TNM e profezie
Perchè di chiama traduzione del Nuovo Mondo ?
Molti si sono chiesti come mai nelle Bibbie cattoliche o protestanti sulla copertina ci sia scritto "BIBBIA" o "Sacra Bibbia", mentre in quella edita dai Testimoni di Geova c'è scritto "Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture”.
Si leggono a volte dichiarazioni secondo cui i TdG non potrebbero chiamare "Bibbia" la loro traduzione perché essa si discosta in vari punti dalle traduzioni comunemente accettate, per cui, se chiamassero Bibbia la loro versione commetterebbero una sorta di abuso e quindi sono stati costretti a chiamarla Traduzione del Nuovo Mondo, anziché Bibbia.
Queste affermazioni sono del tutto prive di fondamento. I TdG si riferiscono comunemente alla loro traduzione anche con il termine Bibbia, e lo fanno sia in privato che pubblicamente, anche nel loro sito, come si vede in questa immagine:
Se i TdG avessero voluto, avrebbero potuto benissimo chiamare la loro traduzione semplicemente Bibbia anziche "Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture". Se l'hanno chiamata in questo modo è per una loro precisa scelta e non perché siano stati obbligati a farlo. I motivi di tale scelta vengono spiegati in questa pagina.
I TdG si riferiscono da molti anni nelle loro pubblicazioni al mondo (o società umana), che essi si credono vi sarà dopo la fine di questo attuale mondo, con l’espressione “nuovo mondo”. Ecco alcuni esempi (il grassetto è aggiunto):
“Quell’empio e le sue orde di demoni furono cacciati dal cielo dal 1914 d.C., in poi, allorquando Geova Iddio insediò il suo Figliuolo quale re e nacque il Governo del Nuovo Mondo”. (Libertà nel Nuovo Mondo – 1943, opuscolo p. 20).“Dobbiamo vivere ora come una società del Nuovo Mondo”. (Informatore 11/1954 p. 4).“La SOCIETÁ o i popoli del vecchio mondo vivono secondo un certo orientamento sociale. Anche il nuovo mondo avrà la sua società, tutti i membri della quale vivranno in armonia con un giusto ordinamento. Satana il Diavolo, il dio di questo presente, malvagio sistema di cose, è l’invisibile capo della società del vecchio mondo, ma egli non sarà il dio del nuovo mondo. Il suo empio sistema sarà annientato dalla prossima “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente”, Armaghedon. … si avrà nuovi cieli e una nuova terra. La distruzione di questo vecchio mondo con i suoi cieli e la sua terra controllati dal Diavolo non sarà pertanto una calamità. Noi l’attendiamo ardentemente, facendo come dice l’apostolo Pietro: “Aspettando e tenendo il pensiero fisso alla presenza del giorno di Geova, nel quale i cieli essendo infuocati si dissolveranno e gli elementi essendo intensamente caldi si fonderanno. … Il rimanente e le “altre pecore” entreranno sicuramente nel nuovo mondo, per quanto il vecchio mondi di satana tenti disperatamente di distruggerci. Esso non può impedirci di sopravvivere alla battaglia di Armaghedon ed entrare nel nuovo mondo come non può cancellare o distruggere i nuovi cieli e la nuova terra”. (La Torre di Guardia 15/6/1951 pp. 184, 187)
“Dopo che la battaglia di Armaghedon avrà annientato questo vecchio mondo la società del Nuovo Mondo continuerà ad esistere, poiché sarà approvata ed autorizzata dal solo governo che allora sarà al potere, il governo divino. … Come quei fedeli patriarchi, noi della società del Nuovo Mondo confessiamo di essere stranieri e residenti temporanei in questo vecchio mondo”. (La Torre di Guardia 1/2/1954 pp. 77, 81).
Sin dagli anni ‘50 quindi – quando pubblicarono la prima edizione della Traduzione del Nuovo Mondo -, parlavano della loro organizzazione come della “Società del Nuovo Mondo”. Perciò hanno chiamato la loro Bibbia “Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture”.
Ponevano l’accento sul “Nuovo Mondo” perché il Corpo Direttivo dei testimoni di Geova intendeva usare questa sua traduzione anche dopo, in quel “Nuovo Mondo”, o società umana terrena, che essi attendono e di cui si ritengono i precursori e a cui si accennerebbe, a loro dire, in Isaia 65:17 e 2 Pietro 3:13.
Pagina 3 della TNM con riferimenti, ed. 1987.
