I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
Vai ai contenuti

Le dottrine

Il Nome di Dio


I TdG attribuiscono grande importanza all’uso del nome proprio di Dio. Questo perché il Corpo Direttivo continua a ripetere che "..coloro di cui Dio si compiace devono conoscere ed usare il suo nome" (La Torre di Guardia del 15/7/85 pag.7), "conoscere ed usare il nome di Dio è l’unico modo per avvicinarsi a Dio e stabilire con Lui una relazione personale" (La Torre di Guardia del 15/10/82 pag. 31), ecc. ecc.

Queste affermazioni fanno molta impressione sulle persone sincere ma che non hanno una conoscenza approfondita della Bibbia come avviene per la grande maggioranza dei Cristiani nominali. E’ ovvio che se noi sapessimo che non chiamando Dio per il suo nome non potremmo stabilire un rapporto profondo con Lui o addirittura che metteremmo a rischio la nostra salvezza, ci daremmo da fare per conoscere il Suo Nome e lo useremmo!

A sostegno delle suddette affermazioni i TdG citano una serie di versetti come ad esempio ATTI 15:14 ...un popolo per il suo nome..., MT 6:9 ...sia santificato il tuo nome..., Giov. 17:6 ... ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini, ecc.
Tuttavia se prendiamo alla lettera proprio l’affermazione di Gesù "ho fatto conoscere il tuo nome" chiediamoci: come mai non risulta che Gesù abbia insegnato il nome proprio corretto di suo Padre agli apostoli né tanto meno è scritto nei vangeli che abbia raccomandato loro di usarlo ed insegnarlo ad altri? Gesù, in un esempio di preghiera (quello della parabola del fariseo e del pubblicano), riportata in LUCA 18:9-14 ha messo sulla bocca di entrambi la parola "Dio = theos", eppure uno dei due torna a casa giustificato grazie al suo atteggiamento umile, anche se né lui né l’altro avevano usato il nome proprio di Dio!

Gesù ha detto che solo l’amore sarebbe stato il segno distintivo dei suoi veri discepoli (Giov. 13:34) ed aggiunse che "ovunque due o tre si radunano nel mio nome Io sarò in mezzo a loro (MT. 18:20). Per quanto riguarda i veri Cristiani la Bibbia dice che "non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale possiamo essere salvati" (ATTI 4:10-12) ed è quello di Gesù Cristo (v.10): quello di Gesù è quindi l’unico Nome a cui i Cristiani devono fare riferimento, in quanto Egli è l’unico Salvatore, attributo questo che nelle scritture ebraiche viene sempre riferito a Dio (vedi ad esempio ISAIA 43:11, 45:21, GIOELE 2:32, ecc.) e che nelle scritture cristiane viene sempre applicato a Gesù (vedi ad esempio TITO 3:4-5, ROMANI 10:13, ecc.).

Dio dice che chi segue Gesù deve essere chiamato "Cristiano" (ATTI 11:26) e diventa un "testimone di Gesù" (ATTI 1:8) e non di "Geova". Inoltre è anche scritto che ha la vita eterna chi ha fede "nel nome del Figlio di Dio" (I Giov.5:13). Tutto questo crea non poche difficoltà agli schemi dottrinali del Corpo Direttivo che cerca di risolvere il problema manipolando la traduzione e cercando comunque di evitare quei confronti paralleli tra Antico e Nuovo Testamento da cui emerge chiaramente che attributi esclusivi di Dio vengono regolarmente applicati a Gesù.

Certo, nella traduzione del NM questi parallelismi sono meno evidenti per via delle continue manipolazioni del testo come in ATTI 5:31 in cui Gesù, ancora una volta, viene "degradato" dai signori di Brooklyn: in questo caso da "Principe e Salvatore" che era secondo il testo originale, diventa, per i "traduttori" del NM, "principale agente (la terminologia ricorda più quella di una ditta che quella della Fede) e salvatore".

