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La Storia di Giuseppe
Mi chiamo Giuseppe Bilotti, ho 35 anni, sono sposato e lavoro in una delle fabbriche che la Fiat ha portato da noi in Basilicata. Vivo in un piccolo paese alle falde di un antico vulcano spento, il Vulture, in provincia di Potenza, in una di quelle terre poco ricordate, dove la tradizione per il sacro è ancora forte e che qualcuno ha raccontato nei suoi scritti (Carlo Levi nel "Cristo si è fermato ad Eboli"), oppure ne ha tratto spunto per le scenografie di un suo film (Pasolini per "Vangelo secondo Matteo" e Mel Gibson per il suo "The Passion of the Christ").
Ho conosciuto i testimoni di Geova all'età di 14 anni, in un pomeriggio di ottobre, in un periodo difficile della mia vita, pieno di forti pulsioni emotive e di insoddisfazioni spirituali. I genitori, di fede cattolica non praticante, mi hanno ostacolato nell'adolescenza, chiedendomi di rimandare la mia adesione al culto in un'età più "matura", atto di fede all'organizzazione che ho fatto all'età di 24 anni.
Ho conosciuto i testimoni di Geova all'età di 14 anni, in un pomeriggio di ottobre, in un periodo difficile della mia vita, pieno di forti pulsioni emotive e di insoddisfazioni spirituali. I genitori, di fede cattolica non praticante, mi hanno ostacolato nell'adolescenza, chiedendomi di rimandare la mia adesione al culto in un'età più "matura", atto di fede all'organizzazione che ho fatto all'età di 24 anni.
Dopo dieci anni di predicazione, dopo un periodo di riflessione iniziato molto tempo prima, ho deciso di mettere alla prova alcune affermazioni della società Watch Tower circa la libertà di coscienza di ognuno di poter esprime liberamente il proprio voto. Dopo essermi recato alle urne e averlo fatto sapere a mia moglie, ho ricevuto la visita del sorvegliante di circoscrizione insieme ad un anziano locale, i quali "hanno preso atto" del mio comportamento e successivamente mi hanno comunicato che non mi potevo più ritenere appartenente alla congregazione dei testimoni di Geova. Una latae sententiae ("scomunica" automatica) molto utilizzata dall'organizzazione e che non prevede nessun tipo di confronto sulle argomentazioni che hanno portato il soggetto a quel comportamento: in pratica te ne sei andato in "silenzio".
Chi vota si trova escluso dalla congregazione
In quel momento ho provato due sentimenti che potrebbero ritenersi contrastanti: la rabbia e un senso di serenità. La rabbia per essermi reso conto di aver sacrificato per uomini ingrati, venti anni della mia vita, e la serenità per la presa di coscienza del mom
ento che stavo vivendo. Quest'ultima costruttiva e che mi sta portando ad un'evoluzione personale e spirituale, di cui non credevo nel passato di poterne essere autore.
Un grazie ad Achille che è stato il primo ad ascoltarmi e che mi ha incoraggiato a vedere le cose in maniera nuova e costruttiva; e ad una persona, R., che in quel tempo mi ha seguito come un bambino ai primi passi in un mondo nuovo.
La prima cosa che ho fatto da quel giorno è stata quella di analizzare in maniera critica sia la dottrina che l'organizzazione dei testimoni di Geova, cosa che in questo forum [il forum infotdgeova, ndr] fate egregiamente. Inoltre mi sono fatto una cultura sulla manipolazione mentale, ho contattato uno psicologo esperto in abusi psicologici derivanti all'appartenenza a culti distruttivi per dei chiarimenti. Poi mi sono posto una famosa domanda: "Cos'è la verità?". Da quel momento, mi sono prefisso ideologicamente di riprendere la mia vita dal momento in cui l'ho "interrotta", da quel pomeriggio di 21 anni fa. Non rimuovendo gli anni trascorsi nel culto, cosa del tutto impossibile e da me non voluta, ma considerandoli parte di me come esperienza, ricchezza e non ultimo, monito per i percorsi futuri.
Con non poca difficoltà sto cercando di crearmi una mia nuova identità spirituale lontana dagli stereotipi geovisti, che tenga conto dell'emotività, della personalità e che soprattutto sia vera adorazione. Grazie a Dio, ci sto riuscendo.
