I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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Le dottrine

"È vero che evitate ogni contatto con gli ex membri della vostra religione?"




Nel sito ufficiale dei Testimoni di Geova viene data la seguente risposta a questa domanda:

Chi si battezza come Testimone di Geova ma poi smette di svolgere l’attività di predicazione e magari non si associa più con i propri compagni di fede non viene evitato. Anzi, ci si sforza di mantenere i contatti e di ravvivare il suo interesse per le cose spirituali. Neppure chi si rende responsabile di un grave errore viene disassociato, o allontanato, automaticamente. Tuttavia se un Testimone battezzato ha una condotta in contrasto con le norme morali della Bibbia e non si pente, viene disassociato.

A questo riguardo la Bibbia si esprime in modo chiaro: “"Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi"” (1 Corinti 5:13). Che dire se un uomo viene disassociato ma la moglie e i figli continuano a essere Testimoni di Geova? Dal punto di vista religioso le cose cambiano, ma i legami di sangue restano inalterati. Il vincolo coniugale e i normali rapporti familiari e affettivi proseguono.

Chi è disassociato può frequentare le nostre funzioni religiose. Se lo desidera può anche ricevere assistenza spirituale da persone qualificate, gli anziani della congregazione. L’obiettivo è aiutare la persona a soddisfare nuovamente i requisiti necessari per essere un Testimone di Geova. Se chi è disassociato vuole tornare a far parte della congregazione è sempre benaccetto, purché abbandoni la sua condotta inappropriata e mostri il sincero desiderio di seguire le norme bibliche.

Cliccare qui per visualizzare la pagina del sito dei TdG.

Questa risposta è un capolavoro di strategia dialettica, rivolta a persone che non conoscono la realtà interna del gruppo.

«Chi si battezza come Testimone di Geova ma poi smette di svolgere l’attività di predicazione e magari non si associa più con i propri compagni di fede non viene evitato. Anzi, ci si sforza di mantenere i contatti e di ravvivare il suo interesse per le cose spirituali.»

E qui si comincia da subito a sviare l'attenzione del lettore dalla domanda e dall'argomento. Non si chiedeva come si comportano i TdG verso gli inattivi, ma come trattano gli ex membri. Quindi questa osservazione non c'entra nulla con l'argomento e serve solo a far pensare a chi non conosce bene la loro organizzazione (e non sa quindi qual è la distinzione fra inattivi ed ex) che esista una normale tolleranza verso gli ex membri.

«Neppure chi si rende responsabile di un grave errore viene disassociato, o allontanato, automaticamente. Tuttavia se un Testimone battezzato ha una condotta in contrasto con le norme morali della Bibbia e non si pente, viene disassociato. A questo riguardo la Bibbia si esprime in modo chiaro: “"Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi"” (1 Corinti 5:13).»

E quindi? Come si comportano i TdG verso chi viene disassociato? La domanda non era "Perché i TdG disassociano le persone" ma se è vero che evitano ogni contatto con gli ex membri. Anche questa precisazione quindi c'entra ben poco con la domanda che è stata posta.

«Che dire se un uomo viene disassociato ma la moglie e i figli continuano a essere Testimoni di Geova? Dal punto di vista religioso le cose cambiano, ma i legami di sangue restano inalterati. Il vincolo coniugale e i normali rapporti familiari e affettivi proseguono.»

Ma che significa che "i legami di sangue restano inalterati"? Che senso ha una simile precisazione? Dovrebbero cessare anche i legami di sangue se uno viene disassociato? E' una puntualizzazione assurda ed illogica. Perché non si dice che i membri "fedeli" che non vivono sotto lo stesso tetto (come i figli maggiorenni) eviteranno di parlare e di associarsi con il padre disassociato? Perché non si dice che la moglie viene incoraggiata a separarsi (non a divorziare) se il marito cercasse di parlarle delle sue mutate convinzioni religiose?

Perché non si dice che un figlio disassociato maggiorenne che non vive più in casa verrà evitato dai genitori che non dovranno frequentarlo nemmeno per una normale riunione con gli altri familiari? La risposta ufficiale è evasiva e fuorviante, che è un altro modo per dire ingannevole o menzognera.