Un altro grosso problema per il Corpo Direttivo è quello di spiegare come mai se il conoscere e l’usare il nome di Dio è così importante per i Cristiani, questo Nome cioè il tetragramma (le consonanti del Nome di Dio) non è presente in nessuno degli antichi manoscritti delle scritture greche-cristiane come sono costretti ad ammettere anche i TdG ad esempio nell’opuscolo "Nome divino...". La spiegazione del Corpo Direttivo è che i manoscritti che abbiamo sarebbero stati manipolati dalla "chiesa apostata" allo scopo di eliminare il Nome di Dio (come spiega anche La Torre di Guardia del 1/10/97 la quale ci informa che dietro l’eliminazione del Nome di Dio dalle scritture c’è "lo zampino di Satana"!) Ma se questa spiegazione fosse accettabile allora i Cristiani dovrebbero chiedersi: quale fiducia possiamo riporre in un testo alterato? Chi ci dice infatti che gli scribi o Satana non abbiano alterato la Bibbia anche in altri punti importanti?

Se si ragiona si comprende che questa tesi della manomissione degli antichi manoscritti è molto pericolosa perché mette in discussione l’intero testo e l’attendibilità della Bibbia stessa!

Se invece, come lo stesso Corpo Direttivo ammette con la consueta totale incoerenza, Dio ha fatto in modo di preservare la sua parola ed il testo originale della Bibbia è "una meraviglia di trasmissione accurata" (La Torre di Guardia del 1/10/77) come mai l’Onnipotente Dio che ha impedito nel corso dei secoli che la Bibbia fosse distrutta o alterata non è riuscito proprio nell’impresa più importante: impedire che il suo santo Nome venisse profanato! O meglio è riuscito a conservarlo circa 7000 volte nelle scritture ebraiche e nemmeno una volta in quelle cristiane?

Infatti lo stesso Corpo direttivo ammette: poiché Dio ispirò gli scritti originali, "logicamente avrebbe fatto in modo che la Sua Parola fosse tramandata fedelmente fino ai nostri giorni" (Svegliatevi! del 22/7/85).

La conclusione è che il Corpo Direttivo si contraddice quando afferma che il testo greco-cristiano è stato manipolato da Satana per eliminare il Nome di Dio!

Il vero motivo per cui il nome di Dio è presente solo nelle scritture ebraiche e non in quelle cristiane è evidente (a chi non ci si lascia condizionare dalle teorie di Brooklyn): Dio non lo volle perché non aveva più motivo di esservi! L’Antico ed il Nuovo Testamento sono stati ispirati da Dio in epoche diverse per culture diverse e per scopi diversi: per il popolo ebreo la presenza di Dio viene percepita secondo la mentalità del tempo. Dio è si Padre di Israele, ma nessun Israelita si sarebbe mai sognato di chiamarlo Padre. Egli era il Dio degli eserciti, l’Onnipotente, il Dio geloso, ecc., ma con la venuta di Cristo cambia il rapporto tra Dio e gli uomini: Dio non ha più un popolo separato, ognuno può chiamare Dio suo Padre a titolo personale e non più come parte di una Nazione!

È importante allora per i cristiani usare il Nome di Dio?


In realtà Gesù insegnò ai suoi discepoli a pregare Dio rivolgendosi a Lui come ad un Padre "Padre nostro che sei nei cieli..." Questo invito, trascurato invece dai testimoni di Geova, è una rivelazione importante che ci ha fatto Gesù.
Infatti la qualifica di Dio come Padre, prima della venuta di Cristo, era usata raramente e solo nei riguardi di Israele o del suo Re, mentre nelle Scritture Cristiane ricorre ben 254 volte!

Dio quindi ci ha dato con la venuta di Gesù la possibilità di un intima relazione con lui chiamandolo "Padre" e quale figlio chiamerebbe suo padre per cognome o nome?

É inoltre significativo che Gesù non si è mai rivolto al Padre chiamandolo Geova (nemmeno secondo la traduzione del NM)!
Questo è il vero motivo principale per cui Dio non ha provveduto a conservare il Suo Nome nelle scritture Cristiane. Il Corpo Direttivo invece, che si mette al di sopra di Dio, ha provveduto a correggere questa "dimenticanza" del Creatore inserendo arbitrariamente il nome Geova (che per di più è errato come vedremo più avanti) ben 237 volte!
Il Corpo Direttivo dice che bisogna rivolgersi a Dio chiamandolo Geova, Gesù invece dice che dobbiamo chiamarlo Padre. In Rom. 8:15 è scritto "Poiché voi non avete ricevuto uno spirito di schiavitù che causi di nuovo timore, ma avete ricevuto uno Spirito di adozione come figli, mediante il quale gridiamo: Abba, Padre!"

