato. Da quel momento anche io ero come disassociata: nessuno mi si avvicinava in Sala, nessuno mi invitava in servizio, nessuno si preoccupava o si interessava di me. I miei figli furono completamente evitati da tutti e gli anziani fecero altrettanto: era come se fossimo diventati invisibili. Questo comportamento da parte della congregazione mi turbò moltissimo. L'unica persona che mi rimase vicina fu una sorella che per coincidenza era nella mia stessa situazione: anche lei aveva problemi simili col marito che fu disassociato e in quell'occasione io e lei ci legammo moltissimo, ed entrambe decidemmo di separarci dai rispettivi coniugi.

Io andai via di casa e grazie all'aiuto economico dei miei genitori ho comprato un piccolo appartamentino dove vivo con mio figlio. Durante il periodo del mio trasloco tutti in Sala sapevano che stavo traslocando ma nessuno, anziani compresi, mi diede una mano. L'unico aiuto che mi venne offerto fu lo studio biblico a mio figlio, cosa che rifiutai perché in quel momento avevo bisogno di tutt'altro, di affetto fraterno, di aiuto pratico, dato che lavoravo a tempo pieno e mio figlio era solo a casa tutto il giorno; ma a nessuno interessava questo, ero nauseata dell'indifferenza totale che mi circondava. Queste cose mi hanno scosso tantissimo: non era possibile che il popolo del vero Dio si comportasse così!
Poco dopo ho smesso di frequentare le adunanze a anche la mia amica Monica fece la stessa cosa. Io e lei diventammo come due vere sorelle, e lo siamo ancora attualmente. Ci siamo sostenute sia emotivamente che materialmente e vicenda quando ci siamo trovate in difficoltà economiche.

Mentre non frequentavo più le adunanze mi sono resa conto di quanto ero plagiata in quel sistema di vita. Anche se non vivevo per niente bene rimanevo lì perché non mi rendevo conto di quello che mi circondava.
Con il passare del tempo ho iniziato a fare ricerche su internet: avevo bisogno di cercare altri che erano nella mia stessa situazione, volevo capire se quello che provavo io lo sentivano anche gli altri, lo smarrimento totale, il non saper vivere in mezzo alla gente, la rabbia per essere stati derubati della propria vita per 13 anni! Le mie ricerche mi portarono sul sito di Achille e qui ho conosciuto decine e decine di ex TdG e TdG che erano nelle mie stesse condizioni. Ho scoperto cose sulla WTS che ignoravo, mi sono liberata del tormento che sentivo sempre dentro di essere una persona indegna di Dio, ho capito che ero stata manovrata da uomini e non da Dio.

Così ho deciso di dissociarmi e così ho fatto. Hanno convocato il comitato per capire le ragioni della mia disassociazione ma io non ci sono andata, non ho dato spiegazioni a nessuno di loro. Mi sono limitata a dire che tutti gli eventi degli ultimi tempi mi hanno fatto capire che quella non era l'organizzazione di Geova per cui non aveva senso continuare a farne ancora parte. In realtà ero e sono ancora disgustata e nauseata per tutte le cose che ho appreso da questo sito che riguardano la WTS.

Adesso mi sento libera e sono serena: mio figlio, nonostante la dolorosa separazione, cresce abbastanza serenamente e come me cerca di dimenticare gli anni passati in quella gabbia dorata che ci ha rovinato l'esistenza per 13 anni.
La mia vita passata, tutto quello che mi è successo e tutto quello che vedo intorno a me nell'intero mondo, mi ha portato a maturare l'idea che forse non esiste nessun Dio. Non accetto che un padre stia a guardare gli orrori che succedono sulla terra e nessuna spiegazione fino ad ora mi convince per cui sono diventata agnostica. Vivo la mia vita giorno per giorno, non penso al futuro e cerco di non fare male a nessuno. Lo scopo della mia vita adesso? Pensare a mio figlio e soprattutto a me stessa, cosa che non ho mai fatto.

Naturalmente penso anche ad altre persone che per me sono importanti e che contano. Un altro scopo è quello di mettere in guardia (per quel che posso, naturalmente) la gente che conosco verso il settarismo di ogni genere, specie verso i TdG.
Voglio ringraziare Achille per il suo prezioso lavoro grazie a lui mi sono liberata di tanti tormenti interiori che avevo e grazie a tutti coloro che contribuiscono al suo lavoro. Leggere le tante esperienze mi è di grande conforto.
Rosa

Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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