'Dobbiamo continuare a cercare la verità'
Devo ammettere che in questo ultimo anno non è stato facile, più volte sono stato preso dallo sconforto, dalla confusione, dall'amarezza e dalla solitudine. Oggi più che mai le parole citate sopra acquistano per me un senso. Sì, non bisogna farsi scoraggiare, non bisogna avere paura di guardarsi allo specchio e di riprendere la ricerca della Verità. Questo è un periodo cruciale. Non facciamoci vincere!!! È quello che vogliono, che noi a coda bassa ritorniamo sotto il loro giogo ingiusto e tirannico, attraverso l'ostracismo è l'indifferenza dei nostri affetti. Non è affatto orgoglio ma consapevolezza del valore umano che ognuno porta con sé.
È vero, possiamo essere costellati di sentimenti negativi, quali la paura, la rabbia, finanche l'imbarazzo di dire a tutti che non siamo più testimoni di Geova. A volte si vorrebbe sprofondare, ma non è la soluzione, anzi è la speranza di qualcuno. ricordiamoci che NOI non abbiamo il campanello come i lebbrosi del tempo di Gesù, che dobbiamo suonare quando ci avviciniamo agli altri. Io vivo in una strada con accanto una famiglia di Testimoni e le prime volte avevo le palpitazioni quando li incontravo, abbassavo lo sguardo, guardavo altrove. Lo stesso facevano e fanno con me. Poi mi sono reso conto che anche in quel momento subivo un condizionamento mentale da parte della Watch Tower: da allora mentre passo o passano, li osservo e penso alla mia libertà di figlio di Dio.
Molti ahimè, quando lasciano i testimoni di Geova, tendono a lasciarsi morire interiormente, o farsi uccidere dall'auto-indifferenza, dalla falsa considerazione che non vi possa essere altra vita spirituale al di fuori di quella vissuta con travaglio. Devo ammettere che qualche giorno mi sono sentito così, mia moglie alle adunanze esce con le sorelle ed io a casa insieme al cane fino ad ora tarda, privo di vita sociale e soprattutto privo di vita spirituale. Mi sono ribellato a questi sentimenti, cercando Dio, sapendo che è lì vicino a me nella mia sofferenza. Bisogna in questo tempo più che mai riporre fede in Dio e in Suo Figlio Gesù Cristo. Preghiamo affinché Dio ci insegni ad avere fede e illumini la via della nostra vita. Dio ci ama ed è vicino a chi soffre a causa delle ingiustizie.
Oggi scrivo, a circa un anno di distanza e dopo aver consolidato i miei passi personali e spirituali, per mettere la mia pur breve personale esperienza, al servizio di tutti coloro che lo vorranno, siano essi Testimoni, ex Testimoni, simpatizzanti o semplici lettori e/o frequentatori del forum.
Non sono qui per insegnare niente a nessuno, mi rendo conto che ognuno di noi ha la propria personalità ed i propri tempi, ma tutti siamo tentati di rimuovere le esperienze negative o meglio chiudere con il passato. Io credo invece che sulle rovine di esse che dobbiamo costruire il nostro futuro. Non dobbiamo considerare tutto buono o tutto cattivo, come ci hanno insegnato per anni: anche la nostra appartenenza ad un culto come quello dei testimoni di Geova ci ha lasciato qualcosa di utile per il futuro anche se avremmo voluto riceverlo diversamente.
Dio ci aspetta, aspetta che maturiamo la nostra consapevolezza di Lui, del bisogno spirituale che alberga in noi. Attende paziente che terminiamo il percorso angusto e travagliato che porta a lui, indipendentemente dal tempo che vi impieghiamo.
È vero, possiamo essere costellati di sentimenti negativi, quali la paura, la rabbia, finanche l'imbarazzo di dire a tutti che non siamo più testimoni di Geova. A volte si vorrebbe sprofondare, ma non è la soluzione, anzi è la speranza di qualcuno. ricordiamoci che NOI non abbiamo il campanello come i lebbrosi del tempo di Gesù, che dobbiamo suonare quando ci avviciniamo agli altri. Io vivo in una strada con accanto una famiglia di Testimoni e le prime volte avevo le palpitazioni quando li incontravo, abbassavo lo sguardo, guardavo altrove. Lo stesso facevano e fanno con me. Poi mi sono reso conto che anche in quel momento subivo un condizionamento mentale da parte della Watch Tower: da allora mentre passo o passano, li osservo e penso alla mia libertà di figlio di Dio.