Come Cristiani quale insegnamento dovremmo seguire, quello di un’organizzazione religiosa del ventesimo secolo o quello del Figlio di Dio?

Tutto questo dovrebbe essere ampiamente sufficiente per dimostrare che l’insegnamento del Corpo Direttivo sul nome di Dio è completamente antiscritturale, ma vi sono anche altre motivazioni che esaminiamo di seguito.
I discepoli e le prime comunità cristiane si rivolgono quindi a Dio chiamandolo Padre (come aveva insegnato Gesù) e questo termine nelle scritture greche-cristiane ricorre come abbiamo visto 257 volte, in altri versetti lo chiamano semplicemente "Dio" mentre il sostantivo "Signore" è prevalentemente rivolto a Gesù (anche se nella traduzione del NM viene sostituito con Geova ogni qual volta Gesù "rischia" di innalzarsi a livello del Padre come in ROM.14:7-9, COL 3:23-25, ecc.

Un altro motivo per cui Gesù non ha mai detto di imparare ed insegnare agli altri il nome proprio di Dio è che Egli ha applicato a se questo nome: infatti un riferimento al nome proprio di Dio nel Nuovo Testamento (tradotto però nel suo significato in greco = IO SONO vedi Esodo 3:14) si trova nel capitolo 8 del vangelo di Giovanni e precisamente ai versetti 24, 28 e 58. Qui Gesù attribuisce tale nome (o meglio il suo significato come vedremo più avanti) a se stesso (questo però non vuol dire che Gesù si identificherebbe col Padre come obiettano ingenuamente i TdG e come già spiegato nel commento a Giov.1:1).

Tutti questi versetti risultano però ampiamente alterati, come abbiamo già visto, nella traduzione del NM.

  • Cosa significano allora i versetti citati prima che si riferiscono a conoscere, santificare, lodare, ecc., il nome di Dio?

È chiaro che queste espressioni non vogliono dire di lodare un termine; come si potrebbe "lodare una parola" o "elogiare un titolo"? Piuttosto queste espressioni vogliono dire di lodare e santificare la Persona stessa, il che significa mostrare apprezzamento per la Sua Parola.

Ancora una volta i TdG non tengono in nessun conto dei generi letterari con cui è scritta la Bibbia. Infatti le Scritture cristiane pur essendo state scritte in lingua greca sono state composte in ambiente di cultura ebraica per cui tipici modi di dire o espressioni ebraiche, sono state semplicemente tradotte letteralmente in greco (il che avviene anche nelle lingue moderne, basti pensare quante espressioni della lingua e della cultura inglese sono state inserite nella lingua italiana).

In tutti i casi sopra citati, lo scrittore cristiano ha usato il termine "nome" con il concetto linguistico che ha nella lingua ebraica, dove non indica tanto il nome proprio inteso come una sorta di etichetta per distinguere le cose o le persone (come intendiamo noi oggi soprattutto in occidente) ma la persona stessa. Un paio di esempi per chiarire: in Matteo 28:19, viene detto di battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. I TdG usano questi versetti per obiettare: qual è il nome del Padre? Dovrebbero allora anche domandarsi: qual è il nome proprio dello Spirito Santo? Questa domanda diventa ancora più difficile per un TdG in quanto non crede alla "Persona" dello Spirito Santo!

Un chiaro esempio dell’uso del termine "nome" al posto di "persona" lo abbiamo in ATTI 1:15 dove è scritto "una schiera di 120 persone" secondo la traduzione di tutte le Bibbie compresa la NM. In questo caso nell’originale greco vi è "nomi" e non "persone" come si può verificare nell’interlineare greco/inglese. Le Scritture greche cristiane usano quindi le espressioni "nel nome di", "per il nome di", ecc. secondo lo stile ebraico per indicare la persona e la sua autorità senza particolare riferimento ad un nome proprio inteso come "etichetta distintiva".

