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La storia di Martina

"La mia vita è migliore da quando non sono più TdG"
Testimonianza inviata nel forum

Sono una ex da quasi vent'anni. e ho trovato questo forum per caso. Averlo saputo prima!!!
Comincio con il dire che anche prima di diventare TdG la mia infanzia non è stata delle migliori. Quando finalmente sembrava che le cose andassero meglio, e mia mamma aveva finalmente "trovato" un uomo (il mio patrigno) con il quale rifarsi una vita, e quindi una vita migliore per me e mia sorella, siamo diventati TdG e ci siamo poco dopo trasferiti in Puglia per esigenze lavorative del mio patrigno, che era di quelle parti.

La mentalità di quei posti, anche in tempi diciamo moderni (inizio anni 80) era estremamente ristretta e maschilista, ed essere per di più TdG era come vivere veramente fuori dal mondo. Additati da tutti, soprattutto a scuola, quando non vorresti fare altro che appartenere ad un gruppo (so che è sciocco, ma a quell'età .), per me bambina era veramente un sentirsi emarginata.

Frequentavamo la sala, andavamo in predicazione etc., e farlo in un paesucolo come quello non era assolutamente facile. L'anziano di quella congregazione era un vero despota, e trovava da ridire su ogni minima sciocchezza: niente orecchini, niente pantaloni (nemmeno per andare in bicicletta). Una volta il mio patrigno mi ha "beccata" a parlare con un compagno di scuola, che era però del "mondo", e quando sono arrivata a casa mi ha rifilato un man rovescio senza fine! E pensare che stavamo parlando della Bibbia! Ci proibivano anche le uscite, nonostante noi avessimo solo amici TdG: mentre tutti loro la sera, soprattutto in estate (è un paese sul mare) uscivano, io e mia sorella eravamo "incarcerate" in casa.

Io sono sempre stata quella più obbediente in casa, mentre mia sorella (mai battezzata) era la pecora nera. Lei rispondeva a tono, era ribelle e se non le andava bene qualcosa era capace di rivoltare casa. Questo ha, inizialmente, anche provocato una frattura fra noi due (cosa di cui ho sofferto tantissimo). Comunque, già in quegli anni, avevo cominciato a sviluppare una specie di "identità segreta": quella che andava in sala, in predicazione, alle assemblee etc., e quella che sentiva la vita di TdG stretta ed opprimente. Mi sembrava che fosse fatta solo di privazioni, sacrifici, punizioni. Quando io e mia sorella combinavamo qualcosa le punizioni consistevano in un mese (in media) di "incarcerazione" in casa senza TV.

Quando nacque mio fratello iniziò la vera e propria discesa: il mio patrigno ora aveva un figlio suo. Se la vita prima era un inferno, mio fratello (che naturalmente non ne aveva alcuna colpa) non ha migliorato certo le cose. Se prima (capitava soprattutto a mia sorella) ci picchiavano per quel che combinavamo noi, adesso le prendevamo anche per quel che faceva mio fratello. E le prendevamo anche di santa ragione!

La parzialità era di dominio perenne ormai, e se entravi in casa si sentiva la tensione al punto che la si poteva tagliare con un coltello. Molti dei nostri vicini, non TdG, erano seriamente preoccupati per me e mia sorella. La cosa che si chiedevano era se, in quanto TdG, era possibile che la nostra fosse una famiglia cosi "sfasciata", a differenza delle loro, nonostante cattolici e quindi non in possesso della verità.

Il tracollo finale avvenne poco dopo la fine della scuola dell'obbligo: avrei voluto continuare gli studi ma non me lo hanno permesso, avrei dovuto prendere l'autobus per andare in città a studiare, e non se ne parlava nemmeno. Cattive compagnie etc., cose che immagino conoscete tutti.

Avevo circa 13 anni quando fui "vittima" di un brutto episodio, che non racconterò per motivi personali e per evitare che qualcuno risalga a me. La cosa si venne a sapere perché io, solo una bambina, ne parlai con una amica di famiglia (signora sposata con figli ed ovviamente TdG) per sfogarmi, la quale lo riferì ai miei . quel che ne ho ricavato è che mi dissero addirittura che ero figlia del diavolo, una strega, che mi ero inventata tutto. La persona che mi aveva fatto il "torto" ovviamente ha negato tutto . presa dalla disperazione, soprattutto per l'evidente disprezzo che provava mia madre nei miei confronti, ho cominciato a dubitare persino di me stessa, e credo (almeno cosi dicono, perché molte cose le ho "cancellate" dalla memoria) di aver ritrattato la versione, per cercare di non "perdere" mia madre.

