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LETTERE ALL'ESPRESSO
Nel mese di luglio 2000 il settimanale L'Espresso ha pubblicato un articolo sui testimoni di Geova.
A seguito di questa inchiesta diverse persone hanno scritto alla redazione.
Avevo un marito che mi amava ed era molto attaccato a me e alla bambina. Ma da quando ha aderito ai Testimoni di Geova ho un nemico in casa che disprezza e rinnega la nostra vita passata. Ora è quasi impossibile viverci accanto. Dato il suo fanatismo, lo sento parlare del passato come se fosse stata una colpa non aver conosciuto prima i Testimoni. Prima aveva interessi politici che condividevo e che ci tenevano uniti, ora di tutto ciò parla con odio, perché tutti i politici sono corrotti e agenti di Satana, i governi sono il regno del male e così via.
Ha tolto anche a me la sicurezza in ciò che credevo lasciandomi sconcertata di tutto e con l’amarezza di vedere in lui solo un’anima in pena sempre in preda alla paura di non dedicare abbastanza tempo ai fratelli e congregazione. Se potesse (siamo ancora giovani) si licenzierebbe dal suo lavoro per andare tutto il giorno a predicare per le strade.
Ha tolto anche a me la sicurezza in ciò che credevo lasciandomi sconcertata di tutto e con l’amarezza di vedere in lui solo un’anima in pena sempre in preda alla paura di non dedicare abbastanza tempo ai fratelli e congregazione. Se potesse (siamo ancora giovani) si licenzierebbe dal suo lavoro per andare tutto il giorno a predicare per le strade.
Se io sono infelice per tutti i capovolgimenti negativi che ha comportato questa religione, lui è ancora più infelice di me, anche se non vuole rendersene conto. Il continuo stato di assedio in cui l’organizzazione tiene i propri iscritti riesce solo a renderli sempre sul chi vive e sempre insoddisfatti, perché pur dando tutto il proprio essere non si sentono mai sazi: quel sistema viscido e martellante di sollecitazione li spinge sempre a dare di più in tutti i sensi.
Mia figlia prima frequentava con il padre la congregazione ma ora ha preso coscienza e preferisce non frequentare, ma le continue profezie del padre sui castighi geovisti che la attendono perché ha lasciato le Sale del Regno la turbano notevolmente, così come le spiegazioni che il padre intende darle sui più svariati argomenti cozzano con ciò che le viene insegnato a scuola. Da qui un senso di turbamento e disorientamento che mi preoccupa. Non so più cosa fare, mi dibatto fra mille soluzioni e non ne attuo nessuna. E’ assolutamente impossibile far capire a mio marito che la bambina ha il diritto di vivere tranquilla e fare le sue scelte, lui ascolta solo gli anziani che certo lo approvano solo se riesce a convincerla a tornare tra loro. So che nel loro programma c’è una parte che prevede l’ingerenza dei loro anziani nell’insegnamento delle classi, così purtroppo altri ragazzi avranno le stesse incertezze e quel malessere nascosto che sono riusciti ad instillare in mia figlia.
lettera firmata
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Caro Espresso,
complimenti per l'articolo non fazioso di cui, finalmente, i Testimoni di Geova non avranno di che lamentarsi. Io, invece, una garbata critica devo rivolgere a Sandro Magister: «Lei ha trovato la quadratura del cerchio senza tuttavia fornire alcuna spiegazione!». Per i TdG la 'triade satanica' si compone di tre elementi: politica - religione - commercio (cfr. 'Un governo desiderabile', p. 42) ; essi si rivolgono alla politica (leggi: Stato) per ottenere l'Intesa che lo Stato stipula solo con le religioni; inoltre, cedendo le loro rivistine ad ogni angolo di strada, i TdG commerciano, come ha stabilito la suprema Corte di Cassazione con sentenza definitiva n° 1763 del 27/2/97. Con un semplice sillogismo se ne dovrebbe dedurre che essi sono una 'religione satanica'.
Ma qui sta il 'busillis': per l'Organizzazione questa è un'offesa mortale! Sommando incoerenza a incoerenza, anziché seguire l' evangelico consiglio di porgere l'altra guancia, questi hanno la querela facile e, dato che il vil denaro sembra non interessare loro, sono molto lesti a rivolgersi alle sataniche strutture del satanico Stato (leggi: Magistratura) per ottenere risarcimenti miliardari, come dimostrano recenti casi. 'La religione è una truffa' dicono nei loro testi (cfr. Annuario T. di G. 1976, p. 159); ribadiscono inoltre che tutto ciò che non fa parte della loro Organizzazione è 'mondo di satana' (cfr. 'Potete vivere per sempre.', p. 209). Infine, nonostante la dichiarazione del loro fondatore: “Zion's Watch Tower Society is only a business association” (cfr. Watch Tower 1 agosto 1895, pp.180/181), la contesa con il fisco italiano è più che decennale e il laicissimo Stato francese ha contestato loro nel 1998 un'evasione fiscale pari a 300 milioni di franchi, cioè circa 90 miliardi di lire.
Approssimando in 58 milioni la popolazione italiana e in 500 mila i nostri T. di G., noi, 57 milioni e 500 mila italiani restanti, bambini compresi (senza neppure una minima protesta), siamo gratificati, nella letteratura geovista, dei seguenti gentili epiteti: 'orda di Gog di Magog' (leggi: il diavolo), 'nemici di Dio', 'gente destinata alla distruzione', 'cadaveri insepolti, nauseanti e puzzolenti, non rimpianti, detestati dai superstiti','concime per la terra', 'persone empie e maledette giustiziate da Dio','banchetto per bestie necrofaghe e uccelli di ogni sorta' e altre amenità simili (cfr. 'Le Nazioni conosceranno che io sono Geova', pp. 372-378;'Sicurezza mondiale sotto il principe della pace', pp. 152-160). Caro Espresso, puoi gentilmente spiegarci queste palesi contraddizioni, o con un altro sillogismo dobbiamo dare ragione (e soprattutto il nostro prossimo voto) a quei parlamentari che, come scrivi, 'si sono messi di traverso' per vederci più chiaro?