Infatti il nome di una persona per gli Ebrei era un termine col quale si cercava di definire una caratteristica o la ragione dell’esistenza di una persona. Ad esempio Adamo significa "uomo terreno o genere umano", Eva significa "madre dei viventi", Abramo significa "padre dei popoli", Giovanni significa "Dio ha compassione", Gesù significa "Dio [Jahvé] salva" (ed infatti era la ragione della sua venuta), ecc.

Ovviamente si può comprendere quanto sia estremamente difficile trovare un termine che possa da solo racchiudere tutte le caratteristiche e l’essenza di Dio. Infatti Dio non ha mai comunicato, nemmeno ad Abramo, che la Bibbia definisce suo "amico" (Gc 2:23), alcun nome particolare, il che dovrebbe sembrare quantomeno strano!
In realtà nella Bibbia Dio viene definito con diversi nomi (questo però viene nascosto ai TdG) ognuno dei quali descrive qualche Sua caratteristica:

Adonay = Signore (IS. 6:1), Elohah = Ente divino (Gb. 4:9), Qanna = Geloso (Es. 34:14 da notare che anche nella traduzione del NM il termine è inteso come nome proprio di Dio!), Shadday = Onnipotente (Sal.68:15), Elyon = Altissimo (Dt 32:8), "Dio degli eserciti" come riportato in AMOS 5:27 "...dice il Signore il cui nome è Dio degli eserciti".

Quest’ultimo è un altro dei tanti nomi con cui gli Ebrei invocavano Dio, ma siccome a Brooklyn hanno deciso che deve chiamarsi per forza Geova, allora nella traduzione del NM hanno aggiunto un "colui" ed un "Geova" assenti nel testo originale, ed è venuto fuori "ha detto colui il cui nome è Geova l’Iddio degli eserciti". In questo modo anche AMOS è stato messo in riga con le disposizioni del Corpo Direttivo!
Il nome tuttavia più usato per invocare Dio è il cosiddetto tetragramma YHWH (così chiamato perché contiene solo le consonanti) che ricorre circa 6820 volte ma esclusivamente nelle scritture ebraiche, ed è stato sostituito dai TdG con "Geova" per i motivi che vedremo dopo.

Perché è questo il Nome più diffuso? Questo nome è stato dato da Dio a Mosè su richiesta degli Ebrei i quali, dopo secoli trascorsi a contatto con la religione politeista degli Egiziani, volevano anch’essi un nome proprio per il loro Dio così come avevano gli dei degli altri popoli. Tuttavia difficilmente il Vero e unico Dio desidera essere "incasellato" in un nome come una qualsiasi cosa, diversamente ripetiamo avrebbe rivelato direttamente Lui stesso, e molto prima, il Suo Nome proprio già ad Adamo o almeno al suo amico Abramo!

Dio infatti non comunicò neanche a Mosè un "nome" inteso come lo intendono i TdG, (infatti YHWH è una forma verbale del verbo essere che significa "IO SONO" che non indica tanto l’esistenza di Dio, ma la presenza di Dio in mezzo al suo popolo.
Il problema degli israeliti era infatti la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto. Gli Ebrei si erano sentiti quasi abbandonati dal loro Dio, e quale risposta migliore quindi da parte di Dio che rassicurali della Sua presenza in mezzo al suo popolo!

La traduzione "IO SONO" non viene tuttavia accettata dal Corpo Direttivo in quanto questo "nome" verrà poi, nelle scritture greche-cristiane, riferito a Gesù, e anche se si sono premuniti alterando nel vangelo di Giovanni la traduzione, siccome la prudenza non è mai troppa, hanno pensato bene di modificare anche Esodo 3:14! [nota: i traduttori del NM in realtà sanno che il nome di Dio è una forma del verbo essere, lo prova il fatto che nell’edizione del NM del 67 in levitico 23:21 hanno confuso il verbo essere col nome di Dio ed hanno poi corretto l’errore nell’edizione del 86!]

Qual è la corretta pronuncia del tetragramma?