Fatto sta che mi spedirono a Roma, da mia nonna, con la "scusa" che la famiglia aveva bisogno di una mano e mi mandarono a lavorare. Presi i contatti con i TdG del posto, e per un certo periodo le cose andarono bene (mi sono addirittura battezzata). Ma nonostante vedessi delle enormi differenze tra la vita che loro conducevano e l'inferno a cui eravamo state sottoposte io e mia sorella, qualcosa in me si era definitivamente rotto, e dopo circa due anni uscii fuori definitivamente.

So di essere disassociata perché me lo ha detto mia sorella, ma sinceramente non so quale delle due congregazioni lo abbia fatto, se a Roma o in Puglia, né quali furono i motivi dichiarati.

La mia vita aveva preso una brutta piega: avevo tanto odio e rancore verso tutti, soprattutto verso mia madre che non mi aveva creduta . quello credo sia stato il periodo peggiore della mia vita, perseguitata anche dalla terrificante attesa della fine del mondo, dalla mancanza di una famiglia, una vera famiglia, anche se ne avevo assaporato il gusto per pochi anni. Vivevo completamente fuori da ogni regola di vita dei TdG, facevo l'esatto opposto di ogni cosa che avevo imparato. I miei poi sono rientrati a Roma, ed hanno cercato di riportarmi in casa loro, con la speranza di farmi "redimere", ma era troppo tardi: ero completamente fuori controllo ed ogni volta che andavo a casa, fosse anche solo per andare a trovarli, era una guerra. Alla fine ci hanno rinunciato.

La persona che mi ha fatto del male mi ha poi chiesto scusa . mentre io ero stata additata come la figlia del diavolo, la persona in questione continuava a militare nelle file dei TdG, sicuramente punita per quel che aveva fatto (non me ne sono mai accertata), ma per me non andava bene. Io avevo perso tutto a causa sua: non che la vita in famiglia sia mai stata quella che ogni bambino deve avere, ma nel bene e nel male era la mia famiglia, era mia madre, e seppure non sia mai stata la madre che avrei voluto avere, ho perso anche quel poco che riuscivo a prendere da lei, ho lasciato mia sorella in quell'inferno per colpa sua.

Mi ha privata dell'infanzia, di una adolescenze serena, di tutte quelle cose di cui hai bisogno per crescere bene. Mi ha privata dell'amore dei miei fratelli (nati e cresciuti nei TdG): loro non sanno nulla di questa storia, ma ovviamente non conoscendola, si sono fatti soltanto un giudizio parziale di me. Mi vedono soltanto come la sorella disassociata, ma non ne conoscono tutti i motivi. E questo non mi sembra giusto,  forse, conoscendo la verità, quella VERA, le cose potrebbero essere diverse.

Ovviamente la distanza, alla fine, tra me e loro era abissale, distanza che non si colmerà MAI. Ringraziando Dio, con mia sorella ora siamo in ottimi rapporti (lei non si è mai battezzata e da quando si è sposata è totalmente fuori dai TdG): la considero un po' una mamma, una grande amica, una fantastica sorella. La sua famiglia, le mie nipoti, sono ora la mia famiglia, e non potrei chiedere di più. Ma mia mamma, i miei fratelli, il mio patrigno . a parte la punizione che mi hanno inflitto per la disassociazione, ci vediamo e ci sentiamo poco, anche se mia mamma ha tentato un riavvicinamento.

Per molti anni, nonostante lo "zampino" di mia sorella, non ci siamo viste né sentite, se non in qualche rara occasione.
Ora che le cose vanno un po' meglio, che il passato sta diventando veramente passato, che la mia vita è più tranquilla e serena, abbiamo dei rapporti diversi, un po' più distesi, anche se quel certo ricordo fra noi ci sarà sempre e non verrà MAI cancellato. Non è questione di perdono, ma di ferite . Devo dire che se mi cercano, è perché hanno bisogno di qualcosa, e questa onestamente non è una cosa che capisco: se non posso sedere alla vostra tavola, se mi ritenete una emarginata in quanto disassociata, con la quale non puoi avere rapporti se non strettamente necessario,  quando ti serve qualcosa vieni da me? .

Non ricordo con precisione cosa fecero gli anziani in quel periodo, ma obiettivamente, anche se ho dei ricordi vaghi, non credo si siano prodigati poi tanto per tentare di capire cosa mi stesse accadendo. Quello che alla fine ne è rimasto, onestamente, è una ferita che non guarirà mai completamente . e sinceramente, da una religione che professa essere la verità, questa è una cosa che non accetto assolutamente.

Quello che mi chiedo inoltre è se tale religione è la verità, come è potuto accadere tutto quel che è successo a me e a tutti gli altri? I miei rapporti con mia sorella adesso sono meravigliosi e quando ero TdG erano orrendi? Essere un TdG non significa essere migliori, avere una vita migliore? La mia è migliorata solo quando ne sono uscita? E' questa la domanda che mi pongo, sempre, quando la confusione a volte ancora mi assale, e la risposta è sempre la stessa: la mia vita è migliore da quando non sono più TdG.



Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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