Molti ahimè, quando lasciano i testimoni di Geova, tendono a lasciarsi morire interiormente, o farsi uccidere dall'auto-indifferenza, dalla falsa considerazione che non vi possa essere altra vita spirituale al di fuori di quella vissuta con travaglio. Devo ammettere che qualche giorno mi sono sentito così, mia moglie alle adunanze esce con le sorelle ed io a casa insieme al cane fino ad ora tarda, privo di vita sociale e soprattutto privo di vita spirituale. Mi sono ribellato a questi sentimenti, cercando Dio, sapendo che è lì vicino a me nella mia sofferenza. Bisogna in questo tempo più che mai riporre fede in Dio e in Suo Figlio Gesù Cristo. Preghiamo affinché Dio ci insegni ad avere fede e illumini la via della nostra vita. Dio ci ama ed è vicino a chi soffre a causa delle ingiustizie.
Oggi scrivo, a circa un anno di distanza e dopo aver consolidato i miei passi personali e spirituali, per mettere la mia pur breve personale esperienza, al servizio di tutti coloro che lo vorranno, siano essi Testimoni, ex Testimoni, simpatizzanti o semplici lettori e/o frequentatori del forum.
Non sono qui per insegnare niente a nessuno, mi rendo conto che ognuno di noi ha la propria personalità ed i propri tempi, ma tutti siamo tentati di rimuovere le esperienze negative o meglio chiudere con il passato. Io credo invece che sulle rovine di esse che dobbiamo costruire il nostro futuro. Non dobbiamo considerare tutto buono o tutto cattivo, come ci hanno insegnato per anni: anche la nostra appartenenza ad un culto come quello dei testimoni di Geova ci ha lasciato qualcosa di utile per il futuro anche se avremmo voluto riceverlo diversamente.
Dio ci aspetta, aspetta che maturiamo la nostra consapevolezza di Lui, del bisogno spirituale che alberga in noi. Attende paziente che terminiamo il percorso angusto e travagliato che porta a lui, indipendentemente dal tempo che vi impieghiamo.
"Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi." - Ez. 36,26-27.
Da quando mi sono dissociato dai TdG ho cercato incessantemente il Signore e ho pregato tra le lacrime di darmi un nuovo "cuore" una nuova identità spirituale fatta questa volta non di semplici congetture, ma di sentimenti autentici e spiritualità genuina.
Dopo mie personali ricerche e considerazioni sulle dottrine cardine delle religioni del ceppo giudaico-cristiano e dopo alcuni colloqui con dei loro esponenti, tra cui alcuni biblisti, sono giunto alla personale considerazione di studiare il catechismo della chiesa cattolica con un sacerdote di mia conoscenza, con il quale, oltre ad analizzare le dottrine attraverso il catechismo, approfondiamo gli aspetti tipici del culto divino, il tutto imperniato sulla Parola di Dio.
Devo ammettere che inizialmente non è stato per me molto facile studiare il catechismo, poiché anche il "linguaggio" utilizzato poteva rappresentare un ostacolo al mio progresso spirituale. Ho dovuto spogliarmi della mia "vecchia personalità" come dice l'apostolo Paolo, ho dovuto fare di più. spogliarmi del mio vecchio modo di ragionare, solo così sono riuscito ad "elaborare" queste nuove conoscenze e a farle scendere nel cuore.
Nel percorso che in quest'ultimo anno circa, ho svolto nella ricerca della verità; ho trovato molto utile avvicinarmi alle altre religioni con spirito acritico, giacché il mio giudizio critico era fortemente falsato dalla mia precedente appartenenza religiosa. Non è stato facile, mi sono accorto che se non avessi inibito il mio giudizio malato, questo mi avrebbe fatto continuare a sbagliare. Mi sarei trovato in un circolo chiuso, come un cane che morde la sua coda, sarei divenuto un ebreo errante in perenne movimento.