Poiché le vocali non ci sono, e gli Ebrei per una sorta di eccessivo rispetto verso quel nome di Dio a cui si sentivano particolarmente legati per via della situazione in cui si trovavano quando Dio lo comunicò, presero l’abitudine, dopo l’esilio di Babilonia, di non pronunciarlo più e di sostituirlo ogni volta con ADONAY (SIGNORE), col tempo si perse la pronuncia esatta.
Tuttavia oggi la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che la pronuncia corretta dovesse essere YAHWEH, sia perché parte di questo nome si è conservato all'interno dei nomi propri ebraici, sia perché le prime tre lettere si sono comunque conservate sia nelle scritture ebraiche (ad esempio SALMO 68:4 "...YAH che è il suo Nome..") che nelle scritture greche cristiane (RIV.19:1 "lodate YAH").

Il Nome Geova invece deriva dall’inserimento, fatto dai masoreti Ebrei intorno l’anno 1000, delle vocali di ADONAI nel tetragramma. In questo modo hanno creato un ibrido tra un sostantivo ed un verbo, e poiché risultava illeggibile sostituirono pure la "a" iniziale con una "e". Si formò il nome YEHOWAH (Geova) frutto pertanto di ben due alterazioni fatte allo scopo di evitare comunque di pronunciare correttamente il Nome di Dio!

Per questi motivi pur non essendo completamente sicuri che la pronuncia corretta del tetragramma sia YAHWEH, tuttavia siamo sicuri che NON é GEOVA!

Perché allora il Corpo Direttivo che dà così importanza all’uso del Nome di DIO, non abbandona la pronuncia errata e non la sostituisce con quella quasi sicuramente corretta (YAHWEH) o con quella sicuramente corretta, come confermato dalle scritture greche cristiane, anche se in forma abbreviata, di YAH?

La giustificazione ufficiale è che il nome Geova è in uso da secoli: ma se noi scoprissimo che una certa cosa è sbagliata o difettosa forse non l’abbandoniamo perché si usa da secoli? Non è certo un ragionamento logico! Tantopiù se si tratta del nome di Dio a cui si attribuisce così importanza! E’ così che si dimostra di tenere veramente a cuore il nome di Dio e che si desidera compiacergli?

Qual è allora il vero motivo per cui Ia Società WT ha iniziato ad usare il nome Geova e perché il Corpo Direttivo non lo cambia pur sapendo che è doppiamente sbagliato usare questo nome?

Fu il Presidente della Società WT Rutherford, successore di Russell, ad introdurre l’uso del nome "Geova". Rutherford era un uomo dotato di grande personalità e capacità organizzative, che trasformò gli studenti biblici di Russell (simili ad uno dei tanti gruppi protestanti americani) nell’odierna Organizzazione dei Testimoni di Geova, rigidamente controllata a livello centrale fin nei minimi dettagli.

Da buon americano aveva capito inoltre che un "etichetta" ben distinguibile era fondamentale per il successo dell’organizzazione! Ed i fatti gli diedero ragione, sotto di lui infatti cominciò la grande espansione internazionale della WTS, anche perché seppe inventare altri slogan di sicuro effetto come "milioni di uomini oggi viventi non moriranno mai" (siamo nel 1920!).

Poiché continuava a proclamare l’imminente resurrezione degli antichi patriarchi, ritenne opportuno far costruire una splendida villa a S. Diego in California (grazie ai sudati guadagni dei proclamatori) composta di ben dieci appartamenti per poter ospitare adeguatamente Abramo e compagni, ma visto che i risorti tardavano un po’, e che il clima della California gli giovava alla salute, pensò bene nel frattempo di andare ad abitarci lui! (vedi Annuario del 1976)

Anche per l’attuale Corpo Direttivo il vero problema non è quindi quello di usare il Nome corretto di Dio per compiacerGli meglio, ma di non rischiare nel cambiare un nome che ormai è un marchio identificativo di successo della più grande casa editrice del mondo!

Forse che una Società commerciale cambia il marchio di una linea di prodotti finché vende bene?

Chissà cosa ne pensa Dio di tutto questo!
Claudio Forte



 
   
       
Click sull'immagine per
accedere alla pubblicazione
Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
Torna ai contenuti