«Chi è disassociato può frequentare le nostre funzioni religiose. Se lo desidera può anche ricevere assistenza spirituale da persone qualificate, gli anziani della congregazione. L’obiettivo è aiutare la persona a soddisfare nuovamente i requisiti necessari per essere un Testimone di Geova. Se chi è disassociato vuole tornare a far parte della congregazione è sempre benaccetto, purché abbandoni la sua condotta inappropriata e mostri il sincero desiderio di seguire le norme bibliche.»

Perché non si dice che per tutto il tempo che il disassociato "pentito" frequenterà le adunanze in attesa di essere riassociato (attesa che può durare anche più di un anno), nessuno gli rivolgerà la parola od il saluto, e dovrà entrare ed uscire dalla sala dopo l'inizio e prima della fine, sedendosi in un luogo riservato ai disassociati, per non creare imbarazzo? (nota)

E perché ad una domanda come questa non hanno risposto citando qualche articolo in cui si lodano le famiglie che hanno evitato di avere qualsiasi rapporto con il familiare disassociato, per anni, fino a che il poveretto non è ritornato ad essere un TdG? In questa risposta non si dicono come stanno realmente le cose, e si svia quindi il proprio interlocutore sulla realtà esistente nella congregazione.

Per sapere davvero come i TdG trattano e considerano gli ex membri - compresi i familiari disassociati - basta leggere certe loro pubblicazioni ufficiali, come quelle che sono riprodotte in questa pagina: I TdG e la disassociazione

Un esempio di direttive ostracizzanti:



"Torre di Guardia" del 15 giugno 2013, p. 28, paragrafo 17.

Nota: (inserita il 03/11/2014) Pare che da qualche tempo nelle congregazioni sia concesso al disassociato di rimanere fino alla fine della preghiera che conclude l'adunanza. Il disassociato può anche richiedere al reparto letteratura una copia della rivista che viene esaminata durante l'adunanza e può anche sedersi non necessariamente nell'ultima fila. Direttive in tal senso sono state pubblicate nella "Torre di Guardia" 15 agosto 2013 p. 8 dove si parla in particolare dei figli minorenni disassociati.

Nella rivista si osserva che anche se genitori e figli disassociati possono sedere insieme durante le adunanze, questo può essere fatto solo se ciò non fa "inciampare i fratelli". Inoltre si sottolinea che «un conto è che un disassociato stia seduto quietamente accanto ai familiari durante le adunanze, un altro è che questi cerchino la sua compagnia quando non ve n’è ragione: sono due cose ben diverse». Al di fuori di queste circostanze (la partecipazione alle adunanze) i genitori TdG eviteranno quindi qualsiasi contatto non assolutamente necessario con il figlio disassociato che non abita con loro, come si legge nell'articolo citato qui sopra.

Nella "Domanda dai lettori" si fa notare che queste direttive modificano quanto era stato insegnato 59 anni prima e che per 59 anni era stata una regola anche per quanto riguarda il fatto che i figli disassociati potessero sedersi accanto ai genitori durante le adunanze. Si legge infatti: «Questo aggiorna quanto pubblicato nella Torre di Guardia del 1° marzo 1954, pagina 159».

Ecco la scansione di questo articolo:


Click per ingrandire

Da notare quindi che loro stessi hanno creato queste regole e, dopo 59 anni che le hanno mantenute in vigore, scrivono che non si devono creare regole su tali questioni!

«Stabilire delle regole sui posti potrebbe, in certe circostanze, creare dei problemi. L’importante che tutti i presenti, compresi i famigliari fedeli, si sforzino di rispettare i principi biblici in merito alla disassociazione e che il posto in cui il disassociato si siede non faccia inciampare i fratelli. Se queste condizioni vengono soddisfatte, non c’è bisogno di fare una questione in merito ai posti a sedere di coloro che assistono alle adunanze».

Si legge che in "certe circostanze" queste regole potrebbero "creare dei problemi". Probabilmente con ciò si riferiscono al fatto che in certi paesi non è legalmente consentito che delle persone - specialmente se minorenni - siano costrette a sedere durante le riunioni religiose, in luoghi aperti al pubblico, in posti "speciali", separati dagli altri fedeli (o dai genitori): questa potrebbe essere considerata una forma di discriminazione e comportare "problemi" (per la WTS) di carattere legale, nel caso il disassociato od altri denunciassero questa situazione. Con questo cambiamento delle loro stesse regole hanno quindi risolto il problema.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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