Nel percorso che in quest'ultimo anno circa, ho svolto nella ricerca della verità; ho trovato molto utile avvicinarmi alle altre religioni con spirito acritico, giacché il mio giudizio critico era fortemente falsato dalla mia precedente appartenenza religiosa. Non è stato facile, mi sono accorto che se non avessi inibito il mio giudizio malato, questo mi avrebbe fatto continuare a sbagliare. Mi sarei trovato in un circolo chiuso, come un cane che morde la sua coda, sarei divenuto un ebreo errante in perenne movimento.
Ho chiesto in preghiera a Dio di aiutarmi e di indicarmi la verità, ma se avessi agito in contrasto con le mie preghiere, se avessi a priori rifiutato qualsiasi confronto cosa avrei ottenuto? Oggi mi troverei ancora in cerca di qualcuno che mi "solleticasse gli orecchi" e non in cerca della verità. Sarei ancora in cerca di compassione e non d'amore. Pieno di risentimento e non di speranza.
La mia vita familiare, la mia diversità con mia moglie mi fa comprendere quanto è diverso il mio attuale modo di vedere le cose e di viverle da quello che poteva essere solo qualche anno fa. Devo ammettere che sono stato sempre tollerante con chi la pensava religiosamente in maniera diversa da me, forse non ho mai condiviso dentro di me, che tutte le persone non TdG erano sotto il giogo di Satana. E' bello oggi, poter girare per strada senza che inconsciamente considero, chi passa accanto a me, una vittima e rappresentante di un mondo satanico. "La verità vi renderà liberi", liberi mentalmente, liberi da false dottrine e soprattutto false superstizioni. Solo oggi mi rendo conto che, come TdG ero più superstizioso di un napoletano (con tutto il mio rispetto per i miei conterranei campani).
Dal mio piccolo, scusandomi della pretesa, vorrei esortarci a mettere Dio alla prova, circa l'amore che nutre per noi, iniziando con il cercarlo chiedendo consiglio a coloro che hanno maturato un'esperienza spirituale diversa. Chiediamo di aiutarci a ristabilire il nostro senso critico e solo così potremo immaginare senza turbamenti il nostro futuro e guardare con serenità al nostro presente e soprattutto il passato.
Sì fratelli, sono contento di spogliarmi sia mentalmente che spiritualmente della vecchia personalità, solo così sarò pronto ad afferrare la mano di Dio che ha protesa verso noi, i suoi figli dispersi e percossi.
Sì fratelli, sono contento di spogliarmi sia mentalmente che spiritualmente della vecchia personalità, solo così sarò pronto ad afferrare la mano di Dio che ha protesa verso noi, i suoi figli dispersi e percossi.
Questa è la mia e-mail, per coloro che eventualmente vorranno contattarmi: gbilotti@basilicatanet.it.
Vostro fratello in Cristo
Giuseppe Bilotti
Giuseppe Bilotti
Aggiornamento
Quattro anni dopo avermi inviato questa sua testimonianza, Giuseppe Bilotti mi ha inviato la seguente e-mail:
Oggetto: Aggiornamento mia esperienza.
Buonasera Achille, ti allego la parte finale della mia esperienza da pubblicare. Inseriscila come meglio credi.
Grazie di tutto, a presto.
Grazie di tutto, a presto.
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Nel maggio del 2004, è iniziato il percorso verso la vera fede. Ad agosto incontrai un sacerdote che celebrò il funerale a mia madre e con lui abbiamo iniziato un percorso di fede e di riscoperta di quella fede cattolica che da ragazzo frettolosamente ho ripudiato.
Nel percorso spirituale e catechistico è intervenuto anche in alcune situazioni un biblista a sostegno di una traduzione autentica della Chiesa. Il 2 ottobre presso la chiesa che da qualche tempo frequentavo con regolarità, attraverso il rito di accoglienza, il vescovo del luogo mi ha riammesso dopo la professione di fede nuovamente alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Oggi mi occupo attivamente della formazione liturgica dei lettori nonché faccio parte del consiglio pastorale parrocchiale in qualità di segretario. Posso dire con certezza che essere uscito dai testimoni di Geova dalla finestra mi fatto tornare dal portone d'ingresso nella mia Chiesa di appartenenza. Attualmente rientra nel mio programma la realizzazione nella diocesi del Gruppo di Ricerca Intercoculturale sulle religioni. Resto a disposizione.