In un articolo della Società Torre di Guardia del 1951, in cui si parlava dalla “lingua pura, in riferimento alla loro forma di credenze religiose, scrissero che la “Traduzione del Nuovo Mondo” era stata provveduta da Dio quale ulteriore potente mezzo per diffondere fra i popoli la “lingua pura” della verità, in attesa del Nuovo Mondo:
“Qual è questa lingua e quale ne è il libro di testo? La risposta a questa domanda è comprensibilissima. Poiché è il Signore Geova che rivolge ai popoli la lingua pura, dobbiamo ricorrere alla sua Parola, la Sacra Bibbia, perché di questa egli vuole che parliamo. La Bibbia è il libro di testo che insegna questa lingua nel giusto nuovo mondo. … nessuna tradizione scritta delle Scritture fino a questo giorno è ispirata. Inoltre, essendo fatte da copie imperfette delle Scritture originali, le traduzioni in lingue estere sono rese sovente più incapaci di presentare perfettamente il pensiero o significato originario. Quindi nessuna delle presenti traduzioni delle Sacre Scritture deve essere venerata come ispirata, neppure la più popolare traduzione inglese della Bibbia, la Versione del re Giacomo, né la Volgata latina o la versione di Martin Lutero. … Il traduttore non dovrebbe pensare di farsi un nome facendo riportare il suo nome sulla sua traduzione. Egli dovrebbe essere assorbito dal desiderio di presentare la “lingua pura” della verità divina affinché i lettori della sua traduzione possono invocare il nome di Dio, il cui nome è Geova, e possono unirsi a persone cha parlano altre lingue e dialetti nel servizio dell’unico vero Dio di comune accordo. In questo modo il traduttore serve il proposito di Dio e opera per la propria salvezza e per quella di coloro che adoperano la sua traduzione. … Per mezzo dell’organizzazione teocratica dei suoi unti testimoni egli (Dio) ha reso sempre più chiara la verità della Bibbia purificando il loro linguaggio. Così oggi essi parlano e vivono in armonia con la lingua del prossimo nuovo mondo. E fin d’ora, in quest’anno 1950, la sua provvidenza produce questa Traduzione del Nuovo Mondo delle Scritture Greche Cristiane come un’ulteriore purificazione del discorso del suo popolo. Egli l’ha benignamente provveduta come un’ulteriore, potente mezzo per rivolgere ai popoli una ‘lingua pura’”. (La Torre di Guardia 1° maggio 1951 pp. 132, 133, 134, 139).
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Perché la Bibbia si chiama Bibbia?
Rotolo (greco biblia) della Torah
La Società Torre di Guardia preferisce chiamare la sua traduzione “Sacre Scritture” in quanto questa espressione si trova nella Bibbia (2 Tim. 3:14-16) mentre il termine “Bibbia” non vi ricorre. Ecco cosa si legge a questo proposto in un libro dei TdG:
*** si p. 299 parr. 1-2 Studio numero 4: La Bibbia e il suo canone ***
POICHÉ le Scritture ispirate vengono comunemente chiamate “Bibbia”, è interessante sapere qualcosa sull’origine e sul significato di questa parola. Essa deriva dal termine greco biblìa, che significa “libretti”. Questo a sua volta deriva da bìblos, che indica la parte interna del fusto di papiro da cui, nei tempi antichi, si ricavava la “carta” da scrivere. (Il porto fenicio di Ghebal, attraverso il quale si importava il papiro dall’Egitto, fu chiamato dai greci Biblos. Vedi Giosuè 13:5, nota in calce). Vari messaggi scritti su questo tipo di materiale venivano chiamati biblìa. Così biblìa finì per indicare scritti, rotoli, libri, documenti o scritture sacre, perfino una collezione di libretti di una biblioteca.
Fatto sorprendente, in genere il termine “Bibbia” non si trova nel testo delle traduzioni in italiano o in altre lingue delle Sacre Scritture. Comunque, nel II secolo a.E.V. la collezione dei libri ispirati delle Scritture Ebraiche era già nota in greco come ta biblìa. In Daniele 9:2 il profeta scrive: “Io stesso, Daniele, compresi dai libri . . .” Qui la Settanta ha bìblois, dativo plurale di bìblos. In 2 Timoteo 4:13, Paolo scrive: “Quando vieni, porta . . . i rotoli [greco: biblìa, pl. di biblìon]”. Le parole greche biblìon e bìblos ricorrono più di 40 volte nelle Scritture Greche Cristiane e di solito sono tradotte “rotolo(i)” o “libro(i)”. La parola biblìa fu in seguito usata in latino come sostantivo singolare, Biblia, donde il nome italiano “Bibbia”.