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Vorrei far presente la mia situazione di profondo disagio come moglie di un Testimone di Geova.
Per ben quindici anni sono stata costretta a sottopormi a gravi rinunce per non dividermi da mio marito, sempre sperando che in lui rinascessero i sentimenti di affetto e responsabilità che aveva una volta, quando ancora la sua vita non era scandita dal ritmo di adunanze geoviste e predicazioni con i confratelli in cerca di proseliti. Ma a niente valgono i tentativi dei coniugi non geovisti per tenere unite le famiglie.
Quando una persona diventa Testimone di Geova c’è ben poco amore per la famiglia, si preferiscono i fratelli e le adunanze, il solo scopo sembra essere quello di propagandare la letteratura geovista per le strade. Se poi gli affetti in seno alla famiglia sono completamente distruttivi poco importa, i capi dell’organizzazione tendono a consigliare la separazione, e nessuno lo può negare.
Quante famiglie, come la mia sono perennemente sull’orlo del completo sfacelo! Le gravi incomprensioni che subiamo tra noi da quando in casa aleggia lo spirito permanente degli anziani sono le stesse che mi accomunano alle altre tantissime famiglie infelici che hanno avuto la sfortuna di imbattersi in questa organizzazione così ben congegnata solo per fare del male.
Altro principale scopo è la continua richiesta di contribuire in molteplici forme a donare il più possibile per la gloria di Geova, e bisogna riconoscere che in questo sono bravissimi. In effetti il Testimone dona togliendo alla famiglia con tanta gioia (“donatore allegro”). Non importa se questo ci costringe in casa ad ulteriori sacrifici, l’importante è che le contribuzioni siano cospicue e frequenti.
Se questo è lo sfogo di una moglie infelice e insoddisfatta, ci tengo a precisare che siamo in molti a dover subire in nome di Geova ed è giusto far sapere che tutto il peso grava solo sul coniuge non geovista. Tanto per i Testimoni è molto semplice: se si sopporta le loro assurde scelte, bene! Altrimenti peggio per noi, perché il loro posto è nelle Sale del Regno, educatamente vestiti con tanto di cravatta e valigetta.
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I fatti qui riportati si riferiscono al maggio 2000 e sono avvenuti a Scandicci (Fi). Abito con mio padre (non testimone di Geova) e mia madre (testimone di Geova accanita); nei primi di maggio 2000, mia sorella che è sposata e abita altrove (testimone di Geova come mia madre e sposata con un testimone di Geova responsabile di Congregazione) in mia assenza si è introdotta in casa mia e ha frugato nelle mie cose personali, sottraendomi un mio diario segreto in cui scrivevo cose mie personali vere o fantastiche, e portandolo agli anziani (responsabili a livello locale dei Testimoni di Geova).
Dopo due giorni dal fatto, tali anziani si sono riuniti (tre uomini) e mi hanno processato ed espulso dai Testimoni di Geova, sulla base di fatti che erano venuti a conoscere, e che solo io sapevo, e che avevo riportato sul mio diario segreto, riguardanti un’avventura avuta con una ragazza non testimone di Geova nell’aprile 2000. Nonostante il mio rimorso e pentimento, non mi hanno tenuto come testimone di Geova, dicendomi che non ero veramente pentito e fingevo un falso pentimento per non voler pagare le giuste conseguenze per ciò che avevo fatto contro Geova e la sua Organizzazione. Così sono stato rifiutato e buttato fuori senza pietà dai tre anziani testimoni di Geova. Adesso nessuno mi saluta più, amici Testimoni non ne ho più, avevo simpatia per una ragazza testimone di Geova, anch’essa non mi rivolge più la parola, e mi considera un immorale e vergognoso, un traditore di Geova.
Mia sorella (che fu inviata dagli anziani a frugare nelle mie cose), non mi rivolge più la parola; ho richiesto di riavere il mio diario, ma lo hanno buttato (esiste una registrazione su nastro magnetico); un anziano, certo T., è venuto da mia madre e le ha detto tutte le mie cose intime, creandomi così una situazione di forte disagio con mia madre che insiste a che io ritorni fra i testimoni di Geova i quali fanno passare molti anni prima di essere riaccettati; i testimoni di Geova hanno violato la mia intimità distruggendo i rapporti familiari e di amicizie, mi sento solo e rifiutato: ho una gran confusione dentro di me, ho pensato anche al suicidio.
Mia sorella (che fu inviata dagli anziani a frugare nelle mie cose), non mi rivolge più la parola; ho richiesto di riavere il mio diario, ma lo hanno buttato (esiste una registrazione su nastro magnetico); un anziano, certo T., è venuto da mia madre e le ha detto tutte le mie cose intime, creandomi così una situazione di forte disagio con mia madre che insiste a che io ritorni fra i testimoni di Geova i quali fanno passare molti anni prima di essere riaccettati; i testimoni di Geova hanno violato la mia intimità distruggendo i rapporti familiari e di amicizie, mi sento solo e rifiutato: ho una gran confusione dentro di me, ho pensato anche al suicidio.
Lettera firmata
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